(Memoriali) 17 – Rivelazioni e meditazioni da 1.501 a 1.600

Sono versetti e frasi che mi hanno colpito nella letture sulla Sacra Bibbia Cattolica, o che le ho sentite interiormente … 

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1600 Sorgeranno falsi profeti, e faranno portenti, e inganneranno molti; ma dentro sono lupi rapaci (Matteo).

1599 Il Signore sa liberare i pii dalla prova e serbare gli empi per il castigo nel giorno del giudizio (2 Pt 1,9).

1598 Ci sono stati anche falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in mezzo a voi falsi maestri che introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Signore che li ha riscattati e attirandosi una pronta rovina.  

Molti seguiranno le loro dissolutezze e per colpa loro la via della verità sarà coperta di impropèri. 

 Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma la loro condanna è già da tempo all’opera e la loro rovina è in agguato (2 Pt 2,1-3).

1597 “Se un tuo fratello pecca, rimproveralo, ma se si pente perdonagli (Lc 17,3).

1596 Ogni volta che ci vengono spiegate le parole del Signore, la vostra mente sia attenta, l’animo dolce, perché l’intelletto possa penetrare il segreto della scienza divina.

1595 Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello;  se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni.

 Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano (Mt 18,15-17). 

1594 “Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato” (Gal 6,7) e quale è la prestazione di ciascuno, tale sarà anche il compenso che riceverà.

Inoltre dove si ripone la felicità del godimento, lì si concentra anche la preoccupazione de cuore.

Ma essendo molteplice le specie di ricchezze e diversi i motivi e le fonti di piacere, per ognuno il tesoro consiste in ciò che forma il piacere delle proprie aspirazioni.

Però se queste tendono ai beni terreni, anche se pienamente appagate, non rendono felici. Portano alla felicità, invece, quelle orientate ale cose di lassù (San Leone Magno).

1593 A chi ama DIO è già sufficiente sapere di essere gradito a colui ce ama; e non brama ricompensa maggiore dell’amore stesso.

L’anima pura e santa è talmente felice di essere ripiena di Lui, che non desidera compiacersi in nessun altro oggetto al fuori di lui (San Leone Magno).

1592 Per la bramosia della lode degli uomini spesso si ostenta una parvenza di giustizia, non ci si preoccupa della coscienza e si va in cerca di una falsa rinomanza (San Leone Magno).

1591 Rimessi i peccati, cessa la severità della vendetta e viene sospesa ogni punizione, il colpevole viene restituito al’innocenza e la fine del peccato diventa inizio della nuova santità (San Leone Magno).

1590 Per questo mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l’amore fraterno, all’amore fraterno la carità.

Quindi, fratelli, cercate di rendere sempre più sicura la vostra vocazione e la vostra elezione.

Se farete questo non inciamperete mai.

Così infatti vi sarà ampiamente aperto l’ingresso del regno eterno del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo (San Pietro).

1589 Annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina.

Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole (San Paolo).

1588 Vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io facciate anche voi (Gv).

1587 Quale collaborazione tra un fedele e un infedele (Sant’Ignazio di Antiochia).

1586 Sarà condannato ogni uomo che disprezza ciò che ha ricevuto da Dio (Sant’Ignazio di Antiochia).

1585 Dio non gode della morte dell’empio, ma che l’empio desista dalla sua condotta e viva (Dalla seconda lettera a Timoteo di San Paolo).

1584 I malvagi e gli impostori andranno sempre di male in peggio, ingannatori e ingannati nello stesso tempo (Dalla seconda lettera a Timoteo di San Paolo).  

1583 Il Signore mi ha liberato da tutte le persecuzioni (Dalla seconda lettera a Timoteo di San Paolo).

1582 Devi anche sapere che negli ultimi tempi verranno momenti difficili.

 Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanitosi, orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, senza religione, senza amore, sleali, maldicenti, intemperanti, intrattabili, nemici del bene, traditori, sfrontati, accecati dall’orgoglio, attaccati ai piaceri più che a Dio, con la parvenza della pietà, mentre ne hanno rinnegata la forza interiore (Dalla seconda lettera a Timoteo di San Paolo).

1581 Un servo del Signore non dev’essere litigioso, ma mite con tutti, atto a insegnare, paziente nelle offese subite,  dolce nel riprendere gli oppositori, nella speranza che Dio voglia loro concedere di convertirsi, perché riconoscano la verità e ritornino in sé sfuggendo al laccio del diavolo, che li ha presi nella rete perché facessero la sua volontà (Dalla seconda lettera a Timoteo di San Paolo).

1580 Evita inoltre le discussioni sciocche e non educative, sapendo che generano contese (Dalla seconda lettera a Timoteo di San Paolo).

1579 Fuggi le passioni giovanili; cerca la giustizia, la fede, la carità, la pace, insieme a quelli che invocano il Signore con cuore puro (Dalla seconda lettera a Timoteo di San Paolo).

1578 La concordia tra fratelli e l’amicizia tra vicini sono graditi a Dio e agli uomini (1 Gv).

1577 Facciamo ogni cosa pensando che il Signore abita in noi, affinché siamo suo tempio ed egli possa stabilirvi la sua dimora (Sant’Ignazio di Antiochia).

1576 E’ cosa buona insegnare, se chi parla pratica ciò che insegna (Sant’Ignazio di Antiochia).

1575 Chi professa la fede non commette il peccato e chi possiede la carità non può odiare.

Così quelli che fanno professione di appartenere a Cristo si riconosceranno non solo da quello che dicono, ma dalle loro opere.

“Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto” (Lc 6,44).

E’ meglio essere cristiano senza dirlo, che dirlo senza esserlo, “perché il regno di Dio non consiste in parole, ma il potenza” (1 Cor 4,20).

“Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per fede per avere la salvezza” (Rm 10,10) (Sant’Ignazio di Antiochia).

1574 Il principio della vita è la fede, la carità ne è l’apice.

L’unione delle due virtù, divenute unità, porta alla perfezione l’uomo di Dio; esse comprendono e perfezionano tutte le altre virtù che si praticano nella vita dell’amore (Sant’Ignazio di Antiochia).

1573 Nulla è meglio dell’avere pace in Cristo; in essa si spegne ogni battaglia degli spiriti celesti e terrestri (Sant’Ignazio di Antiochia).

1572 Evita le chiacchiere profane, perché esse tendono a far crescere sempre più nell’empietà; la parola di costoro infatti si propagherà come una cancrena (San Paolo).

1571 Sforzati di presentarti davanti a Dio come un uomo degno di approvazione, un lavoratore che non ha di che vergognarsi, uno scrupoloso dispensatore della parola della Verità (San Paolo).

1570 Non però da noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio (2 Cor).

1569 Beati chi sarà giudicato, disprezzato e riprovato per il nome del Signore: egli davvero appartiene a Cristo (Sant’Ignazio di Antiochia).

1568 Chi è più perseguitato sia pronto a sopportare anche di più (Sant’Ignazio di Antiochia).

1567 Imitiamo il Signore che

“oltraggiato non rispondeva agli oltraggi”,

mentre veniva crocifisso non si opponeva

“e soffrendo non minacciava vendetta” (1 Pt 2,23)

ma pregava per i suoi nemici dicendo:

” Padre perdonali perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34).

1566 Non preoccupatevi di vendicarvi se vi fanno del male, infatti è scritto:

”Se ho ripagato il mio amico con il male” (Sal 7,5),

ma rendiamoli nostri fratelli con la mansuetudine.

Dite perciò a questi che vi odiano:

siete nostri fratelli, “per dare gloria al suo nome” (Sal 85,9).

1565 “Un servo del Signore non deve essere litigioso, ma mite con tutti, atto a insegnare, paziente nelle offese subite, dolce nel riprendere gli oppositori” (2 Tim 24-25).

1564 Siate umili di fronte alla loro ira, ma denunziate le loro bestemmie; perseverate nella preghiera, rimanete saldi di fronte ai loro errori, radicati nella fede.

Vincete la loro abituale violenza con la vostra mitezza e la loro irascibilità con la dolcezza (Sant’Ignazio di Antiochia).

1563 ” Se saprai distinguere ciò che è prezioso da ciò che è vile, sarai come la mia bocca” (Ger 15,19).

1562 “Pregate incessantemente” (1 Tm 5,17) per tutti gli uomini; in tutti esiste infatti una speranza di ravvedersi e di raggiungere Dio (Sant’Ignazio di Antiochia).

1561 Fate tutto per la Gloria di Dio (Colossesi).

1560 Mi rallegro perciò per voi, perché non dirigete il cuore ale cose vane, né amate le opere della carne, ma le opere secondo Dio (Sant’Ignazio di Antiochia).

1559 Lo spirito dell’errore predica se stesso, parla delle cose che gli appartengono e si compiace in se stesso; quindi glorifica solo se e perciò è amaro; è pieno di menzogna, seduttore, ingannevole, pieno di boria, arrogante, parolaio, discorde senza misura, oscuro, gonfio (Sant’Ignazio di Antiochia).

1558 Voi dunque, ricolmi di Spirito Santo, non fate nulla secondo la carne, ma tutto secondo lo Spirito. Ciascuno di voi sia perfetto in Cristo Gesù che è il salvatore di tutti gli uomini, ma soprattutto di quelli che non credono (Sant’Ignazio di Antiochia).

1557 Vi sono alcuni che con pessimo inganno fanno mostra del nome di cristiani, ma in pratica tengono una condotta indegna di Dio, e sono sapienti di una sapienza contraria alla dottrina di Cristo, acconsentendo così alla loro rovina.

Voi dovete schivarli come bestie feroci:”sono tutti cani muti, incapaci di abbaiare” (Is 56,10). Sono cani rabbiosi che mordono di sorpresa; guardatevene perché sono affetti da malattia incurabile.

Ma il nostro medico è l’unico vero Dio, non generato e invisibile, Padre dell’unigenito. Abbiamo anche come medico il Signore nostro Gesù Cristo (Sant’Ignazio di Antiochia).

1556 Ai ricchi di questo mondo raccomanda di non essere orgogliosi, di non riporre la speranza sull’incertezza delle ricchezze, ma in Dio che tutto ci dà in abbondanza perché ne possiamo godere; di fare del bene, di arricchirsi di opere buone, di essere pronti a dare, di essere generosi, mettendosi così da parte un buon capitale per il futuro, per acquistarsi la vera vita (San Paolo).

1555 Carissimo, tu uomo di Dio, tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza.

Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni (San Paolo).

1554 “Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili (1 Pt 5,5).

1553 Quando abbiamo di che mangiare e di che coprirci, contentiamoci di questo.

Al contrario, coloro che vogliono arricchirsi cadono nella tentazione, nel laccio e in molte bramosie insensate e funeste, che fanno affogare gli uomini in rovina e perdizione.

L’attaccamento al denaro infatti è la radice di tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede e si sono da se stessi tormentati con molti dolori (San Paolo).

1552 Se qualcuno insegna diversamente e non segue le sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e la dottrina secondo la pietà, costui è accecato dall’orgoglio, non comprende nulla ed è preso dalla febbre di cavilli e di questioni oziose.

Da ciò nascono le invidie, i litigi, le maldicenze, i sospetti cattivi, i conflitti di uomini corrotti nella mente e privi della Verità, che considerano la pietà come fosse di guadagno (San Paolo).

1551 Ma chi è più avanzato e già illuminato dalla fede, ha bisogno di protezione e di aiuto per affrontare con coraggio la fatica della vita presente e il peso del giorno: infatti

“tutti quelli che vogliono vivere pienamente in Cristo saranno perseguitati” (2 Tim 3,12).

1550 “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua (Mt 16,24).

Cioè, se qualcuno vuole essere mio discepolo, segua coraggiosamente lo stesso cammino di sofferenza che io ho seguito, percorra la stessa strada e l’ami: allora riposerà insieme con me e con me dimorerà per noi infatti chiedeva a Dio Padre:

”Voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io” (Gal 17,24).

1549 Amatevi tutti a vicenda con cuore indiviso (Sant’Ignazio di Antiochia).

1548 Perseverate nella concordia e nella preghiera in comune (Sant’Ignazio di Antiochia).

1547 Fuggite le male piante.

Esse portano frutti di morte, e se qualcuno ne gusta, subito muore (Sant’Ignazio di Antiochia).

1546 Chiudete le orecchie quando qualcuno vi parla d’altro che di Gesù Cristo (Sant’Ignazio di Antiochia).

1545 Guai a quell’uomo per colpa del quale il mio nome è disprezzato, dice il Signore (Is 52,5).

1544 Nessuno abbia qualcosa contro il suo prossimo (Sant’Ignazio di Antiochia).

1543 Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo salverai te stesso e quelli che ti ascoltano.

Non essere aspro nel riprendere un anziano, ma esortalo come fosse tuo padre; i più giovani come fratelli, le donne anziane come madri e le più giovani come sorelle, in tutta purezza (San Paolo).

1542 Nessuno disprezzi la tua giovane età, ma sii esempio ai fedeli nelle parole, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza (San Paolo).

1541 Esercitati nella pietà, perché l’esercizio fisico è utile a poco, mentre la pietà è utile a tutto (San Paolo).

1540 Signore concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché tra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia.

1539 Gesù: ” In Verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria”.

1538 Noi sappiamo di essere stati chiamati mediante la fede, ma ignoriamo se siamo eletti. Dunque ciascuno dev’essere tanto più umile, in quanto non sa se sia stato eletto o no.

1537 Astenersi da tutti i vizi per poter vincere il diavolo, nostro persecutore.

1536 Non tutti coloro che hanno la fede si salvano, ma solo quelli che perseverano nella buona opera iniziata.

1535 Nessuno si disperi per la grandezza dei suoi peccati.

1534 Dopo una o due ammonizioni sta’ lontano da chi è fazioso, ben sapendo che è gente ormai fuori strada e che continua a peccare condannandosi da se stessa (San Paolo).

1533 Coloro che credono in Dio si sforzino a essere tra i primi nelle opere buone. Ciò che è bello e utile per gli uomini.

Guardati invece dalle questioni sciocche, dalle genealogie, dalle questioni e dalle contese contro la legge, perché sono cose inutili e vane (San Paolo).

1532 Se preghi soltanto per te, pregherai per te, ma da solo.

Se invece pregherai per tutti, tutti pregheranno per te.

Perché nella totalità ci sei anche tu.

La ricompensa è maggiore perché le preghiere dei singoli, messe insieme, ottengono a ognuno quanto chiede tutto intero il popolo.

In questo non vi è alcuna presunzione, ma maggiore umiltà e frutto più abbondante (Sant’Ambrogio).

1531 Quando domandi perdono per te, allora è proprio il momento di ricordarti che devi concederlo agli altri (Sant’Ambrogio).

1530 Rinnegando l’empietà e i desideri mondani, viviamo con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell’attesa della manifestazione della Gloria del nostro grande DIO e salvatore Gesù Cristo.

Vigiliamo attentamente sulla nostra condotta: comportandoci non da stolti, ma da uomini saggi, profittando del tempo presente (Lettera a Tito).

1529 Il rimprovero è una chiave.

Apre infatti la coscienza a vedere la colpa, che spesso è ignorata anche da quello che l’ha commessa (San Gregorio Magno).

1528 Nella Sacra Scrittura col nome di profeti son chiamati maestri talvolta quei maestri che, mentre fanno vedere la caducità delle cose presenti, manifestano quelle future (San Gregorio Magno).

1527 Il pastore sia accorto nel tacere e tempestivo nel parlare, per non dire ciò ch’è doveroso tacere e non passare sotto silenzio ciò che deve essere svelato.

Un discorso imprudente trascina nell’errore, così un silenzio inopportuno lascia in una condizione falsa coloro che potevano evitarla.

Spesso i pastori malaccorti, per paura di perdere il favore degli uomini, non osano dire liberamente ciò ch’è giusto e, al dire di Cristo che è la Verità, non attendono più alla custodia del gregge con amore di pastore, ma come mercenari (San Gregorio Magno).

1526 Correggi con fermezza, perché rimangano nella sana dottrina e non diano più retta a favole giudaiche e a precetti di uomini che rifiutano la Verità (San Paolo).

1525 Dopo che si è ascoltato ogni cosa: Temi Dio e osserva i suoi Comandamenti, perché questo per l’uomo è tutto (Qoelèt) .

Infatti Dio citerà in giudizio ogni azione, tutto ciò che è occulto, bene o male.

1524 “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano grazie al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,16).

1523 Tutto ciò che trovi da fare, fallo finché ne sei in grado, perché non ci sarà né attività, né ragione, né scienza, né sapienza giù negli inferi, dove stai per andare (Qoelèt).

1522 L’uomo non può scoprire la ragione di quanto si compie sotto il sole; per quanto si affatichi a cercare, non può scoprirla.

Anche se un saggio dicesse di conoscerla, nessuno potrebbe trovarla (Qoelèt).

1521 Approvo l’allegria, perché l’uomo non ha altra felicità, sotto il sole, che mangiare e bere e stare allegro (Qoelèt).

1520 Saranno felici coloro che temono Dio, appunto perché provano timore davanti a lui, e non sarà felice l’empio e non allungherà come un’ombra i suoi giorni, perché egli non teme Dio (Qoelèt).

1519 Poiché non si dà una sentenza immediata contro una cattiva azione, per questo il cuore dei figli dell’uomo è pieno di voglia di fare il male; poiché il peccatore, anche se commette il male cento volte, ha lunga vita (Qoelèt).

 1518 Tutto questo ho visto riflettendo su ogni azione che si compie sotto il sole, quando l’uomo domina sull’altro uomo, a proprio danno (Qoelèt).

1517 Per ogni cosa vi è tempo e giudizio e il male dell’uomo ricade gravemente su chi lo fa (Qoelèt).

1.516 Un dottore della Legge chiese a Gesù:

” Maestro della Legge, qual’è il grande Comandamento?”

Gli rispose:

” Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”.

Questo è il grande e primo Comandamento”.

Il secondo poi è simile a quello:

“Amerai il tuo prossimo come te stesso.

Da questi due Comandamenti dipendono tutta la Legge e i profeti” (Mt 29,36-40).

1.515 Dio è invisibile e tale dobbiamo crederlo, anche se è possibile averne qualche conoscenza da parte di chi ha il cuore puro (San Colombano).

1.514 Riguardo alla Fede; se qualcuno vuole conoscere quello che deve credere, deve rendersi conto che non può capire di più parlandone, che credendo.

La conoscenza di Dio, infatti, quanto più viene discussa tanto più sembra allontanarsi da noi (San Colombano).

1.513 Il sapiente afferma che è migliore colui che gode di quanto gli sta davanti (San Girolamo).

1.512 Ogni uomo, a cui Dio concede ricchezze e beni ha anche facoltà di goderli e prendersene la sua parte, e di godere delle sue fatiche: anche questo è dono di Dio (San Girolamo).

Egli infatti non penserà molto ai giorni della sua vita, poiché Dio lo tiene occupato con la gioia del cuore (Qo 5,18-19).

1.511 Noi siamo in certo modo padri di noi stessi, quando per mezzo delle buone disposizioni di animo e del libero arbitrio, formiamo, generiamo, diamo alla luce noi stessi.

Questo poi si realizza, quando accogliamo Dio in noi stessi e diveniamo figli suoi, figli della virtù e figli dell’Altissimo.

Mentre invece rimaniamo imperfetti e immaturi finché non si è formata in noi, come dice l’Apostolo “l’immagine di Cristo”.

E’ necessario però che l’uomo di Dio sia integro e perfetto.

Ecco la vera nascita nostra (San Gregorio di Nissa).

1.510 Il tempo ormai si è fatto breve; d’ora innanzi, chi vive in questo mondo, se ne serva con discrezione, perché passa la scena di questo mondo.

Ogni cosa ha il suo momento, il suo tempo per ogni impresa sotto il cielo (1 Cor 7,29-31).

1.509 A chi gli è gradito Dio concede Sapienza, Scienza e Gioia; al peccatore lascia la pena di raccogliere e d’ammassare.

Tutto è vanità e un inseguire il vento.

L’attaccarsi al denaro è radice di tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio, alcuni si sono tormentati con molti dolori (Qoèlet).

1.508 Ho preso in odio la vita, perché mi è sgradito quanto si fa sotto il sole. Ogni cosa infatti è vanità e un inseguire il vento (Qoèlet).

1.507 Il saggio ha gli occhi di fronte, ma lo stolto cammina nel buio (Qoèlet).

1.506 Mi sono accorto che il vantaggio della Sapienza sulla stoltezza è il vantaggio della luce sulle tenebre (Qoèlet).

1.505 “Chi si umilia sarà esaltato” (Lc 14,11).

1.504 Per grazia, infatti, siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene.

Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo (Efesini).

1.503 L’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Così non sono più due ma una sola carne.

Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto (Mt 19,5-6).

1.502 Sono lieto nelle mie sofferenze, completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa.

Mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza (Col 1,24.29).

1.501 Gesù intende rendere perfetti in noi i misteri della sua passione, della sua morte e della sua risurrezione. 

Li attua facendoci soffrire, morire e risuscitare con lui e in lui. 

Desidera comunicare a noi la condizione gloriosa e immortale che egli possiede in cielo.

Ottiene questo facendoci vivere con lui e in lui una vita gloriosa e immortale.

Questo lo farà quando lo avremo raggiunto in cielo.

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Lodi – Ora media, terza, sesta e nona – Vespri – Compieta – Liturgie – Preghiere del mattino e della sera –  Santo rosario audio – Litanie – Coroncine – Preghiere varie – Meditazione – Una parola di Dio al momento necessario – Altro …

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Il Signore parla al cuore di ciascuno di noi, ascoltarlo significa valutare bene le situazioni in cui ci troviamo e, se lo desideriamo, viverle nella sua volontà, non dimentichiamo ciò che ci disse nel Vangelo di Giovanni…

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Dal Vangelo di Giovanni 15,5: Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 

… e non dimentichiamo nemmeno di chiedere il suo aiuto, sempre se lo desideriamo.

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(Le foto eventuali, dei personaggi, sono state prese su Google / Immagini, per cui, anche se le loro azioni sono in sintonia con l’argomento trattato, non necessariamente debbono corrispondere ai personaggi stessi di questo articolo).