(I Santi) B – Frasi dette da loro da 501 a 1000

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1000 Santa Teresina di Lisieux:

Come gli uccellini imparano a cantare ascoltando i loro genitori, così i figli imparano la scienza della virtù, il canto sublime dell’amor divino, dalle anime che dovranno formarli alla vita.

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999 San Giovanni Bosco:

Al mondo vi sono molti pazzi e molti furbi.

I furbi sono o coloro che faticano e patiscono un po’ per guadagnarsi il Paradiso: i pazzi sono coloro che s’incamminano per l’eterna perdizione.

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998 San Francesco di Sales:

Nelle aridità ed avversità si speri; nelle consolazioni e prosperità si tema, ma conviene umiliarsi sia nell’uno che nell’altro caso.

Cioè sempre.

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997 Don Nikola Vucic:

Il Vangelo della casa costruita sulla roccia ci invita alla concretezza e coerenza.

La roccia è la volontà di Dio.

L’esistenza di chi costruisce su questa roccia è una casa robusta e accogliente.

Venti, piogge, tempeste, terremoti … cioè difficoltà, prove, contrarietà non saranno assenti da quella casa.

Ma, passata la tempesta, essa sarà ancora là, in piedi, sulla roccia.

La nostra roccia è Cristo.

Egli è quella “pietra angolare” sulla quale abbiamo costruito la nostra esistenza.

Egli è l’unica certezza che non vacilla mai.

Ma anche Gesù ha costruito una Sua casa qui sulla terra, la Chiesa, che nessun terremoto e nemmeno le porte dell’inferno prevarranno contro di essa.

È bello ricordarci questa promessa ora, quando intorno alla Chiesa imperversa la tempesta.

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996 Madre Teresa di Calcutta:

Una volta stavo camminando per le vie di Londra e mi capitò di vedere un uomo, tutto rannicchiato, sembrava così solo, così abbandonato.

Mi chiese di chinarmi, così mi fermai, gli presi la mano, gliela strinsi, gli domandai come stava.

La mia mano è sem­pre molto calda ed egli alzò lo sguardo e disse:

«Oh, dopo tanto tempo, sento il calore di una mano umana, dopo tanto tempo! ».

I suoi occhi brillarono e si levò a sedere.

Proprio quel po’ di tepore che si sprigionava da una mano umana aveva portato gioia nella sua vi­ta.

Dovete fare questo genere di esperienza.

Dovete tenere gli occhi ben aperti e provare.

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995 Santa Faustina Kowalska:

Gesù, unisco i miei desideri ai tuoi.

Desidero compiere la tua volontà; desidero la conversione delle anime; desidero che la tua misericordia sia adorata e venga celebrata la festa della tua misericordia; desidero la santità dei sacerdoti; desidero che in tutte le case religiose regni lo zelo per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime; desidero che le anime non offendano Dio e perseverino nel bene; desidero che Dio ci benedica tutti.

Abbraccio, o Gesù, il mondo intero e ti chiedo di usare a tutti la tua misericordia.

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994 Sant’Antonio di Padova:

La sapienza mondana insegna a cercare i più alti onori, a godere nelle vanità dell’esistenza terrena, a rendere male per male, a non cedere quando si può resistere.

È una sapienza piena di orgoglio, di vanità, d’inganno.

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993 Sant’Antonio di Padova:

 Come il raggio del sole scendendo illumina il mondo, e tuttavia dal sole non si allontana mai, così il Figlio di Dio, scendendo dal Padre, illumina il mondo, e tuttavia mai si allontana dal Padre, perché è una cosa sola con il Padre.

Infatti egli stesso disse: “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10,30).

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992 Don Nikola Vucic:

Capita a tutti un momento di scoraggiamento, di sfiducia, che vorrebbe convincerci che è meglio mollare tutto: a che serve pregare e di continuare a guardare il cielo che sembra sordo e muto al mio lamento?

Vale la pena di perseverare nella preghiera?

La vedova molesta del Vangelo, che tutti i giorni veniva a importunare il giudice disonesto chiedendo la giustizia, avrebbe avuto tutti i motivi per lasciar perdere ma proprio per la sua insistenza ha ottenuto la grazia.

La vera sconfitta è arrendersi.

Il vero fallimento è mollare tutto nella convinzione che non serve a niente.

Quando preghi devi sapere che dall’altra parte non c’è un giudice disonesto ma il Padre buono che ti ama e ti ascolta.

Un cuore capace di amare riesce anche a sopportare i silenzi e i tempi lunghi.

Il proprio dell’amore è attendere!

“Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”

Il problema non è se Gesù verrà, ma se io saprò reggere il Suo ritardo?

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991 San Pio da Pietrelcina:

Lo spirito di Dio è spirito di pace, ed anche nelle mancanze più gravi ci fa sentire un dolore tranquillo, umile, confidente, e ciò dipende appunto dalla sua misericordia.

Lo spirito del demonio, invece, eccita, esaspera e ci fa provare, nello stesso dolore, quasi l’ira contro noi stessi, mentre invece la prima carità la dobbiamo appunto usare verso di noi.

Quindi se alcuni pensieri ti agitano, pensa che questa agitazione non viene mai da Dio, che ti dona la tranquillità, essendo spirito di pace, ma dal diavolo.

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990 Don Nikola Vucic:

Di solito, legarsi eccessivamente ad una persona, dipendere da essa, può essere segno di immaturità.

Allora, se si vuole crescere, bisogna staccarsi ed essere autonomi.

Ma sul piano spirituale non è così: più sei legato a Dio più cresci e maturi nella fede.

Per avanzare nel cammino della fede non bisogna essere autonomi, bensì bisogna legarsi sempre più a Dio.

Non puoi dire: ora sono abbastanza forte, ora mi stacco da Dio.

Tu desideri essere irreprensibile, forte per non cadere mai, virtuoso.

Ma non puoi mai pensare di poter fare a meno di Dio, di non avere bisogno del Suo aiuto, della Sua Misericordia, della Sua grazia che ti arriva attraverso la preghiera.

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989 Santa Teresina di Lisieux:

Gesù fece di me un pescatore di uomini: sentii un desiderio grande di lavorare alla conversione dei peccatori.

Sentii che la carità mi entrava nel cuore, col bisogno di dimenticare me stessa per far piacere agli altri; e da allora fui felice.

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988 Santa Faustina Kowalska:

La misericordia del Signore è già glorificata dai suoi santi in paradiso.

Essi hanno sperimentato su di loro questa misericordia stessa che è infinita.

Ciò che i santi stanno facendo ora in cielo, io comincio ad attuarlo sulla terra.

Esalterò Dio nella sua misericordia, e cercherò che altre anime la conoscano e l’adorino.

Insegnami, Gesù, a far scoprire tutta la tua misericordia ed il tuo amore a chiunque si rivolga a me.

Gesù mia guida, insegnami a fare in modo che tutte le mie preghiere e le mie opere portino il segno della tua misericordia.

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987 Santa Teresina di Lisieux:

Essere piccoli vuol dire non perdersi d’animo per le proprie mancanze, perché i bimbi cadono spesso, ma sono troppo piccini per farsi molto male.

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986 San Pio da Pietrelcina:

Madre mia Maria, conducimi teco nella grotta di Betlemme e fammi inabissare nella contemplazione di ciò che di grande e sublime è per svolgersi nel silenzio di questa grande e bella notte.

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985 Don Nikola Vucic:

Di per sé Dio è invisibile e irraggiungibile, ma essendo l’amore ha deciso di diventare Pane per farsi incontrare, amare, adorare …

Durante l’adorazione assomigli a quel chicco di grano che cade e muore sotto terra.

Quanto più profondamente ti immergi nell’adorazione, tanto più sei piantato nel profondo del Mistero di Dio, dove muori e germogli e porti molto frutto.

Perciò immergiti spesso nell’adorazione.

Entra nel silenzio dell’Ostia: in essa Gesù è nascosto e silenzioso, ma è presente più che mai e ti guarda con amore.

Lasciati guardare, lasciati amare, lasciati guarire da quel Pane.

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984 Santa Faustina Kowalska:

Non è piccola cosa ciò che si compie per amore.

So che non è la grandezza dell’opera, ma la grandezza dello sforzo che verrà premiata da Dio.

Quando uno è debole e malato, compie sforzi continui per arrivare a fare quello che tutti gli altri compiono normalmente.

Tuttavia non riesce sempre a venirne a capo.

La mia giornata incomincia con la lotta e con la lotta anche finisce.

Quando la sera mi vado a coricare, mi par d’essere un soldato che torna dal campo di battaglia.

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983 Sant’Antonio di Padova:

Quando vuoi innalzare ed elevare qualcuno con l’adulazione, abbassi te stesso.

Vuoi crescere?

Rendi ogni lode e ogni gloria a Dio, non all’uomo, al Creatore e non alla creatura.

Vuoi non cadere nella maldicenza?

Scorda ogni rancore e ogni invidia.

Sparlando degli altri, fai tuo il loro male.

Misericordioso è chi prova dolore per la sofferenza altrui.

Ricorda che, come triplice è la misericordia del Padre celeste verso di te, così triplice deve essere la tua misericordia verso il prossimo.

Iddio, nel tempo della tribolazione, infonde una grazia che refrigera l’anima e perdona i peccati; inoltre, la misericordia di Dio con l’avanzare del tempo si dilata sempre più; alla fine ti incorona di gloria eterna.

Anche tu sii buono con il prossimo: perdona se pecca contro di te; istruiscilo, se lo vedi allontanarsi dalla verità; se è bisognoso, soccorrilo.

Sii dunque misericordioso, come lo è il Padre tuo.

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982 Don Nikola Vucic:

Nella parabola del ricco epulone e il povero Lazzaro Gesù prende di mira le ricchezze e soprattutto il loro uso iniquo: il ricco epulone non si serve delle ricchezze per farsi amici nel cielo e per aiutare il povero, ma per umiliarlo e insultarlo.

Però il Vangelo non si ferma solo alle critiche delle ricchezze: le supera con l’imperativo dell’amore.

L’amore è il vero principio sociale, capace – se fosse applicato sul serio – di eliminare tutte le ingiustizie.

Al ricco epulone si rimprovera di non aver avuto una briciola di compassione per povero Lazzaro che moriva di fame; si rimprovera il suo egoismo, l’indifferenza e la cecità del cuore.

Alla fine, Lazzaro è accolto nell’intimità di Dio, al posto d’onore nel banchetto del cielo.

Un abisso invalicabile lo separa dal ricco, un abisso creato proprio dalla sua indifferenza.

L’amore diventa efficace anche ai fini della trasformazione della società quando si incarna in una comunità, in cui si realizza quella condivisione che manca al ricco epulone della parabola.

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981 Sant’Antonio di Padova:

Dove regna il torpore della pigrizia, crescono le erbe pungenti dei cattivi pensieri.

Per questo l’anima, simile a un campo, deve essere seminata con la semente della predicazione, vi si devono piantare gli alberi delle virtù, devono verdeggiarvi i pascoli delle speranze celesti, deve essere allietata dai fiori più vari con l’imitazione degli esempi dei santi.

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980 Don Nikola Vucic:

Le grazie del Signore sono infinite e tutte gratuite.

Dio ti fa dei doni senza alcun tuo merito e dovresti esserne grato.

Senza gratitudine il dono è impoverito; senza gratitudine il cuore non si risveglia all’amore.

Tu sai di essere povero, ma ti è stato regalato un gioiello.

Allora diventa naturale amare il Donatore.

E che dire se ti vedessi in possesso di tanti altri gioielli ancora più belli?

Allora dovresti sentirti ancora di più obbligato a servire il Signore che ad una persona insignificante come te vuole donare tutte quelle grazie.

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979 San Pio da Pietrelcina:

Cammina allegramente e con un cuore sincero ed aperto più che puoi, e quando non si possa mantenere sempre questa santa allegrezza, almeno non ti perdere mai di coraggio e di confidenza in Dio.

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978 Don Nikola Vucic:

Intorno a me c’è un mare di lacrime.

Perché, Signore, tanto pianto e tanto dolore?

Dio è buono o no?

Sotto la mano pesante della sofferenza si può toccare il fondo dell’abisso e sperimentare l’oscurità totale dove manca anche un minimo spiraglio di luce.

Cosa avviene nell’esperienza del dolore?

Intanto cosa saprei della gioia se non conoscessi la tristezza?

Forse che la sete non mi insegna il valore dell’acqua?

Cosa sarebbe un grande amore senza una lunga e dolorosa attesa?

Sarebbe una pesante pietra tombale sopra una vita mai vissuta.

Quando vedo trionfare il prepotente e soffrire l’innocente, torno a chiedere: “ma Dio è ancora buono?”

Se è buono, perché permette il dolore?

È terribile questa prova, cioè sapere che Egli è buono, che può tutto, e che proprio nel Suo disegno permette il dolore.

Perché?

C’è una risposta al dolore, c’è una via fatta apposta per chi ha il coraggio della fede: è la risurrezione.

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977 Sant’Antonio di Padova:

Nella mano è raffigurata la grazia dello Spirito Santo, che viene data come aiuto e difesa ai fedeli, i quali ne vengono sostentati e resi capaci di operare il bene.

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976 Don Nikola Vucic:

Dio entra nella nostra vita attraverso due vie.

La prima è quella dell’umiltà, l’altra via è la bellezza.

L’umiltà risveglia l’arte di saper gioire delle piccole cose, senza essere ossessionati di grandezze.

La felicità non dipende dal sole che splende o dal buon umore; la felicità è saper gioire anche sotto la pioggia.

La felicità è accontentarsi di quello che si ha, smettere di beccare qua e là cercando sempre ciò che non c’è.

L’arma più efficace per sconfiggere la tristezza è il contatto con la natura per contemplare la bellezza del creato.

Ricordati, nella natura si entra come nel Regno dei cieli: coi sentimenti di gratitudine e con lo stupore dei bambini.

La gratitudine apre all’amore, invece lo stupore conduce nella profondità del cuore.

Se non impariamo a stupirci non saremo mai felici.

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975 Santa Teresina di Lisieux:

Custodire la parola di Gesù, ecco l’unica condizione della nostra felicità, la prova del nostro amore per lui.

Ma che cos’è mai questa parola?

Mi sembra che la parola di Gesù sia lui stesso, lui Gesù, il Verbo, la Parola di Dio (Gv. 1, 1).

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974 Don Nikola Vucic:

Di fronte al povero, forestiero, malato, bisognoso … c’è chi ignora e c’è chi si gira dall’altra parte perché “la cosa non lo riguarda”.

C’è chi all’inizio si sente a disagio, poi pensa a tutta la miseria che si accumula nella vita del bisognoso, si commuove e vorrebbe fare qualcosa.

Magari regala un piccolo sorriso, un timido saluto, un gesto d’affetto.

Ma deve sapere che per il sofferente questo è davvero un bel regalo.

Infine c’è chi, ricordandosi delle parole di Gesù, si avvicina al bisognoso e si china sulla sua sofferenza.

Vicino a noi c’è troppo dolore sordo e cieco.

Ci sono troppi volti tristi e stanchi.

Occorre che nessuno rimandi la carità a una prossima volta, a più tardi.

Altrimenti non avrà il diritto di essere riconosciuto come figlio di un unico Padre.

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973 San Giovanni Bosco:

Per compagni cattivi s’intendono : quelli che cercano di parlare di cose disoneste, o fanno cose contrarie alla virtù della modestia; che parlano con disprezzo della religione; che vi allontanano dalle funzioni di chiesa o v’invitano a trasgredire i vostri doveri.

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972 San Francesco di Sales:

Non permettete al vostro spirito di fermarsi in pensieri vani e inutili; presa questa abitudine vi fermerà poi nei pensieri pericolosi e cattivi.

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971 San Giovanni Bosco:

Io non temo punto quello che ai possano fare gli uomini per aver detta la verità, temo solo quello che mi può fare Iddio, se pronunciassi la menzogna.

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970 Santa Faustina Kowalska:

Dai più teneri anni, Gesù nel Santissimo Sacramento mi attirò a sé.

Da quel tempo fino ad oggi, il mio amore per il Dio nascosto raggiunse la più stretta intimità.

Tutta la forza che io posseggo deriva da questo Sacramento.

Trascorro i miei momenti liberi a colloquio con lui.

È il mio Maestro.

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969 San Filippo Neri:

E’ ottimo rimedio, nel tempo delle tribolazioni e aridità di spirito, l’immaginarsi di essere come un mendico, alla presenza di Dio e dei Santi, e come tale andare ora da questo Santo, ora da quell’altro a domandar loro elemosina spirituale, con quell’affetto e verità onde sogliono domandarla i poveri.

E ciò si faccia alle volte corporalmente, andando ora alla Chiesa di questo Santo, ed ora alla Chiesa di quell’altro a domandar questa santa elemosina.

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968 San Francesco di Sales:

Certe tenerezze sono alle volte inganni del demonio, che così addormenta le anime, e fa loro credere di essere già sante.

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967 Santa Faustina Kowalska:

«Figlia mia, ti condurrò in questo ritiro come ad un banchetto.

Accanto al mio cuore misericordioso, mediterai le grazie che ti ho fatto e avrai a compagna una profonda pace.

Desidero che il tuo sguardo fissi di continuo la mia volontà e, ciò facendo, mi darai la gioia più grande.

Non intraprenderai alcuna riforma di te stessa, perché già hai messo a mia disposizione la tua vita.

Nessun sacrificio vale quanto questo».

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966 Sant’Antonio di Padova:

Nel cuore dell’uomo ci sono tre cose: c’è la sede della sapienza; in esso fu scritta la legge naturale che dice:

“Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te”.

Il cuore è l’organo dal quale provengono lo sdegno, il ribrezzo, l’avversione.

Così nei veri credenti c’è la sapienza della contemplazione, c’è la legge dell’amore, e c’è il ribrezzo e l’avversione per il peccato.

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965 Santa Teresina di Lisieux:

Vorrei percorrere la terra, predicare il tuo nome, o Gesù, e piantare sul suolo infedele la tua croce gloriosa.

Ma una sola missione non mi basterebbe: vorrei al tempo stesso annunciare il Vangelo nelle cinque parti del mondo e fino nelle isole più remote.

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964 San Giovanni Bosco:

Quando sappia che il demonio cesserà dall’insidiare le anime, io pure cesserò dal cercare nuovi mezzi per salvarle dai suoi inganni e dalle sue insidie.

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963 San Francesco di Sales:

Considerate attentamente quanti tormenti ha sofferto nostro Signore, e sappiate che li ha sofferti per guadagnare il vostro cuore e il vostro amore.

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962 Sant’Antonio di Padova:

“Chi si umilia sarà esaltato” (Lc 14,11).

Cristo si umiliò fino alla morte e fu esaltato nella risurrezione.

Preghiamolo che imprima nei nostri cuori il suo vangelo di umiltà.

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961 Don Nikola Vucic:

Più che puoi, vivi nella preghiera e nel raccoglimento, attento al mormorio dello Spirito Santo.

Abbi fiducia illimitata nella divina Misericordia, confidenza nell’amicizia con Gesù, benevolenza nei confronti degli altri.

Organizza la tua giornata partendo dalla preghiera.

Fai dell’Eucaristia il centro della tua esistenza, il sole che ti illuminerà col suo splendore.

Adora L’Eucaristia e vedrai i cieli aperti nella tua anima.

Porta nel tuo cuore quelle parole del Signore pronunciate anche per te sulla Croce:

“Ecco tua Madre!”

Accogli Maria nella tua vita, vivi in sua compagnia, offrendole ogni giorno l’umile omaggio del santo Rosario.

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960 San Giovanni Bosco:

Non si tolleri assolutamente ciò che reca sfregio alle cose di religione e di pietà.

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959 San Giovanni Bosco:

Ciò che cagiona maggior male al demonio, ciò che temo di più si è l’osservanza dei proponimenti che si fanno in confessione.

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958 San Giovanni Bosco:

Vi capiterà fors’anche, come agli Ebrei nel deserto, d’incontrare acque amare, cioè disgusti, malattie, prove difficili, tentazioni: ebbene, ricorrete al rimedio indicato da Mosè: mettete nelle acque amare il legno che ha la proprietà di, addolcirle, voglio dire il legno della santa Croce, ossia la memoria della passione di Gesù e del suo divin Sacrifizio, che si rinnova quotidianamente sui nostri altari.

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957 San Francesco di Sales:

Pratichiamo spesso atti di dolcezza e carità con quelle persone verso le quali ci sentiamo meno inclinati.

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956 Santa Teresina di Lisieux:

Delusioni non ne ho, perché sono contenta di tutto quello che fa il buon Dio, e desidero soltanto la sua volontà.

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955 Don Nikola Vucic:

Il Vangelo ci invita a rinnegare se stessi, a dimenticarsi, a imparare a perdere.

Ma a nessuno piace perdere.

Il mondo di oggi propone, come valore supremo della persona, la propria realizzazione.

L’uomo vuole vincere, altroché.

Allora che fare?

Dobbiamo tagliarci fuori dalla corrente del mondo per seguire Gesù?

No, perché il rinnegamento che esige Cristo è la nostra suprema realizzazione: il perdere se stessi è l’unico modo per ritrovarsi.

Il rinnegamento che chiede Gesù non è il rinnegamento delle nostre autentiche possibilità ma della parte malata di noi, del nemico che si annida dentro di noi: l’uomo vecchio, l’uomo egoista che si crede Dio di sé stesso.

La salvezza non verrà dal successo ma dal sacrificio di sé offerto per amore.

E il Padre celeste saprà provvedere e ridonare la vera vita.

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954 Don Nikola Vucic:

È bastato uno sguardo affettuoso di Cristo per mettere in cammino Matteo pubblicano.

Ma è uno sguardo che attraversa tutta la vita.

E non è quello che desiderava da sempre il cuore di Matteo?

Altrimenti non si sarebbe mosso dal suo posto al banco delle imposte.

Poi, Gesù va a casa di Matteo.

Va senza scorta, senza pregiudizi, né dossier, senza fatture e intenzioni inquisitorie.

Gesù va proprio là dove Matteo vive e dove decide che fare della sua vita, lì dove soffre, ama e assapora qualche gioia.

Gesù vuole salvare Matteo e renderlo felice.

La felicità è poter vivere di nuovo sotto lo sguardo affettuoso di Cristo da cui ricevi tutto e non ti tratta come un servo bensì come amico e medico della tua anima.

Oggi Gesù verrà a casa tua.

E questa è un’ottima notizia!

Vieni, Signore, il mio cuore Ti attende!

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953 San Pio da Pietrelcina:

Gettate in Dio solo ogni vostra sollecitudine, poiché egli ha cura grandissima di voi e di quei tre angioletti di figliuoli dei quali ha voluto che foste adorna.

Detti figliuoli vi saranno, per la loro condotta, di conforto e di consolazione nel corso della vita.

Siate sempre sollecita per la loro educazione, non tanto scientifica quanto morale.

Il tutto vi stia a cuore ed abbiatelo caro più della pupilla dell’occhio vostro.

All’educazione della mente, mediante i buoni studi, procurate che vada sempre accoppiata l’educazione del cuore e della nostra santa religione; quella senza di questa, mia buona signora, dà una ferita mortale al cuore umano.

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952 San Francesco di Sales:

Alcuni hanno una certa umiltà maligna e falsa.

Rifiutano d’usare i loro talenti a servizio di Dio e del prossimo con la scusa che sono troppo deboli e facili a insuperbirsi.

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951 San Francesco di Sales:

Vigilate bene i vostri affetti: perché quasi tutti amano secondo il proprio gusto e pochi secondo la ragione e il gusto di Dio.

Avendo occasione di far qualche opera buona, procurate di farla presto e generosamente.

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950 Sant’Agostino:

Canta a Lui, ma canta bene.

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949 San Francesco di Sales:

Come i pesci perdono la libertà quando sono fuori dall’acqua; così la nostra anima ragionevole comincia ad essere schiava e legata quando si separa da Dio.

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948 San Francesco di Sales:

Se m’accorgessi d’avere nel mio cuore una sola sottilissima fibra, che non vibrasse per Dio e di Dio, subito la strapperei.

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947 Sant’Agostino:

Dal fianco di Adamo che dorme è formata Eva; dal fianco di Cristo morto in croce, colpito dalla lancia, sgorgano i sacramenti con cui viene formata la Chiesa.

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946 Beata Chiara “Luce” Badano:

Le cure si rivelano inutili: il male avanza.

Dice:

«Se dovessi scegliere tra camminare o andare in paradiso, sceglierei senza esitazione: andare in paradiso.

Ormai mi interessa solo quello…

Sto attenta a dirlo, però, perché magari pensano che voglio andarmene per non soffrire più.

Ma non è così.

Io voglio andare da Gesù».

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945 San Francesco di Sales:

Perché non vogliamo sopportare con pazienza le tribolazioni anche prolungate, sapendo che ci procureranno delle consolazioni eterne?

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944 San Giovanni Bosco:

Non abbattiamoci d’animo nei pericoli e nelle difficoltà, preghiamo con fiducia e Dio ci darà il suo aiuto promesso a chi lavora per la sua causa.

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943 Don Nikola Vucic:

Vigiliamo ogni giorno sul nostro cammino.

Quando ci vediamo colpiti dall’aridità, domandiamo subito perdono a Dio di quelle colpe che l’hanno provocata, anche se non le conosciamo.

Preghiamo il Signore affinché ci purifichi da ciò che ci è sconosciuto o ignoto.

L’aridità è come una febbre che ci avvisa di qualche malanno interiore che ci allontana dal Signore e dall’intimità con Dio.

È necessario porre rimedio a questo male, le cui conseguenze potrebbero protrarsi per lunghi anni.

Nell’aridità, come nella febbre, ci vuole l’amaro per guarire.

L’aridità si cura con la penitenza, con la preghiera perseverante e con la sottomissione alla volontà di Dio.

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942 San Filippo Neri:

Quietati che Dio la vuole, disse una volta ad una mamma a cui moriva una piccola figlia, e ti basta essere stata balia di Dio.

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941 Santa Teresina di Lisieux:

Bisogna assolutamente dimenticare i nostri gusti, i nostri concetti personali, e guidare le anime sul sentiero che Gesù ha tracciato loro, senza tentare di farle camminare sulla nostra via.

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940 Don Nikola Vucic:

Dio sa tutto di te, conosce i tuoi pensieri e i tuoi bisogni, ma questo non ti dispensa dalla preghiera.

Anzi, Gesù ti invita a pregare sempre, senza stancarsi, perché la preghiera alimenta il tuo amore per Lui, la fiducia nella Sua bontà e l’umiltà nel considerarsi dipendente da Lui.

Non si prega solo per chiedere grazie, bensì per entrare sempre di più nell’intimità con Gesù.

Perché, pur pregando, non sempre si ottengono le grazie desiderate?

Perché ciò che si chiede non è utile per l’anima o perché si prega male e con poca fede.

Non sempre il Signore ti concede quello che chiedi, ma ti dà sempre quello che ti serve per essere felice.

Pregare vuol dire nutrire sempre di nuovo il proprio cuore alla sorgente di grazia.

Se dici di non aver tempo per pregare è come dire di non aver tempo per fermarti a fare benzina perché sei troppo impegnato a guidare.

Chi non prega vive nella sterilità come la pianta senza sole e senza acqua.

Se vuoi rinnovare il proprio cuore e sperimentare la primavera dell’anima, devi aprirti al Sole di Dio e avvicinarti all’acqua della grazia.

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939 Sant’Antonio di Padova:

L’ametista è una pietra preziosa molto singolare, di colore viola, che manda dei bagliori dorati e presenta dei puntini color rosso vivo.

Questa pietra simboleggia la vita di Gesù Cristo che fu color viola per la povertà e l’umiltà; che mandò fiamme e bagliori dorati nella sua predicazione e nel compimento dei miracoli, e presentò dei punti color rosso vivo nella sua passione.

Questa ametista il giusto deve racchiuderla nel nido della sua coscienza.

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938 San Pio da Pietrelcina:

Gettate in Dio solo ogni vostra sollecitudine, poiché egli ha cura grandissima di voi e di quei tre angioletti di figliuoli dei quali ha voluto che foste adorna.

Detti figliuoli vi saranno, per la loro condotta, di conforto e di consolazione nel corso della vita.

Siate sempre sollecita per la loro educazione, non tanto scientifica quanto morale.

Il tutto vi stia a cuore ed abbiatelo caro più della pupilla dell’occhio vostro.

All’educazione della mente, mediante i buoni studi, procurate che vada sempre accoppiata l’educazione del cuore e della nostra santa religione; quella senza di questa, mia buona signora, dà una ferita mortale al cuore umano.

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937 Madre Teresa di Calcutta:

Una volta che si prova il desiderio di avere del denaro, sopraggiunge il desiderio di possedere anche quello che ci si può procurare col denaro: il superfluo in genere, belle stanze, il lusso sulla tavola, più abiti, ventilatori e così via.

Cresceranno anche i nostri biso­gni, perché una cosa tira l’altra e il risultato sarà una infinita insoddisfazione.

Questo è quanto accade.

Se anche vi capitasse di dover avere delle cose, ricordate che i vostri superiori devono poter contare su di voi.

In quanto religiosi dovete acquistare le cose più a buon mercato e il vostro buon esempio nel risparmia­re terrà alto lo spirito di povertà.

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936 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Non si può amare Dio senza testimoniarglielo con le nostre opere.

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935 Sant’Antonio di Padova:

O Israele, cioè o anima fedele, che per mezzo della fede vedi Dio, preparati all’incontro con il suo Figlio, perché è vicino il suo avvento, che si celebra nelle prossime feste.

Il Figlio di Dio, venendo in mezzo a noi con l’incarnazione, valicò i cori degli angeli e giunse “saltando per i monti e balzando per le colline” (Ct 2,8).

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934 San Giovanni Bosco:

Date molto ai poveri se volete divenir ricchi.

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933 Madre Teresa di Calcutta:

Chiameremo i peccatori alla conversione e li por­teremo a Dio con il nostro personale interessamento nei loro confronti, proclameremo con loro la miseri­cordia di Dio, e quando sarà necessario ricorderemo loro anche la giustizia di Dio e gli indicheremo la via della salvezza mediante lo spirito di abnegazione e la croce; li condurremo a un completo cambiamento delle attitudini e del cuore, mediante la fede nel nome di Gesù e vivendo il suo messaggio di amore per il Padre e per il prossimo.

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932 Don Nikola Vucic:

La parabola del fariseo, l’uomo presuntuoso che si ritiene giusto, e il pubblicano, l’uomo spoglio di meriti ma ricco di fede, ti fa capire che non hai nulla di cui vantarti ma solo il gioioso dovere di rendere grazie a Dio di tutto.

Intanto anche tu, come quel fariseo, vorresti essere qualcuno, vorresti essere visibile, vorresti sbalordire, apparire … perché è troppo amaro per te essere ignorato e passare senza applausi sulla scena di questo mondo.

Sei in adorazione perpetua davanti al tuo io.

Non sei umile.

Non ti senti soddisfatto.

Anzi, ti senti triste, mesto.

È la grazia di Dio che ti fa avvertire questo per denunciare una condizione di peccato di superbia.

La grazia ti offre un’altra opportunità: vuole portarti all’umiltà e alla serenità di una vita rifiorita.

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931 Madre Teresa di Calcutta:

Abbandonarsi significa offrirgli la mia volontà li­bera, la mia ragione, la mia stessa vita in un puro atto di fede.

La mia anima potrebbe brancolare nel buio.

La prova e la sofferenza sono le verifiche più sicure del mio cieco abbandono.

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930 San Giovanni Bosco:

Soffri volentieri qualche cosa per quel Dio, che tanto sofferse per te.

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929 Sant’Antonio di Padova:

Come si deve aver paura del pungiglione che lo scorpione ha sulla coda, così è un atto contrario alla speranza guardare indietro, cioè al passato: la speranza è la virtù che si protende in avanti, che aspira cioè ai beni futuri.

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928 Suor Maria Consolata Betrone:

Ho sete del tuo atto d’amore!

Consolata, amami tanto, amami solo, amami sempre!

Ho sete di amore, ma dell’amore totale, di cuori non divisi.

Amami tu per tutti e per ciascun cuore umano che esiste …

Ho tanta sete d’amore …

Dissetami tu …

Lo puoi …

Lo vuoi!

Coraggio e avanti!

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927 Sant’Antonio di Padova:

Il giusto è sempre occupato in qualche cosa.

“Non stare mai con le mani in mano – ammonisce san Girolamo -, così che il diavolo ti trovi sempre occupato, perché molta malizia insegna l’oziosità”.

Perché Egisto diventò adultero? – si domanda l’antico poeta -, e risponde:

“Chiaro, era un ozioso”.

Dall’oziosità pullulano nell’anima le superfluità; invece il lavoro consuma i fluidi superflui facendoli evaporare.

Si sa che certe piante, se non sono coltivate, ridiventano selvatiche: così è dell’uomo pigro e indolente.

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926 San Pio da Pietrelcina:

Non ti perdere di coraggio se ti tocca lavorare molto e raccogliere poco (…).

Se pensassi quanto costa un’anima sola a Gesù, non faresti lamento alcuno.

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925 San Pio da Pietrelcina:

Hai visto un campo di grano in piena maturazione?

Potrai osservare che certe spighe sono alte e rigogliose; altre, invece, sono piegate a terra.

Prova a prendere le alte, le più vanitose, vedrai che queste sono vuote; se, invece, prendi le più basse, le più umili, queste sono cariche di chicchi.

Da ciò potrai dedurre che la vanità è vuota.

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924 San Filippo Neri:

Per acquistare il dono dell’umiltà sono necessarie quattro cose:

spernere mundum, spernere nullum, spernere seipsum, spernere se sperni:

cioè disprezzare il mondo, non disprezzare alcuno, disprezzare se stesso, non far conto d’essere disprezzato.

E soggiungeva, rispetto all’ultimo grado:

A questo non sono arrivato: a questo vorrei arrivare.

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923 Madre Teresa di Calcutta:

Spesso le nostre preghiere non producono risulta­to perché non abbiamo fissato la mente e il cuore su Gesù, attraverso cui le nostre preghiere possono salire sino a Dio.

Spesso uno sguardo profondamente fervo­roso rivolto al Cristo potrebbe rendere molto più fer­vente la preghiera.

“ Io guardo lui ed egli guarda me ”: è la preghiera perfetta.

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922 Don Nikola Vucic:

La preghiera è la maestra di vita.

La preghiera ti insegna la semplicità: sono piccole e semplici cose che formano i tessuto di santità, che poi ti cambiano la vita.

La preghiera ti introduce nel tuo io più profondo e nel silenzio: solo nel silenzio puoi sentire la voce di Dio.

La preghiera ti apre alle sorprese dello Spirito Santo: la grazia giunge all’improvviso e spesso senza motivo.

Ogni volta che preghi, inviti lo Spirito ad attraversarti.

Ed Egli lo fa volentieri.

La preghiera ti aiuta a fidarti e ad abbandonarti al Padre che non smette di amarti e continua a rigenerarti.

Come non fidarti?

La preghiera non è recita: Gesù non è una persona che si impara a memoria.

Gesù è un’inesauribile novità.

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921 Madre Teresa di Calcutta:

Siate sinceri nei vostri rapporti vicendevoli e ab­biate il coraggio di accettarvi l’un l’altro come siete.

Non siate sorpresi o preoccupati per un fallimento re­ciproco; vedete piuttosto di scoprire quel che c’è di buono in ognuno, poiché ciascuno di noi è fatto a immagine di Dio.

Gesù l’ha detto così bene:

« Io sono la vite e voi i tralci ».

Proviamo a vedere e ad accettare ogni Fratello e ogni Sorella come un tralcio del Cri­sto, che è la vite.

Quella linfa vitale che scorre dalla vite attraverso ciascun tralcio è sempre la medesima.

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920 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Coloro che non hanno la fede hanno l’anima assai più cieca di coloro che non hanno gli occhi.

Siamo in questo mondo come in una nebbia; ma la fede è il vento che dissipa questa nebbia e che fa splendere sulla nostra anima un bel sole.

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919 Santa Teresina di Lisieux:

Dandosi a Dio, il cuore non perde la sua tenerezza naturale, anzi, questa tenerezza cresce divenendo più pura e più divina.

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918 San Pio da Pietrelcina:

Accendi tu, Gesù, quel fuoco che venisti a portare sulla terra, affinché consumato da esso m’immoli sull’ara della tua carità, quale olocausto d’amore, perché tu regni nel mio cuore e nel cuore di tutti, e da tutti e dappertutto si levi un sol cantico di lode, di benedizione, di ringraziamento a te per l’amore che nel mistero della tua nascita di divine tenerezze ci hai dimostrato.

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917 Don Nikola Vucic:

Gesù era di una bontà smisurata.

Chi Lo incontrava – i malati, i peccatori, la gente comune – si accorgeva di una possibilità in più di vita e di felicità a sua disposizione.

Quando tutti dicevano “non c’è nulla da fare, non disturbare il Signore”, Gesù senza dire niente, si avvicinava e faceva sospettare che era possibile la speranza e che c’era ancora del tempo a loro disposizione.

Possa anche tu incontrare Gesù per scoprire una possibilità di vita in più.

Infinite volte il Signore passa nella tua vita e ti si avvicina …

Come è vantaggioso aprirsi a Colui che senza misura si dona a noi.

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916 Madre Teresa di Calcutta:

Vogliamo tanto pregare in modo corretto e poi non ci riusciamo.

Allora ci sentiamo scoraggiati e smettiamo di pregare.

Dio ammette i fallimenti ma non vuole lo scoraggiamento.

Vuole che noi assomi­gliamo più ai bambini, che siamo più umili, più rico­noscenti nella preghiera; non cerchiamo di pregare da soli, poiché tutti apparteniamo al corpo mistico di Cristo, che è sempre orante.

Sempre deve esservi pre­ghiera, ma non deve essere del tipo “ io prego ” da so­lo, ma deve essere Gesù in me, è Gesù con me a pre­gare; quindi è il corpo di Cristo che prega.

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915 San Pio da Pietrelcina:

In tutti gli umani eventi imparate a riconoscere e ad adorare la divina volontà.

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914 Madre Teresa di Calcutta:

Ascolta Gesù, il tuo cooperatore, che ti dice:

«Voglio che tu sia il mio fuoco d’amore tra i poveri, i malati, i morenti e i bambini; voglio che tu porti i po­veri a me ».

Impara questa frase a memoria e quando ti accorgi di mancare di generosità, ripetila.

Possiamo rifiutare il Cristo proprio come rifiutiamo gli altri, come se gli dicessimo:

« Non ti presterò le mie mani per operare, né i miei piedi per camminare, né la mia mente per studiare insieme, né il mio cuore per amare con te.

Tu bussi alla porta, ma io non ti darò la chiave del mio cuore ».

Ecco quel che prova Gesù con un fon­do di amarezza: sente di non poter vivere la sua vita dentro un’anima.

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913 San Giovanni Bosco:

La religione é l’unico solido conforto fra le miserie e le afflizioni di questa vita; essa sola ci assicura la felicità nel tempo e nell’eternità.

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912 San Giovanni Bosco:

Volete farvi santi?

Ecco!

La confessione é la serratura; la chiave è la confidenza nel confessore.

Questo è il mezzo per entrare per le porte del Paradiso.

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911 San Pio da Pietrelcina:

Lasciate pure che la natura si risenta dinanzi al soffrire, poiché niente vi è in questo di più naturale all’infuori del peccato; la vostra volontà, col divino aiuto, sarà sempre superiore ed il divino amore non verrà mai meno nel vostro spirito, se non tralasciate la preghiera.

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910 San Pio da Pietrelcina:

Padre, voi siete tanto buono!

— Io non sono buono, solo Gesù è buono.

Non so come quest’abito di san Francesco che indosso non scappi via da me!

L’ultimo delinquente della terra è d’oro al pari di me.

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909 Sant’Antonio di Padova:

Il cuore è come il re, che dirige e governa quello “stato” che è il corpo.

Questo re dispone di cinque ministri particolari, cioè dei cinque sensi del corpo, due dei quali gli sono particolarmente vicini: gli orecchi e la lingua.

Con gli orecchi percepisce le cose esteriori, con la lingua manifesta quelle interiori.

Ma se gli orecchi vengono otturati dai sedimenti e la lingua si inceppa, che cosa potrà fare il re, che cosa potrà fare il cuore?

Il suo regno viene distrutto perché sono distrutti i suoi ministri.

Che cosa resta da fare?

Rimane un solo e unico rimedio: condurre il sordomuto da Gesù, affinché gli imponga la sua mano e lo guarisca.

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908 Santa Faustina Kowalska:

Venerdì Santo.

Sono le tre del pomeriggio e ascolto dalla bocca di Gesù queste parole:

«Desidero che l’immagine della mia misericordia riceva un culto universale».

D’un tratto, vidi Gesù in croce: dal suo petto uscivano i medesimi due raggi che si trovavano sul quadro.

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907 Sant’Antonio di Padova:

Cristo tiene i santi sotto il sigillo della sua provvidenza, affinché non appaiano quando vogliono loro, ma stiano pronti per l’ora stabilita da lui.

E quando sentiranno risuonare nel cuore il suo comando, escano dal nascondiglio della vita contemplativa verso le attività richieste dalla necessità.

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906 Sant’Antonio di Padova:

Ogni giorno il ventre esige ad alta voce il tributo della gola; ma il penitente non lo ascolta per nulla, perché gli obbedisce non per il piacere, ma solo per necessità.

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905 San Pio da Pietrelcina:

Nell’assistere alla santa messa rinnova la tua fede e medita quale vittima s’immola per te alla divina giustizia per placarla e renderla propizia.

Quando stai bene, la messa l’ascolti.

Quando stai male, e non puoi assistervi, la messa la dici.

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904 San Filippo Neri:

Filippo dava spessissimo dei titoli pungenti al Baronio; lo chiamava per esempio “barbaro” perché veniva dai Colli di Sora nella Ciociaria; oppure “cappellano dei morti” perché il Baronio, quando il rito lo permetteva, celebrava la Messa con i paramenti di color nero.

Altre volte il Santo incaricava altri che stuzzicassero il Baronio.

Un giorno, mentre si trovavano come al solito parecchie persone, anche di quelle autorevoli, nella camera di San Filippo, egli si alzò a parlare e con tutta serietà ordinò al Baronio di sedere su uno sgabello molto basso.

Il Baronio ubbidì come uno scolaretto.

Allora san Filippo ordinò all’abate Maffa, un suo penitente, di fare un discorso contro … il reo.

Il Baronio infatti, doveva rappresentare il delinquente che era stato colto in flagrante e messo a sedere sullo sgabello dei colpevoli.

L’abate Maffa eseguiva l’ordine con eloquenza e non senza acredine, perché si sa che è più facile parlar male della gente, che dirne bene, e poi … si trattava di far piacere al Santo.

Cesare riceveva pazientemente quella pioggia di male parole, di accuse, di rimproveri, di note sui suoi difetti, di improperi contro la sua persona e anche contro la sua patria Sora, cosa questa che lo mortificava maggiormente.

A questo punto veniva il rovescio della medaglia: San Filippo comandava al Maffa di fare l’elogio del Baronio e alla fine si metteva pure lui a lodare il suo discepolo dicendo che sapeva molto bene scrivere libri, che li scriveva più bene del suo superiore, che sapeva predicare, insegnare il catechismo, e concludeva:

“Sappiate però che costui è un barbaro”

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903 Sant’Agostino:

Molti che sono fuori e sono chiamati eretici sono migliori di molti e buoni cattolici!

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902 Madre Teresa di Calcutta:

Tutto ciò richiederà molto sacrificio, ma se inten­diamo veramente pregare e vogliamo pregare dobbia­mo essere pronti a farlo ora.

Questi sono soltanto i primi passi verso la preghiera’, ma se mai ci decidia­mo a fare con determinazione il primo passo, mai ar­riveremo all’ultimo gradino: la presenza di Dio.

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901 San Francesco di Sales:

Nelle persone a noi care ogni cosa ci pare scusabile; ma in quelle che non lo sono, qualunque cosa facciano, vi troviamo sempre da ridire.

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900 Don Nikola Vucic:

SACRO CUORE, batte sempre per te.

Vai da Lui e sarai salvo, sarai guarito.

Anche quando il tuo cuore si è raffreddato, Sacro Cuore arde ancora per te.

Quanto soffre questo Cuore per la tua indifferenza!

Continuamente Gesù si fa mendicante d’amore davanti a te.

Vai da Lui.

È ancora tempo di cercare le orme del Suo venirti incontro, a darti l’amore che lievita nel Suo Cuore nelle notti insonni che soffre per te.

Una parte del tuo tempo è sprecato in cose di poco conto, mentre Lui non smette di aspettarti.

Pensa a Lui, prega, e sii fedele agli appuntamenti quotidiani con Lui.

E poi sarà Lui a pensare a te e provvedere un futuro pieno di speranza.

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899 Don Nikola Vucic:

Penso che, nell’AVVENTO, il nostro atteggiamento di fondo dovrebbe essere quello del desiderio vivo di Dio.

Gesù Cristo, il Messia promesso, è venuto dopo essersi fatto desiderare per secoli.

Ora anche noi entriamo in un periodo di attesa.

Certo, Gesù è già venuto, ma questa venuta deve ancora essere compresa, vissuta.

Gesù attende ancora di essere accolto e amato.

Gesù è già nato, ma siamo noi che dobbiamo ancora nascere.

E dobbiamo attendere ancora il ritorno del Signore nella Sua gloria ed il Giudizio finale.

Un antico inno dice:

“Ricordati, o buon Gesù, che sei venuto per me: non perdermi nel giorno del Giudizio.

Nel cercarmi, ti sei affaticato, mi hai riscattato morendo sulla croce: tanti sforzi non siano vani!”

Oggi, se vuoi essere buon cristiano, devi andare controcorrente, devi farti stolto al mondo per amore di Cristo.

Buon cammino dell’Avvento.

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898 San Giovanni Bosco:

Era imposto ad un ufficiale di recarsi ad una pericolosissima spedizione; un suo amico, temendo pei giorni di lui, gli andava pur suggerendo plausibili pretesti di esentarsi dall’esecuzione di quell’ordine.

« Avete ragione, disse l’ufficiale, così salverei certamente la mia vita, ma l’onor mio sarebbe morto. »

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897 Santa Teresina di Lisieux:

Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto per far piacere al Signore buono, per salvargli anime.

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896 Madre Teresa di Calcutta:

Un uomo ricco di Delhi, parlando della nostra Congregazione, ebbe a dire:

« Quanto è meraviglioso vedere le Sorelle, libere da tutto ciò che è profano … nel ventesimo secolo, quando si ritiene che tutto è sor­passato tranne quello che è di moda ».

Attenetevi a questi semplici modi di essere poveri: riparandovi da sole le scarpe, eccetera …, amando la povertà come amate vostra madre.

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895 Madre Teresa di Calcutta:

Non dimentichiamo che noi dobbiamo umiltà a Dio oltre a un profondo rispetto per Lui, e che questa nostra umiltà non è soltanto una imitazione di Cristo ma anche un modo perfetto di donarsi a Gesù, poiché, quando siamo capaci di accettare con gioia tutte que­ste umiliazioni, il nostro amore per Gesù diventa molto intimo e molto ardente.

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894 Santa Faustina Kowalska:

Gesù a S.F.K.:

«Desidero che nella domenica II dopo Pasqua, che è la festa della misericordia, l’immagine sia esposta al culto pubblico.

Alle anime, disfatte dal peccato, darò nuova forza e nuova vita.

Questa festa è uscita dalle viscere della mia misericordia e trae tutto il suo valore dalla mia bontà infinita.

Ogni anima che crede e confida nella mia misericordia, otterrà misericordia».

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893 San Giovanni Bosco:

Ricordati che in questo mondo non abbiamo tempo di pace, ma di continua guerra.

Avremo un di la vera pace, se combatteremo da forti sopra la terra.

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892 Don Nikola Vucic:

C’è gente che si lamenta sempre, si lamenta per le fragilità e per i problemi.

Ma sono proprio le fragilità che bisogna trasformare in maturità e crescita.

Con i lamenti i problemi non si risolvono; anzi, aumentano.

La cose irrisolte ritornano sempre.

Ci sono delle persone che si sentono sempre vittime delle circostanze e non fanno nulla per cambiare la propria condizione.

Per cambiare bisogna avere obiettivi stimolanti, più fiducia in Dio, in sé stesso e negli altri.

La vita ci pone delle domande sempre nuove e, quando troviamo le risposte, essa ci cambia le domande perché ci vuole vivi e attivi.

Lamentarsi è la mancanza di meraviglia e di gratitudine.

Siamo invitati a scoprire la bellezza e l’intima vitalità che zampilla nelle cose semplici della vita.

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891 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Un’anima che possiede lo Spirito Santo gusta un sapore nella preghiera che fa, SI da trovare il tempo sempre troppo breve; non perde mai la santa presenza di Dio.

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890 Sant’Agostino:

Dio non abbandona se non è abbandonato.

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889 Don Nikola Vucic:

Seguire Cristo è un invito da accogliere adesso e non da rimandare a domani o a quando ogni cosa sarà apposto.

Bisogna seguire Cristo senza rimpianti, ripensamenti o voltafaccia, con abbandono totale alla Provvidenza.

Se segui Cristo fedelmente, probabilmente si solleveranno contro di te le malelingue e calunnie, subirai la derisione e l’umiliazione; perderai molti amici e la stima; incontrerai molte difficoltà e prove di ogni genere; sarai attaccato dal demonio che tenterà di allontanarti dal cammino.

Ma se resisti e perseveri, Gesù ti restituirà centuplo, già ora, in grazia e amore.

Lode a Te, Signore!

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888 Don Nikola Vucic:

Il passaggio dalla disperazione alla salvezza è una linea sottile.

Proprio quando ci si trova con le spalle al muro, quello stesso muro può diventare punto di partenza su cui spingere con forza per ripartire.

La conversione, il cambiamento, non si può rimandare per un domani imprecisato.

E se questo domani poi passasse in un istante?

Allora comprendo come diventa importante che in questo istante ci sia anch’io.

Per cambiare, ogni momento vale.

Rimandare non va bene.

Potremmo non avere più tempo.

Il più grande ostacolo alla vita nuova, alla vita piena, è il rimandare.

Per cambiare, non aspettare il momento perfetto: fai adesso il primo passo!

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887 Don Nikola Vucic:

“Chi sono io per te?”

Gesù lo chiede a Pietro, ma lo chiede anche a me e a te.

È una domanda, allo stesso tempo, fatale e salutare perché, una volta posta, non è consentito girarsi intorno né tirarsi indietro.

È una domanda fatale e salutare perché non si può rispondere nel senso teorico né per sentito dire.

È una domanda fatale e salutare perché chiama in causa la mia vita.

È una domanda fatale e salutare perché non se ne esce se non a prezzo di una sofferta lotta interiore.

È una domanda fatale e salutare perché dalla mia risposta dipende anche la mia felicità.

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886 Madre Teresa di Calcutta:

Questo deve suscitare in noi la fiducia nella Prov­videnza di Dio che protegge anche i fiori e gli uccelli.

Certamente, se Dio nutre i piccoli dei corvi che stril­lano, se nutre gli uccelli che né seminano, né mietono, né accumulano nei granai, se veste i fiori del campo così splendidamente, quanto più si prenderà cura de­gli uomini che egli ha fatto a sua immagine e somi­glianza e ha adottato come figli, se soltanto noi agia­mo in conseguenza, osserviamo cioè i suoi comanda­menti e manteniamo sempre una confidenza filiale con Lui.

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885 Santa Teresina di Lisieux:

Le croci esteriori che sono mai?

Il vero, autentico martirio è il martirio del cuore, la sofferenza intima dell’anima.

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884 Sant’Antonio di Padova:

Quelli che non sperano in se stessi ma solo nel Signore, che è il Dio della speranza, riacquisteranno forza, per essere forti in lui, anche se sono deboli in questo mondo.

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883 San Giovanni Bosco:

Si vada ai piedi del Tabernacolo soltanto a dire un pater , ave e gloria, quando non si potesse di più.

Basta questo per renderci forti contro le tentazioni.

Uno che abbia fede, che faccia visita a Gesù sacramentato, che faccia la sua meditazione tutti i giorni, purché non abbia qualche fine mondano, ah! io dico, è impossibile che pecchi.

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882 San Pio da Pietrelcina:

Figli miei, stare così, senza poter compiere il proprio dovere, è inutile; è meglio che muoia!

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881 Don Nikola Vucic:

Signore, sono qui davanti a Te per adorarti e per amarti.

Nell’Ostia Sacra riconosco quel chicco di grano caduto in terra e poi ritornato in vita e diventato Pane per molte anime.

Nell’Ostia Tu sei nascosto, ma io Ti vedo nella fede.

Tu sei silenzioso, ma io Ti sento lo stesso.

Nell’Ostia Tu sembri immobile ma, ecco, vieni a me per attirarmi al Tuo Cuore.

Tu sei qui: nulla mi manca.

Umiltà dell’Ostia, rivestimi di Te!

Povertà dell’Ostia, sii la mia ricchezza!

Purezza dell’Ostia, purificami affinché io possa entrare nell’intimità con Te!

Amen

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880 Santa Teresina di Lisieux:

Il Signore è più tenero di una madre.

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879 Santa Faustina Kowalska:

Dio non ci mette alla prova più di quanto non la possiamo sostenere.

Non temo nulla.

Egli manda all’anima che soffre un grazia ancor più grande della sua stessa sofferenza, anche se l’anima non se ne rende conto.

In simili momenti, un atto di fiducia dà a Dio più gloria che ore intere trascorse in orazione.

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878 San Filippo Neri:

“Chi vuole la roba non avrà mai lo spirito”

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877 Don Nikola Vucic:

Dieci colpiti dalla lebbra: tutti hanno ricevuto il dono di guarigione, ma uno solo – uno straniero – sente bisogno di ringraziare il Signore.

Gli altri nove ritengono normale, quasi dovuta, la loro guarigione.

A loro non viene ritirato il dono, ma il loro è un dono impoverito per la mancanza di gratitudine, perché non sfocia nella fede.

Loro sono solo guariti, mentre lo straniero è anche salvato, oltre ad essere guarito.

Infatti, a lui Gesù dice:

“La tua fede ti ha salvato!”

Devi convincerti che tutto è grazia e che tutto deve essere il rendimento di grazie.

Non dare per scontato ciò che ti viene donato da Dio.

Non essere ingrato.

Se sei grato per i Suoi benefici, Egli te ne darà altri dieci.

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876 Don Nikola Vucic:

Non pensare che la fede sia la conquista fatta una volta per sempre.

La fede si conferma giorno dopo giorno.

Il Signore viene continuamente.

Quindi devi porti in un atteggiamento di vigilante attesa.

Nel tuo rapporto con Dio c’è sempre un aspetto di imprevedibilità, perché non sai mai cosa potrà capitare né che cosa il Signore potrà chiedere da te.

Un inatteso di Dio, una Sua sorpresa, può capitarti già oggi.

Perciò attendi e prega!

Chi non sa attendere non è idoneo alla preghiera.

Se preghi, se la tua lampada è sempre accesa, non sarai mai preso alla sprovvista e sarai pronto a far fronte ad ogni nuova situazione.

Le grazie più belle sono inattese.

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875 Santa Faustina Kowalska:

Non ignoro quanto sarò costretta a sopportare eppure, con piena consapevolezza delle cose , o Signore, accetto tutto quello che mi manderai: le contrarietà, gli scherni, le minacce, l’odio dell’inferno.

Confido nella tua misericordia.

Sarò io, per prima, a dimostrarti la fiducia che tu chiedi a tutte le anime.

Gesù mio, tu da una parte mi solleciti, mentre dall’altra erigi barriere inaspettate.

Anche in questo, sia fatta la tua santa volontà.

Altro non bramo se non di compiere l’opera che esigi.

Vedo chiaramente che nulla più mi lega a questa terra, se non quest’opera della tua misericordia.

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874 Sant’Antonio di Padova:

Siamo misericordiosi, imitando le gru, delle quali si dice che, quando vogliono arrivare a un dato luogo, volano altissime per meglio individuare da un osservatorio più alto il sito da raggiungere.

Quella che conosce il percorso precede lo stormo, ne scuote la fiacchezza del volo, lo incita con la voce; e se la prima perde la voce o diventa rauca, subito ne subentra un’altra.

Tutte si prendono cura di quelle stanche, in modo che se qualcuna viene meno, tutte si uniscono, sostengono quelle stanche finché con il riposo ricuperano le forze.

Siamo dunque misericordiosi come le gru: posti in un più alto osservatorio della vita, preoccupiamoci per noi e per gli altri; facciamo da guida a chi non conosce la strada; con la voce della predicazione stimoliamo i pigri e gli indolenti; diamo il cambio nella fatica, perché senza alternare il riposo alla fatica non si resiste a lungo; carichiamoci sulle spalle i deboli e gli infermi, perché non vengano meno lungo la via; siamo vigilanti nell’orazione e nella contemplazione del Signore.

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873 Santa Faustina Kowalska:

Una sera all’Ostra Brama, dopo il canto delle litanie, uno dei sacerdoti collocò l’Ostia dentro all’ostensorio e l’espose solennemente sull’altare.

Di colpo, scorsi nell’Ostia il Bambino Gesù, il quale alzava le sue piccole mani verso sua Madre.

Maria, nel quadro, mi appariva viva.

La Madonna mi raccomandò d’accettare con animo infantile tutto ciò che Dio m’avrebbe chiesto senza mai indagarne le ragioni, perché questo non sarebbe piaciuto a Dio.

In quel momento, il Bambino Gesù scomparve e la Madonna riprese l’aspetto che aveva nel quadro in precedenza.

Felice di quanto avevo appreso, dissi al Signore:

«Sono pronta a tutto, fai di me ciò che ti piace!».

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872 Beata Chiara “Luce” Badano:

Giunge anche un forte momento di prova.

Un giorno la madre la ode urlare.

Accorre e la trova ansimante, coperta di sudore:

«Mamma, è venuto il diavolo», le dice.

La madre cerca di calmarla, spiegandole di non essere sorpresa di quella visita, «perché il demonio vuole prendere con sé le anime più belle».

E l’invita a stare tranquilla, «perché Gesù è con te».

Chiara continua per la sua strada.

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871 San Francesco di Sales:

Chi considera il prossimo senza relazione a Dio, corre pericolo di non amarlo con purità, uguaglianza e costanza.

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870 San Pio da Pietrelcina:

Soffro e soffro assai; ma grazie al buon Gesù sento ancora un po’ di forza; e di che cosa non è capace la creatura aiutata da Gesù?

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869 Madre Teresa di Calcutta:

Un amore intenso non misura, dà e basta.

Per es­sere un apostolo del Sacro Cuore, uno deve bruciare d’amore, di un vivo amore per le Sorelle.

Se volete la pace, non potete dire quello che vi pare e piace, la prima parola che vi salta in mente.

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868 San Filippo Neri:

Per tenere vivo il pensiero della divina presenza ed eccitare la confidenza in Dio sono utilissime alcune orazioni brevi e quelle spesse volte lanciare verso il cielo tra il giorno, alzando la mente a Dio da questo fango del mondo: e chi le usa, ne ricaverà frutto incredibile con poca fatica.

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867 Madre Teresa di Calcutta:

San Clemente riferiva di aver udito da San Pietro che Nostro Signore era solito sorvegliare da vicino, come una madre i propri figli, i suoi discepoli mentre dormivano, per servirli in qualsiasi loro piccolo biso­gno.

Tale è la catena che ci unisce e ci lega, il vecchio al giovane – una catena d’oro – mille volte più salda del vincolo della carne e del sangue, dell’interesse e dell’amicizia, perché questi consentono di vedere i di­fetti del corpo e i vizi dell’anima, mentre la carità tut­to copre, tutto nasconde, per offrire esclusivamente all’ammirazione e all’amore l’opera delle mani di Dio, il prezzo del sangue di Gesù Cristo e il capolavoro dello Spirito Santo.

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866 Santa Faustina Kowalska:

Voglio vivere e morire come i santi, con gli occhi fissi su di te, o Gesù.

Ho cercato dei modelli intorno a me senza trovarne uno che servisse a guidare la mia azione.

Il mio progresso nella santità, in questo modo, ritardava.

Dal momento in cui cominciai a fissare il mio sguardo su di te, o Cristo, che sei il mio modello, so con certezza che otterrò il successo malgrado la mia miseria, ho fiducia nella tua misericordia e tu saprai trarre una santa anche da me.

Mi mancano le capacità, ma non la buona volontà.

A dispetto di tutte le sconfitte, voglio lottare come hanno lottato i santi e voglio agire a loro somiglianza.

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865 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

L’uomo non è soltanto una bestia da lavoro, è anche uno spirito creato ad immagine di Dio!

Non ha soltanto bisogni materiali e desideri grossolani; egli ha i bisogni dell’anima e le esigenze del cuore.

Non vive soltanto di pane, vive di preghiere, vive di fede, di adorazione e di amore.

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864 San Filippo Neri:

“La grandezza dell’amore di Dio si conosce dalla grandezza del desiderio che l’uomo ha di patire per amor suo”

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863 Don Nikola Vucic:

Una famiglia o una comunità sono i santuari viventi in cui Dio ama abitare.

Lì la Sua presenza è come lo splendore rosseggiante di un focolare che riscalda e illumina.

In quel cenacolo caldo le persone sono come delle piccole fiamme che riflettono l’amore e il calore di Dio.

Ma non è che le persone siano magicamente rivestite di una luce celeste: siamo noi a rivestirle di quella luce.

Quando il tuo cuore è pieno di luce di Cristo, tutto intorno è luminoso.

Se Gesù vive in te, tu proietti la Sua immagine viva anche sul più sgradito membro della tua comunità.

E se quel fratello torna ad esserti gradito, sarà perché l’hai rivestito d’amore del Signore.

Ma se Gesù è assente dal tuo cuore, questo fratello resterà per te una persona antipatica e insopportabile.

Ecco, la testimonianza cristiana è anche questo “gioco degli specchi” interiore.

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862 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Le persone del mondo si affliggono quando hanno delle croci, i cristiani veri si affliggono soltanto quando non ne hanno.

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861 Santa Teresina di Lisieux:

Le croci esteriori che sono mai?

Il vero, autentico martirio è il martirio del cuore, la sofferenza intima dell’anima.

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860 Don Nikola Vucic:

Quando preghi, Gesù non ti chiede molte parole né lunghi colloqui.

L’intensità di una breve preghiera detta con l’amore Gli dice tutto.

Sappi che Gesù ti ama non perché tu sia buono e bello, ma perché sei debole e povero, e Lui vuole arricchirti.

Rinnova spesso la tua adesione d’amore con Gesù.

Ad ogni palpito di cuore pensa a Lui e alla Sua passione sofferta per te.

La grandezza del Suo amore non si può misurare solamente dalle consolazioni che ti concede ma anche dalle croci che ti dà, insieme alla forza di sopportarle.

Sii umile.

Nasconditi nel Suo Cuore.

Sii mite.

Sopporta te stesso e gli altri con pazienza.

Chiudi gli occhi alle imperfezioni altrui e prega per la loro conversione.

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859 Santa Teresina di Lisieux:

La sofferenza mi ha teso le braccia e io mi ci sono gettata con amore.

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858 San Pio da Pietrelcina:

Ricordiamoci che il Cuore di Gesù ci ha chiamati non solo per la nostra santificazione, ma anche per quella delle altre anime.

Egli vuol essere aiutato nella salvezza delle anime.

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857 San Giovanni Bosco:

Causa precipua di tante dannazioni: i compagni e i libri cattivi e le perverse abitudini.

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856 Madre Teresa di Calcutta:

Alcune settimane fa ricevetti una lettera di un ra­gazzino dagli Stati Uniti.

Doveva fare la Prima Co­munione.

Disse ai genitori:

« Non state a preoccuparvi di comperarmi un abito particolare per la mia Pri­ma Comunione.

Farò la Prima Comunione con la di­visa della scuola.

Non organizzatemi alcuna festa, ma datemi per favore la somma corrispondente.

La invie­rò a Madre Teresa ».

E così, quel ragazzino di sette o Otto anni, già nel suo cuore fu capace di amare sino al sacrificio.

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855 San Pio da Pietrelcina:

Ogni santa messa ben ascoltata e con devozione, produce nella nostra anima effetti meravigliosi, abbondanti grazie spirituali e materiali, che noi stessi non conosciamo.

Per tal fine non spendere inutilmente il tuo denaro, sacrificalo e vieni su per ascoltare la santa messa.

Il mondo potrebbe stare anche senza sole, ma non può stare senza la santa messa.

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854 Santa Faustina Kowalska:

Misericordia di Dio, presente in tutti i divini misteri!

Misericordia di Dio, che dal nulla ci chiamasti all’esistenza!

Misericordia di Dio, che per tutta la vita ci accompagni, confido in te!

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853 San Giovanni Bosco:

Soffri volentieri qualche cosa per quel Dio, che tanto sofferse per te.

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852 Santa Faustina Kowalska:

Rientravo dal giardino con le alunne per la cena, dieci minuti prima delle sei.

Ed ecco Gesù, sopra la cappella, in quello stesso aspetto con cui vuole venir dipinto sull’immagine.

I due raggi provenienti dal suo petto coprivano la cappella con la vicina infermeria.

Di lì a poco, osservai come i due raggi s’aprissero per cingere tutta la città.

Poi, lentamente si diffusero sempre più lontano e coprirono il mondo con la loro luce.

La visione durò pochi minuti e poi scomparve.

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851 San Filippo Neri:

Tutta l’importanza della vita cristiana consiste nel mortificare la razionale.

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850 Santa Faustina Kowalska:

Gesù a S.F.K.: 

«Desidero che la domenica dopo la Pasqua (II Domenica di Pasqua, Ottava pasquale, già Domenica in Albis) venga dichiarata festa della misericordia.

Chiedo ai miei servi fedeli che in quel giorno predichino sull’infinita misericordia che io nutro verso il mondo intero.

Prometto che chi, in quel giorno, s’accosterà alla sorgente della vita (riconciliazione e eucarestia) conseguirà la remissione delle colpe e delle pene.

L’umanità non troverà la pace, finché non si volgerà con fiducia alla mia misericordia».

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849 San Giovanni Bosco:

Il bene generale sia sempre preferito al bene particolare.

Non dobbiamo tener conto del nostro amor proprio e non considerare se le persone siano ben viste o mal viste da noi.

Non seguire idee preconcette, non antigeni.

Il nostro bene particolare non deve entrare nel bene generale.

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848 San Pio da Pietrelcina:

Gesù Bambino sia la stella che ti guidi lungo il deserto della vita presente.

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847 Don Nikola Vucic:

Le persone di poca fede, che incappano in piccoli o grandi drammi, affermano sdegnate:

“Questa non è vita!”

E non vedono l’ora che i brutti momenti passino in fretta.

Anzi vorrebbero non viverli, vorrebbero cancellarli.

Invece no.

Anche questa è vita.

Può essere triste, sofferta, complicata, ma sempre di vita si tratta.

Tutto è vita.

Vita è gioire, ma è vita anche piangere.

Vita è in alzarsi, ma è vita anche abbassarsi.

Vita è trovare, ma è vita anche perdere.

Se non riesci ad accettare i momenti brutti della vita, non riuscirai a godere neppure quelli belli.

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846 Don Nikola Vucic:

Solo chi sa credere e amare, come le donne del Vangelo, può incontrare il Risorto.

La Pasqua è certezza della vittoria della vita sulla morte.

Con la Sua risurrezione, Gesù ha riportato la vittoria assoluta in ogni situazione vissuta.

La Sua risurrezione avviene in me e avviene in te.

Attraverso di noi Cristo può essere vittorioso e il Vivente in ogni persona, in ogni ambiente.

Ma attenzione!

Nel cammino di fede, c’è un pericolo grave, cioè quello di non arrivare alla Risurrezione: è il pericolo di una vita cristiana a metà.

Signore, liberami dalla paura di uscire fuori dal mio io, fuori dal mio sepolcro, e guidami verso la Risurrezione.

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845 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Le prove mostrano chiaramente quanto un’opera sia gradita a Dio.

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844 Don Nikola Vucic:

Fai bene a invocare spesso lo Spirito Santo.

Ma Lui non interviene in maniera automatica perché rispetta la tua libertà.

Se tu avessi molta fede, lo Spirito Santo ti concederebbe le grazie ancora più grandi di quelle che desideri.

Innanzitutto toglierebbe dal tuo cuore il peccato, che è alla radice di tutti i problemi, e ti darebbe pace e gioia duratura.

Finché non ti arrendi allo Spirito Santo, resterai sempre insoddisfatto.

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843 Santa Faustina Kowalska:

Quando Dio mette un’anima alla prova, satana ride di lei:

«Vedi come Dio ti tratta.

Continua pure ad essergli fedele, eccoti il premio!

Ora sei in nostro potere!

Dio ti ha rigettata!».

Queste ultime parole diventano fuoco che penetra la carne, che si insinua nelle midolla delle ossa, che trafigge da parte a parte tutto l’essere.

È un’agonia per l’anima.

Ma l’influenza di satana giunge solo fin dove Dio glielo permette.

Un giorno, una delle Madri si irritò nei miei confronti, umiliandomi a tal punto che pensai non sarei riuscita a sopportarlo.

Mi gridò:

«Stravagante, visionaria, isterica!

Vammi fuori dai piedi e non farti veder più!».

In simili occasioni, satana è sempre pronto a tirar l’acqua al suo mulino.

Prese a ispirarmi pensieri d’irritazione e di scoraggiamento:

«Questo guadagni ad essere sincera!

Come puoi continuare se nessuno ti comprende e la verità che dici vien stravolta?».

Una voce allora risuonò dentro di me all’improvviso:

«Non temere, ci sono io insieme a te!».

Compresi che non dovevo farmi schiacciare dal demonio e, con coraggio rinnovato, uscii dalla mia cella per affrontare nuove lotte.

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842 Don Nikola Vucic:

Ogni mattina, puntuale, insieme ai primi raggi del sole, il Signore si presenta di nuovo a te portando con un inchino un altro giorno.

Fermati un attimo e ringrazia buon Dio di averti permesso di poter vedere ancora una volta il cielo azzurro, di poter ascoltare ancora il battito del tuo cuore.

Forse la vita, finora, non è stata benevola con, forse non ti ha permesso di realizzare i tuoi sogni, tuttavia tu hai tra le mani un dono di grande valore: un nuovo giorno.

Forse la tua giornata sarà stressata, ingarbugliata, forse dovrai ingoiare tanti bocconi amari e subire molti torti?

Non importa.

L’importante è avere una nuova giornata da vivere.

Ciò che la renderà davvero bella sarà la tua meraviglia e la tua gratitudine.

Nella vita tutto è dono, ma occorre avere gli occhi illuminati dalla fede per accorgersene.

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841 Sant’Antonio di Padova:

La letizia della mente consiste in tre cose: nel testimonio della buona coscienza, nell’edificazione del prossimo e nella speranza della felicità eterna.

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840 Sant’Agostino:

Quale altro sarà il nostro fine, che giungere al regno che non avrà fine?

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839 Santa Teresina di Lisieux:

Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi ero riconosciuta in alcuno dei membri descritti da san Paolo, o piuttosto volevo riconoscermi in tutti.

La carità mi dette la chiave della mia vocazione.

Capii che, se la Chiesa ha un corpo composto da diverse membra, l’organo più necessario, più nobile di tutti non le manca.

Capii che la Chiesa ha un cuore e che questo cuore arde d’amore.

Capii che l’amore solo fa agire le membra della Chiesa; che, se l’amore si spegnesse, gli apostoli non annuncerebbero più il Vangelo, i martiri rifiuterebbero di versare il loro sangue.

Capii che l’amore racchiude tutte le vocazioni, che l’amore è tutto, che abbraccia tutti i tempi e tutti i luoghi, in una parola che è eterno.

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838 Santa Faustina Kowalska:

 La sera della visione di Gesù sopra la cappella e sopra il mondo, una delle ragazze mi camminava accanto piuttosto discosta dalle altre.

Anch’essa vide quegli stessi raggi, ma non poté scorgere Gesù.

Dopo la cena, la fanciulla mi confidò d’esser rimasta talmente impressionata da quei raggi, che non le riusciva più di trovar pace per la gran voglia di parlarne a tutti.

Si rallegrò il mio cuore per il fatto che Gesù si faceva conoscere di propria iniziativa anche se, a cagione di quel fatto, sarei andata incontro ad altri dispiaceri.

Per Gesù, si può tutto sopportare.

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837 San Pio da Pietrelcina:

Orsù, mia diletta figliuola, bisogna attentamente coltivare questo cuore ben formato, e niente risparmiare di ciò che può essere utile alla di lui felicità; e, sebbene in ogni stagione, cioè in ogni età, ciò può e deve farsi, questa, però, nella quale tu sei, è la più adatta.

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836 Santa Teresina di Lisieux:

E’ così dolce aiutare Gesù per mezzo dei nostri tenui sacrifici, aiutarlo a salvare le anime che ha riscattato a prezzo del suo sangue e che aspettano solo il nostro aiuto per non precipitare nell’abisso!

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835 San Giovanni Bosco:

Il mondo odia i religiosi e se non può far loro del male oggi lo farà domani.

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834 San Francesco di Sales:

Pensate spesso a Dio con brevi, ma amorosi sfoghi del vostro cuore.

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833 Santa Faustina Kowalska:

Figlia mia, prendi come tema di meditazione: chi è colui al quale il tuo cuore sta tanto intimamente unito?…

Prima che io creassi il mondo ti amai di quell’amore che il tuo cuore oggi sperimenta e che mai non muterà per l’avvenire.

Medita la vita divina che scorre nella Chiesa per la salvezza e la santificazione delle anime (cf. i due raggi dell’immagine!).

Rifletti se da questi tesori di grazia e da queste manifestazioni del mio amore hai saputo cogliere i frutti che aspettavo.

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832 Don Nikola Vucic:

Nella vita quotidiana capita spesso che ti irriti presto se una persona non si comporta come vorresti tu.

Ti innervosisci e rischi di perdere la pace interiore.

Allora, che fare?

Sì, puoi ricorrere alla correzione fraterna, ma poi affida tutto a Dio e prega.

Dio permette certe situazioni per edificarti e per darti la forza di sopportare con umiltà e carità i difetti degli altri.

Devi imparare a rimanere calmo anche quando chi ti sta accanto si comporta in un modo che a te sembra sbagliato.

Se Dio non si stanca di quella persona e non toglie quel difetto – e magari per questo attende un momento opportuno – anche tu dovresti avere la stessa delicatezza, pazienza e speranza nei confronti degli altri.

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831 Santa Faustina Kowalska:

Scrivi le mie parole, figlia mia, parla al mondo della mia misericordia.

Tutta l’umanità ricorra ad essa.

Scrivi che, prima di venire come giudice giusto, spalanco le porte della mia misericordia: chi non vuole passare per esse, dovrà passare attraverso la porta della mia giustizia.

Grande gioia mi procurano le anime che fanno appello alla mia misericordia; concedo loro grazie che superano i loro stessi desideri.

Non posso punire nemmeno il più grande peccatore quando ricorre al mio perdono, ma lo giustifico grazie alla mia misericordia ch’è infinita e che a voi rimane incomprensibile.

Sono il Signore per essenza e non conosco né costrizioni, né bisogni: se dono la vita alle creature, ciò proviene unicamente dall’immensità della mia misericordia.

Tutto ciò che io compio per la vita delle anime è impregnato di misericordia.

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830 Don Nikola Vucic:

Sicuramente molti di voi in questo momento state vivendo una vita che amate.

Date il meglio di voi stessi e state rendendo grande la vostra famiglia.

Eppure anche voi avete vissuto stagioni difficili e tante volte vi siete persi nella valle fredda dell’oscurità.

Anche voi siete rimasti delusi dagli uomini, siete stati feriti dalle persone di cui vi fidavate.

Anche voi avete avuto il cuore devastato che ha lasciato la vostra vita a pezzi, come una città dopo il terremoto.

La verità è che ogni rifiuto che avete sperimentato, ogni persona difficile che avete sopportato e ogni prova che avete superato sono stati la preparazione perfetta per trasformarvi nella persona che siete ora.

Nulla è stato casuale.

Nulla è andato sprecato.

La chiave dell’accesso alla gioia e alla pace sta nel sapere di aver fatto fino in fondo il proprio dovere, di aver dato il meglio di sé stessi per guadagnarvi le meritate ricompense.

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829 San Francesco di Sales:

Si ama meglio il nostro prossimo, quando si cerca qualche incomodo; perché così si ama puramente per amor di Dio.

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828 San Pio da Pietrelcina:

Pregate per i perfidi, pregate per i fervorosi, pregate per il sommo Pontefice, per tutti i bisogni spirituali e temporali della santa Chiesa, nostra tenerissima madre; e una preghiera speciale per tutti coloro che lavorano per la salute delle anime e per la gloria del celeste Padre.

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827 Madre Teresa di Calcutta:

Ai bambini e ai poveri, a tutti coloro che soffrono e sono soli, fate loro, sempre, il dono di un sorriso; da­tegli non soltanto la vostra attenzione ma anche il vo­stro cuore.

Può darsi che non saremo capaci di dare molto, ma possiamo sempre donare la gioia che si sprigiona dà un cuore che vive in rapporto d’amore con Dio.

La gioia è molto contagiosa.

Perciò, siamo sempre pieni di gioia quando andiamo tra i poveri.

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826 Madre Teresa di Calcutta:

Nessuno meglio di Maria apprese la lezione del­l’umiltà.

Ella era l’ancella del Signore, si era svuotata completamente di se stessa e Dio l’aveva riempita del­la sua Grazia.

« Piena di grazia » significa piena di Dio.

Un’ancella è a disposizione di qualcuno, si lascia usare ubbidendo alla volontà di qualcuno, in piena fi­ducia e gioia, e appartiene a questo qualcuno senza riserve.

Questo è anche uno dei principali scopi che animano lo spirito della nostra congregazione.

Un totale abbandono: un essere a disposizione di Dio, per venire usate come piace a Lui, per essere le sue ancelle, per appartenergli.

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825 Don Nikola Vucic:

Vivi la vita quella che è, nei suoi lati belli e nei suoi lati meno belli: vivila nella sua totalità.

Vivi la vita piena: vivila fino in cima.

Vivi la contentezza di piccole cose.

Vivi l’ebbrezza di semplici sorprese.

Vivi la gioia degli incontri inaspettati.

Vivi l’amarezza degli schiaffi di sorte.

Vivi la delusione di aspettative fallite.

Vivi l’acre odore della tristezza.

Vivi la rabbia degli inconvenienti che sbarrano la via.

Vivi la nostalgia che si annida tra le pieghe della memoria.

Se della vita vivi appieno solo il suo lato bello, allora essa diventa meno bella.

Se, invece, vivi anche la sua parte dura e oscura, essa diventa piena e più bella.

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824 Madre Teresa di Calcutta:

Che ognuno di noi possa vedere Gesù Cristo nel­la persona del povero.

Più disgustoso sarà il lavoro o le persone a cui accudire, più grandi saranno la no­stra fede, il nostro amore e la gioiosa dedizione che dedichiamo a Nostro Signore, nascosto in questa sof­ferenza.

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823 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Trovo che non c’è niente da compatire tanto quanto i ricchi, allorché non amano il buon Dio.

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822 Santa Faustina Kowalska:

La Madonna mi disse che dovevo attuare nella vita la pura volontà di Dio, sottomettendomi a lui dall’intimo dell’anima mia.

«È impossibile — continuò — piacere a Dio, se non si compie la sua volontà.

Desidero vivamente che ti distingua nella fedeltà ai suoi voleri e che tu preferisca questa divina volontà a tutti i sacrifici e agli olocausti di tua scelta».

Mentre la madre di Dio mi parlava, entrava in me una profonda comprensione di ciò che è la volontà di Dio.

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821 Sant’Antonio di Padova:

 “Bellezza del cielo è la gloria delle stelle, gloria che illumina il mondo” (Eccli 43,10).

Queste parole mettono in risalto la purezza della natività di Maria.

Come ogni stella si distingue dalle altre per il suo splendore, così la natività della beata Vergine Maria si distingue da quella di tutti gli altri santi.

La natività di Maria riempì di luce il mondo, che prima era coperto dalla caligine e dall’ombra della morte.

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820 San Pio da Pietrelcina:

Ricordiamoci che il Cuore di Gesù ci ha chiamati non solo per la nostra santificazione, ma anche per quella delle altre anime.

Egli vuol essere aiutato nella salvezza delle anime.

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819 San Pio da Pietrelcina:

Io odio il peccato!

Fortunata la nostra patria, se essa, madre del diritto, volesse perfezionare in questo senso le sue leggi e i suoi costumi nella luce dell’onestà e dei principi cristiani.

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818 San Giovanni Bosco:

Tre ricordi per la gioventù:

Fuggire, per quanto è possibile, la compagnia di coloro che parlano di cose immodeste o cercano di deridere la nostra santa religione, e se per motivo di Studio, di professione o di parentela vi toccherà trattare con costoro, non entrate mai in dispute di religione, e se cercano di farvi difficoltà a questo riguardo, di loro semplicemente; quando sono infermo vo dal medico, se ho liti vado dall’avvocato o dal procuratore; se ho bisogno di rimedii vado dal farmacista, in fatto di religione vado dai preti, come quelli che di proposito studiano le cose di religione. 3° Non leggete mai e poi mai libri o giornali cattivi, se per avventura talune vi offrisse libri o giornali irreligiosi, abborriteli e rigettateli da voi con quell’orrore e disprezzo con cui rifiutereste una tazza piena di veleno. Se a caso ne aveste qualcuno presso di voi, consegnatelo al fuoco. É meglio che il libro o giornale bruci nel fuoco di questo mondo, che andare l’anima vostra a bruciare per sempre nelle fiamme dell’inferno.

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817 San Giovanni Bosco:

Le tribolazioni della vita ci fanno più presto desiderare il paradiso.

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816 Santa Teresina di Lisieux:

Soprattutto il Vangelo mi occupa durante l’orazione: in esso trovo tutto il necessario per la mia povera anima.

Scopro sempre in esso luci nuove, significati nascosti e misteriosi.

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815 Madre Teresa di Calcutta:

La gioia è la migliore difesa contro le tentazioni.

Il demonio è portatore di polvere e sudiciume; si serve di ogni occasione per scagliarci contro quello che ha.

Un cuore lieto sa come difendersi da questo sudiciu­me.

Gesù può prendere pieno possesso della nostra anima soltanto se essa si abbandona a lui con gioia.

« Un santo triste è un tristo santo »,

era solito dire San Francesco di Sales.

Santa Teresa era preoccupata per le sue Sorelle solamente quando vedeva una di esse perdere la gioia.

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814 San Pio da Pietrelcina:

Se Dio ci togliesse tutto quello che ci ha dato, rimarremmo con i nostri stracci.

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813 Santa Faustina Kowalska:

 Vidi il Signore risorto.

Era circonfuso di bellezza e di splendore.

Il mio cuore ritrovò in questa visione la forza necessaria per continuare a lottare ed a soffrire.

Gesù risplendeva più del sole, in una veste di mirabile candore.

Mi disse: 

«Sii felice!» 

e mi sommerse in una gioia indescrivibile.

Anch’io risorgerò come il Signore, ma prima devo vivere per lui.

Se rimarrò unita alla sua croce, il Vangelo (annuncio di felicità) si manifesterà in me e attorno a me.

Gesù completerà quanto mi manca.

La sua grazia agisce senza mai sostare.

La Trinità divina mi comunica in sovrabbondanza la sua vita.

Mediante il dono dello Spirito Santo, le tre persone divine abitano in me.

Quando Dio ama, lo fa con tutto se stesso e ci immerge nell’infinita potenza del suo essere.

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812 San Filippo Neri:

“Chi vuole la roba non avrà mai lo spirito”

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811 San Giovanni Bosco:

Non coltivate l’amicizia di coloro che parlano male dei vostri Superiori, o che cercano di allontanarvi dai vostri doveri.

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810 San Giovanni Bosco:

Oltre i libri cattivi è necessario tener d’occhio certi altri libri i quali, benché buoni o indifferenti in se, pure possono riuscir di pericolo, perché non convenienti alle passioni nascenti…

Questi pure si debbono eliminare.

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809 Santa Teresina di Lisieux:

Quando cominciai ad imparare la storia della Francia, il racconto delle imprese di santa Giovanna d’Arco mi riempiva d’entusiasmo; sentivo nel mio cuore il desiderio e il coraggio d’imitarla; mi sembrava che il Signore mi destinasse, come lei, a grandi cose.

Non m’ingannavo, ma, invece di udire le «Voci del cielo» con l’invito al combattimento, sentii nel profondo dell’anima una voce più dolce e più forte ancora: la voce dello Sposo delle vergini che mi chiamava ad altre imprese, a conquiste più gloriose.

E nella solitudine del Carmelo ho compreso che la mia missione non è quella di far incoronare un re mortale, ma di far amare il Re del cielo, di assoggettargli il regno dei cuori.

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808 San Giovanni Bosco:

Desidero che tutti in questo mese e in questa novena di Maria A. domandiate a questa buona Madre la grazia di essere i liberati da tutti i pericoli della vita e del secolo.

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807 Santa Faustina Kowalska:

Gesù mio, quando sarà arrivato il termine della mia vita, ti supplico, con la massima umiltà di accettare la mia morte in unione con te, come sacrificio d’olocausto, che oggi, con spirito cosciente e piena accettazione da parte della mia volontà, ti offro per questa triplice intenzione:

1) affinché l’opera della tua misericordia si propaghi in tutto il mondo e la sua festa venga solennemente approvata e celebrata;

2) affinché i peccatori, specialmente quelli in agonia, ricorrano alla tua misericordia, provandone gli effetti inenarrabili;

3) affinché l’opera della tua misericordia venga attuata totalmente come tu desideri, e tu soccorra le persone che la guidano.

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806 Santa Teresina di Lisieux:

Sulla terra non bisogna attaccarsi a nulla, neppure alle cose più semplici e innocenti, perché ci vengono a mancare quando meno ci si pensa.

Non c’è che l’eterno che ci può contentare.

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805 Santa Faustina Kowalska: 

Gesù a Maria Faustina: «Vigila incessantemente, perché l’intero inferno raccoglie contro di te i propri sforzi a motivo di quest’opera, ben sapendo che molte anime volteranno le spalle all’eterna perdizione e glorificheranno la mia misericordia.

Tuttavia, ricorda che da sola non potrai raggiungere lo scopo».

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804 San Pio da Pietrelcina:

La bestemmia è la via più sicura per andare all’inferno.

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803 San Pio da Pietrelcina:

Anche voi — medici — siete venuti al mondo, come sono venuto io, con una missione da compiere.

Badate: vi parlo di doveri in un momento in cui tutti parlano di diritti …

Voi avete la missione di curare il malato; ma se al letto del malato non portate l’amore, non credo che i farmaci servano molto …

L’amore non può fare a meno della parola.

Voi come potreste esprimerlo se non con parole che sollevino spiritualmente il malato?…

Portate Dio ai malati; varrà di più di qualsiasi altra cura.

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802 Madre Teresa di Calcutta:

In realtà, esiste soltanto una vera preghiera, sol­tanto una preghiera fondamentale: Cristo stesso.

C’è soltanto una voce che si leva sopra la faccia della ter­ra: la voce di Cristo.

La Sua voce riunisce e coordina in sé tutte le voci levate in preghiera.

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801 San Filippo Neri:

L’unica regola è … essere senza regole.

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800 Madre Teresa di Calcutta:

Ringraziamo Dio per tutto l’amore che ha per noi, che ci dimostra in tante occasioni e in tanti modi.

In cambio, come atto di gratitudine e di adorazione, siate determinati nel farvi santi, perché egli è santo.

Ogni volta che Gesù ha voluto provare il suo amore per noi, è stato rifiutato dall’umanità.

Prima della sua nascita, i suoi genitori avevano chiesto un luogo dove rifugiarsi e non lo trovarono.

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799 Don Nikola Vucic:

Un proverbio dice:

“Di quello che vedi, mezzo ne credi; di quello che senti, non credere niente!”

Chi ti giudica crede di sapere di te più di te e si atteggia a maestro.

Questo provoca nel tuo cuore una profonda ripugnanza anche per i consigli che di per sé sono buoni.

Se pensi alla Passione di Gesù e alla Sua ingiusta condanna, allora non ti meravigliare di essere calunniato e giudicato anche tu proprio dalle persone che si credono difensori di Dio, ma in realtà ne manomettono la gloria.

Quanti santi hanno bevuto i più amari calici proprio da quelli che credevano di fare la volontà di Dio nel perseguitarli.

Pensa per esempio al Padre Pio!

Perciò, se segui il Signore, preparati alla persecuzione.

Si solleveranno anche contro di te le malelingue, subirai la derisione ed umiliazione; perderai molti amici, il prestigio e la stima; incontrerai molte difficoltà e prove di ogni genere.

Ma tu… in Dio troverai sempre rifugio e forza.

Buttati davanti a Lui con umiltà della misera foglia secca, ed Egli ti aprirà le porte della Misericordia.

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798 Santa Faustina Kowalska:

La santa Messa era iniziata proprio in quel momento.

Vidi Gesù splendente di bellezza.

Mi disse che esigeva si fondasse quel movimento d’anime e quell’unione tra di esse, di cui m’aveva parlato.

 «Penetra nei miei segreti — proclamò — e scopri l’abisso della mia misericordia.

Fa’ conoscere al mondo ciò che voglio.

Con la loro preghiera, questi movimenti d’anime faranno da mediatori di misericordia fra la terra e il cielo».

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797 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Ciò che fa si che non amiamo Dio è che non siamo arrivati a quel grado in cui tutto quello che costa ci fa piacere.

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796 San Francesco di Sales:

Trattate sempre con il prossimo con grande cordialità ed affetto; ma fino ad un certo punto e in modo che la virtù non venga compromessa e Dio non resti offeso.

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795 San Pio da Pietrelcina:

Mi sento proprio schiantarsi il cuore nel petto nel sentire le tue sofferenze, e non so cosa farei per vederti sollevata.

Ma perché agitarti tanto?

Perché smani?

E via, figliuola mia, mai ho visto regalarti tanti gioielli da Gesù come adesso.

Mai ti ho vista così cara a Gesù come adesso.

Dunque di che temi, tremi e paventi?

Il tuo timore e tremore è simile a quello di un bambino che sta in braccio alla mamma.

Dunque è timore sciocco ed inutile il tuo.

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794 Don Nikola Vucic:

“Un profeta non è ben accetto nella sua patria”

– Gesù quindi una delle lezioni di vita che proprio non puoi evitare è la possibilità di incontrare il rifiuto e la disapprovazione.

Prima accetti l’idea che non puoi piacere a tutti, più ti semplifichi la vita.

Invece di sentirti frustrato dal rifiuto, prova a dire:

“Non importa. Non casca il mondo”.

Impara a offrire a Dio le contrarietà.

Impara l’arte dell’abbandono alla Sua volontà, e ti sentirai sereno e grato per tutto.

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793 Don Nikola Vucic:

C’è tanto male intorno a noi: guerra, fame, ingiustizie…

Ed è sempre l’innocente che soffre.

Perché Dio permette tutto ciò?

Ce l’abbiamo con Dio, ne facciamo colpevole di tutto.

Ma Lui ha mandato a questo mondo il proprio Figlio affinché l’amore torni possibile.

Non è così semplice il mestiere di Dio.

Però Egli non può fare niente senza passare per il nostro cuore e la nostra volontà.

Può forse toglierci la libertà?

Ma si può amare se non si è liberi?

Si può imporre l’amore?

Gesù si è presentato a noi per offrire l’amore, e non con la pistola in mano; si è presentato come un mendicante d’amore in cerca di un cuore.

E Lui non può fare altro che amare e aspettare.

È colpa Sua se ama in questa maniera?

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792 Santa Faustina Kowalska:

Un giorno, in cui decisi di esercitarmi in una virtù determinata, caddi nel difetto opposto più del solito.

Alla sera, mentre stavo riflettendo sul perché di questo fatto, una voce mi parlò, dicendo:

«Hai contato troppo su te stessa e troppo poco su di me».

Ora capisco più che mai che io sono debolissima: è alla grazia di Dio che devo tutto.

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791 Sant’Antonio di Padova:

Le stelle raffigurano i santi, che Cristo mette sotto il sigillo della sua provvidenza; affinché non compaiano in pubblico quando vogliono, ma siano sempre pronti per il tempo stabilito da Dio, e quando udranno con l’orecchio del cuore la voce di colui che comanda, escano dal segreto della contemplazione per compiere ciò a cui sono deputati.

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790 San Giovanni Bosco:

Una sincera, figliale, illimitata fiducia in Maria, una tenerezza singolare verso di Lei, una devozione costante ci renderanno superiori ad ogni ostacolo, tenaci nelle risoluzioni, rigidi verso di noi, amorevoli col prossimo, ed esatti in tutto.

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789 San Francesco di Sales:

Perché ci turbiamo delle mancanze commesse in presenza d’altri?

Non è forse bene che siamo conosciuti quali veramente siamo, cioè imperfetti?

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788 San Francesco di Sales:

Procurate di non essere troppo attaccati al vostro giudizio; esso ubriaca con le proprie ragioni.

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787 San Filippo Neri:

Ai giovani dava cinque brevi ricordi: fuggire le cattive compagnie, non nutrire delicatamente il corpo, aborrire l’ozio, fare orazione, frequentare i Sacramenti spesso, e particolarmente la Confessione.

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786 San Giovanni Bosco:

Quando si incomincia a introdurre l’ozio, la comunità resta bell’è rovinata; invece, finché si lavorerà molto nessun pericolo per voi.

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785 Sant’Agostino:

Aggiungi la carità: sono utili tutte le cose; sottrai la carità: a nulla giovano tutte le altre cose.

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784 San Giovanni Bosco:

Per conservare la purità guardati da ogni sorta di cattive letture.

Anzi qualora cose indifferenti fossero a te di pericolo, cessa tosto da quella lettura.

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783 Don Nikola Vucic:

Il Signore ci invita a testimoniare la nostra fede: la lampada viene per essere messa sul candelabro.

La fede senza testimonianza è come un medicinale chiuso nello scaffale.

Chi si accontenta di leggere la parola di Dio senza metterla in pratica, scriverà sulla sabbia belle parole che il vento presto porterà via.

C’è una testimonianza di bontà e di carità che è necessaria come la testimonianza della verità.

Se c’è in te l’amore di Dio, se c’è bontà nella tua vita, allora brillerà nelle tenebre la tua fede.

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782 Don Nikola Vucic:

Gesù ha portato con Sé il Regno dei cieli.

Ma si è presentato in punta di piedi, senza clamore, senza far rumore, come uno che non ha apparenza né evidenza.

Può essere facile seguire Cristo quando compie miracoli, guarisce i malati, moltiplica pani e pesci.

Più arduo seguirlo sulla via della Croce.

Il paradosso di Cristo Re è proprio questo: puntare sulla vittoria nell’evidente sconfitta della Croce; come ha fatto il ladrone pentito, che nel volto sfigurato di Cristo ha visto il Re glorioso.

Non cercare il Regno dei cieli nei segni grandiosi e nelle grandi occasioni.

Se lo cerchi nella Croce, lo troverai nella tua realtà quotidiana e nella tua vita umile e nascosta.

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781 Madre Teresa di Calcutta:

Le Sorelle conducano i bimbi a Messa.

E la mi­glior cosa che potete dar loro.

Se state seguendo un bambino fate questo e Dio nella sua infinita miseri­cordia darà a quell’anima grazia e luce per tutta la fatica e la pena che vi date.

Non perdete mai di vista la misericordia di Dio.

Datevi da fare perché i bambi­ni amino la Messa, comprendano il significato della Messa, partecipino ad essa con preghiere semplici e canti.

Fate attenzione all’atteggiamento che tenete mentre vi occupate dei bambini durante la Messa.

Non rimproverateli ad alta voce.

Tenete sempre le mani giunte.

Unitevi alle preghiere e ai canti.

I bam­bini faranno esattamente quel che fate voi.

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780 Sant’Antonio di Padova:

Non bisogna voltarsi a destra o a sinistra, ma camminare per la Via Regia, avendo davanti a sé soltanto se stesso.

Tu non guardare la vita e il comportamento di questo e di quell’altro, perché se fermi lo sguardo in altri che non sia Dio e te stesso, corri pericolo di perderti.

Non voltarti, dunque, ma tieni fisso il volto alla celeste Gerusalemme, alla quale sei incamminato: custodisci in cuore questa speranza, e sarai sempre amico di Dio.

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779 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Non soltanto siete fratelli, ma, quello che c’è di più bello, tutti insieme fate un medesimo corpo con Gesù Cristo, la cui carne e il cui sangue vi servono ogni giorno come cibo.

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778 Santa Faustina Kowalska:

Gesù, ti ringrazio per le piccole e invisibili croci quotidiane, per le difficoltà della vita comune, per le contrarietà opposte ai miei progetti, per la cattiva interpretazione data alle mie intenzioni, per le umiliazioni che mi vengono dagli altri, per i modi aspri con cui sono trattata, per i sospetti ingiusti, per la salute cagionevole e l’esaurirsi delle forze, per le rinunce alla mia propria volontà, per l’annientamento del mio proprio io, per la mancanza di riconoscimento in ogni cosa, per l’intralcio a tutti i piani che avevo predisposto.

Gesù, ti ringrazio per le sofferenze interiori, per le aridità dello spirito, per le angosce, i timori e le incertezze, per il buio delle varie prove dentro all’anima, per i tormenti che sono difficili ad esprimere, specialmente quelli nei quali nessuno mi capisce, per l’agonia amara e per l’ora della morte.

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777 Madre Teresa di Calcutta:

L’aspetto universale della nostra vita di contem­plazione ci fa pregare e contemplare con ogni cosa e per ogni cosa, specialmente con gli spiritualmente più poveri tra i poveri di tutto quanto il mondo.

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776 Santa Faustina Kowalska:

Nel compimento finale (escatologico), la misericordia si rivela come amore, mentre nella storia attuale, che è insieme storia di peccato e di morte, l’amore deve rivelarsi come misericordia.

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775 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Quando si muore, spesso ci si trova come una lama di ferro arrugginita che bisogna mettere nel fuoco (= il purgatorio).

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774 Sant’Antonio di Padova:

Ogni uomo dovrebbe essere pronto per natura ad ascoltare e lento a parlare.

La natura stessa ha insegnato questo, quasi chiudendo la lingua a doppia porta, perché non uscisse liberamente.

La natura infatti ha posto davanti alla lingua come due porte, cioè i denti e le labbra, per indicare che la parola non deve uscire se non con grande cautela.

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773 San Giovanni Bosco:

Uomo allegro il cielo l’aiuta.

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772 Don Nikola Vucic:

Ci si ritira in preghiera per vedere meglio, per vedere di più.

E soprattutto per posare gli occhi sulle persone antipatiche.

Se uno si ritira in preghiera per non vedere più nessuno, per non trovarsi tra i piedi le solite persone insopportabili, rischia di diventare cieco, non contemplativo.

L’uomo di preghiera, per raggiungere il prossimo, sale a Dio.

Io mi fido della vista dell’uomo di preghiera.

So che, quando mi passa accanto, mi vede.

Temo piuttosto l’uomo indaffarato, onnipresente, che mi butta la mano sulla spalla e mi dice:

“Sai che ti trovo bene!”

Quello, sono sicuro, non mi vede.

Come fa a vedermi se non prega?!

 

 

771 San Giovanni Bosco:

La felicità non si trova in questo mondo, se non si ha la pace con Dio; se ella è così malcontenta ed arrabbiata, è perché non pensa guari alla salute dell’anima sua.

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770 Don Nikola Vucic:

Molti credenti, invece di cercare la gloria di Dio, cercano se stessi e la propria gloria.

Sono pochi quelli che cercano solamente la gloria di Dio e si orientato decisamente verso la santità.

Loro sono umili, perché consapevoli del molto che Dio dà e merita e del poco che compiono loro: a loro sembra di non fare mai abbastanza per il Signore.

Invece di vantarsi delle proprie opere e virtù, preferiscono parlare delle loro mancanze e debolezze.

Non si aspettano né stima né lodi dagli altri e rimangono stupiti, e anche un po’ confusi, se vengono elogiati… perché, appunto, a loro interessa solo la gloria di Dio.

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769 Don Nikola Vucic:

Siamo invitati a perdonare e comprendere gli altri.

Comprendere è come perdonare.

Se fossimo in grado di comprendere, non avremmo bisogno di perdonare.

Basterebbe comprendere perché si plachi il nostro rancore, la nostra ira e la sete di vendetta.

Comprendere significa cingere interamente.

Comprendere è come abbracciare.

Comprendere è vedere nel cuore.

Se fossimo in grado di comprendere, quanta pace scenderebbe nel nostro cuore!

Ogni giorno riceviamo dal nostro Padre celeste una cosa meravigliosa: la misericordia.

Siamo invitati a donarla agli altri.

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768 Santa Faustina Kowalska:

Questa notte mi svegliò, con il suo fracasso, un nubifragio.

Cadeva la pioggia, infuriava il vento, scoppiavano folgori in continuazione.

Cominciai a pregare, chiedendo che l’uragano non facesse danni.

Udii queste parole:

 «Recita la coroncina e passerà senza far danni».

Recitai immediatamente la corona della misericordia e non feci nemmeno in tempo a terminarla, che l’uragano tutto a un tratto era cessato.

Allora udii nuovamente quella voce:

«Con questa coroncina, otterrai ogni cosa che non sia contraria al mio volere».

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767 San Giovanni Bosco:

Il tempo che impiegheresti ad andarti a confessare la seconda e la terza volta in una stessa settimana impiegalo a fare un proponimento un po’ fermo e vedrai che questo sarà più efficace, che l’andarti a confessare più con frequenza, come vuoi fare, ma sempre con poco dolore e con poco proponimento.

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766 Madre Teresa di Calcutta:

« Qualunque cosa facciate al più piccolo dei miei fratelli l’avrete fatto a me. »

« Questo è il mio coman­damento, che vi amiate gli uni con gli altri. »

Soppri­mete questo comandamento e l’intera grande opera della Chiesa di Cristo cadrà in frantumi.

Poiché Gesù venne sulla terra per dare alla carità il giusto posto nel cuore degli uomini.

« Da questo » diceva « gli uo­mini conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri »… e questo comandamento durerà in eterno.

Un amore sincero per il tuo prossi­mo consiste nel desiderare che stia bene e nel fargli del bene.

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765 Santa Faustina Kowalska:

 Dio non ci mette alla prova più di quanto non la possiamo sostenere.

Non temo nulla.

Egli manda all’anima che soffre un grazia ancor più grande della sua stessa sofferenza, anche se l’anima non se ne rende conto.

In simili momenti, un atto di fiducia dà a Dio più gloria che ore intere trascorse in orazione.

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764 Sant’Antonio di Padova:

Il fabbro è figura del santo predicatore della chiesa, che fabbrica le armi dello spirito.

Egli deve sedere vicino all’incudine, deve cioè applicarsi allo studio e alla pratica della Sacra Scrittura, appunto per mettere in pratica per primo ciò che predica agli altri.

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763 San Francesco di Sales:

Tutti gli uomini hanno sempre affermato che il frutto dell’orazione dipende dal farla con modestia e contegno riverente.

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762 San Pio da Pietrelcina:

Se Gesù si manifesta, ringraziatelo; e se si occulta, ringraziatelo pure: tutto è scherzo d’amore.

La Vergine clemente e pia continui ad ottenervi dall’ineffabile bontà del Signore la forza di sostenere sino alla fine tante prove di carità che vi dona.

Io mi auguro che arriverete a spirare con Gesù sulla Croce; e possiate in lui dolcemente esclamare: «Consummatum est».

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761 San Giovanni Bosco:

Insistete che vengano con frequenza a confessarsi: è questo il mezzo più sicuro per tenerli lontano dal peccato.

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760 Sant’Antonio di Padova:

Leggiamo in Giobbe:

“Il legno (l’albero) ha una speranza: se viene tagliato, ancora ributta” (Gb 14,7).

Così l’uomo ha e deve avere la speranza che il legno, cioè il suo corpo, dopo essere stato tagliato dalla scure della morte, rifiorirà nella risurrezione finale.

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759 Sant’Antonio di Padova:

“Il quinto giorno Dio creò i pesci del mare…”.

La quinta virtù che si riferisce a questo giorno della creazione è la pratica della vita attiva …

In essa l’uomo attivo percorre, come il pesce, le vie del mare di questo mondo, per poter assistere il prossimo sofferente nelle sue necessità.

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758 Santa Faustina Kowalska:

Il caldo era insopportabile da tempo.

Desideravamo la pioggia inutilmente.

Le piante assetate mi facevano pietà.

Decisi di recitare la coroncina tanto a lungo, finché Dio non avesse fatto scendere la pioggia.

Senza interruzione, ripetei quella preghiera per tre ore.

Finalmente il cielo si coprì di nubi e la pioggia prese a cadere in abbondanza.

Ricordai come il Signore avesse detto che, per mezzo di quella coroncina, si può ottenere tutto.

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757 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Se il buon Dio ci invia delle croci, ci scoraggiamo, ci lamentiamo, mormoriamo, siamo talmente nemici di tutto quello che ci contraria, che vorremmo sempre essere in una scatola di bambagia.

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756 Don Nikola Vucic:

Nel periodo in cui la tristezza come una nebbia avvolgeva la mia anima e tutta l’esistenza stava sotto il dominio dell’insignificanza; quando la mia religiosità era affidata solo alle pratiche esteriori, lontano dal cuore, la Parola di Dio – esigente, tagliente e viva – si è fatta sentire in una rara ma sincera preghiera.

In quel momento ho sperimentato tutto il vuoto della mia vita, ho accertato la fragilità delle mie sicurezze e ho pesato l’inconsistenza degli applausi.

Resistendo alla tentazione di rifugiarmi verso il divertimento e nella gioia godereccia, mi sono inoltrato nel deserto del mio cuore per affrontare la dura battaglia della fede e la spogliazione lacerante.

Ho sottomesso la mia volontà a quella del Signore e Lui ha raddrizzato le mie vie.

Mi ha convertito.

E da quel momento ho tolto definitivamente lo sguardo dal mio io per fissarlo solo in Dio, e la gioia profonda ha invaso la mia anima.

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755 Don Nikola Vucic:

Dio sa tutto di te, conosce i tuoi pensieri e i tuoi bisogni, ma questo non ti dispensa dalla preghiera.

Anzi, Gesù ti invita a pregare sempre, senza stancarsi, perché la preghiera alimenta il tuo amore per Lui, la fiducia nella Sua bontà e l’umiltà nel considerarsi dipendente da Lui.

Non si prega solo per chiedere grazie, bensì per entrare sempre di più nell’intimità con Gesù.

Perché, pur pregando, non sempre si ottengono le grazie desiderate?

Perché ciò che si chiede non è utile per l’anima o perché si prega male e con poca fede.

Non sempre il Signore ti concede quello che chiedi, ma ti dà sempre quello che ti serve per essere felice.

Pregare vuol dire nutrire sempre di nuovo il proprio cuore alla sorgente di grazia.

Se dici di non aver tempo per pregare è come dire di non aver tempo per fermarti a fare benzina perché sei troppo impegnato a guidare.

Chi non prega vive nella sterilità come la pianta senza sole e senza acqua.

Se vuoi rinnovare il proprio cuore e sperimentare la primavera dell’anima, devi aprirti al Sole di Dio e avvicinarti all’acqua della grazia.

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754 Don Nikola Vucic:

Non pensare che la tua incapacità di pregare senza distrazioni sia un ostacolo alla grazia di Dio.

Non è così.

Quindi, se preghi, Dio può guarirti e santificarti anche attraverso le distrazioni.

Se le distrazioni non sono volute, la Sua grazia troverà modo per arrivare al tuo cuore.

Vai da Gesù con l’intenzione di arrenderti al Suo amore.

Donagli la tua volontà e un sincero pentimento per i peccati commessi, e fidati.

Gesù non ti chiede niente di gravoso: chiede solo un po’ di compagnia da un amico affettuoso.

Una preghiera fatta nella stanchezza e con sonnolenza è per Gesù altrettanto gradita come quella fatta con uno spirito vigile.

Le tue disposizioni soggettive non possono impedire l’azione della grazia in te.

Impara, quindi, di avere più fiducia nello Spirito Santo che spesso lavora in segreto.

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753 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Quando si amano le croci, non se ne ha mai, ma, quando si respingono, vi si rimane schiacciati.

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752 San Giovanni Bosco:

Fate il possibile per impedire anche solo un peccato veniale.

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751 Madre Teresa di Calcutta:

Col voto di castità noi diamo il nostro cuore al Si­gnore, al Cristo crocefisso; nei nostri cuori egli tiene il primo posto.

Nel Vangelo leggiamo che Dio è come un amante geloso.

Non possiamo avere due padroni, poiché ser­viremmo uno e odieremmo l’altro.

I voti stessi non sono che dei mezzi per condurre l’anima a Dio, e il voto di castità in particolare è inte­so come un mezzo per donare il cuore a Dio.

Il cuore è una delle facoltà più nobili e più elevate ma è anche fonte di pericolo.

Con il nostro voto consacriamo il cuore a Dio e rinunciamo alle gioie della vita familia­re.

Sì, noi rinunciamo al dono naturale che Dio ha fatto alle donne di diventare madri in cambio del do­no più grande, quello di essere le vergini di Cristo, di diventare madri di anime.

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750 Santa Faustina Kowalska:

Cracovia, 20.10.1935.

Con la guida di un angelo, venni condotta nell’inferno.

È una voragine di indescrivibili tormenti.

Quale che sia lo spazio che occupa, è vastissimo.

Vi notai questi tormenti: il primo costituisce l’essenza stessa dell’inferno e consiste nella perdita di Dio.

Il secondo, sono i continui rimorsi di coscienza.

Il terzo, sta nel fatto che un simile destino non cambierà mai più.

Il quarto, è il fuoco che tormenta l’anima senza consumarla: si tratta di una tortura atroce, perché quel fuoco è unicamente spirituale e viene acceso dall’ira di Dio.

Il quinto tormento consiste nelle tenebre continue e nel fetore soffocante.

Malgrado ciò, demoni ed anime dannate si scorgono reciprocamente e constatano tutto il male degli altri e quello proprio.

Il sesto tormento è rappresentato dalla presenza continua di Satana.

Il settimo è dato da una disperazione spaventosa, la quale scatena l’odio verso Dio e riempie tutto quello spazio di imprecazioni, di maledizioni e di bestemmie.

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749 Madre Teresa di Calcutta:

Ricordo ancora la prima volta in cui le Sorelle contemplative entrarono in un parco di New York, erano vestite di bianco e recitavano il Rosario.

Quan­do un uomo le vide esclamò:

« Oh, no, non sono anco­ra pronto, non sono pronto ».

Allora le Sorelle gli si fecero più vicine e dissero:

« Siamo Sorelle.

Dio vi ama ».

Egli ripeté:

« Non sono pronto.

Voi venite dal cielo, siete angeli che venite dal cielo a prendermi e io non sono pronto ».

Credeva che gli angeli fossero ve­nuti a prenderlo!

Questo vi dimostra quello che la gente attende da noi.

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748 Sant’Agostino:

Quando arriveremo alla tua presenza, cesseranno queste molte parole che diciamo senza giungere a Te; Tu resterai, solo, tutto in tutti, e senza fine diremo una sola parola, lodandoti in un solo slancio e divenuti anche noi una sola cosa in Te.

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747 Santa Faustina Kowalska:

«Segretaria della mia misericordia, scrivi su di essa, di essa parla con insistenza a tutte le anime, perché è vicino il giorno della mia giustizia.

Giorno terribile!

Le anime periscono, malgrado quanto soffersi nella mia passione.

Getto loro, come una tavola di salvezza, questa festa della mia misericordia.

Chi rifiuta la misericordia, perirà».

Rivolsi al Signore quest’invocazione:

«Affretta, o Signore, il giorno in cui sarà riconosciuta la festa della tua misericordia, affinché serva a far conoscere alle anime le sorgenti della tua bontà infinita!».

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746 San Pio da Pietrelcina:

Subirei infinite volte la morte, innanzi di offendere il Signore ad occhi aperti.

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745 San Filippo Neri:

Umiliate voi stessi sempre, e abbassatevi negli occhi vostri e degli altri, acciò possiate diventar grandi negli occhi di Dio.

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744 Santa Teresina di Lisieux:

Il Signore misericordioso mi ha caricata di grazie per me e per molti altri.

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743 San Francesco di Sales:

Circa l’astinenza si prenda una via di mezzo: né troppo, ne poco, poiché non potremmo portare il nostro corpo se sarà troppo grasso, né il corpo potrà portare noi se sarà troppo magro.

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742 Santa Faustina Kowalska:

Meditavo la crudele passione di Gesù.

Compresi che le mie sofferenze sono nulla in paragone con le sue e che sono proprio le mie mancanze ad aver causato l’atrocità di quella sua passione.

Di colpo, l’anima mia fu penetrata da una contrizione così grande, che bastò a farmi sentire come immersa nell’oceano della divina misericordia.

Non ho parole per esprimere una simile esperienza.

Mi sentivo come una goccia di acqua assorbita negli abissi di un mare senza fondo.

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741 San Giovanni Bosco:

 Una povera vedova inferma si desolava pensando ai figliolini suoi, e come potrebbero vivere e crescere senza genitori.

Omobono le raccontò:

« Vidi un giorno in un cespuglio una passera posata sovra i suoi pulcini ancora spennati.

E venne il nibbio e la rapi.

Ed io esclamai:

Poveri pulcini! morranno dal freddo e dalla fame.

Il domani tornai, e volli rivederli, ed ecco un’ altra passera volava a portare ad essi l’imbeccata.

Iddio, che insegnò alle bestie ad amarsi e soccorrersi, vorrà abbandonare i figli vostri? »

– La povera vedova inferma l’intese, e si consolò.

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740 Don Nikola Vucic:

Da quando Gesù ha detto che verrà il tempo in cui i veri adoratori adoreranno Dio in spirito e verità, ogni luogo è buono per pregare.

Infatti, ci sono delle persone che entrano meglio in comunione con Dio nella penombra di una chiesa.

Ce ne sono altri che lo fanno meglio sotto il cielo stellato, quando sono spente le voci del mondo.

Alcuni si sentono più uniti a Dio guardando un fiore o nella solitudine di una montagna.

Ce ne sono altri che sentono fortemente la presenza di Dio visitando un malato o regalando un sorriso al povero.

Gli altri ancora si alzano all’alba per pregare, invece per qualcuno il tramonto è il momento migliore per stare con il Signore.

Infine, c’è chi in tarda serata trova l’intimità con Dio…

Come vedi, ogni luogo, ogni ora è buona per la preghiera.

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739 Santa Faustina Kowalska:

Gesù mio, quando arriveremo a guardare le persone mossi da ragioni più elevate?

Quando pronunzieremo dei giudizi sulle basi della verità?

Tu ci dai l’occasione di esercitarci nelle opere di misericordia, e noi ci esercitiamo a giudicare!

Per sapere se fiorisce l’amore di Dio in una casa, basta osservare come vi vengono trattati gli ammalati, gli invalidi e gli inetti.

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738 San Giovanni Bosco:

Gesù, Giuseppe, Maria aiutatemi a salvare l’anima mia.

Questi sono i tre nomi più terribili e più formidabili al demonio.

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737 San Pio da Pietrelcina: 

È difficile farsi santi.

Difficile ma non impossibile.

La strada della perfezione è lunga, come è lunga la vita di ciascuno.

La consolazione è il riposo, lungo il cammino; ma, appena ristorati, bisogna alzarsi solertemente e riprendere la corsa.

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736 Madre Teresa di Calcutta:

Poiché Gesù non può più rivivere la Passione nel suo corpo, la Madre Chiesa offre l’opportunità di la­sciare che Cristo viva la sua Passione e morte nel no­stro corpo, nel nostro cuore e nella nostra anima.

An­che così, tuttavia, non vi è paragone con la sua Passio­ne.

Abbiamo ancora bisogno di molta grazia per ac­cettare qualunque cosa ci manda e sapergli offrire qualsiasi cosa vuol prenderci, con gioia, con amore e con un sorriso.

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735 San Francesco di Sales:

Non si assicurano le famiglie con il provvedere di ricchezze; ma con l’arricchirle di virtù e di santo timor di Dio.

734 San Francesco di Sales:

Odiate i vostri sbagli senza dispetto e turbamento.

È già molto il ricavarne un santo abbassamento, conoscendo la vostra miseria.

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733 San Pio da Pietrelcina:

Tieni per fermo che quanto più crescono gli assalti del nemico, tanto più Dio è vicino all’anima.

Pensa e compenetrati bene di questa grande e confortante verità.

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732 San Filippo Neri:

La burla del vino fu anch’essa una burla allegra, anche se poteva concludersi con qualche bastonatura; il Santo la fece più volte al povero Cesare Baronio.

Gli comandava di prendere un grosso fiasco di dodici litri e di andare con quella damigiana a comperare una piccola quantità di vino, come ad esempio, un mezzo litro, o, come dicono a Roma, una mezza «fojetta ».

Era già una cosa ridicola.

Ma il bello doveva ancora venire.

Cesare appena giunto nella bottega dell’oste, doveva farsi lavare ben bene il fiascone, poi doveva seguire il venditore in cantina per vedere con i propri occhi da dove spillava il vino e farsene dare un bicchierino di assaggio.

C’era, come si vede, da far esercitare la pazienza di qualunque oste; ma non doveva bastare, secondo l’ordine di Filippo.

Cesare, quando finalmente era servito, doveva pagare quella mezza « fojetta » con una grossa moneta, magari con uno scudo d’oro, e pretendere che l’oste gli cambiasse quella moneta e gli desse il resto, anche se per questo occorreva non poco tempo e se non sempre il resto era a portata di mano.

A questo punto non c’è da meravigliarsi se l’oste perdeva la pazienza e diceva un sacco d’improperi al malcapitato minacciando di rompere il fiasco o magari la testa del preteso villano se non si levava subito dai piedi.

Ognuno infatti, trattato così, si riterrebbe beffato e offeso, anche un umile oste.

Il Baronio, davanti a questi comandi così chiari e dettagliati, partiva deciso e andava a fare la commissione nel modo più perfetto.

La prima volta tutto andò liscio.

Filippo lo mandò una seconda volta.

L’oste, intanto, aveva capito come stavano le cose e aveva già escogitato il modo di rifarsi della beffa.

Appena vide ricomparire il Baronio col medesimo fiasco, gli disse: Da’ qua e seguimi.

Prese il fiasco, lo sciacquò, scese in cantina, fece assaggiare il vino al compratore, spillò mezzo litro, tornò in bottega, gli cambiò la moneta d’oro e alla fine tirò fuori di sotto il banco un bastone.

Il Baronio si salvò con la fuga immediata e fulminea.

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731 Madre Teresa di Calcutta:

Non accettiamo la povertà soltanto perché siamo costretti ad essere poveri, ma perché abbiamo scelto di essere poveri per amore di Cristo; poiché, pur essendo ricco, egli si fece povero per amore nostro.

Non in­ganniamo noi stessi.

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730 San Filippo Neri:

L’obbedienza buona è quando si ubbidisce senza discorso e si tiene per certo quello che è comandato è la miglior cosa che si possa fare.

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729 San Francesco di Sales:

Quelle opere che sono contrarie al nostro genio ed inclinazione, sono di maggior gradimento a Dio: e a noi causano maggiori meriti.

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728 Don Nikola Vucic:

La vita è un dono di Dio troppo prezioso e l’esserne scontenti significa disprezzarlo un po’.

Una bella giornata non dipende dal sole che risplende né dagli avvenimenti che scorrono senza intoppi.

Una bella giornata non dipende dagli altri che non creano problemi né da quotidianità che naviga con venti favorevoli.

Una bella giornata dipende da te e dalla tua capacità di iniziarla con il Signore.

La presenza di Dio è una vena di serenità, di pace, di buon umore, di gioia che si infila negli avvenimenti.

Questa gioia non deriva né dalla ricchezza, né dalla salute fisica, ma dalla costante presenza di Gesù e da una continua sensazione di contentezza.

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727 Sant’Agostino:

Se amate Dio, rapite all’amore di Dio tutti quanti sono uniti a voi, tutti quelli che abitano con voi; se amate il corpo di Cristo, cioè l’unità della Chiesa, trascinate tutti a godere di essa.

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726 Don Nikola Vucic:

Arricchire davanti a Dio è possibile, ma esige un atteggiamento diverso: riconoscere che la propria felicità non dipende da quello che uno possiede, bensì dal dono di Dio.

Signore, crea in me un cuore povero e libero per Te.

Fammi conoscere il vero valore delle cose, strappa via false ricchezze.

Fammi comprendere che la vita senza di Te è un pugno di affanni, è come un fuoco spento o una canna battuta dal vento.

Fammi capire che vivere senza di Te è una vana agitazione, è come inseguire chimere.

Accumulare i tesori inutili, riempire i granai?

Ma per chi?

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725 Santa Faustina Kowalska: 

Gesù a S.F.K.: Le anime che aspirano alla vera santità abbiano un culto speciale per la mia misericordia, poiché da essa scaturisce la sovrabbondanza di grazie che concedo.

Desidero che soprattutto queste anime dimostrino una fiducia illimitata nella mia misericordia.

Più l’anima confida, più riceve.

Desidero che chiedano molto, perché io, a mia volta, desidero donare loro molto.

Mi rattristo quando chiedono cose prive di valore: vi sono cuori ristretti fino alla grettezza.

Incontrarmi nell’ipocrisia è ciò che mi fa soffrire più di tutto.

Mi occupo della santità delle anime sincere e procuro ad esse tutto ciò che è indispensabile allo scopo.

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724 Sant’Antonio di Padova:

“Ninive con le sue acque e le sue fontane è come una pozzanghera…” (Na 2,9).

Ninive si interpreta “seducente”, e raffigura il mondo, bello di una bellezza falsa.

Le sue acque, cioè le ricchezze e i piaceri, sono come le pozzanghere che d’estate si prosciugano.

Quando infatti arriva la fiamma della morte, le ricchezze e i piaceri svaniscono.

“Alla morte di un uomo si rivelano le sue opere” (Eccli 11,27).

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723 Don Nikola Vucic:

A volte bisogna staccare la spina, chiudere tutto e sospendere ogni attività per crearsi un ritiro, un posto dove poter tenere a distanza la nostra quotidianità, dove poter fermare la fretta e aspettare la propria anima.

Abbiamo bisogno di ritagliarsi dei tempi di silenzio e di solitudine per pregare, per non perdere di vista noi stessi e per vedere meglio gli altri…

Però una spina non va mai staccata: quella con Dio.

Comunque, la vacanza non è solo un luogo, ma soprattutto lo stato d’animo.

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722 Don Nikola Vucic:

Senza che ce ne accorgiamo, il tempo passa veloce e si arriva presto alla fine di un altro anno.

Il passaggio da un anno all’altro avviene nello stesso modo in cui un giorno passa all’altro, ma noi concentriamo su questo passaggio fatidico quella strana ansietà del domani, tipica malattia di esseri umani.

In questi giorni ci scambiamo gli auguri per l’anno che viene: salute, pace, amore, felicità…

Sono auguri sinceri e ardenti, scritti o detti, scaldati dall’affetto.

Però sappiamo bene che gli avvenimenti futuri non dipendono dai nostri auguri, ma da buon Dio.

Chi crede non teme il domani perché sa che Dio è già lì.

La fede ci rivela quale è il vero tesoro del cuore che dovremmo custodire con passione: la presenza del Signore.

Possa il Signore accompagnare ognuno ogni giorno, fino alla fine.

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721 San Pio da Pietrelcina:

Padre, voi siete tanto buono!

— Io non sono buono, solo Gesù è buono.

Non so come quest’abito di san Francesco che indosso non scappi via da me!

L’ultimo delinquente della terra è d’oro al pari di me.

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720 Don Nikola Vucic:

Nella vita, quando tutto fila liscio, l’uomo tende a fare di sé stesso un piccolo idolo.

Questa è una grande disgrazia perché, dopo iniziale euforia, subentra la paura di perdere tutto.

È per questo che Dio – quando vuole salvare questo uomo apparentemente sistemato sulla roccia della ricchezza, del potere e del successo – non può fare altro che dargli una bella scossa.

Per l’uomo, cadere da quella roccia significa salvarsi.

Al cadere, quel mondo vecchio lascia dietro di sé un polverone che confonde.

Ma quando la polvere si dirada, l’uomo può vedere la realtà, sentirsi finalmente libero e costruire la sua vita su Dio.

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719 San Francesco di Sales:

Non fantasticate mai sopra le vostre afflizioni; ricevetele con dolcezza e pazienza; vi basti sapere che vengono dalla mano di Dio.

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718 Santa Faustina Kowalska:

Una sera, entrando in cappella, udii nell’anima queste parole:

«Entrato in agonia, Gesù pregava con maggiore intensità».

Conobbi allora quanta perseveranza occorre nel pregare e come, qualche volta, la nostra salvezza dipenda proprio da una preghiera tanto faticosa.

Per perseverare nella preghiera l’anima deve armarsi di pazienza e coraggiosamente superare difficoltà interiori ed esteriori.

Difficoltà interiori sono la stanchezza, lo scoraggiamento, l’aridità, le tentazioni; quelle esteriori provengono, invece, da ragioni di rapporti umani.

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717 Sant’Agostino:

Tanto forte è la giuntura della carità che, sebbene molte pietre viventi concorrano alla struttura del tempio di Dio, esse diventano una sola pietra.

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716 Madre Teresa di Calcutta:

Amore alla preghiera, sentire il bisogno di prega­re spesso durante il giorno e preoccuparsi di pregare.

Se volete pregare meglio, dovete pregare di più.

La preghiera allarga il cuore fino al punto di essere in grado di contenere il dono di Dio stesso.

Cercate e chiedete e il vostro cuore diventerà abbastanza grande da riceverlo e da tenerlo con voi.

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715 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Non ci sono due modi buoni per servire Nostro Signore, ce n’è uno solo, è di servirlo come vuole essere servito.

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714 San Francesco di Sales:

Scegliete di morire mille volte, piuttosto che amare qualcosa più che Dio.

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713 Don Nikola Vucic:

Quanto è difficile mettere un po’ di ordine nel nostro cuore.

Quanto è difficile uscire dal formalismo della preghiera e trasformarla in vita.

È vero, la preghiera, la fede, non si vede, ma i cambiamenti che Dio opera in chi prega sono tutti visibili.

Purtroppo, a volte la preghiera e la vita si incrociano come due estranei, convivono come due vicini di casa che non si salutano; o peggio ancora convivono come due prigionieri nella stessa cella.

Siamo così bravi a illuderci: non ci si può forse avvicinare all’altare con l’odio nel cuore?!

Anche questo è possibile all’uomo quando la preghiera va per conto suo e la vita dall’altra parte.

Possa ognuno trasformare la preghiera intima e profonda in vita concreta.

E viceversa.

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712 Sant’Agostino:

Chi riceve il sacramento dell’unità [l’Eucaristia] e non conserva il vincolo della pace, riceve non un sacramento a sua salvezza, ma una prova a suo danno.

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711 Madre Teresa di Calcutta:

Udiamo di continuo questa frase nel Vangelo:

« A meno che diventiate come questi piccoli, non entrerete nel regno dei cieli».

E che significa essere piccolo?

Si­gnifica avere un cuore pulito, un cuore puro, un cuore che possiede Gesù, un cuore che può continuare a di­re:

« Gesù che sei nel mio cuore, io credo nel tuo tene­ro amore per me. Ti amo ».

Questo è il cuore a cui voi ed io, anche i più giovani, devono guardare, guardare alla croce e comprendere quanto Gesù mi ha amato, quanto ha amato ciascuno di noi, singolarmente.

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710 Don Nikola Vucic:

Tutta la infelicità degli uomini dipende da una sola cosa: dalla lontananza da Dio.

Dopo aver peccato, Adamo è angosciato, ha paura, si nasconde.

Ma Dio non si rassegna alla lontananza, si mette sulle sue tracce, lo cerca:

“Adamo, dove sei?”

Dio non cessa mai di mettersi sui nostri sentieri.

Dio non cessa mai di chiedere all’uomo dove si trovi perché sa che fuori dalla comunione con Lui c’è l’infelicità e la morte.

Se l’angoscia, la paura è il frutto del peccato, la fiducia in Dio è il segno della grazia.

La santità è questione di fiducia.

La verità dell’uomo non è il peccato, ma l’intimità con Dio.

“Dove sei?” – chiede Dio

“Nel Tuo amore!” – rispondo io.

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709 Madre Teresa di Calcutta:

Rinunciamo deliberatamente a tutti i desideri di vedere il frutto della nostra fatica, facendo tutto quel che possiamo e come meglio ne siamo capaci, lascian­do il resto nelle mani di Dio.

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708 Sant’Agostino:

La superbia produce discordia, mentre l’amore produce l’unione.

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707 Sant’Antonio di Padova:

Benché l’albero, cioè il corpo dell’uomo, venga tagliato dalla scure della morte, sia invecchiato, decomposto nella terra e ridotto in polvere, tuttavia l’uomo deve avere la speranza ch’esso rifiorirà, cioè risorgerà, e che le sue membra ricresceranno e che, al sentore dell’acqua, cioè per la munificenza della sapienza divina, germoglierà di nuovo e ritornerà al suo splendore, come nel paradiso terrestre.

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706 Madre Teresa di Calcutta:

« Sarò santo » significa: mi spoglierò di tutto ciò che non è Dio.

Spoglierò il mio cuore e lo vuoterò di tutte le cose create; vivrò nella povertà e nel distacco.

Rinunce­rò alla mia volontà, alle mie inclinazioni, ai miei sogni e alle mie fantasie e farò di me uno schiavo volontario della volontà di Dio.

Sì, figli miei, questo è quanto pre­go ogni giorno – per ciascuno – che tutti noi si possa diventare liberi schiavi della volontà di Dio.

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705 Madre Teresa di Calcutta:

Come è bello vedere che l’amore vicendevole è una realtà vivente!

Le giovani Sorelle hanno un profondo amore e rispetto per le Sorelle più anziane.

Le Sorelle più anziane trattano le Sorelle più giovani con rispetto e amore, poiché esse, come voi, appartengono a Gesù.

Egli ha scelto ciascuno di voi per se stesso, perché siate il suo amore e la sua luce nel mondo.

Il modo più semplice per diventare questa luce è di esse­re gentili e amorevoli, sensibili e sincere tra di voi:

« Da questo conosceranno che siete miei discepoli».

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704 San Pio da Pietrelcina:

Sì, benedico ben di cuore all’opera di catechizzare i fanciulli, che sono i fiorellini prediletti di Gesù.

Benedico pure l’opera zelatrice delle opere missionarie.

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703 Don Nikola Vucic:

Le persone che hanno raggiunto elevato stato di spiritualità non sono immuni dalle tentazioni.

Loro non chiedono a Dio di liberarli dalle prove e dalle persecuzioni.

Anzi.

E questo è chiaro segno che agiscono sotto l’impulso dello Spirito Santo.

Loro somigliano a quei soldati che sono più contenti quando hanno l’occasione di combattere, perché sanno che ne usciranno vittoriosi e più forti di prima.

Chi ha molta fede non teme le prove perché confida nel Signore e sente su di sé lo soffio potente dello Spirito che continuamente si muove in suo favore.

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702 Santa Teresina di Lisieux:

E’ soltanto con la preghiera e col sacrificio che possiamo essere utili alla Chiesa.

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701 Sant’Antonio di Padova:

Ogni volta che la nostra anima va in giro alla ricerca delle cose temporali, si allontana da noi; ritorna poi quando medita sulle verità eterne e brama rifocillarsi con il nutrimento celeste.

Dopo essere stata nelle tenebre, nulla più piace all’anima se non pensare, parlare e guardare a Dio soltanto.

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700 Santa Teresina di Lisieux:

Quando Gesù chiama un’anima a dirigere, a salvare una moltitudine di altre anime, è necessario che le faccia sperimentare le tentazioni e le prove della vita.

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699 Santa Faustina Kowalska:

Già dal momento dell’incarnazione s’apre una nuova prospettiva nella storia della salvezza.

Maria è colei che in modo eccezionale, come nessun altro, sperimentò la misericordia; quindi, è colei che conosce più a fondo il mistero della divina misericordia, ne conosce il prezzo e sa quanto sia grande.

In questo senso, la chiamano «Madre della misericordia».

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698 Madre Teresa di Calcutta:

La Chiesa ha bisogno di « rinnovamento ».

Rin­novamento non significa mutare alcune abitudini o alcune preghiere.

Rinnovamento è fedeltà allo spirito delle costituzioni, uno spirito che ricerca la santità mediante una vita povera e umile, mediante l’eserci­zio di una carità sincera e paziente, mediante il sacri­ficio spontaneo e la generosità del cuore e che trova la sua espressione nella purezza e nell’innocenza.

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697 Santa Teresina di Lisieux:

L’apostolato della preghiera non è forse, per così dire, più elevato che quello della parola?

La nostra missione, come carmelitane, è di formare degli operai evangelici che salveranno milioni di anime delle quali noi saremo le madri.

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696 Sant’Antonio di Padova:

Leale è Dio e verace nelle sue promesse: egli non permette che voi, tribolati per lui, siate tentati al di sopra delle vostre forze.

Egli, che dà al tentatore licenza, dà al tentato misericordia: vi concederà un aumento di forza, affinché non siate sconfitti, ma vincitori.

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695 Madre Teresa di Calcutta:

Non dobbiamo mai pensare di essere indispensa­bili.

Dio ha le sue vie e i suoi modi… può permettere che tutto vada alla rovescia anche nelle mani della So­rella più dotata.

Dio guarda soltanto il suo amore.

Potreste essere distrutte dalla fatica, uccidervi anche, ma se il vostro lavoro non è intessuto d’amore è inuti­le.

Dio non ha bisogno della vostra opera.

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694 Sant’Agostino:

Beato chi ama te e l’amico in te e il nemico per te. Non perde nessuna persona cara solo colui al quale sono tutti cari nell’unico che non si può perdere, te.

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693 Don Nikola Vucic:

Oggi, nella Festa della B. V. di Lourdes, il mio pensiero va ai malati.

Spesso il dolore è incompreso.

Rare volte si trova chi abbia il cuore così compassionevole da penetrarne le profondità.

Quante volte, difronte a chi soffre e si lamenta, crediamo esagerati i lamenti e li scambiamo per un capriccio.

Chi soffre è poco simpatico: le contrazioni del volto, l’agitazione e le lacrime appaiono brutte.

Tutto ci appare orrendo nel malato, tutto ci sembra esagerato e insopportabile.

Eppure bisogna dire che, in genere, il malato non si lamenta in proporzioni maggiori dei suoi dolori: è la verità che dovrebbe alimentare in noi la vera carità.

Il dolore è sempre più grave di quello che appare.

Perciò impariamo a compatire con grande amore i malati.

Trattiamoli con delicatezza.

Ascoltiamoli.

Il tempo speso per un malato è il tempo guadagnato per il cielo.

Uniti nella preghiera per i malati.

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692 Sant’Antonio di Padova:

La gente maledetta degli usurai, forte e innumerevole, è cresciuta sulla terra: essi si sono ormai impadroniti di tutto il mondo.

L’usuraio è duro e inflessibile, perché non si piega davanti a Dio e non teme l’uomo; i suoi denti puzzano, perché nella sua bocca c’è sempre il letame del denaro e lo sterco dell’usura.

Ruba, distrugge e ingoia i beni dei poveri, degli orfani e delle vedove.

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691 San Pio da Pietrelcina:

Le tentazioni contro la fede e la purità è merce offerta dal nemico, ma non temerlo se non con il disprezzo.

Finché egli strepita è segno che non ancora si è impossessato della volontà.

Tu non ti disturbare per ciò che vai sperimentando da parte di quest’angelo ribelle; la volontà sia sempre contraria alle sue suggestioni, e vivi tranquilla, ché non vi è colpa, ma bensì vi è il compiacimento di Dio ed il guadagno per l’anima tua.

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690 San Francesco di Sales:

Vigilate bene i vostri affetti: perché quasi tutti amano secondo il proprio gusto e pochi secondo la ragione e il gusto di Dio.

Avendo occasione di far qualche opera buona, procurate di farla presto e generosamente.

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689 San Pio da Pietrelcina:

Non vi sforzate di vincere le vostre tentazioni perché questo sforzo le fortificherebbe; disprezzatele e non vi ci trattenete sopra; rappresentate nelle vostre immaginazioni Gesù Cristo crocifisso tra le vostre braccia e sopra i vostri petti, e dite baciando più volte il suo costato:

Ecco la mia speranza, ecco la viva sorgente della mia felicità! io vi terrò stretto, o mio Gesù, e non vi lascerò finché non mi abbiate posto in luogo di sicurezza.

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688 San Pio da Pietrelcina:

Diciamo a noi stessi con la piena convinzione di dire la verità: anima mia, incomincia oggi ad operare il bene, ché nulla hai fatto fin qui.

Facciamo sì che ci muoviamo alla presenza di Dio.

Dio mi vede, ripetiamo spesso a noi stessi, e nell’atto ch’egli mi vede, mi giudica pure.

Facciamo sì che egli non veda in noi se non sempre il solo bene.

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687 Don Nikola Vucic:

Il figlio minore è andato via da casa, ma il cuore del Padre non si è mai rassegnato alla distanza e alla separazione: ha seguito sempre i passi del figlio.

L’amore è libero e non si identifica con un muro o un divieto.

L’amore non si rassegna alla perdita.

Dio non ti abbandona a te stesso se ti sei perso nel peccato: ti cerca e ti tormenta finché non ti trova.

Il figlio minore ha percorso tanti passi erranti, ma ha fatto anche un passo giusto ed è questo: “rientrò in sé stesso”.

E il Padre non esita a corrergli incontro.

Nell’abbraccio del Padre, nel perdono, il figlio scopre il vero amore.

Ma quanto deve camminare ancora il cuore buono di questo Padre per tentare di convertire il figlio maggiore, che non vuole rientrare in casa e partecipare alla festa…

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686 Don Nikola Vucic:

Uno dei più grandi ostacoli nel cammino di fede è avanzare in modo frettoloso.

Il vero modo di avanzare è pazientare e camminare a piccoli passi.

La fretta crea inquietudine e confusione.

La fede somiglia a quel sentiero di montagna che sembra sconnesso e senza uscita, ma poi incontri Qualcuno che ti dà la mano.

Con il pretesto di arrivare quanto prima in cima, prendi la scorciatoia e poi ti trovi fuori strada dove il terreno è più incerto.

Invece di avanzare, perdi tempo, ti stanchi e rischi di finire nel precipizio.

Potrà succedere, e accadrà sicuramente, di cadere e di smarrirsi, ma bisogna quanto prima rientrare nella grazia di Dio, accogliere la Sua mano, e riprendere il cammino.

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685 San Pio da Pietrelcina:

Solo un generale sa quando e come adoperare un suo soldato.

Aspetta; giungerà anche il tuo turno.

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684 San Giovanni Bosco:

Per cattivi compagni si intendono:

1°. Quelli che cercano di parlare di cose disoneste, o fanno cose contrarie alla virtù della modestia.

2°. Che parlano con disprezzo della religione.

3°. Che vi allontanano dalle funzioni di chiesa o vi incitano a trasgredire i vostri doveri.

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683 Santa Teresina di Lisieux:

Se Gesù non ha fatto di te un angelo del cielo, è perché vuole che tu sia un angelo della terra.

Sì, Gesù vuole avere la sua corte celeste quaggiù come lassù!

Vuole degli angeli martiri, vuole degli angeli apostoli.

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682 San Giovanni Bosco:

Tre ricordi per la gioventù:

1° Fuggire per quanto è possibile la compagnia di coloro che parlano di cose immodeste o cercano di deridere la nostra santa religione.

2°Se per motivo di Studio, di professione o di parentela vi toccherà trattare con costoro, non entrate mai in dispute di religione, e se cercano di farvi difficoltà a questo riguardo, di loro semplicemente; quando sono infermo vo dal medico, se ho liti vado dall’avvocato o dal procuratore; se ho bisogno di rimedii vado dal farmacista, in fatto di religione vado dai preti, come quelli che di proposito studiano le cose di religione.

3° Non leggete mai e poi mai libri o giornali cattivi, se per avventura talune vi offrisse libri o giornali irreligiosi, abborriteli e rigettateli da voi con quell’orrore e disprezzo con cui rifiutereste una tazza piena di veleno.

Se a caso ne aveste qualcuno presso di voi, consegnatelo al fuoco.

É meglio che il libro o giornale bruci nel fuoco di questo mondo, che andare l’anima vostra a bruciare per sempre nelle fiamme dell’inferno.

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681 San Pio da Pietrelcina:

Tieni per fermo che quanto più crescono gli assalti del nemico, tanto più Dio è vicino all’anima.

Pensa e compenetrati bene di questa grande e confortante verità.

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680 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Ti amo, mio Dio, e desidero il cielo soltanto per avere la felicità di amarti perfettamente; ti amo, o mio Dio infinitamente buono, e temo l’inferno soltanto perché non si avrà mai la dolce consolazione di amarti.

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679 Sant’Agostino:

Se togliamo il fondamento della giustizia, che cosa sono gli stati se non delle grandi associazioni a delinquere?

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678 San Francesco di Sales:

Non basta osservare i comandamenti di Dio e della sua Chiesa.

Ognuno esamini bene i doveri particolari del proprio stato, per osservarli.

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677 San Giovanni Bosco:

Prima di tutto vorrei che foste persuasi che qualunque colpa voi abbiate sulla coscienza, vi sarà perdonata nella confessione, purché vi accostiate con la debita disposizione.

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676 Santa Teresina di Lisieux:

Un’anima in stato di grazia non ha nulla da temere dai demoni, i quali sono vigliacchi, capaci di fuggire davanti allo sguardo di una bambina.

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675 Sant’Antonio di Padova:

Chi ha ricchezze di questo mondo, e dopo aver trattenuto da esse ciò che gli è necessario per il vitto e il vestito, vede che il suo fratello, per il quale Cristo è morto, si trova nel bisogno, deve dargli ciò che gli sopravanza.

E se non glielo dà, se chiude il suo cuore di fronte al fratello che è nell’indigenza, io affermo che pecca mortalmente, perché non c’è in lui l’amore di Dio; se ci fosse in lui questo amore, darebbe volentieri al suo fratello.

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674 San Francesco di Sales:

Vi è chi per ogni piccolo male prende una medicina e si guasta la salute volendola conservare.

Così i puntigliosi e orgogliosi con ostentazione ad ogni passo, si Fanno conoscere per capricciosi e insopportabili.

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673 Santa Faustina Kowalska:

Mi trovavo in sanatorio a Pradnik.

In piena notte, venni svegliata all’improvviso.

Compresi che un’anima si trovava nella necessità urgente che qualcuno pregasse per lei.

Mi recai in corsia e vidi una persona già entrata in agonia.

All’improvviso, udii interiormente questa voce:

«Recita la coroncina che ti ho insegnato».

Corsi a prendere il rosario e, in ginocchio accanto all’agonizzante, recitai la coroncina con tutto il fervore di cui ero capace.

A un tratto, l’agonizzante aprì gli occhi e mi guardò.

La mia coroncina non era ancora terminata e già quella persona era spirata con una singolare serenità dipinta sul volto.

Avevo chiesto ardentemente al Signore di mantenere la promessa fattami a proposito della coroncina, ed egli mi fece conoscere che, in quell’occasione, l’aveva mantenuta.

Fu la prima anima salvata grazie a questa promessa del Signore.

Rientrata nella mia stanzetta, udii queste parole:

«Nell’ora della morte, difenderò come mia gloria ogni anima che reciterà la coroncina.

Se un’altra persona la reciterà presso un moribondo, otterrà per lui il medesimo perdono».

Quando si recita la coroncina al capezzale di un agonizzante, l’ira di Dio si placa e una misericordia a noi ignota avvolge l’anima, perché commuove profondamente l’Essere divino la rievocazione della passione dolorosa di suo Figlio.

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672 San Francesco di Sales:

Non lamentatevi che le vostre afflizioni sono molte, o pesanti o lunghe; perché Dio dispone ogni cosa in numero, peso e misura.

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671 Santa Faustina Kowalska:

Medita oggi la mia passione dolorosa, contemplandola come se avvenisse proprio ora e fosse esclusivamente per te.

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670 San Pio da Pietrelcina:

Tieni per fermo che quanto più un’anima è a Dio gradita, tanto più dovrà essere provata.

Perciò coraggio ed avanti sempre.

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669 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Come si muore bene quando si è vissuto sulla croce!

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668 Don Nikola Vucic:

Se preghi ogni giorno, sei allo stesso tempo vicino a Dio e vicino all’uomo.

La preghiera è una forza serena che non ti lascia indifferente, agisce in te e non ti lascia dormire, ti tiene sveglio giorno e notte.

Nella preghiera attingi una buona dose di compassione e di condivisione.

In ogni situazione il Signore ti chiede di essere riflesso della Sua presenza, un raggio della Sua luce, per rendere più bella la giornata a coloro che Lui ti fa incontrare.

Uniti nella preghiera.

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667 Sant’Agostino:

Persisti, persevera, tollera, sopporta l’indugio: così porterai la tua croce.

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666 Santa Teresina di Lisieux:

Se, per impossibile, Dio stesso non vedesse le mie buone azioni, non me ne affliggerei.

Lo amo tanto che vorrei fargli piacere col mio amore e con i miei piccoli sacrifici anche senza che egli sapesse che vengono da me.

Sapendolo e vedendolo, sarebbe come obbligato a compensarmi.

Non vorrei dargli questo disturbo!

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665 Santa Faustina Kowalska:

Senza Dio, non posso vivere.

In questo isolamento d’ospedale, Gesù mi visita sovente, mi fa da maestro, mi infonde pace, e anche mi sgrida e mi richiama all’ordine.

Plasma il mio cuore secondo i propri desideri e i propri gusti.

Lo fa con estrema misericordia e con dolcezza.

I nostri cuori sono fusi in una sola volontà.

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664 San Giovanni Bosco:

Per conservare la castità bisogna lavorare e pregare; sii preghiere e mortificazione negli sguardi, nel riposo, nel cibo e specialmente nel vino.

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663 Sant’Antonio di Padova:

Chi accumula ricchezze è più povero dei poveri, perché non è padrone di se stesso: è il denaro il suo signore; sembra un possessore, in realtà è dal denaro posseduto.

Per quanto abbia, crede sempre di avere troppo poco.

Dice un filosofo antico:

“Chi non è mai sazio, anche se diventa padrone del mondo, è un mendico”.

E ancora:

“Secondo me, non è povero chi si accontenta di quello che ha, anche se è poco”.

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662 Madre Teresa di Calcutta:

In tutto il mondo c e una terribile angoscia, una terribile fame di amore.

Portiamo, quindi, la preghie­ra nelle nostre famiglie, portiamola ai nostri bambini.

Insegniamo loro a pregare.

Poiché un bimbo che pre­ga è un bimbo felice.

Una famiglia che prega è una famiglia unita.

Sentiamo dire di tante famiglie che so­no spezzate… e allora, esaminiamone le ragioni: per­ché si sono frantumate?

Penso che sia perché non pre­gano mai assieme.

Non si pongono mai insieme in preghiera dinanzi al Signore.

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661 Don Nikola Vucic:

Questo è il paradosso della tua unione con il Signore: più sei legato a Lui, più ti senti libero e forte; è la forza della debolezza, è la grandezza della piccolezza, è la potenza della grazia.

Diventi una creatura nuova quando la tua debolezza non è più per te causa di tristezza e di inquietudine bensì di pace e di gratitudine.

Questo è il paradosso della fede: non si tratta di cercare ma di lasciarsi trovare, non si tratta di fare ma di lasciarsi plasmare.

In questo periodo di Avvento, è necessario suscitare nel cuore una certa tensione d’amore per il Signore che viene.

Lui ha più fame di te di quanta tu ne abbia di Lui.

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660 Sant’Antonio di Padova:

 “Accumulatevi dei tesori nel cielo” (Mt 6,20).

Grande tesoro è l’elemosina.

Disse il martire san Lorenzo a quelli che volevano impossessarsi dei “tesori” della chiesa:

“Le ricchezze della chiesa sono state riposte nel tesoro celeste dalle mani dei poveri”.

Accumula tesori in cielo chi dà a Cristo.

Dà a Cristo chi largisce al povero:

“Ciò che avete fatto a uno di questi più piccoli, l’avete fatto a me” (cf. Mt 25,40).

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659 San Giovanni Bosco:

Non ho mai udito che uno sia stato contento in punto di morte del male che ha fatto.

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658 Madre Teresa di Calcutta:

Lo scopo di fare un ritiro è quello di progredire nella conoscenza e nell’amore di Dio, di purificare noi stessi, di riformare e trasformare la nostra vita secon­do la vita del nostro modello, Gesù Cristo.

Questo sa­rà un momento di maggior silenzio, di preghiera più questa intensa fiducia con le parole:

« Per questo vi dico, tutto quello che domandate nella preghiera, ab­biate fede di riceverlo e vi sarà accordato » (Mc. Il, 24).

Perciò l’apostolo Pietro ci comanda anche di gettare sul Signore tutte le preoccupazioni ed egli provve­derà per noi.

E perché Dio non dovrebbe preoccupar­si di noi, dal momento che ci ha mandato il Figlio e con Lui tutto il resto?

Sant’Agostino dice:

«Come po­tete dubitare che Dio non vi dia cose buone dal mo­mento che si è degnato per voi in Cristo di caricarsi del male dell’umanità?».

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657 Sant’Antonio di Padova:

Il peccatore deve fare in modo che la confessione corrisponda esattamente alla colpa, in modo da non dire di meno per vergogna o timore, né aggiungere di più sotto l’apparenza di umiltà, di come stanno realmente le cose.

Neppure per umiltà infatti è lecito mentire.

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656 Sant’Antonio di Padova:

“Ci fu poi il mormorio di un vento leggero: ecco la serva del Signore”;

questo è il mormorio del vento leggero.

E lì c’era il Signore.

Osserva che il mormorio si fa con le labbra un po’ strette.

La Vergine Maria “restrinse”, rimpicciolì se stessa:

la Regina degli angeli si dichiarò serva, e così il Signore guardò all’umiltà della sua serva.

Guardiamoci dunque dal vento gagliardo della superbia, nel quale non c’è il Signore, e umiliamoci nel mormorio della nostra confessione e dell’accusa di noi stessi.

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655 San Pio da Pietrelcina:

Io non posso patire il criticare e il dir male dei fratelli.

È vero, a volte, mi diverto a punzecchiarli, ma la mormorazione mi mette nausea.

Abbiamo tanti difetti da criticare in noi, perché perdersi contro i fratelli?

E noi, mancando alla carità, si intacca la radice dell’albero della vita, col pericolo di farlo seccare.

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654 Sant’Antonio di Padova:

Lo Spirito di Dio è l’umiltà: chi ne è animato è vero figlio di Dio.

Più dolce del miele è lo spirito di umiltà, poiché chi ne è pervaso produce frutti di dolcezza.

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653 Santa Faustina Kowalska:

O redentore misericordioso, che ci amasti fino a morire per salvarci e fino a dimenticare te stesso per noi fra i tuoi tormenti, dammi la grazia che io pure dimentichi me stessa e viva solo per darti delle anime.

Collaborerò così all’opera della tua misericordia, conforme alla volontà del Padre tuo.

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652 San Pio da Pietrelcina:

 Umiliati amorosamente davanti a Dio e agli uomini, perché Iddio parla a chi tiene le orecchie basse.

Sii amante del silenzio, perché il molto parlare non è mai senza colpa.

Tieniti in ritiro per quanto ti sarà possibile, perché nel ritiro il Signore parla liberamente all’anima e l’anima è più in grado di ascoltare la sua voce.

Diminuisci le tue visite e sopportale cristianamente quando ti vengono fatte.

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651 Santa Faustina Kowalska:

O amore eterno, accendi dentro di me una luce nuova, una vita d’amore e di misericordia, sostienimi con la tua grazia, affinché io risponda degnamente alla tua chiamata e tu compia nelle anime, per mezzo mio, quello che tu stesso hai stabilito.

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650 Santa Teresina di Lisieux:

Le piccole croci costituiscono tutta la nostra gioia.

Esse sono più frequenti delle grandi e preparano il cuore a ricevere queste altre quando tale è la volontà del Maestro buono.

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649 San Francesco di Sales:

Prendete per regola di non censurare mai la devozione e la condotta altri; questo modo d’offendere la carità è molto rischioso.

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648 San Pio da Pietrelcina:

Ogni santa messa ben ascoltata e con devozione, produce nella nostra anima effetti meravigliosi, abbondanti grazie spirituali e materiali, che noi stessi non conosciamo.

Per tal fine non spendere inutilmente il tuo denaro, sacrificalo e vieni su per ascoltare la santa messa.

Il mondo potrebbe stare anche senza sole, ma non può stare senza la santa messa.

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647 Madre Teresa di Calcutta:

Cerchiamo oggi di riflettere sull’amore che Dio ri­serba per voi e per me.

Il suo amore è così tenero; il suo amore è così grande, così tangibile, così vitale che Gesù venne proprio a insegnarci… come amare.

L’a­more non è qualcosa che si fossilizza, ma qualcosa che vive di continuo.

Le opere di amore e che attestano amore sono una via per la pace.

E dove comincia que­sto amore?

Proprio nei nostri cuori.

Dobbiamo sapere che siamo stati creati per cose più grandi, non per es­sere un numero qualsiasi nel mondo; non per conse­guire lauree e diplomi, questa o quella carriera.

Sia­mo stati creati per amare e per essere amati.

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646 Don Nikola Vucic:

Al termine della giornata, quando fai l’esame di coscienza, la tua condizione non è quella di chi è passato indenne, pulito, bensì di chi è caduto diverse volte e ha riportato delle ferite.

Infatti, ti sei sporcato, ti sei stancato, ma nonostante tutto hai conservato la fede.

Si dovrebbe arrivare alla fine della giornata benedicendo le proprie cadute guardandole con speranza e non col rimorso e senso di colpa.

Le nostre cadute dicono che stiamo camminando. Cristo ci ha liberato dalla tirannia del peccato: il peccato non ha più il potere assoluto sulla nostra vita e sulla nostra serenità.

Una mamma, davanti alle cadute ripetute del suo piccolo, non lo fa sentire fallito ma lo abbraccia, gli dà la mano e lo incoraggia: lo educa e non lo giudica.

Così fa Dio con noi.

Quindi, questa è la vera conversione: passare dal giudizio all’educazione all’amore.

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645 Santa Faustina Kowalska:

In certo senso, è Cristo stesso la misericordia.

Per chi la scorge in lui — e in lui la trova — Dio si fa vedere ai nostri occhi come Padre «ricco di misericordia».

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644 San Giovanni Bosco:

Le sole opere buone sono le vere ricchezze che ci preparano un posto lassù in cielo.

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643 Sant’Agostino:

A noi dunque, che crediamo, lo Sposo si presenti bello.

Bello è Dio, Verbo presso Dio; bello nel seno della Vergine, dove non perdette la divinità e assunse l’umanità; bello il Verbo nato fanciullo, perché mentre era fanciullo, succhiava il latte ed era portato in braccio, i cieli hanno parlato, gli angeli hanno cantato lodi, la stella ha diretto il cammino dei magi, è stato adorato nel presepio, cibo per i mansueti.

È bello in cielo, bello in terra, bello nel seno, bello nelle braccia dei genitori; bello nei miracoli e nei supplizi; bello nell’invitare alla vita e nel non curarsi della morte; bello nell’abbandonare la vita e nel riprenderla; bello nella croce, nel sepolcro, in cielo…

Suprema e vera bellezza è la giustizia; se ovunque è giusto, ovunque è bello.

Venga a noi per farsi contemplare con gli occhi dello spirito.

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642 Beata Chiara “Luce” Badano:

Giunge anche un forte momento di prova.

Un giorno la madre la ode urlare.

Accorre e la trova ansimante, coperta di sudore:

«Mamma, è venuto il diavolo», le dice.

La madre cerca di calmarla, spiegandole di non essere sorpresa di quella visita, «perché il demonio vuole prendere con sé le anime più belle».

E l’invita a stare tranquilla, «perché Gesù è con te».

Chiara continua per la sua strada.

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641 Madre Teresa di Calcutta:

L’amore ha un orlo al suo vestito, che sfiora la polvere, spazzando via le macchie dalle strade e dai vicoli e poiché può, deve farlo.

La Missionaria della Carità, se vuole essere conse­guente al nome che porta, deve essere piena di carità dentro l’anima e diffondere la stessa carità nelle ani­me altrui, siano essi cristiani o no.

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640 San Francesco di Sales:

Vivere secondo lo spirito vuol dire regolare pensieri, parole e opere non secondo i criteri umani, ma secondo le verità del Cristianesimo.

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639 Sant’Agostino:

Ama la pace, tieni la pace, possiedi la pace, porta quanti vuoi al possesso della pace.

I suoi confini si allargano quanto più cresce il numero di coloro che la posseggono.

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638 Santa Faustina Kowalska:

Qualunque cosa Gesù avesse fatto, lo fece bene, come sta scritto nel Vangelo.

Il suo atteggiamento esteriore traboccava di bontà, la misericordia guidava i suoi passi: ai nemici manifestava comprensione, a tutti indulgenza e cortesia; dava aiuto e consolazione ai bisognosi.

Mi sono proposta di rispecchiare fedelmente in me questi tratti di Gesù, anche se ciò mi dovesse costar molto:

«Mi sono graditi i tuoi sforzi, figlia mia!».

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637 San Pio da Pietrelcina:

Guardiamo prima in alto e poi guardiamo noi stessi. L’infinita distanza che intercorre tra l’azzurro e l’abisso genera umiltà.

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636 Santa Teresina di Lisieux:

Essere tua sposa, Gesù, essere carmelitana, essere, per la unione con te, madre delle anime: tutto questo dovrebbe bastarmi.

Ma non è così…

Sento in me altre vocazioni: sento la vocazione del guerriero, del sacerdote, dell’apostolo, del dottore, del martire.

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635 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Cos’è che rende la vita religiosa tanto meritoria?

E’ la rinunzia di ogni istante alla volontà, questa morte continua a ciò che di più vivo c’è in noi.

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634 San Francesco di Sales:

Nulla può rendere difficile la legge di Dio, che il volerla osservare solo quando è conforme al nostro genio e soddisfazione.

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633 San Giovanni Bosco:

Le virtù che ti renderanno felice nel tempo e nell’eternità sono: l’umiltà e la carità.

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632 Santa Teresina di Lisieux:

La sofferenza diviene la gioia più grande quando la si ricerca come il tesoro più prezioso.

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631 Don Nikola Vucic:

SACRO CUORE, batte sempre per te.

Vai da Lui e sarai salvo, sarai guarito.

Anche quando il tuo cuore si è raffreddato, Sacro Cuore arde ancora per te.

Quanto soffre questo Cuore per la tua indifferenza!

Continuamente Gesù si fa mendicante d’amore davanti a te.

Vai da Lui.

È ancora tempo di cercare le orme del Suo venirti incontro, a darti l’amore che lievita nel Suo Cuore nelle notti insonni che soffre per te.

Una parte del tuo tempo è sprecato in cose di poco conto, mentre Lui non smette di aspettarti.

Pensa a Lui, prega, e sii fedele agli appuntamenti quotidiani con Lui.

E poi sarà Lui a pensare a te e provvedere un futuro pieno di speranza.

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630 Sant’Antonio di Padova:

La gente maledetta degli usurai, forte e innumerevole, è cresciuta sulla terra: essi si sono ormai impadroniti di tutto il mondo.

L’usuraio è duro e inflessibile, perché non si piega davanti a Dio e non teme l’uomo; i suoi denti puzzano, perché nella sua bocca c’è sempre il letame del denaro e lo sterco dell’usura.

Ruba, distrugge e ingoia i beni dei poveri, degli orfani e delle vedove.

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629 Sant’Antonio di Padova:

La mente dell’uomo deve accogliere la parola di Dio, accoltala deve quasi digerirla con la meditazione, e dopo averla bene meditata, deve metterla in pratica nell’esercizio delle varie virtù.

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628 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Il superbo finge di disprezzarsi per essere lodato.

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627 San Giovanni Bosco:

Non ho mai udito che uno sia stato contento in punto di morte del male che ha fatto.

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626 Madre Teresa di Calcutta:

Dobbiamo diventare santi non perché vogliamo sentirci santi, ma perché Cristo deve poter vivere pie­namente in noi la sua vita.

Dobbiamo essere tutto amore, tutta fede, tutta purezza per amore del povero che serviamo.

Una volta che abbiamo appreso a cer­care innanzitutto Dio e la sua volontà, il nostro con­tatto con il povero diventerà un mezzo per raggiunge­re una grande santità interiore e verso gli altri.

Santi­tà è unione con Dio; nella preghiera come nell’azione, in eguale maniera, noi veniamo da Dio a Cristo e an­diamo a Dio attraverso Cristo.

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625 San Francesco di Sales:

È bene accettare quei mali che secondo le circostanze ci capitano senza prevenirli con l’apprensione e angosciarsene.

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624 Sant’Antonio di Padova:

Ora della tentazione è la prossimità della morte, quando il diavolo s’impegna con tutti i mezzi a tentare l’uomo e a pervertire tutti i suoi sentimenti: è quello il momento decisivo in cui irreparabilmente conquista o perde la nostra anima.

Soprattutto ci tenta di incredulità, affinché non crediamo e non riceviamo i sacramenti della chiesa, e vuole precipitarci nella disperazione, affinché non riponiamo la nostra speranza nella misericordia divina.

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623 Sant’Agostino:

Bestemmia contro lo Spirito Santo chi si oppone con cuore impenitente all’unità della Chiesa.

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622 Santa Faustina Kowalska:

Trovo sempre luce e forza d’animo nella preghiera.

Vi sono talvolta, però, momenti tanto difficili e penosi per me, che talvolta mi domando come ciò possa accadere in una casa religiosa.

Sono convinta che Dio permetta talvolta cose strane unicamente con lo scopo di far giungere un’anima a una migliore formazione.

A questo devono servire le contraddizioni della vita.

O vita grigia e piena di accadimenti incomprensibili in cui esercito la pazienza per ricavarne l’esperienza, pur imparando ogni giorno qualche cosa, m’accorgo di saper sempre troppo poco.

Non mi scoraggio; ringrazio Dio, piuttosto, di costringermi a conoscere me stessa.

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621 Madre Teresa di Calcutta:

La santità cresce così in fretta dove c’è la bontà!

Non ho mai sentito dire di anime buone che vadano fuori strada.

Il mondo è perduto per mancanza di dolcezza e di bontà.

Nelle case religiose questa man­canza di gentilezza e di bontà sono in grande pericolo, poiché è sopravvenuta una tal abitudine l’uno dell’al­tro, che alcuni pensano di essere liberi e di dire qual­siasi cosa a chiunque, in ogni occasione.

E si attendo­no che le altre Sorelle sopportino questa mancanza di gentilezza.

Perché non cercare di mettere un freno al­la vostra lingua?

Voi sapete quello che siete in grado di fare ma non potete sapere quello che l’altro è capa­ce di sopportare.

Perché allora non dare prima di tut­to a voi stessi l’occasione di essere santi?

La vostra santità sarà di grandissimo aiuto alle vostre sorelle in misura maggiore dell’occasione che date ad esse di sopportare la vostra scortesia?

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620 Santa Teresina di Lisieux:

E’ meglio parlare a Dio che di Dio: si mescola tanto amor proprio nelle conversazioni spirituali!

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619 Don Nikola Vucic:

Quanto è grande la potenza della preghiera!

Essa è come quella regina che in ogni momento ha libero accesso presso il Re, e può ottenere tutto ciò che vuole.

Per pregare bene non è necessario dire delle belle frasi, bensì amare e fidarsi.

Dove, nella preghiera, cadono le lacrime, fioriscono molte grazie.

Per pregare puoi fare come i bimbi piccoli che non sanno parlare ma solamente balbettare, e ugualmente il padre li comprende.

È la fiducia quella che conta.

La preghiera è uno slancio del cuore, è uno sguardo d’amore.

La preghiera dilata l’anima e ti avvicina a Dio.

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618 San Giovanni Bosco:

Oh! miei figlioli – diceva – correte, giocate e schiamazzate, ma non fate dei peccati e il vostro posto è sicuro nel paradiso.

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617 Sant’Antonio di Padova:

Benché l’albero, cioè il corpo dell’uomo, venga tagliato dalla scure della morte, sia invecchiato, decomposto nella terra e ridotto in polvere, tuttavia l’uomo deve avere la speranza ch’esso rifiorirà, cioè risorgerà, e che le sue membra ricresceranno e che, al sentore dell’acqua, cioè per la munificenza della sapienza divina, germoglierà di nuovo e ritornerà al suo splendore, come nel paradiso terrestre.

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616 Madre Teresa di Calcutta:

L’amore comincia in casa.

Ogni cosa dipende da come vicendevolmente ci amiamo.

Fate in modo che le vostre comunità vivano in questo amore e diffondano la fragranza dell’amore di Gesù ovunque vadano.

Non abbiate timore di amare sino alla sofferenza, poiché è il modo in cui Gesù ha amato.

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615 San Pio da Pietrelcina:

Vorrei volare per invitare le creature tutte di amare Gesù, di amare Maria.

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614 San Francesco di Sales:

Colui che ha meno della propria volontà, ha più della Volontà di Dio.

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613 Don Nikola Vucic:

Ci sono cose nella vita che ti ricordano quanto sei debole.

Il dolore è una di quelle.

Il dolore, come un rude predicatore, ti costringe di fare i conti con te stesso.

È una magra consolazione quella teoria del “c’è chi sta peggio di te”, ed è profondamente sbagliata perché ognuno vive il dolore sulla propria pelle.

Niente ti appartiene così tanto quanto il dolore.

Ma più delle volte la sofferenza è la tua vera salvezza: quando è vissuta nella fede, con la grazia di Dio, essa ti fortifica e può valere tutta una vita, anche l’eternità.

La fede non ti libera dalla sofferenza ma ti aiuta affinché l’angoscia non prenda il sopravvento; e ti ricorda che ciò che conta non è soggetto né al dolore né alla morte.

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612 Sant’Antonio di Padova:

“Godete sempre nel Signore!

Ve lo ripeto: godete”.

Per ben due volte l’Apostolo ripete l’invito a godere, e questo a motivo del duplice dono della prima e della seconda venuta del Signore.

Dobbiamo godere perché nella prima venuta ci ha portato le ricchezze della redenzione, e nella seconda ci darà la ricompensa e la gloria.

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611 Santa Faustina Kowalska:

Venuta a conoscenza dei miei rapporti con Gesù, una delle madri mi rinfacciò di essere un’illusa.

Mi disse che Gesù tiene una simile intimità di rapporti solo con i santi e non con le anime peccatrici «come la sua, suora!».

Dopo d’allora, presi a diffidare di Gesù.

In un mio colloquio, gli dissi francamente:

«Gesù, non saresti, per caso, un’illusione?».

Rispose: 

«Il mio amore non illude nessuno».

Talvolta però lo sfuggivo, perché non volevo essere vittima dello spirito del male, come non poche volte mi veniva detto.

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610 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Bisogna già essere arrivato ad un certo grado di perfezione per sopportare la malattia con pazienza.

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609 Madre Teresa di Calcutta:

L’umiltà è verità; perciò, in tutta sincerità dob­biamo essere capaci di levare lo sguardo e dire:

«Pos­so compiere tutte queste cose in Lui che mi dà la for­za ».

Grazie a tale affermazione di San Paolo, dovete nutrire una certa fiducia nel compiere la vostra opera – o meglio, l’opera di Dio – bene, efficacemente, anche perfettamente, con Gesù e per Gesù.

Convince­tevi che da soli non potete fare nulla, che non posse­dete nulla eccetto il peccato, la fragilità e la miseria: che tutti i doni della natura e della grazia che avete, li avete per merito di Dio.

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608 Sant’Agostino:

La lode da cantare è lo stesso cantore…

Siate voi la lode che volete proferire; e sarete la sua lode se vivrete bene.

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607 San Pio da Pietrelcina:

Non ti meraviglierai affatto delle tue debolezze ma, riconoscendoti per quella che sei, ti arrossirai della tua infedeltà a Dio ed in lui confiderai, abbandonandoti tranquillamente sulle braccia del celeste Padre, come un bambino su quelle della propria madre.

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606 Don Nikola Vucic:

Ogni giorno, per qualche minuto, fai tacere la tua immaginazione, chiudi gli occhi e le orecchie a tutte le cose terrene; entra nella tua camera interiore, dimora dello Spirito Santo.

Invoca lo Spirito con insistenza e confidenza.

Egli non ti deluderà mai.

Scoprilo dentro di te e vivi in costante dipendenza dalla Sua guida.

Rivolgiti a Lui con fiducia di un bambino.

Digli di guidarti, di illuminarti, di consolarti.

Digli di assisterti in tutto ciò che fai.

Sottomettiti a Lui con l’umiltà e la tua vita scorrerà tranquilla, serena e piena di consolazioni divine.

Anche nelle prove ti sarà data la grazia sufficiente per superarle.

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605 San Francesco di Sales:

Finché l’anima non arriva a spezzar se stessa, sarà sempre soggetta ad alterarsi o vergognarsi di quelle cose che non le vanno bene.

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604 San Francesco di Sales:

La vita dei santi non è altro che il Vangelo messo in pratica.

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603 San Filippo Neri:

L’umiltà che Filippo praticava personalmente, voleva che la imparassero anche gli altri, soprattutto i suoi discepoli.

Per questo li prendeva di mira con scherzi, burle, umiliazioni di ogni genere.

Chi più di tutti ebbe a soffrire le burle di Filippo fu Cesare Baronio, uno dei primi e più noti discepoli, scrittore e storiografo di fama tale che meritò di essere insignito del titolo cardinalizio.

Il Baronio era un tipo austero, meditabondo, e ciò non era nello spirito della Congregazione dell’Oratorio e bisognava correggerlo.

San Filippo perciò non perdeva mai le buone occasioni per metterlo in ridicolo.

Un giorno, sposandosi la figlia di una certa vedova di nome Gabriella da Cortona, della quale Filippo si era preso cura materiale e spirituale, il Santo dovette andare al banchetto di nozze.

L’invito di Filippo portava naturalmente l’accompagnamento di un certo numero di discepoli dell’Oratorio, e tra questi non poteva mancare il Baronio.

Immaginiamo la scena.

Tra tante facce allegre e tante bocche chiacchierone, la faccia del Baronio più che da nozze doveva essere da funerale: sempre serio e in continua meditazione.

Filippo lo nota subito e pensa:

Ora ti aggiusto io.

Ad un certo momento intimò al giovane cogitabondo di alzarsi e di intonare il Miserere.

La scena sarebbe stata già di per se stessa esilarante, ma il Miserere cantato in quelle circostanze da quel giovane impacciato, grosso e tutto severo, dovette essere un vero spasso.

La beffa del canto era una delle trovate più frequenti.

Quante volte il Gallonio, un altro discepolo del Santo, anche lui uomo grave e autorevole, dovette rassegnarsi a cantare delle canzonette popolari dinanzi a prelati, cardinali, grandi personaggi ed anche davanti a monache.

A tutti i costi san Filippo voleva edificare i suoi all’umiltà: ma non a quell’umiltà musona che fa paura; a un’umiltà burlona, socievole, che facendoci stare ai piano dei nostri simili, è più facilmente praticabile.

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602 Santa Faustina Kowalska:

Il predicatore oggi ci diceva che l’intera storia dell’umanità è un manifestarsi della bontà di Dio.

Tutti gli altri suoi attributi, come l’onnipotenza e la sapienza, contribuiscono a svelarci che la misericordia è, fra tutti, l’attributo suo più grande.

Gesù mio, nessuno può esaurire la tua misericordia.

La perdizione è unicamente la sorte delle anime che hanno la volontà di perdersi, ma chi desidera salvarsi potrà tuffarsi nel mare senza sponde della divina misericordia.

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601 Don Nikola Vucic:

Gesù ci invita ad amare i nostri nemici e pregare per loro.

Può essere facile amare un nemico quando è lontano, ma purtroppo i nostri veri nemici sono tutti vicini.

Alcuni ti sfiorano continuamente e devi fare i conti con la loro presenza indesiderata.

Il nemico da amare è la persona che ti sta antipatica; è la persona che non la pensa come te, è la persona ambigua e fastidiosa che ha abitudine di arrivare sempre nel momento meno opportuno…

Sentendo le parole del Signore, devo rendermi conto che è compito mio liberare il cuore dall’odio, dal rancore e da ogni sentimento negativo; sono io che devo perdonare e desiderare il meglio per il mio nemico; sono io che devo fare il primo passo e salutare chi si gira dall’altra parte.

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600 Madre Teresa di Calcutta:

I poveri sono persone assolutamente straordinarie e sono in grado di insegnarci molte belle cose.

L’altro giorno uno di essi venne a ringraziarci e disse:

« Voi siete persone che vi siete votate alla castità e siete per­ciò le più qualificate ad insegnarci la pianificazione familiare, poiché non c’e niente più dell’autocontrollo che provenga dall’amore reciproco ».

E penso che ab­bia detto qualcosa di molto bello.

Queste sono persone che potrebbero anche non aver nulla da mangiare, ma sono persone degne della massima stima.

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599 San Giovanni Bosco:

Desidero che muoia povera e che si distacchi totalmente dalle cose della terra per portare seco al cielo il frutto di tutte le sue opere di carità.

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598 San Francesco di Sales:

Impariamo da Gesù nel presepio, che quanto di grande ci fa vedere il mondo non è altro che illusione, fantasma e bugia.

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597 San Giovanni Bosco:

Quando si tratta di fare il bene, di respingere o di combattere gli errori, mettete la vostra confidenza in Gesù e Maria, e allora sarete pronti a calpestrare il rispetto umano e a subire anche il martirio.

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596 Don Nikola Vucic:

Nonostante tutto, io credo nella potenza dell’amore.

È l’amore che ferma le guerre.

È l’amore che fa cadere le barriere tra gli esseri umani e non le armi.

Il paradosso dell’amore consiste nel fatto di essere potente mentre sembra perdente.

L’amore di Gesù diventa potente proprio nel momento della Sua morte in croce.

Sulla croce Gesù entra nel buio della morte, la brucia e la trasforma in luce.

Sulla Croce il Suo amore abbraccia amici e nemici e rompe il circolo vizioso del tornaconto.

Chi ama non si sente impotente di fronte al male.

L’amore è come il lievito che contiene in sé l’energia tale da fermentare molta farina.

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595 San Francesco di Sales:

Procurate di comportarvi in casa con dolcezza, sia verso i parenti, sia verso i dipendenti; perché alle volte quelli che sono angeli fuori, sono diavoli in casa.

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594 Don Nikola Vucic:

Quando preghi non rivolgerti a Dio con strepito di parole, bensì con molto amore e col desiderio vivo di essere esaudito.

E sii umile.

Perché anche Dio Padre continuamente si abbassa pur di stare vicino a te.

Egli non ti tratta mai dall’alto in basso, ma con infinito amore scende fino a te per abbracciarti.

Rimetti sempre la tua volontà nella Sua e avrai la pace.

Mantieniti umile innanzitutto nelle prove e nelle consolazioni divine.

Il demonio, quando vede la tua umiltà, non si avvicina a te tanto facilmente perché ci rimette.

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593 San Giovanni Bosco:

Quale credi che sia il mezzo più facile a noi per farsi santi?

É il seguente.

Riconoscere la volontà di Dio in quella dei nostri superiori in tutto ciò che ci comandano e in tutto quello che ci accade lungo la vita.

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592 Sant’Antonio di Padova:

La misericordia di Dio è superiore a ogni malizia del peccatore. “Guardai, ed ecco una porta era aperta nel cielo” (Ap 4,1).

La porta aperta è la misericordia di Dio, sempre pronta ad accogliere coloro che si pentono.

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591 Madre Teresa di Calcutta:

Vi sono tre segni che denunciano una vera umiltà; vediamo di possederli:

1. Deferenza, rispetto e obbedienza verso i supe­riori.

2 Accettazione gioiosa di tutte le umiliazioni.

3. Carità verso gli altri, in particolare verso i più poveri e umili.

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590 Santa Faustina Kowalska:

Mio Dio, hai usato la tua misericordia anche con gli angeli, quando creasti quegli spiriti celesti e li ammettesti alla tua divina intimità, rendendoli capaci a loro volta di un amore eterno.

E quantunque tu, Signore, li abbia così generosamente dotati dello splendore della bellezza dell’amore, tu non diminuisci la pienezza che ti è propria come del resto, la loro bellezza e il loro amore nulla aggiunsero a te, poiché in te stesso tu sei tutto.

Se desti ad altri di partecipare alla tua felicità, ciò è dovuto esclusivamente all’immensità della tua misericordia.

Nel momento dell’incarnazione, ti servisti dell’angelo per annunciare il tuo mistero, ma fosti tu a darvi esecuzione.

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589 San Pio da Pietrelcina:

Certe dolcezze interiori sono roba da bambini!

Non sono segno di perfezione.

Non dolcezze, dolore ci vuole.

Le aridità, la svogliatezza, l’impotenza, questi sono i segni di un amore vero.

Il dolore è piacevole.

L’esilio è bello, perché si soffre e possiamo così dare a Dio qualche cosa.

Il dono del nostro dolore, delle nostre sofferenze è una gran cosa, che non possiamo fare in paradiso.

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588 Santa Teresina di Lisieux:

Non vi affliggete se io soffrirò molto e se non vedrete in me nessun segno di felicità nel momento della morte.

Nostro Signore è ben vittima d’amore, eppure sapete quale è stata la sua agonia!

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587 Don Nikola Vucic:

Ascoltare la parola di Dio e metterla in pratica è la via per entrare in intimità con Cristo.

La vita cristiana è la ricerca continua di questa intimità.

È Cristo stesso che desidera costruire qualcosa di profondo con te:

vuole diventare il tuo amico intimo, il tuo famigliare.

Entrare in intimità con Cristo vuol dire sentirsi coinvolto nella Sua storia, riscoprire l’amore unico e vivere da vero innamorato.

Questa intimità è frutto di attrazione e di continua frequentazione.

Niente e nessuno deve mettersi in competizione con questo amore: è esclusivo.

Quando Cristo occupa il primo posto nella vita, tutto il resto assume giusta proporzione e collocazione nella scala di valori.

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586 San Francesco di Sales:

Abbiamo naturale inclinazione a comandare e molta avversione a obbedire, eppure quanto ci torna più utile l’obbedire che comandare!

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585 Sant’Antonio di Padova:

Oggi sono i poveri, i semplici, gli indotti, i rozzi e le vecchierelle che hanno sete della parola della vita, dell’acqua della sapienza salvatrice.

Invece i cittadini di Babilonia che si ubriacano al calice d’oro della grande meretrice, i sapienti consiglieri del faraone, credete a me, costoro sono pieni di parole vuote.

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584 San Pio da Pietrelcina:

Gesù e l’anima tua d’accordo devono coltivare la vigna.

A te il compito di togliere e trasportare pietre, strappare spine.

A Gesù il compito di seminare, piantare, coltivare, innaffiare.

Ma anche nel tuo lavoro c’è l’opera di Gesù.

Senza di lui non puoi far nulla.

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583 Sant’Antonio di Padova:

Come il profeta Isaia, anche noi oggi desideriamo che i cieli si squarcino per poter contemplare, visibile nella carne, colui che è invisibile.

Si squarci il cielo, discenda il Verbo e di fronte a lui si dissolva la superbia dei monti (i grandi di questo mondo) alla presenza della sua umanità.

Chi sarebbe ancora così superbo, così arrogante e pieno di sé, se riflettesse a fondo sulla Maestà annientata, sulla Potenza resa debole e sulla Sapienza che balbetta?

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582 Sant’Agostino:

Tanto forte è la giuntura della carità che, sebbene molte pietre viventi concorrano alla struttura del tempio di Dio, esse diventano una sola pietra.

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581 San Giovanni Bosco:

Se un giovane è goloso, amante del vino, dormiglione, a poco a poco avrà tutti i vizi.

Diverrà poltrone, sbadato irrequieto e tutto gli andrà a male.

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580 Don Nikola Vucic:

Arricchire davanti a Dio è possibile, ma esige un atteggiamento diverso: riconoscere che la propria felicità non dipende da quello che uno possiede, bensì dal dono di Dio.

Signore, crea in me un cuore povero e libero per Te.

Fammi conoscere il vero valore delle cose, strappa via false ricchezze.

Fammi comprendere che la vita senza di Te è un pugno di affanni, è come un fuoco spento o una canna battuta dal vento.

Fammi capire che vivere senza di Te è una vana agitazione, è come inseguire chimere.

Accumulare i tesori inutili, riempire i granai?

Ma per chi?

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579 Sant’Antonio di Padova:

Il vero penitente deve confessarsi colpevole di tre cose:

di aver offeso il Signore, di aver ucciso se stesso e di aver scandalizzato il prossimo, omettendo di dare a ciascuno secondo la debita giustizia.

A Dio l’onore, a se stesso la diffidenza, al prossimo l’amore.

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578 Santa Faustina Kowalska:

La conoscenza di Dio mi rende libera e assolutamente indipendente da ogni cosa.

Qualunque avvenimento ormai viene a trovarsi sotto i miei piedi, dal momento che il mio sguardo è fisso in Dio.

Quando considero la tua grandezza ed il tuo fascino, Signore, si scatena in me tutta la gioia.

La sapienza vera è amare Dio; ogni grandezza e ogni beltà si trova in lui.

Fuori di lui non conosco nulla che possa dirsi grande e bello.

O sapienti del mondo, o grandi intelligenze, riconoscete che la vera grandezza è amare Dio.

È sorprendente che vi siano uomini, i quali ingannano se stessi dicendo che non esiste eternità!

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577 San Francesco di Sales:

Colui che ha meno della propria volontà, ha più della Volontà di Dio.

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576 Don Nikola Vucic:

Quando ti accingi a pregare la prima cosa da fare è quella di stabilire il contatto con Dio, di lasciarti ipnotizzare dallo sguardo affettuoso del Padre.

Infatti la preghiera inizia nell’istante in cui prendi coscienza che Dio non cessa mai di guardarti.

La frequente recita del rosario può aiutarti in questo.

E ti capiterà ben presto di immergerti nella preghiera come ci si immerge nel sonno, senza accorgertene.

Come non hai la possibilità di vedere il momento esatto in cui il sonno ti sorprende, così è per l’istante in cui la preghiera si accende dentro di te.

Lo riconosci da una certa dolcezza che invade il corpo e l’anima.

Lo Spirito Santo ha ingranato la marcia e la preghiera si è messa in movimento aumentando di velocità.

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575 Sant’Antonio di Padova:

“Apparve nel cielo un segno grandioso:

una donna vestita di sole…” (Ap 12,1-2).

Questa donna raffigura la chiesa, che a buon diritto è chiamata “donna”, perché feconda di molti figli, che ha generato dall’acqua e dallo Spirito Santo.

Questa è la donna vestita di sole.

Il sole è così chiamato perché compare da solo, dopo aver oscurato con il suo fulgore tutte le altre stelle.

Il sole è Gesù Cristo, che abita una luce inaccessibile (cf. 1Tm 6,16), e il cui splendore vela e oscura i deboli raggi di tutti i santi, se vengono a lui paragonati, perché “non c’è santo come il Signore” (1Re 2,2).

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574 San Pio da Pietrelcina:

Ricordalo: è più vicino a Dio il malfattore che ha vergogna di operare il male che l’uomo onesto il quale arrossisce di operare il bene.

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573 Santa Faustina Kowalska:

Una sera, vidi Gesù crocifisso.

Acqua e sangue colavano dal suo fianco.

Egli parlò: 

«Rifletti su ciò che fai tu per la salvezza delle anime».

Risposi:

«Quando guardo la tua passione, mi convinco di non fare proprio nulla per la salvezza delle anime».

E Gesù a me: 

«Sappi che il tuo dovere quotidiano, accettato con assoluta sottomissione al mio volere, conduce in paradiso molte anime.

Quando ti sembrerà che la fatica vada al di là delle tue forze, fissa il tuo sguardo su ciò che io ho sofferto.

Ti solleverai così sopra ogni sofferenza, sopra il disprezzo ed i giudizi umani.

La riflessione sulla mia passione t’aiuterà ad innalzarti al di sopra di ogni cosa».

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572 Santa Teresina di Lisieux:

Come è bella la nostra religione!

Invece d’inaridire i cuori (come crede il mondo), li sublima e li rende capaci d’amare, d’amare d’un amore quasi infinito, perché deve continuare dopo questa vita mortale, che ci è data unicamente per conquistare la patria dei cieli, dove ritroveremo le persone care che avremo amate sulla terra.

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571 Sant’Antonio di Padova:

Sono tre le parti del corpo dalle quali proviene la vita o la morte: il cuore, la lingua, la mano.

Dal cuore proviene il consenso, dalla lingua la parola, dalla mano l’azione.

Se con queste tre parti abbiamo offeso il Signore, da esse deve venire la riparazione e la professione di fede.

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570 Sant’Antonio di Padova:

Arrossisca l’insensato orgoglio, si sgonfi la tronfia arroganza, perché la Sapienza di Dio è discesa!

Misero uomo, strisciando con le mani e coi piedi, tenti di arrampicarti verso gli onori, mentre Gesù, al richiamo della pia Madre, differì fino ai trent’anni la missione redentrice che aveva iniziato dodicenne nel Tempio.

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569 San Francesco di Sales:

L’umiltà ci rende migliori verso Dio; e la mansuetudine verso il prossimo.

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568 San Pio da Pietrelcina:

Dammi e conservami quella fede viva che mi faccia credere ed operare per tuo solo amore.

E questo è il primo dono che ti presento, ed unito ai santi magi, ai tuoi piedi prostrato, ti confesso senza alcun umano rispetto dinanzi al mondo intero per vero ed unico nostro Dio.

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567 Sant’Antonio di Padova:

Cristo uscì dal seno del Padre e venne nel mondo per seminare e costruire la sua chiesa, nella quale fosse conservata una semente non corruttibile (cioè la sua Parola), destinata a durare nei secoli dei secoli.

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566 Santa Faustina Kowalska:

Qualunque cosa Gesù avesse fatto, lo fece bene, come sta scritto nel Vangelo.

Il suo atteggiamento esteriore traboccava di bontà, la misericordia guidava i suoi passi: ai nemici manifestava comprensione, a tutti indulgenza e cortesia; dava aiuto e consolazione ai bisognosi.

Mi sono proposta di rispecchiare fedelmente in me questi tratti di Gesù, anche se ciò mi dovesse costar molto:

 «Mi sono graditi i tuoi sforzi, figlia mia!».

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565 Don Nikola Vucic:

Di questi tempi non è facile concentrarsi e sottrarsi a un clima di dispersione e di stordimento collettivo.

Eppure sarebbe necessario dare spazio allo spirito e ai pensieri seri: il senso del vivere, il mistero del dolore, il valore della fede, il senso della morte…

Cade male la festa dell’Assunta in mezzo a tutti questi incendi.

Ma non è solo il fuoco che fa paura, bensì una vita bruciata, ridotta e spesa per cose derisorie.

Maria può essere il segno di un futuro luminoso, un richiamo a qualcosa di bello.

E mentre i giornali scrivono giustamente su emergenza climatica, ci sono delle emergenze anche nel settore della spiritualità, perché non siamo avviati alla morte bensì alla vita.

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564 Santa Faustina Kowalska:

Da quando, partendo anche come uomo verso il cielo, ci lasciasti te stesso nel Sacramento dell’altare, non vi è miseria che possa esaurire la tua misericordia.

Qui si trova il tempio della tua pura bontà, qui l’umanità coglie il rimedio della propria debolezza.

Tu, dopo essere spirato sulla croce, ci donasti la tua vita eterna nei santi Sacramenti aprendone nel tuo fianco squarciato la sorgente.

Qui si rivela la tua misericordia onnipotente, di qui scorrono per noi tutte le grazie.

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563 San Filippo Neri:

Un giorno gli si presentò un giovane patrizio chiedendo di poter entrare a far parte dei preti dell’Oratorio.

Il Santo gli rivolse alcune domande, e, avendo capito che non era stoffa da prete perché pieno di spirito mondano e orgoglioso, lo volle mettere alla prova.

Andò in camera, tirò fuori una coda di volpe e la porse al giovane dicendo:

Prendi questa coda, attaccala dietro le tue vesti e fa un giretto per le strade di Roma mantenendo un contegno serio.

Il giovane si mostrò offeso e scattò a dire:

Non sono venuto a cercare una vergogna, o per fare delle pazzie!

Ebbene, gli disse allora Filippo, la vita religiosa non è per te.

Sappi che qui non c’è da aspettarsi onori o ricchezze, ma rinunce e mortificazioni.

Un’altra volta andarono da lui per visitarlo due cappuccini, uno giovane e uno vecchio.

Filippo diede loro un’occhiata e gli sembrò che il giovane avesse più spirito religioso che il vecchio.

Volle farne la prova usando anche qui i suoi metodi, studiando il modo di umiliare il giovane.

L’occasione gli venne offerta quasi subito.

Il frate giovane sputò a terra davanti a Filippo senza alcun riguardo.

Filippo allora ostentò un impeto di collera e con finto sdegno proruppe in una solenne ramanzina:

Che educazione è questa!

Fila via di qui!

E così dicendo minacciava di percuoterlo sulla testa con una delle ciabatte che s’era tolto dai piedi.

Il malcapitato non si scompose per nulla, mentre il confratello più anziano era già tutto turbato.

E Filippo continuava:

Levati di dosso quel mantello da religioso che non sei degno di portarlo…

Il fraticello, allora, lietamente e per nulla offeso, rispose:

Padre, ha ragione, andrò volentieri senza mantello non solo perché non sono degno di portarlo, ma anche… perché non ho freddo… e poi perché stamattina ho mangiato molto…

Padre Filippo non se ne dette per inteso; aggiunse altre aspre parole e alla fine senza alcun segno di cortesia licenziò i due frati.

Ma appena quelli furono giunti in fondo alle scale, li fece richiamare.

Andò incontro al giovane che aveva così bistrattato e con il contegno più affabile di questo mondo, lo abbracciò, gli fece mille cortesie, e congedandolo gli disse:

Figliuolo, persevera in con questa tua allegrezza, perché questa è la vera via per trarre profitto nella virtù.

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562 Sant’Antonio di Padova:

La Vergine Maria, mentre era quaggiù nella chiesa militante, possedette e praticò le virtù di tutti i giusti.

È scritto infatti:

“In me ogni grazia di via e di verità, in me ogni speranza di vita e di virtù” (Eccli 24,25).

Ebbe anche un’immensa pietà per i penitenti; infatti disse:

“Non hanno più vino”, come per dire:

Riversa, o Figlio, sui penitenti la grazia del tuo amore, perché non hanno il vino della compunzione.

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561 San Filippo Neri:

Ad uno il quale ama veramente il Signore non è cosa più grave, né più molesta quanto la vita.

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560 Don Nikola Vucic:

La preghiera è un atteggiamento prima ancora che formula o testo recitato.

Pregare è credere sul serio di essere tra le braccia del Padre.

Pregare non è cercare una istantanea soluzione bensì una relazione vitale.

La preghiera si nutre di silenzio, di ascolto, di liturgia e soprattutto di vita concreta.

La preghiera, l’incontro con Dio, non è un attimo, non è un’ora: è la vita.

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559 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Quando si muore, spesso ci si trova come una lama di ferro arrugginita che bisogna mettere nel fuoco (= il purgatorio).

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558 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Se vogliamo testimoniare al buon Dio che lo amiamo, bisogna compiere la sua santa volontà.

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557 San Giovanni Bosco:

Per essere cari a Maria Ausiliatrice, bisogna onorare il Figlio, e vi indico alcuni mezzi per farlo.

Per essere a Lei cari bisogna accostarsi con frequenza ai santi sacramenti, ricevere il più sovente possibile la Santa Comunione e non potendo riceverla, fare le comunioni spirituali; poi ascoltare la Santa Messa, fare visite a Gesù Sacramentato: assistere alla benedizione, compiere opere di carità in onore di N.S.J.C, perché al Signore piace che si pratichi la carità.

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556 Sant’Antonio di Padova:

La vita del giusto è come la stella del mattino tra le nebbie, cioè in mezzo alle vanità del mondo.

Osserva che nella nebbia si ha paura del brigante; dissolta la nebbia, splende più luminoso il sole; se tenti di toccarla, non senti niente; quando si alza è segno di bufera, quando si dissolve è segno di bel tempo.

Nella nebbia le cose sembrano più grandi; si diffonde su tutta la terra e non si sa più per dove andare.

Così tra le vanità del mondo, nel lusso del mondo, si nasconde il brigante, cioè il diavolo; e il giusto nutre un grande timore quando gli arride il favore delle cose temporali.

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555 Madre Teresa di Calcutta:

Fedeltà nelle piccole cose, non per interesse per­sonale – questa sarebbe l’opera di menti meschine – ma per uno scopo più grande, che è fare la volontà di Dio, che devo rispettare anche nelle piccole cose.

Sant’Agostino dice:

« Le piccole cose sono poca cosa effettivamente, ma l’essere fedeli nel poco è importan­te».

Non è, infatti, Nostro Signore altrettanto presen­te in una piccola ostia come in una grande?

La più piccola delle regole contiene la volontà del Signore quanto i grandi impegni della vita.

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554 Don Nikola Vucic:

Scribi e farisei giudicano presto credendo di essere nel giusto, ma sono incapaci di accorgersi delle travi presenti nei loro sguardi.

La presunzione di sentirsi apposto non permette di vedere gli altri come fratelli bensì come degli inadempienti, peccatori.

Non accade, talvolta, di farci paladini delle più ardite battaglie proprio mentre la nostra esistenza è in totale dissonanza con ciò che proclamiamo?

La rettitudine, prima ancora che esprimersi nei gesti e nelle parole, ha la sua origine naturale nel cuore.

A nulla serve potare un albero se non si ha cura di concimare le radici.

Serve a poco curare i comportamenti se non si cura il cuore.

A chi si preoccupa di tenere pulite le mani, il Signore chiede di guardare se è puro il cuore.

553 Don Nikola Vucic:

Ora non è il momento di vivere con leggerezza.

Con tutta questa tenebra e la guerra, stiamo vivendo un emergenza umanitaria e spirituale.

Il mondo va a rotoli e c’è crisi su tutti i livelli.

Ci sono delle persone che si sono allontanate da Dio e molti giovani che si danno alle più distruttive condotte.

Di fronte a tutto questo, tu che credi in Dio, non devi temere.

Anzi, devi sentirti come quel bambino che sta sereno tra le braccia del papà: la sua fiducia in padre è più grande di qualsiasi pericolo.

Più i tempi sono difficili più devi aggrapparti a Dio, perché del Suo amore siamo sicuri:

“Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?!”

552 Santa Faustina Kowalska:

Cerco di intensificare la mia vita spirituale per essere utile alla Chiesa. Il mio legame con lei è di vaste proporzioni.

Tanto la santità di un’anima, quanto le sue cadute nel peccato si ripercuotono sulla Chiesa intera.

Osservando me stessa e coloro che mi stanno attorno, ho capito che grande influenza esercitiamo effettivamente l’un con l’altro, non mediante qualche raro atto eroico, perché questo dà già nell’occhio per se stesso, ma mediante atti minimi come un gesto della mano, uno sguardo e molti altri i quali, a nostra insaputa, sono tuttavia efficaci e influiscono sulle altre anime.

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551 Don Nikola Vucic:

Più vai avanti nel cammino di fede, più sei convinto che la prova sia il mezzo speciale che usa il Signore per attirarti a Sé.

Qualche volta la prova è l’unico modo che Dio possiede per farti pregare.

In realtà, la prova è la medicina per la tua anima.

Quando sei nella prova non ti abbattere, ma fai in modo che Gesù prenda in Suo possesso le tue pene e le trasformi in monetine di grande valore.

Sapevi che l’assenza delle prove indebolisce il cuore rendendolo più duro, avido e arido?

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550 Don Nikola Vucic:

A che ti serve fare tanti passi verso la carriera, verso il successo, se perdi i primi passi dei tuoi bambini?

Qualche tempo fa mi è arrivata questa lettera:

“Avevo tutto quello che si possa desiderare: una carriera radiosa, una bella famiglia e una bimba fantastica.

Ma nel momento più bello ho perso tutto.

Un automobilista ubriaco ha investito mia figlia e ha portato via la sua vita.

Ma anche la mia.

Da quel momento ho perso il mio orizzonte, ho cominciato a drogarmi di lavoro nella speranza che agisca da anestetico.

A volte lavoravo anche di notte per non tornare a casa e ritrovarmi con i ricordi strazianti.

E mentre la carriera avanzava, la mia vita precipitava nella depressione, nell’abisso senza scampo.

Avevo tanti soldi, potevo comprarmi tutto, ma avevo perso voglia di vivere.

Poi ho incontrato il Signore, ho ritrovato la fede e sperimentato la forza della preghiera.

Tuttavia, darei qualsiasi cosa pur di sentire ancora la risata della mia bambina, o correre con lei nel giardino, o abbracciarla e accarezzarle i capelli.

E anche se, da quando ho incontrato il Signore, la mia vita si è illuminata, non passa un’ora senza che il mio cuore riveda il suo dolce visino”.

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549 Sant’Agostino:

La comprensione è la ricompensa della fede.

Perciò non cercare di capire per credere, ma piuttosto credi per capire.

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548 Sant’Antonio di Padova:

Poiché non c’è istante nel quale l’uomo non fruisca o non abbia bisogno della bontà di Dio, così Dio dev’essere sempre presente nella nostra memoria.

L’uomo è fatto a somiglianza di Dio, perché, come Dio è amore, è buono, giusto, benigno, misericordioso, così l’uomo deve avere anche lui l’amore, essere buono, giusto, benigno, misericordioso.

Chi è misericordioso verso gli altri, Dio è misericordioso verso di lui.

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547 Sant’Agostino:

Così la materna vicinanza non sarebbe servita a nulla a Maria se più felicemente non avesse portato Cristo con il cuore che con la carne.

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546 Don Nikola Vucic:

Non vivere nel passato, ma nel presente.

Affida il tuo passato alla Misericordia di Dio e pronuncia un “amen” su tutto ciò che ha contribuito a portarti lì dove sei.

Vivi nel presente: è l’unica realtà che conta nella tua vita.

Nel presente hai tutto ciò che ti serve per “nascere dall’alto” ed essere felice.

Da quando Cristo è risorto, non devi più andare chissà dove per trovarlo: Gesù è qui, più vivo che mai.

Devi solo accorgerti di Lui.

Apriti con fiducia a Lui e rinascerai di nuovo.

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545 Madre Teresa di Calcutta:

Siccome l’indigenza dei poveri è dovuta al crescen­te rialzo del costo della vita, cerchiamo di essere più attenti nel rispettare un tenore povero di vita nelle nostre case.

Abbiamo dei bisogni quotidiani che i no­stri poveri non si possono permettere; rendiamocene conto in modo che anche noi sperimentiamo la priva­zione negli alimenti, nei vestiti, nell’uso dell’acqua, della luce elettrica e del sapone… tutte cose di cui so­vente i nostri poveri mancano.

Siccome possiamo ave­re tutte queste cose facilmente, le usiamo in abbon­danza, forse con più spreco che se ci trovassimo nella vita secolare.

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544 Don Nikola Vucic:

Con una monotonia che commuove, Gesù ripete che il Padre celeste si prende cura di te.

Ti assiste nei giorni luminosi come in quelli bui.

Mediante questa sollecitudine premurosa, hai la prova provata della Sua presenza.

Ma non ti basta.

Tu vuoi la Sua intimità.

In te c’è una sete ardente del Suo amore.

Infatti, il vero uomo di preghiera non si accontenta delle briciole, non si accontenta delle fresche acque del torrente per appagare la propria sete: aspira alla Sorgente.

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543 Santa Faustina Kowalska:

Dissi a Gesù:

«Mi preme molto l’intera umanità e mi fa soffrire il fatto che non tutti ti conoscono e che quegli stessi che ti hanno conosciuto non ti corrispondono con l’amore che tu meriti.

D’altra parte, vedo quanto terribilmente ti offendono i peccatori e vedo quanto siano oppressi e perseguitati i tuoi fedeli.

Vedo inoltre molte anime che ciecamente si precipitano nel baratro spaventoso dell’inferno.

Capisci, Gesù?

Questo è il dolore che mi strazia e mi sconvolge.

Io desidero che l’intera umanità ricorra fiduciosa alla tua misericordia.

Solo allora, vedendo la gloria del tuo nome, il mio cuore troverà la pace».

Il Signore mi rispose: 

«Figlia, gradisco il linguaggio del tuo cuore.

Recitando la coroncina della mia misericordia, avvicinerai realmente a me il genere umano».

Detto ciò, mi lasciò sola, e io compresi che nessun’anima tributa tanta gloria al suo creatore come quando si rivolge con fiducia alla divina misericordia.

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542 San Francesco di Sales:

Molti aspirano alla perfezione, pochi vi arrivano.

Sapete perché?

Perché non si va con piena confidenza in Dio, ed abbandono fiducioso alla sua paterna Provvidenza.

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541 Don Nikola Vucic:

È all’insegna della spontaneità questo incontro, ai margini di un pozzo, tra Gesù e la Samaritana.

La vita della donna – molto chiacchierata dopo 5 matrimoni falliti – era racchiusa in quel andirivieni che ripeteva tutti i giorni, senza più attendersi nulla.

Quello che era accaduto già 5 volte alla donna, accade spesso anche a noi: ci seduce un nonnulla, ma poi basta poco per gettarci amaramente nella solitudine

Eppure sembra quasi che persino nel ripetersi stanco di certi giorni, Dio possa fissare un appuntamento nuovo.

Quell’Uomo, che le ricorda il suo passato doloroso, le offre acqua viva.

“Signore, dammi questa acqua” – disse la donna.

Mai parole più vere: nulla ci disseta, nulla ci soddisfa, se non l’amore di Gesù.

La donna, per la prima volta si trova di fronte a un uomo che le offre da bere, ma senza quel ammiccamento come le accadeva in passato.

Lei che si era convinta che l’amore fosse solo una terribile fregatura, molla la brocca e torna in città per raccontare quello che le era accaduto.

E così, mentre vaghiamo di pozzo in pozzo, aggiungendo sofferenza a sofferenza, Gesù ci offre l’acqua viva e ci fa capire che il nostro cuore è come un pozzo infinito che le cose finite non possono riempire.

Sempre precaria, all’infuori di Gesù, è la nostra felicità.

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540 Don Nikola Vucic:

“Se tu fossi stato qui…” Marta a Gesù La presenza di Gesù è indispensabile.

Gesù è l’unico necessario.

E se anche tu avverti la Sua mancanza, è un buon segno: significa che Lo ami davvero e Lo ami a tal punto che ti manca.

Più si ama, più la mancanza della persona amata si fa sentire.

L’amore è come quella persona assetata che accetta di guardare da lontano la sorgente, la sola in grado di estinguere la sete.

Ecco, solo il desiderio obbliga Dio di avvicinarsi a te.

Se preghi con desiderio vivo, hai già ricevuto una grazia, poiché tu non avresti il desiderio di Dio se Egli non fosse presente in te.

Se Dio non fosse in te, non potresti sentirne l’assenza.

Allora questo senso di mancanza, questo desiderio, diventi un altro gradino nel tuo cammino verso Dio.

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539 Santa Faustina Kowalska:

Vedo don Michael Sopocko concentrare la sua mente nel lavoro per la causa del culto alla divina misericordia.

Lo vedo esporre i desideri divini ai dignitari della Chiesa di Dio a consolazione delle anime.

Sebbene per ora egli sia pieno d’amarezze, quasi la sua fatica non meritasse nessun altro premio, verrà un giorno in cui le cose cambieranno.

Vedo la gioia, che Dio gli farà pregustare in piccola parte fin da questa terra.

Mai avevo incontrato una fedeltà a Dio simile a quella, per la quale quest’anima si distingue.

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538 San Giovanni Bosco:

I ragazzi bisogna tenerli sempre occupati.

La loro mente sarà così in continuo lavoro.

Se non li occupiamo noi stessi, si occuperanno da sé, e certamente in idee e cose non buone.

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537 San Giovanni Bosco:

I tre nemici dell’uomo sono: la morte (che lo sorprende) il tempo (che sfugge) il demonio (che gli tende i suoi lacci).

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536 San Giovanni Bosco:

Fate c on molta frequenza delle fervorose comunioni.

Andando a ricevere Gesù nel vostro cuore e sovente, l’anima vostra resterà tanto riformata dalla grazia, che il corpo sarà costretto ad essere obbediente allo spirito.

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535 Santa Faustina Kowalska:

La virtù senza prudenza non è virtù.

Dobbiamo pregare spesso lo Spirito Santo, chiedendo la grazia della prudenza.

La prudenza è fatta di riflessione, di saggezza e di ferma risoluzione.

La decisione ultima ci appartiene e ne siamo responsabili.

Spetta a noi la scelta, ma possiamo e anche dobbiamo domandare luce e consiglio.

Ho fatto dei propositi anche in altro campo: godere dei successi altrui come se io stessa li avessi ottenuti.

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534 San Filippo Neri:

Le bizzarrie e le stranezze, compiute da San Filippo, durante la sua vita, specialmente nel periodo in cui era più in auge, furono tali e tante che verrebbe la voglia di non credervi se non ci fossero le testimonianze del Processo di Canonizzazione e soprattutto se non si sapesse che il fare stranezze entrava nelle regole di vita del nostro Santo.

Era il principale studio di San Filippo quello di farsi credere un buono a nulla, un buffone, uno scemo.

Per questo si metteva a saltare, ballare e sgambettare per le vie e per le piazze.

Usciva con la veste alla rovescia infilando nei piedi certe scarpe bianche e larghe che sembravano fatte per il carnevale.

Riceveva gente in camera sua, anche principi e cardinali, con una berretta bianca in testa, e una camiciola rossa che gli arrivava ai piedi.

Non garbava poi per niente i segni di rispetto o di onore.

Quando, andando in chiesa, uomini o donne gli si accostavano per toccargli le vesti o si inginocchiavano dinanzi per averne la benedizione, egli si metteva a tirare le orecchie o i capelli, distribuiva scappellotti, posava gli occhiali sul naso dell’uno o dell’altro.

Ad Anna Borromeo, la sorella del Cardinale, che gli chiedeva la benedizione sulla pubblica via stando inginocchiata per terra davanti a lui, egli posò la sua mano sul capo in atto di benedirla, ma poi con una mossa svelta le scompigliò tutti i capelli.

Nella festa di San Pietro in Vincoli, nella piazza davanti alla Chiesa patronale, affollatissima di gente, egli si mise a saltare come un ragazzo.

Guarda quel vecchio matto, disse qualcuno.

Quando Filippo sentiva di queste frasi, allora era contento.

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533 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Quando si muore, spesso ci si trova come una lama di ferro arrugginita che bisogna mettere nel fuoco (= il purgatorio).

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532 Sant’Antonio di Padova:

“Apparve nel cielo un segno grandioso: una donna vestita di sole…” (Ap 12,1-2).

Questa donna raffigura la chiesa, che a buon diritto è chiamata “donna”, perché feconda di molti figli, che ha generato dall’acqua e dallo Spirito Santo.

Questa è la donna vestita di sole.

Il sole è così chiamato perché compare da solo, dopo aver oscurato con il suo fulgore tutte le altre stelle.

Il sole è Gesù Cristo, che abita una luce inaccessibile (cf. 1Tm 6,16), e il cui splendore vela e oscura i deboli raggi di tutti i santi, se vengono a lui paragonati, perché “non c’è santo come il Signore” (1Re 2,2).

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531 Santa Faustina Kowalska:

Dio mi concesse molta luce, affinché conoscessi i suoi attributi. Il primo attributo, ch’egli mi rivelò fu la sua santità.

Essa è tanto grande che al suo cospetto si velano il volto gli angeli del cielo immergendosi in un’incessante adorazione: Santo, Santo, Santo!

La santità di Dio si viene diffondendo sulla Chiesa e su ogni anima vivente in gradi diversi.

Vi sono anime totalmente immerse nella divinità e ve ne sono altre che la sfiorano appena.

La seconda conoscenza concessami da Dio fu quella della sua giustizia.

La giustizia di Dio raggiunge l’essenza profonda delle cose.

Dinnanzi a lei, tutto si presenta nella sua nuda verità e niente è in grado di opporle resistenza.

Terzo attributo, che fu oggetto per me di riflessione, sono l’amore e la misericordia insieme.

Compresi ch’entrambi formano il maggiore attributo di Dio.

È grazie ad esso che si uniscono tra loro il creatore e la creatura.

Nell’incarnazione del Figlio di Dio e nella sua opera di redenzione, riconosco l’amore supremo e l’abisso della misericordia.

Esistono misteri di misericordia che l’intelligenza umana non potrà mai penetrare fino in fondo sulla terra: a svelarceli sarà l’eternità.

Grazie, Signore.

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530 San Giovanni Bosco:

Due sono le ali per volare al cielo: la confessione e la comunione.

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529 Sant’Agostino:

Rallegriamoci dunque e rendiamo grazie a Dio: noi non siamo stati fatti solo cristiani, ma siamo divenuti Cristo.

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528 San Giovanni Bosco:

« Non è malvagio se non l’uomo inverecondo verso la vecchiaia, le donne e la sventura » diceva Parini.

E Parini giovavasi pur molto dell’autorità che aveva su’ suoi discepoli per tenerli ossequiosi alla vecchiaia.

Una volta egli era adirato con un giovane del quale gli era stato riferito qualche grave torto.

Avvenne che l’incontrò per una strada nell’atto che quel giovane, sostenendo un vecchio cappuccino, gridava con decoro contro alcuni mascalzoni, dai quali era stato urtato.

Parini si mise a gridare concordemente e gettate le braccia al collo del giovane gli disse:

« Un momento fa io ti riputava perverso; or che son testimonio della tua pietà pei vecchi, ti ricredo capace di molta virtù.»

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527 Sant’Antonio di Padova:

Oggi non ci sono mercati, non si fanno adunanze civili o ecclesiastiche, nelle quali non si trovino monaci e religiosi.

Comprano e rivendono, “edificano e distruggono, arrotondano ciò che era quadrato” (Orazio, Epistole), cioè mutano e rimutano ogni cosa.

Nelle cause convocano le parti, litigano davanti ai giudici, assoldano legisti e avvocati, trovano testimoni pronti a giurare insieme ad essi per cose effimere e vane.

Ditemi, o fatui religiosi, se nei profeti e nei vangeli di Cristo, o nelle lettere di Paolo, e nella regola di san Benedetto o di sant’Agostino avete trovato questi dibattiti e questi clamori per cose effimere e caduche (…).

Vedi con quanto scrupolo osservano la loro regola in ciò che è prescritto a vantaggio del corpo, ma la regola di Gesù Cristo, senza la quale non possono salvarsi, la osservano poco o nulla.

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526 San Giovanni Bosco:

In paradiso si godono tutti i beni in eterno.

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525 Santa Faustina Kowalska:

Cracovia, 20.10.1935.

Con la guida di un angelo, venni condotta nell’inferno.

È una voragine di indescrivibili tormenti.

Quale che sia lo spazio che occupa, è vastissimo.

Vi notai questi tormenti: il primo costituisce l’essenza stessa dell’inferno e consiste nella perdita di Dio.

Il secondo, sono i continui rimorsi di coscienza.

Il terzo, sta nel fatto che un simile destino non cambierà mai più.

Il quarto, è il fuoco che tormenta l’anima senza consumarla: si tratta di una tortura atroce, perché quel fuoco è unicamente spirituale e viene acceso dall’ira di Dio.

Il quinto tormento consiste nelle tenebre continue e nel fetore soffocante.

Malgrado ciò, demoni ed anime dannate si scorgono reciprocamente e constatano tutto il male degli altri e quello proprio.

Il sesto tormento è rappresentato dalla presenza continua di Satana.

Il settimo è dato da una disperazione spaventosa, la quale scatena l’odio verso Dio e riempie tutto quello spazio di imprecazioni, di maledizioni e di bestemmie.

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524 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Ti amo, mio Dio, e il mio unico desiderio è di amarti fino all’ultimo respiro della mia vita.

Ti amo, o Dio infinitamente amabile, e … preferisco morire amandoti, piuttosto che vivere un solo istante senza amarti.

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523 Madre Teresa di Calcutta:

Siate gentili e amorevoli l’uno verso l’altro, poi­ché non potrete amare Cristo nelle vesti del sofferente se non sapete amare Gesù, vedendolo nel cuore del vostro confratello o delle vostre consorelle.

L’amore per essere vitale deve essere alimentato dal sacrificio.

Siate prodighi di mortificazioni e di tutti i sacrifici che derivano dalla nostra povertà e sarete in grado di dire in tutta sincerità:

« Mio Dio e mio tutto ».

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522 Santa Faustina Kowalska: 

Gesù, ti ringrazio d’aver bevuto prima di me l’amaro calice che a me porgi già addolcito.

Ecco ho accostato le mie labbra a questo calice della tua santa volontà.

Avvenga di me ciò che, prima di tutti i secoli, la tua sapienza ha stabilito.

Desidero vuotare fino in fondo il calice a cui fui predestinata.

Una simile predestinazione non sarà oggetto del mio esame: la mia fiducia sta nel venir meno di ogni mia speranza.

In te, Signore, tutto è buono; tutto è dono del tuo cuore.

Non preferisco le consolazioni alle amarezze, né le amarezze alle consolazioni: ti ringrazio, Gesù, per ogni cosa

Sono felice di fissare il mio sguardo su di te, Dio incomprensibile.

È in questa esistenza singolare che il mio spirito dimora, e qui io sento di trovarmi a casa mia.

O bellezza non creata, chi ha conosciuto te una volta sola, non può amar altro.

Trovo dentro di me una voragine e nessuno, se non Dio, la può colmare.

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521 Santa Teresina di Lisieux:

Sono convinta che le medicine siano inutili per guarirmi, ma mi sono accordata con Dio misericordioso perché ne faccia profittare i poveri missionari: non hanno tempo né mezzi per curarsi. Io gli chiedo che tutte le cure prodigate a me guariscano loro.

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520 Madre Teresa di Calcutta:

Nel povero e nelle nostre Sorelle e Fratelli, c’è Ge­sù, e quindi noi siamo ventiquattr’ore su ventiquattro alla sua presenza.

Per questo siamo dei contemplativi anche in mezzo al mondo.

Magari sapessimo impara­re come trasformare in preghiera il nostro lavoro, compiendolo assieme a Gesù, per Gesù, dedicato a Gesù, per la gloria del suo nome e per il bene delle anime!

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519 Madre Teresa di Calcutta:

Per me Gesù è il mio Dio.

Gesù è il mio sposo.

Gesù è la mia vita.

Gesù è il mio solo amore.

Gesù è la cosa più importante per me.

Gesù è il mio tutto.

Gesù, ti amo con tutto il cuore, con tutta me stessa.

Gli ho dato tutto, anche i miei peccati ed egli mi ha scelta come sua sposa con tutta la tenerezza del suo amore.

Ora e per sempre sono la sposa del mio Sposo cro­cefisso.

Così sia.

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518 San Giovanni Bosco:

Taluni credono lecito di godere tutti per sé quei beni di tutti che il Signore ha loro concessi: lecito di conservarli, farli fruttare, adoperarli come loro pare e piace, senza farne parte alcuna ai bisognosi.

Altri giudicano di fare abbastanza quando danno qualche piccola moneta somministrano qualche soccorso raro o stentato.

Questo è in inganno.

Gesù Cristo comanda la limosina.

“Quod super est date elemosynam”.

Fate limosina, e di che cosa?

Di quello che sopravanza al vostro onesto sostentamento.

Ne mi si venga a dire che questo è consiglio e non precetto.

Col vangelo alla mano io vi rispondo che è di consiglio abbandonare tutto per farsi volontariamente povero, come i religiosi: ma é di precetto il far limosina del superfluo.

“Quod superest date eleemosynam”: queste parole non sono mie, ma sono di Gesù Cristo, che ci ha da giudicare e presso al cui tribunale non avranno bon gioco né pretesti, né cavilli.

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517 San Pio da Pietrelcina:

Siate amante e praticante della semplicità e dell’umiltà, e non vi curate dei giudizi del mondo, perché se questo mondo non avesse nulla da dire contro di noi, non saremmo veri servi di Dio.

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516 Santa Teresina di Lisieux:

Se Dio ci regalasse l’intero universo con tutti i suoi tesori, tutto ciò non sarebbe paragonabile alla più lieve sofferenza.

Che grazia quando al mattino non ci sentiamo un briciolo di coraggio, un briciolo di forza per praticare la virtù!

Allora è il momento di mettere la scure alla radice dell’albero (Mt. 3, 10).

Invece di perdere il tempo a racimolare qualche povera pagliuzza, affondiamo le mani nei diamanti!

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515 San Francesco di Sales:

Siamo tenuti a giudicare nel miglior modo possibile ciò che vediamo fare dal nostro prossimo.

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514 San Francesco di Sales:

Provvedete di non punzecchiare, burlare ed offendere il vostro prossimo.

Poco ci vuole tra il disprezzarlo e odiarlo moralmente.

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513 Santa Faustina Kowalska:

Dal giorno in cui sento la spinta a lavorare in favore della festa voluta da Gesù e per l’esecuzione dell’immagine, non trovo pace.

Mi prende il timore d’essere un’illusa, anche se simile pensiero mi viene insinuato dall’esterno.

Perfino il confessore sembra aver paura d’ascoltarmi.

Ciò costituisce in particolare il mio tormento.

Quando m’accorsi di trovare poco aiuto negli uomini, ricorsi a Gesù.

Conoscevo un’alunna caparbiamente renitente all’idea di confessarsi e d’accostarsi agli altri sacramenti.

Dissi a Gesù:

«Se sei veramente tu a parlarmi, ti prego che quell’alunna vada oggi stesso a confessarsi».

Vidi con stupore quella ragazza chiedere immediatamente un sacerdote.

Ne stupì anche la suora alla quale la fanciulla si rivolse, ma provvide su due piedi a chiamare un confessore.

In quel momento, udii dentro di me queste parole:

«Mi credi, adesso?».

Una nuova forza penetrò dentro di me e fui meravigliata d’aver potuto dubitare.

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512 Sant’Agostino:

La Chiesa assomiglia a Maria che partorì il Signore.

Forse che santa Maria non partorì da vergine, e vergine rimase?

Così anche la Chiesa partorisce ed è vergine.

E se consideri bene, essa partorisce il Cristo, perché son membra di Cristo quelli che vengono battezzati …

E se partorisce membra di Cristo, essa è somigliantissima a Maria.

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511 Madre Teresa di Calcutta:

Abbiamo una casa riservata alla vita contempla­tiva nel Bronx Meridionale.

Un tassista si rifiutò di condurmi là.

Le Sorelle non sapevano che stavo arri­vando, per cui dovevo prendere un tassi, ma quell’uo­mo si rifiutò di portarmi in un posto simile!

Dissi:

« Ma viviamo lì, le mie Sorelle vivono lì ».

Disse anco­ra di no.

Insistetti:

« Benissimo, mi siederò accanto a voi e così vedrete che non accadrà nulla né a me né a voi ».

Entrai nel tassi e partimmo.

Spalancò la bocca quando vide le giovani Sorelle saltare e ridere e la gente inchinarsi, mentre quelli che mi riconoscevano presero a parlare con me anche se alcuni erano ubria­chi, però si tolsero il cappello con rispetto.

Non riu­sciva a credere ai suoi occhi, avvertendo quella Pre­senza.

Questo è un episodio particolarmente bello.

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510 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Fuggire le croci, è volerne essere oppresso; desiderarle, è non sentirne l’amarezza.

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509 Sant’Antonio di Padova:

Solo il Signore può dire “basta” all’amarezza della persecuzione e della tentazione diabolica.

Egli, secondo la sua volontà, permette che le tentazioni vengano, si allontanino o cessino del tutto.

Alla presenza della misericordia di Gesù Cristo, la prova ha termine.

Perciò quando siamo tentati dal diavolo, dobbiamo con mente devota dire:

Nel nome di Gesù, io ti comando, o spirito maligno, di andartene da me.

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508 Sant’Antonio di Padova:

O Israele, cioè o anima fedele, che per mezzo della fede vedi Dio, preparati all’incontro con il suo Figlio, perché è vicino il suo avvento, che si celebra nelle prossime feste.

Il Figlio di Dio, venendo in mezzo a noi con l’incarnazione, valicò i cori degli angeli e giunse “saltando per i monti e balzando per le colline” (Ct 2,8).

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507 Sant’Antonio di Padova:

Sappiamo che siamo passati dalla morte del peccato alla vita e alla cena della penitenza, perché amiamo i fratelli.

L’amore ai fratelli costituisce veramente l’ingresso alla cena della vita eterna.

Preghiamo dunque il Signore Gesù che ci introduca alla cena della penitenza, e da essa ci faccia poi passare alla cena della gloria celeste.

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506 San Francesco di Sales:

Considerate attentamente quanti tormenti ha sofferto nostro Signore, e sappiate che li ha sofferti per guadagnare il vostro cuore e il vostro amore.

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505 Don Nikola Vucic:

Le persone di poca fede, che incappano in piccoli o grandi drammi, affermano sdegnate:

“Questa non è vita!”

E non vedono l’ora che i brutti momenti passino in fretta.

Anzi vorrebbero non viverli, vorrebbero cancellarli.

Invece no.

Anche questa è vita.

Può essere triste, sofferta, complicata, ma sempre di vita si tratta.

Tutto è vita.

Vita è gioire, ma è vita anche piangere.

Vita è in alzarsi, ma è vita anche abbassarsi.

Vita è trovare, ma è vita anche perdere.

Se non riesci ad accettare i momenti brutti della vita, non riuscirai a godere neppure quelli belli.

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504 Madre Teresa di Calcutta:

Cerchiamo di comprendere la tenerezza dell’a­more di Dio.

Poiché egli dice nelle Scritture:

« Anche se una madre dimenticasse il proprio figlio, io non vi dimenticherò.

Vi ho scolpito nel palmo della mia ma­no ».

Quando ti senti sola, quando ti senti rifiutata, quando ti senti malata e dimenticata, ricorda che sei un bene prezioso per Lui.

Egli ti ama.

E allora dimo­stra anche tu quell’amore vicendevole, poiché è tutto quello che Gesù è venuto a insegnarci.

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503 Sant’Antonio di Padova:

La letizia della mente consiste in tre cose: nel testimonio della buona coscienza, nell’edificazione del prossimo e nella speranza della felicità eterna.

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502 Santa Faustina Kowalska:

La virtù senza prudenza non è virtù.

Dobbiamo pregare spesso lo Spirito Santo, chiedendo la grazia della prudenza.

La prudenza è fatta di riflessione, di saggezza e di ferma risoluzione.

La decisione ultima ci appartiene e ne siamo responsabili.

Spetta a noi la scelta, ma possiamo e anche dobbiamo domandare luce e consiglio.

Ho fatto dei propositi anche in altro campo: godere dei successi altrui come se io stessa li avessi ottenuti.

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501 Sant’Antonio di Padova:

Nel cuore dell’uomo ci sono tre cose: c’è la sede della sapienza; in esso fu scritta la legge naturale che dice:

“Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te”.

Il cuore è l’organo dal quale provengono lo sdegno, il ribrezzo, l’avversione.

Così nei veri credenti c’è la sapienza della contemplazione, c’è la legge dell’amore, e c’è il ribrezzo e l’avversione per il peccato.