(I Santi) A – Frasi dette da loro – da 001 a 500

Translator – Traduttore

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500 Beata Chiara “Luce” Badano:

«Carissima Chiara Lubich, per prima cosa mi presento.

Sono una bambina di quasi dieci anni, mi chiamo Chiara come te, abito in un piccolo paese di nome Sassello in provincia di Savona.

Io ti conosco, perché il 3 maggio sono andata coi miei genitori a Roma, al congresso delle famiglie, e in mezzo a tutta quella gente con un binocolo sono riuscita a vederti.

Quest’anno ho avuto la fortuna di partecipare alla mia prima Mariapoli (incontri estivi dei Focolari, ndr).

Non sono andata coi miei genitori, ma ho scelto di andare con le gen 3 in un bel santuario chiamato la Madonna del Pozzo.

Quando la mamma mi ha lasciata era un po’ preoccupata e mi ha detto:

“Chiara, adesso sei sola, cerca di comportarti bene”.

Ma io le ho risposto:

“Mamma, non sono sola, c’è Gesù”.

Le bambine che ho incontrato erano buone, gentili, diverse da quelle di scuola, e insieme abbiamo cercato di vivere per Gesù.

Ho fatto anche una piccola esperienza, prestando le mie scarpe a una bambina che doveva andare sul palco a raccontare anche lei la sua esperienza alla Mariapoli degli adulti.

Ti abbraccio forte forte, Chiara».

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499 Santa Teresina di Lisieux:

Anime, Signore, abbiamo bisogno di anime!

Specialmente di anime di apostoli e di martiri, affinché, per loro mezzo, possiamo infiammare del vostro amore la moltitudine dei poveri peccatori.

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498 Santa Teresina di Lisieux: 

I bambini non si dannano!

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497 San Francesco di Sales:

Quanto più un’anima mortifica le sue tendenze viziose, tanto più si rende capace di comprendere la grandezza di Dio.

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496 San Francesco di Sales:

Le aridità dello spirito apportano maggior utilità, quando non si desidera d’esserne completamente liberi.

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495 San Francesco di Sales:

Il mestiere di criticare è molto facile, ma difficile quello di correggere se stessi.

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494 San Pio da Pietrelcina:

Ogni santa messa ben ascoltata e con devozione, produce nella nostra anima effetti meravigliosi, abbondanti grazie spirituali e materiali, che noi stessi non conosciamo.

Per tal fine non spendere inutilmente il tuo denaro, sacrificalo e vieni su per ascoltare la santa messa.

Il mondo potrebbe stare anche senza sole, ma non può stare senza la santa messa.

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493 Madre Teresa di Calcutta:

Siamo a sua disposizione.

Se vuole che tu sia mala­to in un letto, se vuole che tu proclami la sua Parola nelle strade, se vuole che ogni giorno tu pulisca i gabi­netti, va bene, va sempre tutto benissimo.

Devi dire:

« Signore, sono tuo. Puoi fare di me ciò che vuoi ».

Questa, Fratelli, è la nostra forza e questa è la gioia del Signore.

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492 Sant’Agostino:

Insegnami la dolcezza ispirandomi la carità, insegnami la disciplina dandomi la pazienza e insegnami la scienza illuminandomi la mente.

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491 Santa Faustina Kowalska:

Davanti al Signore esposto nell’adorazione, due suore stavano inginocchiate l’una accanto all’altra.

Conobbi che solo la preghiera di una di esse era in grado di smuovere il cielo.

Mi rallegrai che esistessero quaggiù anime tanto care a Dio.

Una volta, udii dentro di me queste parole:

«Se tu non mi imbrigliassi le mani, farei scendere molti castighi sulla terra.

Perfino quando la tua bocca tace, tu gridi a me con tanta forza che tutto il cielo si commuove.

Non posso sfuggire alla tua preghiera, perché tu non mi insegui come un essere lontano, ma mi cerchi dentro di te dove realmente sono».

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490 San Pio da Pietrelcina:

«Incominciamo oggi, o fratelli, a fare il bene, ché nulla fin qui abbiamo fatto».

Queste parole che il serafico padre san Francesco nella sua umiltà applicava a se stesso, rendiamole nostre all’inizio di questo nuovo anno.

Veramente nulla abbiamo fatto fino ad oggi o, se non altro, ben poco; gli anni si sono susseguiti nel sorgere e nel tramontare senza che noi ci domandassimo come li avevamo impiegati; se niente vi era da riparare, da aggiungere, da togliere nella nostra condotta.

Abbiamo vissuto all’impensata, come se un giorno l’eterno giudice non dovesse chiamarci a sé e chiederci conto del nostro operato, del come abbiamo speso il nostro tempo.

Eppure di ogni minuto dovremo rendere strettissimo conto, di ogni movimento della grazia, di ogni santa ispirazione, di ogni occasione che ci si presentava di fare il bene.

La più lieve trasgressione della legge santa di Dio sarà presa in considerazione!

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489 Madre Teresa di Calcutta:

La confessione rafforza l’anima perché una con­fessione veramente ben fatta – la confessione di un figlio in peccato che ritorna al padre genera sem­pre umiltà e l’umiltà è forza.

Potremmo recarci alla confessione tutte le volte che vogliamo e scegliere chi vogliamo, ma non per questo sentirci incoraggiati a cercare una direzione spirituale da qualsiasi fonte.

Il confessionale non è luogo per conversazioni inutili o per il pettegolezzo.

L’argomento deve essere i miei peccati, il mio dolore, il perdono: come vincere le ten­tazioni, come praticare la virtù, come aumentare l’a­more di Dio.

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488 San Francesco di Sales:

Siate fedele nel poco e Dio vi darà potere sul molto.

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487 Don Nikola Vucic:

Per sua natura, l’amore divino è una forza ardente e nella misura in cui si espande in profondità, si fa sempre più sentire.

Questo amore si sente sia nel godimento per la presenza del Signore sia nel vuoto doloroso per la Sua assenza.

La presenza dell’Amato produce dolcezza e delizia.

Per farci entrare sempre di più in intimità con Sé, il Signore a volte si nasconde e l’anima soffre terribilmente malgrado abbia raggiunto un elevato stato di santità.

Per le anime che vengono dalla dura battaglia della vita, la dolce presenza di Dio è refrigerio.

Senza le Sue consolazioni esse si sentono perse come i naviganti senza remi.

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486 San Pio da Pietrelcina:

Questo modo di stare alla presenza di Dio solamente per protestare con la nostra volontà di riconoscersi per suoi servi, è santissimo, eccellentissimo, purissimo e di grandissima perfezione.

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485 San Francesco di Sales:

Fissatevi in Dio, fissatevi in voi; non vedrete ma né Dio senza Bontà, né voi senza miserie.

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484 Sant’Agostino:

Dove vuoi camminare?

Io sono la via.

Dove vuoi arrivare?

Io sono la verità.

Dove vuoi rimanere?

Io sono la vita.

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483 Santa Faustina Kowalska:

Vidi il trono dell’Agnello di Dio.

Davanti al trono un grande libro, che mi fu aperto affinché lo leggessi.

Era scritto col sangue e non riuscii a interpretarvi se non il nome di Gesù.

Quando il libro fu tolto, udii queste parole:

«Testimonierai la mia misericordia, che è infinita.

In questo libro, sono segnate le anime che diedero un particolare culto alla mia misericordia».

Scorgendo quanto sia grande la bontà di Dio, s’impadronì di me un’immensa gioia.

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482 Santa Teresina di Lisieux:

Non c’è che una cosa da fare nella notte di questa vita, l’unica notte che non ritorna più: quella d’amare, amare Gesù con tutta la forza del nostro cuore e salvargli le anime perché sia amato.

Oh, fare amare Gesù!

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481 Don Nikola Vucic:

Raramente c’è un giorno in cui non sia tentato dalla tristezza, da malumore, da malinconia, da pensieri cupi e da ondate di depressione.

Ma non consento loro di soffocare la gioia del Signore presente nel fondo del cuore.

È la gioia di appartenere a Cristo.

Si dice che la gioia è il vestito dei santi.

Coloro che si aprono alla luce di Cristo non negano le tenebre, ma scelgono di non vivere in esse, e sanno che anche una piccola luce può disperdere molta oscurità.

Ogni giorno ho la possibilità di scegliere tra la luce di Cristo e la tenebra del mondo.

Scegliendo la luce, scelgo la gioia e questo mi offre una ragione in più per stringermi a Gesù.

La gioia non nega la tristezza, o malumore, ma la trasforma in terreno fertile per una gioia.

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480 Don Nikola Vucic:

La Pasqua è anzitutto il dono che il Signore fa, non una nostra conquista.

La prima conversione che uno è chiamato a realizzare è rendersi conto che non è il proprio impegno a dettare il passo nel cammino, bensì il desiderio vivo dell’incontro col Risorto.

La Pasqua è la festa del “passaggio”: possa ognuno di noi provare il brivido del passaggio del Risorto!

Il passaggio del Risorto dissipa la paura, elimina la tristezza e infonde la speranza, gioia, amore… Signore, io Ti desidero ad ogni ora: sto là all’incrocio della strada e aspetto che Tu passi…

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479 San Giovanni Bosco:

Il tempo che impiegheresti ad andarti a confessare la seconda e la terza volta in una stessa settimana impiegalo a fare un proponimento un po’ fermo e vedrai che questo sarà più efficace, che l’andarti a confessare più con frequenza, come vuoi fare, ma sempre con poco dolore e con poco proponimento.

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478 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

L’umiltà è come una bilancia: quanto più ci si abbassa da un lato e tanto più si è innalzati dall’altro.

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477 Don Nikola Vucic:

I Re Magi vengono da lontano.

Hanno presentimento di un grande Amore, pregustano una gioia profonda, camminano seguendo la stella cometa mentre vibra il cuore.

Si perdono, ma camminando ritrovano la strada…

La fede è un cammino.

Nella fede c’è sempre un sentiero da percorrere.

La fede spinge avanti e richiede un grande coraggio.

Anche tu, come i Re Magi, hai bisogno di avere il presentimento di una Presenza che fa ardere il cuore; vorresti pregustare almeno un po’ la soavita’ di Dio.

Quante volte hai scrutato il tuo cielo e certamente vi hai scorto una stella a indicarti la strada.

Per chi è superbo la stella non è che una stella, ma per chi è umile la stella è un segno della presenza di Dio.

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476 San Giovanni Bosco:

« Non è malvagio se non l’uomo inverecondo verso la vecchiaia, le donne e la sventura » diceva Parini.

E Parini giovavasi pur molto dell’autorità che aveva su’ suoi discepoli per tenerli ossequiosi alla vecchiaia.

Una volta egli era adirato con un giovane del quale gli era stato riferito qualche grave torto.

Avvenne che l’incontrò per una strada nell’atto che quel giovane, sostenendo un vecchio cappuccino, gridava con decoro contro alcuni mascalzoni, dai quali era stato urtato.

Parini si mise a gridare concordemente e gettate le braccia al collo del giovane gli disse:

« Un momento fa io ti riputava perverso; or che son testimonio della tua pietà pei vecchi, ti ricredo capace di molta virtù.»

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475 San Pio da Pietrelcina:

Le tue tenerezze conquidono il mio cuore e resto preso dal tuo amore, o celeste Bambino.

Lascia che al contatto del tuo fuoco l’anima mia si liquefaccia per amore, ed il tuo fuoco mi consumi, mi bruci, mi incenerisca qui ai tuoi piedi e resti liquefatto per amore e magnifichi la tua bontà e la tua carità.

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474 San Giovanni Bosco:

É più grande il numero di coloro che si dannano confessandosi, che di coloro che si dannano per non confessarsi, perché anche i più cattivi qualche volta si confessano, ma moltissimi non si confessano bene.

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473 San Pio da Pietrelcina:

Rammentati di ciò che avveniva nel cuore della nostra celeste Madre appiè della croce.

Ella per l’esuberanza del dolore rimase impietrita dinanzi al Figlio crocifisso, ma non puoi dire che ne fosse abbandonata.

Anzi quando meglio l’amò di allora che soffriva e non poteva neppur piangere?

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472 San Giovanni Bosco:

Il mondo odia i religiosi e se non può far loro del male oggi lo farà domani.

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471 San Giovanni Bosco:

Noi vogliamo anime e non altro.

Ciò procuro di far risuonare all’orecchio dei nostri confratelli.

O Signore, date pure croci, spine e persecuzioni di ogni genere, purché possiamo salvare anime, e fra le altre salvare la nostra.

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470 Suor Maria Consolata Betrone:

Apri il Vangelo e leggi le mie promesse.

Alle mie pecorelle ho promesso:

« Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano » (Gv 10,28).

Hai capito, Consolata?

Nessuno può strapparmi un’anima.

Ma leggi ancora:

« Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio » (Gv 10,29).

Consolata, hai capito?

Nessuno può strapparmi un anima… in eterno non periranno… perché Io do ad esse la vita eterna.

Per chi ho pronunciato queste parole?

Per tutte le pecore, per tutte le anime.

Perché allora l’insulto:

« chissà se mi salverò? »

se Io nel Vangelo ho assicurato che nessuno può strapparmi un anima e che Io a quest’anima do la vita eterna e quindi non perirà?

Credimi; Consolata, che all’inferno va chi vuole, cioè chi vuole veramente andarvi; perché se nessuno può strapparmi un’anima dalle mani; l’anima, per la libertà concessale, può fuggire, può tradirmi; rinnegarmi e passare quindi di propria volontà al demonio.

Oh, se invece di ferire il mio Cuore con queste diffidenze, pensaste un pò più al Paradiso che vi attende!

Perché non vi ho creati per l’inferno ma per il Paradiso, non per andare a far compagnia al demonio ma per godermi nell’amore eternamente.

Vedi; Consolata, all’inferno ci va chi vuole andarvi …

Pensa come è stolto il vostro timore di dannarvi: dopo che per salvare la vostra anima ho versato il mio Sangue, dopo che per un’intera esistenza l’ho circondata di grazie, di grazie e di grazie … all’ultimo istante della vita, quando sto per raccogliere il frutto della Redenzione e quindi quest’anima sta per amarmi eternamente, Io, proprio Io che nel santo Vangelo ho promesso di dare ad essa la vita eterna e che nessuno me le strapperà di mano.

Me la lascerò rubare dal demonio, dal mio peggiore nemico?

Ma, Consolata, si può credere a questa mostruosità?

Vedi; l’impenitenza finale l’ha quell’anima che vuole andare all’inferno di proposito e quindi ostinatamente rifiuta la mia misericordia, perché io non rifiuto mai il perdono a nessuno; a tutti offro e dono la mia immensa misericordia; perché per tutti ho versato il mio Sangue, per tutti!

No, non è la moltitudine dei peccati che danna l’anima, perché Io li perdono se essa si pente, ma è l’ostinazione a non volere il mio perdono, a volersi dannare.

San Disma, in croce, ha un solo atto di confidenza in Me e tanti e tanti peccati; ma in un istante è perdonato e lui; nel giorno stesso del suo ravvedimento, entra a possedere il mio Regno ed è un Santo!

Vedi il trionfo della mia misericordia e della confidenza in Me!

No, Consolata: il Padre mio che Me le ha date, le anime, è più grande e potente di tutti i demoni; sai!

E nessuno può rapirle di mano al Padre mio.

O Consolata, tu confida, confida sempre; credi ciecamente che Io adempirò tutte le grandi promesse che ti ho fatte, perché Io sono buono, sono immensamente buono e misericordioso e

« non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva » (Ez 33,11).

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469 Santa Teresina di Lisieux:

Ah, se tutte le anime deboli e imperfette sentissero ciò che sente la più piccola fra loro, Teresa!

Non una dispererebbe d’arrivare alla vetta della montagna d’amore, poiché Gesù non chiede grandi azioni, bensì soltanto l’abbandono e la riconoscenza.

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468 Sant’Agostino:

Tra tutte le tribolazioni umane non ve n’è una più grande della coscienza delle proprie colpe.

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467 San Francesco di Sales:

Per molto che uno abbia, non ne avrà mai abbastanza, se non si accontenta del necessario.

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466 San Giovanni Bosco:

L’esercizio della buona morte consiste specialmente in fare una buona comunione e confessione proprio come se fosse l’ultima di nostra vita.

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465 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Per fare bene le cose, bisogna farle come le vuole Dio, in tutta conformità ai suoi disegni.

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464 Santa Teresina di Lisieux:

Non posso dire di avere ricevuto spesso delle consolazioni durante il mio ringraziamento della Comunione; forse è il momento in cui ne ho meno.

Ma questo lo trovo naturale, perché mi sono offerta a Gesù come una persona che desidera ricevere la sua visita non già per propria consolazione, bensì per il piacere di colui che si dà a me.

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463 Don Nikola Vucic:

Sforzati di essere mansueto e benevolo con tutti.

Sopporta con pazienza e umiltà le critiche e le ingiurie che ti vengono fatte.

Anzi, sii contento perché così somigli al tuo Maestro.

Vinci il male col perdono e con il bene.

Prega.

Prega.

Prega!

Non c’è mansuetudine più bella della preghiera.

Prega soprattutto per gli altri, perché la preghiera penetra i cuori e li trasforma.

Sforzati di custodire come un tesoro prezioso la pace interiore.

Sii paziente con te stesso.

Quando sei tormentato dalle preoccupazioni, non ti lamentare con il Signore: abbandonati alla Sua volontà e riposa tra le pieghe del Suo Cuore, come l’ape che ha trovato il nido nel cuore di un fiore.

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462 San Pio da Pietrelcina:

Su questa terra ognuno ha la sua croce; ma dobbiamo fare in modo di non essere il cattivo ladrone, bensì il buon ladrone.

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461 San Francesco di Sales:

La virtù è in pericolo finché dura l’attaccamento ai balli, giochi e festini, che di per se stessi fanno guerra alla virtù.

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460 Sant’Antonio di Padova:

Come il timone tiene la barca nella giusta direzione e le impedisce di deviare, e in esso è riposta la maggiore capacità di condurre in porto la barca, così l’amore fraterno guida la comunità dei fedeli affinché non devii, e la conduce al porto della sicurezza: perché dov’è carità e amore, lì c’è anche la comunità dei santi.

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459 Don Nikola Vucic:

Nella Festa del Battesimo del Signore, vogliamo rivedere il nostro Battesimo.

Non basta avere il proprio nome scritto nel registro dei battezzati: quel nome deve uscire alla luce.

Ricevere il Battesimo è come ricevere un pacco con molti doni.

Succede, purtroppo, che per qualcuno quel paccoregalo, ricevuto tanti anni fa, non è stato ancora aperto.

Abbiamo un dono, ma non ne conosciamo il valore.

Non sappiamo quanto siamo ricchi.

Allora vogliamo riattivare il nostro Battesimo.

Battesimo è come un seme che – come ogni seme – attecchisce e porta frutto in un terreno alimentato dalla fede.

Come ogni seme, anche la fede cresce.

Ma se resta statica solo in qualche devozione, allora la fede non cresce.

Occorre viverla in costante movimento verso Dio e verso il prossimo.

Riscoprire il Battesimo è risvegliare lo Spirito Santo che giace nel nostro profondo, come il fuoco sepolto sotto la cenere che va riacceso affinché possa riscaldare la vita spirituale spesso tetra, triste e quasi spenta.

Basterebbe soffiare un po’ sulla brace per ravvivare quel Fuoco.

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458 Sant’Antonio di Padova:

La Vergine Maria non rifugge da nessun peccatore, anzi accoglie tutti coloro che si rivolgono a lei e per questo è chiamata Madre della misericordia: misericordia ai miseri, speranza ai disperati.

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457 Santa Faustina Kowalska:

Dove c’è vera virtù, lì non può mancare il sacrificio.

Tutta la vita è un grande sacrificio.

Solo attraverso il sacrificio le anime posseggono la capacità d’essere utili.

Sacrificando me stessa per il prossimo, io reco gloria a Dio.

Tuttavia, il mio sacrificio deve derivare dall’amore che ho per lui.

È in questo amore verso Dio che tutto si concentra ed ha valore.

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456 Santa Teresina di Lisieux:

Sulla terra non bisogna attaccarsi a nulla, neppure alle cose più semplici e innocenti, perché ci vengono a mancare quando meno ci si pensa.

Non c’è che l’eterno che ci può contentare.

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455 Santa Teresina di Lisieux:

E Gesù che vuole il nostro amore, che lo va mendicando.

Si abbandona, per così dire, alla nostra mercé.

Non vuole prendere nulla senza che glielo diamo e la più piccola cosa è preziosa ai suoi occhi divini.

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454 Santa Teresina di Lisieux:

Se fossi morta a ottant’anni e fossi stata in diversi monasteri, carica di responsabilità, sarei morta, lo sento bene, piccola come oggi.

Ed è scritto che alla fine il Signore si alzerà per salvare tutti i miti e gli umili della terra (Sal. 75, 10).

Non dice giudicare, bensì `salvare’.

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453 Santa Teresina di Lisieux:

Ho inteso dire che non si è mai incontrata un’anima pura che ami più di un’anima penitente.

Ah, come vorrei smentire questa convinzione!

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452 Santa Faustina Kowalska: 

Oggi udii queste parole:

 «Prega per le anime, affinché non temano di accostarsi al Sacramento della mia misericordia.

Non stancarti di intercedere per chi vive nel peccato.

Tu sai quanto valgono le loro anime per me.

Attirale alla mia misericordia e consolerai la mia tristezza.

Sappi che, se tu trascurassi l’opera della misericordia che ti chiedo, dovrai rispondere d’un grande numero di anime nel giorno del giudizio».

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451 Don Nikola Vucic:

Se sei totalmente abbandonato in Dio, non fai caso se di te si dice bene piuttosto che male.

Gesù è stato disonorato, coperto di sputi, di ingiurie, di tradimenti e tu vorresti conservare intatta la tua reputazione e tuo onore?

Ma questo sarebbe una contraddizione.

Non aver paura di comprometterti con Gesù.

Come puoi stare tranquillo quando vedi che tutti parlano bene di te e ti tengono in grande considerazione?

Se in questo periodo Gesù ti dà tante Grazie e sperimenti la Sua costante consolazione, ringrazia il Signore.

Ma se Lui decide di portarti un po’ avanti nel cammino di perfezione, allora preparati alla persecuzione.

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450 Don Nikola Vucic:

Oggi ricordiamo il Beato Carlo Acutis, un ragazzo di limpida santità.

È santo della porta accanto, che nella normalità e semplicità vive la straordinarietà della santità: è la santità che si veste di felpa, di jeans e con le scarpe da ginnastica.

Questa è la sua ricetta di santità: il desiderio vivo di Dio, la Messa, la Comunione, il Rosario, la lettura del Vangelo, la confessione frequente, l’adorazione, la carità.

Carlo comprende da subito che la conversione è questione dello sguardo, perciò ogni giorno distacca lo sguardo da sé stesso e lo rivolge a Dio:

“La tristezza è lo sguardo rivolto verso sé stesso, la felicità è lo sguardo rivolto a Dio!”

Carlo non ha visioni né locuzioni interiori però guarda la realtà coi occhi di fede e scopre come tanti fili di luce celeste tessono la sua esistenza.

Carlo muore a soli 15 anni, ma la sua è una vita piena e riuscita perché vissuta nella volontà di Dio.

Solo la spiritualità ci educa alla vita piena.

Beato Carlo, prega per noi.

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449 Don Nikola Vucic:

Si narra come un re aveva un anello d’oro che gli era molto caro.

Ma un giorno, mentre camminava, gli si sfilo’ dal dito e cadde in un pantano, per cui ne ebbe un gran dispiacere.

Non trovando nessuno che fosse in grado di recuperarlo, il re depose le vesti della sua regale dignità e si calò nel fango.

Cercò a lungo e finalmente trovò l’anello e pieno di gioia se lo riportò nella reggia.

Gesù, Figlio di Dio, si spoglio’ della Sua divinità, si spoglio’ della Sua onnipotenza e si rivestì di debolezza; depose la Sua veste regale, svuoto’ Sé stesso, si umilio’, si abbassò fino alla nostra miseria, si calò nel nostro peccato, ci recupero’ e pieno di gioia ci riportò nella gloria.

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448 San Francesco di Sales:

Non giudicate le buone azioni dalla bellezza loro propria, ma dal vantaggio che hanno di piacere a Dio.

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447 San Giovanni Bosco:

Divenuti membra del santissimo Corpo di Gesù, dobbiamo tenerci a Lui strettamente uniti, non in astratto, ma in concreto, nel credere e nell’operare.

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446 Don Nikola Vucic:

Se preghi ogni giorno, sei allo stesso tempo vicino a Dio e vicino all’uomo.

La preghiera è una forza serena che non ti lascia indifferente, agisce in te e non ti lascia dormire, ti tiene sveglio giorno e notte.

Nella preghiera attingi una buona dose di compassione e di condivisione.

In ogni situazione il Signore ti chiede di essere riflesso della Sua presenza, un raggio della Sua luce, per rendere più bella la giornata a coloro che Lui ti fa incontrare.

Uniti nella preghiera.

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445 Don Nikola Vucic:

Qualche giorno fa ho celebrato Messa nella nostra RSA.

Tanti anziani, alcuni coi volti sofferenti e deturpati, ma coi occhi scintillanti: “Sembrano un mucchio di specchi rotti.

A che cosa potrebbero mai servire?” – mi chiedevo.

Però in primo piano non ci sono quei volti sfigurati, ma la loro dignità e la loro anima.

Un mucchio di specchi rotti, anche se non possono più riflettere l’immagine intera, riescono ad avere ancora un senso: investono di una piccola luce gli angoli bui delle nostre esistenze.

Dopo la Messa, uno di loro, Loreto, mi ha regalato un acrostico poetico e uno scritto lungo ma indecifrabile.

Lo so, caro Loreto, con il tuo male sei poco affidabile, ma non sei un ferrovecchio da buttare bensì una persona da amare e da rispettare.

Anche se rotto in mille pezzi, tu ci sei e ti rispecchi nei miei pensieri e nelle mie preghiere.

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444 San Giovanni Bosco:

Ciò che cagiona maggior male al demonio, ciò che temo di più si è l’osservanza dei proponimenti che si fanno in confessione.

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443 Sant’Agostino:

Mostri delle noci ad un bambino e questo viene attratto: egli corre dove si sente attratto; è attratto da ciò che ama, senza che subisca costrizione; è il suo cuore che rimane avvinto.

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442 San Giovanni Bosco:

Confessatevi ogni otto giorni, ma non più spesso, perché tenete ben a mente, non sono le confessioni che fanno buoni, ma il frutto che si ricava dalla confessione.

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441 San Giovanni Bosco:

Il bene generale sia sempre preferito al bene particolare.

Non dobbiamo tener conto del nostro amor proprio e non considerare se le persone siano ben viste o mal viste da noi.

Non seguire idee preconcette, non antigeni.

Il nostro bene particolare non deve entrare nel bene generale.

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440 Sant’Antonio di Padova:

Le donne, quando vogliono uscire in pubblico, si mettono davanti allo specchio e se scoprono nel loro viso qualche macchia, la lavano con l’acqua.

Così anche tu, guarda nello specchio della tua coscienza, e se vi trovi la macchia di qualche peccato, corri immediatamente alla sorgente della confessione.

Quando nella confessione si lava con lacrime il viso del corpo, anche il volto dell’anima viene deterso e illuminato.

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439 Madre Teresa di Calcutta:

L’abbandono totale a Dio deve avvenire nelle piccole cose, come pure in quelle di maggior peso.

Non si tratta che di una sola parola:

« Sì. Accetto qua­lunque cosa mi dai e ti offro qualunque cosa tu mi vo­glia prendere ».

Questo è per noi un modo semplice per essere santi.

Non dobbiamo crearci nella mente delle difficoltà.

Essere santi non significa fare cose straordinarie, capire grandi cose, ma è solamente un accettare, poiché mi sono donato a Dio, perché appar­tengo a Lui…

Ecco il mio abbandono totale!

Oggi po­trebbe mettermi qui, domani potrebbe mandarmi là.

Potrebbe servirsi di me o non servirsene affatto.

Non ha importanza, perché appartengo a Lui così total­mente che può fare ciò che vuole di me.

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438 San Giovanni Bosco:

Vogliamo andare molto in alto nella santità e nel paradiso?

Siamo fedeli a obbedire anche nelle piccole cose?

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437 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Il Padre si diletta nel guardare il cuore della Santissima Vergine, come il capolavoro delle sue mani.

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436 San Francesco di Sales:

La discrezione, dice s. Antonio Abate, è una virtù senza la quale neppure è virtù la stessa devozione; e perciò la vera pietà non potrà stare senza una vera e santa discrezione.

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435 Santa Faustina Kowalska:

Gesù, mio maestro, aiutami a entrare con il massimo fervore in questo periodo di deserto.

Il tuo Spirito, o Dio, mi conduca alla profonda conoscenza di te e di me stessa, perché ti amerò nella misura della conoscenza che ho di te e disprezzerò me stessa nella misura della conoscenza che ho di me.

Mi abbandono, Signore, alla tua azione:

la tua volontà si compia in me completamente.

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434 Don Nikola Vucic:

Nel Vangelo d’oggi c’è una frase un po’ misteriosa:

“A colui che ha sarà dato, ma a colui che non ha sarà tolto anche quello che ha.

” Se sei grato per ciò che hai ricevuto, riceverai ancora di più: la gratitudine allarga il cuore.

Invece se sei sempre insoddisfatto, riceverai di meno.

Non devi dare colpa a Dio ne’ al destino, ma la colpa è tua se ti chiudi nel tuo malcontento e nelle tue amarezze.

È una grande tentazione chiudersi nell’insoddisfazione.

Così si entra in un circolo vizioso: più sei scontento, meno ricevi.

È un vero buco nero che risucchia la luce della speranza.

Più hai fiducia in Dio e più sei grato, più andrai avanti, riceverai di più, e vedrai che alla fine il tuo cuore sarà colmo di gioia e di pace.

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433 Don Nikola Vucic:

“Marta, Marta, tu ti agiti e ti preoccuppi per molte cose!”

Troppo spesso anche tu ti agiti e ti inquieti perché vorresti risolvere tutto da solo, e non risolvi niente.

Sarebbe meglio, e più efficace, rimanere in pace sotto affettuoso sguardo di Dio Padre, lasciando agire nel fondo del cuore la Sua grazia.

Più sei calmo, più la tua anima è nella pace, più Dio vi si riflette e più sei capace di agire sotto l’impulso dello Spirito Santo.

Dio non opera nell’agitazione.

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432 Don Nikola Vucic:

Nel cammino di preghiera bisogna sempre andare avanti.

Non ci si può fermare, perché l’amore non si ferma mai.

Se questo non avviene significa che il demonio senza dubbio sta tramando contro di te per allontanarti dal Signore.

Il demonio vuole allontanarti dalla volontà di Dio in piccole cose offuscando la tua mente, indebolendo la tua volontà e facendo crescere il tuo amor proprio.

Forse è il Signore a permettere questo, ma non pensare che Lui, dopo averti portato così in alto, ti lascerà sfuggire di mano per abbandonarti a te stesso.

Tu sei troppo prezioso per Gesù.

Se perseveri nella preghiera, Lui ti darà tanti sostegni interiori e ti aiuterà a combattere il male fino alla vittoria.

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431 San Filippo Neri:

Nel confessarsi l’uomo si accusi prima de’ peccati più gravi e de’ quali ha maggior vergogna: perché così si viene a confondere più il demonio e cavar maggior frutto dalla confessione.

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430 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Non tutti noi possiamo fare grandi elemosine ai poveri, farci religiosi, ritirarci in una certosa, nei deserti, ma tutti possono amare il buon Dio dal fondo del cuore.

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429 San Giovanni Bosco:

Un giovane impuro non può essere amato da Maria e non farà alcun profitto.

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428 Madre Teresa di Calcutta:

Più il lavoro è ripugnante, maggiore dovrebbe es­sere la nostra fede e più gioiosa la nostra devozione.

Che noi si senta ripugnanza è naturale ma quando riusciamo a vincerla per amore di Cristo è lì che pos­siamo raggiungere l’eroismo.

Assai spesso nelle vite dei santi è accaduto che il superamento eroico di qualcosa di ripugnante è diventata la chiave per arri­vare a una grande santità.

Questo fu il caso di San Francesco d’Assisi, che nell’incontrare un lebbroso, completamente sfigurato, si ritrasse, ma poi facendosi forza, baciò quel volto spaventosamente sfigurato.

Il risultato fu che Francesco fu ripieno di una gioia in­dicibile.

Era diventato completamente padrone di se stesso ed il lebbroso se ne andò lodando Dio per la sua guarigione.

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427 Sant’Antonio di Padova:

Nel fiore si notano: bellezza di colori, soavità di profumo, speranza del frutto.

Così nella vera umiltà c’è bellezza di vita santa, c’è soavità di buona fama.

Come il fiore, emanando il suo profumo, non si guasta, così l’autentico umile, sebbene lodato per la sua buona vita, non s’inorgoglisce.

Vedendo il fiore, spero nel frutto: quando vedo un vero umile, spero che sarà beato nel cielo.

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426 Madre Teresa di Calcutta:

Pregate con semplicità come i bambini, con un desiderio coscienzioso di amare molto e di fare oggetto del proprio amore chi non è amato.

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425 Sant’Agostino: La superbia produce discordia, mentre l’amore produce l’unione.

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424 San Francesco di Sales:

Vivere secondo lo spirito vuol dire regolare pensieri, parole e opere non secondo i criteri umani, ma secondo le verità del Cristianesimo.

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423 Sant’Antonio di Padova:

Cristo è verità: in Cristo rifulsero povertà, obbedienza, umiltà.

Chi si scandalizza di queste virtù, si scandalizza di Cristo.

I veri poveri non si scandalizzano, perché essi soli si nutrono della verità del vangelo, e sono il popolo del Signore, i poveri, le pecorelle che egli conduce al pascolo.

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422 San Francesco di Sales:

Dio ama gli spiriti semplici come i fanciulli, disponendoli a suo piacimento; non così gli spiriti arroganti e calcolatori.

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421 Sant’Agostino:

Tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio, pellegrinando cammina la Chiesa.

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420 Santa Teresina di Lisieux:

Nei brevi istanti che ci restano, non perdiamo il nostro tempo: salviamo le anime!

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419 San Francesco di Sales:

Non fidatevi dei vostri nemici spirituali, se vi lasciano in pace.

Possono essere per qualche tempo scacciati, ma non uccisi e potrebbero ancora rinnovarvi una guerra più crudele.

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418 San Francesco di Sales:

La derisione è la peggior offesa che con le parole si possa recare al prossimo.

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417 San Giovanni Bosco:

Nel mondo vi sono pericoli e per essere salvi da essi è preparata da Dio la vita religiosa.

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416 San Pio da Pietrelcina:

Non vi sforzate di vincere le vostre tentazioni perché questo sforzo le fortificherebbe; disprezzatele e non vi ci trattenete sopra; rappresentate nelle vostre immaginazioni Gesù Cristo crocifisso tra le vostre braccia e sopra i vostri petti, e dite baciando più volte il suo costato:

Ecco la mia speranza, ecco la viva sorgente della mia felicità!

Io vi terrò stretto, o mio Gesù, e non vi lascerò finché non mi abbiate posto in luogo di sicurezza.

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415 San Giovanni Bosco:

Quando un figlio abbandona i genitori per obbedire alla vocazione, Gesù Cristo prende il suo posto nella famiglia.

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414 Madre Teresa di Calcutta:

La preghiera che viene dalla mente e dal cuore e che noi recitiamo senza leggerla nei libri è detta pre­ghiera mentale.

Non dobbiamo mai dimenticare che siamo vincolati dal nostro stato a tendere verso la per­fezione e a puntare ad essa incessantemente.

La con­suetudine della preghiera mentale quotidiana è neces­saria per raggiungere il nostro scopo, poiché essa è il respiro di vita per la nostra anima e la santità è im­possibile senza di essa.

Santa Teresa d’Avila dice:

“ Colui che trascura la preghiera mentale non ha bi­sogno del diavolo che lo spinga all’inferno; ci andrà per sua volontà ”.

E soltanto mediante la preghiera mentale e le letture spirituali che possiamo coltivare il dono della preghiera.

La preghiera mentale è grandemente favorita dal candore dell’anima, cioè dalla di­menticanza di sé, dalle mortificazioni del corpo e dei sensi e dai frequenti slanci di desiderio che alimenta­no la nostra preghiera.

“ Nella preghiera mentale ”, dice St. John Vianney, “chiudi gli occhi, chiudi le labbra e apri il cuore.

” Nella preghiera vocale noi parliamo con Dio, nella preghiera mentale è Lui che ci parla.

E in quel momento che Dio si riversa dentro di noi.

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413 Madre Teresa di Calcutta:

Abbandonarsi significa anche amare veramente.

Più ci abbandoniamo, più amiamo Dio e le anime.

Se amiamo davvero le anime, dobbiamo essere pronti a prendere il loro posto, ad accollarci i loro peccati, ad espiarli interiormente con pentimento e continue mortificazioni.

Dobbiamo essere olocausti viventi, poiché è di questo che hanno bisogno le anime.

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412 Santa Faustina Kowalska: 

È così.

Ogni cosa uscita da Dio a lui farà ritorno, tributandogli una gloria perfetta.

Quando rifletto al culto che quaggiù rivolgiamo a Dio, lo trovo molto misero: è una goccia in confronto della gloria ch’egli riceve in cielo.

Mio Dio, quanto sei buono accettando la mia adorazione!

Quanto sei clemente, volgendomi misericordiosamente la tua faccia e facendomi conoscere che la nostra preghiera ti è gradita!

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411 Santa Faustina Kowalska:

Guardo negli occhi del tempo che mi sta dinnanzi con trepidazione e con paura.

Di fronte al nuovo giorno che si avanza, mi sorprendo ad avere paura della vita.

Dal timore mi libera Gesù, rivelandomi la grandezza della gloria che gli potrò dare se mi occupo di quest’opera della sua misericordia.

Se Gesù mi darà l’audacia necessaria, porterò a termine ogni cosa nel suo nome.

Il mio compito è di ridestare nelle anime di tutti la fiducia nel Signore.

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410 Don Nikola Vucic:

Spesso i nostri conflitti interiori, le frustrazioni e lo stress derivano dalla tendenza ad assumerci anche i problemi degli altri.

Qualcuno ti lancia una sua preoccupazione e tu pensi di doverla subito afferrare al volo.

Allora ti sforzi in tutti i modi per risolvere il problema.

Spesso la nostra compassione non fa che aggiungere problema al problema.

Invece di aggiungere alle tue preoccupazioni anche quelle degli altri, impara ad affidare tutto a Dio.

Questo non significa che non ti importa degli altri, bensì che devi riconoscere i propri limiti, essere umile e confidare più nel Signore.

A volte sei più toccato da un problema di un amico che del tuo.

Questo in sé è bello, ma non deve costituire il motivo per perdere la pace interiore.

Quanti genitori si lasciano consumare dalla preoccupazione per un problema di un figlio!

Il loro dolore è legittimo purché mantenuto in un clima di fiducia in Dio.

Il Signore non delude.

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409 Don Nikola Vucic:

Beato te se hai la passione per l’orazione.

Hai fretta di rifugiarti sotto le ali di Dio.

Cerchi ad ogni costo il Suo volto.

Sei divorato dal desiderio di Lui.

No, non ti senti migliore degli altri, anche se hai maggior coscienza del peccato.

Ma dal fondo della tua miseria, non ti puoi mai distaccare dalla Sua Misericordia.

Anche nella croce ti è dolce riposare in Lui e consumare la tua esistenza nell’oblio di te stesso:

per te il vivere è Cristo.

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408 Santa Teresina di Lisieux:

E’ vero, è vero che il Signore sceglie í piccoli per confondere i grandi di questo mondo. Io non faccio assegnamento sulle mie proprie forze, ma sulla forza di colui che sulla croce ha vinto le potenze dell’inferno.

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407 Sant’Antonio di Padova:

Le cose terrene si possono accumulare solo per essere distribuite ai poveri, e vengono messe a fuoco quando nel fervore dello spirito sono considerate soltanto come polvere e cenere.

La fede invece viene distrutta dall’abbondanza delle cose materiali.

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406 Santa Teresina di Lisieux:

I giorni più radiosi sono seguiti da tenebre; soltanto il giorno della prima, unica, eterna comunione del cielo sarà senza tramonto.

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405 Madre Teresa di Calcutta:

La cosa essenziale deve essere sempre la stessa, il medesimo spirito di abbandono totale, lo stesso pro­posito di voler appagare la sete di Gesù, lo stesso an­nuncio, la stessa presenza, la stessa povertà, la stessa castità.

I quattro voti non devono aver nulla di diver­so.

Quel che state facendo, quell’amore per Cristo, quella presenza e quella parola di Dio, noi la mettia­mo nelle opere la stessa cosa.

Voi dovete essere la Sua Presenza mediante la Parola e noi mettiamo la Sua Presenza negli atti.

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404 San Filippo Neri:

Filippo non attirava a sé solo i giovani.

La sua affabilità era tale in lui che, come afferma il Cardinal Cusano, «ogni sorta di persone erano attratte dalla sua conversazione di maniera che non si potevano staccare più, tanto i giovani, i bimbi, quanto i vecchi, sia donne, sia uomini, sia di basso che di alto grado».

Ancor più caratteristici che non con i giovani erano i modi di trattare coi Peccatori.

Li accarezzava, li baciava in volto, imponeva loro le mani sul capo, li abbracciava.

Alle volte se li serrava con impeto tra le braccia e singhiozzando esclamava:

«Chissà quanto avrai sofferto nel peccare»,

e così mostrava delicatamente quanta compassione provasse per il loro pietoso stato.

Alle volte passava al rimprovero ma con un fare nel quale non si sarebbe potuto distinguere il serio dal faceto, per cui i penitenti ne rimanevano altamente impressionati.

Quando udiva certi grossi peccati, esclamava:

Bene, bravo, bravissimo…

Non ti credevo così perspicace…

Continua pure, balordo!…

Non sempre puoi avere occasioni così belle per andare diritto all’inferno…

Faresti così bella compagnia al diavolo!

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403 Don Nikola Vucic:

Ogni volta che preghi ti senti sollevato dalla forza che viene dall’alto: è la grazia che sostiene la tua debolezza.

La tua debolezza non cessa di essere debolezza e si manifesta con cadute sempre nuove, di cui non si saprà mai in che misura siano delle colpe.

Ma ho l’impressione, che nella buona confessione, lo strapotere di ogni passione sarà afferrato e domato dalla potenza della grazia.

Questo è il lento ma sicuro processo della tua guarigione interiore.

Continua a pregare.

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402 Madre Teresa di Calcutta:

I contemplativi e gli asceti di tutte le epoche e di tutte le religioni hanno cercato Dio nel silenzio, nella solitudine del deserto, della foresta, dei monti.

Gesù stesso trascorse quaranta giorni nel deserto e lunghe ore in comunione con il Padre, nel silenzio della notte sulle montagne.

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400 San Pio da Pietrelcina:

Principalmente devi insistere sulla base della giustizia cristiana e sul fondamento della bontà, sulla virtù, ossia, di cui esplicitamente Gesù si porge a modello, voglio dire: l’umiltà (Mt 11,29).

Umiltà interna ed esterna, ma più interna che esterna, più sentita che mostrata, più profonda che visibile.

Stimati, o mia dilettissima figliuola, quale sei in verità: un nulla, una miseria, una debolezza, una fonte di perversità senza limiti od attenuanti, capace di convertire il bene in male, di abbandonare il bene per il male, di attribuirti il bene o giustificarti nel male e, per amor dello stesso male, di disprezzare il sommo Bene.

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399 San Francesco di Sales:

In mezzo alle vostre ricchezze potete conservare lo spirito della povertà.

Perché riporre in esse quel cuore che non deve aspirare che alle cose eterne.

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398 Santa Faustina Kowalska:

È Dio che riempie la mia vita.

Con lui percorro i momenti quotidiani, grigi e faticosi, confidando in colui che, essendo nel mio cuore, è occupato a trasformare ogni grigiore nella mia personale santità.

Così posso diventare migliore ed essere un vantaggio per la tua Chiesa mediante una santità individuale, dal momento che tutti formiamo insieme un solo organismo vitale.

Ecco perché mi sforzo affinché il terreno del mio cuore produca buoni frutti.

Anche se ciò non apparisse mai quaggiù ad occhio umano, tuttavia un giorno si vedrà che molte anime si sono nutrite e si nutriranno dei miei frutti.

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397 Don Nikola Vucic:

L’indice più sicuro per misurare la maturità cristiana è la capacità di accettare gli altri nella loro diversità.

Tra noi ci sono diversità di idee, di carattere, di sensibilità, di scelte.

La tentazione è sempre quella di difendere a spada tratta le proprie opinioni credendole migliori e buone per tutti, andando d’accordo solo con chi la pensa come noi.

Questa è una brutta abitudine che divide.

Gesù ci ricorda che tutti siamo figli di Dio, tutti uguali anche se diversi, con le stesse miserie, tutti mendicanti dell’amore del Padre.

Il nostro principio di unità è lo Spirito Santo che conosce il posto di ognuno nel piano di Dio: non siamo numeri indifferenziati né coriandoli portati via dal vento, bensì tessere insostituibili nel Suo meraviglioso mosaico.

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396 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Il mezzo più sicuro per conoscere la volontà di Dio è pregare la nostra buona Madre.

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395 San Giovanni Bosco:

La preghiera è una potente cooperazione.

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394 Santa Teresina di Lisieux:

Quando non mi capita nessuna occasione, voglio almeno dire tante volte a Gesù che l’amo.

Non è una cosa difficile e serve a tener vivo il fuoco: anche nel caso che mi sembrasse spento, questo fuoco d’amore, vi vorrei gettare qualcosa lo stesso, e sono sicura che Gesù lo ravviverebbe subito.

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393 San Pio da Pietrelcina:

Perché il male nel mondo?

«Sta bene a sentire…

C’è una mamma che sta ricamando.

Il suo figliuolo, seduto su uno sgabelletto basso, vede il lavoro di lei; ma alla rovescia.

Vede i nodi del ricamo, i fili confusi…

E dice:

“Mamma si può sapere che fai?

È così poco chiaro il tuo lavoro?!”.

Allora la mamma abbassa il telaio, e mostra la parte buona del lavoro.

Ogni colore è al suo posto e la varietà dei fili si compone nell’armonia del disegno.

Ecco, noi vediamo il rovescio del ricamo.

Siamo seduti sullo sgabello basso».

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392 Madre Teresa di Calcutta:

La Quaresima è il tempo in cui riviviamo la Pas­sione di Cristo.

Non sia soltanto un tempo in cui i no­stri sentimenti si risvegliano dall’apatia, ma sia un oc­casione di cambiamento, che avvenga con la collabo­razione della grazia di Dio attraverso veri sacrifici di sé.

Il sacrificio per essere vero deve costare, deve im­plicare sofferenza, ci deve svuotare di noi stessi.

Pro­cediamo attraverso la Passione di Cristo, giorno dopo giorno.

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391 San Francesco di Sales:

Nostro Signore ci darà la sua pace in questa vita, solo quando ci umilieremo e sopporteremo con pazienza di lottare contro i nostri difetti.

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390 Sant’Antonio di Padova:

Come l’oro è superiore a tutti i metalli, così la scienza sacra è superiore a ogni altra scienza: non sa di lettere chi non conosce le “lettere sacre”.

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389 Santa Faustina Kowalska:

Il Signore mi disse: 

«Figlia mia, scrivi.

Tutte le anime che adoreranno questa mia misericordia e ne diffonderanno il culto fra le anime, esortandole a confidare in essa, non avranno paura nell’ora della morte.

La mia misericordia sarà la loro difesa nell’ultima agonia».

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388 San Pio da Pietrelcina:

La lotta che incontra antecedentemente l’opera buona che si intende compiere, è come l’antifona che precede il salmo solenne da cantare.

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387 Sant’Antonio di Padova:

Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe (nome che significa crescente), e gli disse:

“Alzati, prendi con te il Bambino e sua Madre, e fuggi in Egitto”.

Giuseppe nel suo sonno è lontano dal frastuono delle cose del secolo, e riposa senza il tumulto dei pensieri.

Perciò gli appare un angelo, e gli dice:

“Alzati”, cioè tendi all’alto, perché tu sia veramente uno che cresce verso l’alto, non verso il basso, come la rapa che cresce nella terra e sotto terra, ma come la palma che si spinge verso l’alto.

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386 Don Nikola Vucic:

Nonostante tutto, io credo nella potenza dell’amore.

È l’amore che ferma le guerre.

È l’amore che fa cadere le barriere tra gli esseri umani e non le armi.

Il paradosso dell’amore consiste nel fatto di essere potente mentre sembra perdente.

L’amore di Gesù diventa potente proprio nel momento della Sua morte in croce.

Sulla croce Gesù entra nel buio della morte, la brucia e la trasforma in luce.

Sulla Croce il Suo amore abbraccia amici e nemici e rompe il circolo vizioso del tornaconto.

Chi ama non si sente impotente di fronte al male.

L’amore è come il lievito che contiene in sé l’energia tale da fermentare molta farina.

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385 San Giovanni Bosco:

Dando ai bisognosi le vostre sostanze, voi le mettete come in mano agli angeli, i quali ne faranno una chiave per aprirvi il cielo nel giorno della vostra morte.

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384 Santa Faustina Kowalska:

Oggi, in spirito, venni portata in paradiso.

Contemplai quell’inconcepibile bellezza e la felicità che ci aspetta dopo la morte.

Vidi tutte le creature esaltare incessantemente la gloria di Dio.

Vidi quanto sia grande la felicità che da Dio si riversa su di esse, portando loro un’infinita gioia, che poi fa ritorno alla sorgente.

Ogni gloria e onore provengono dal dono di una simile felicità e tutto rientra nelle profondità divine.

Le creature contemplano Dio nella sua essenza:

Padre, Figlio, Spirito Santo, che esse non penetreranno mai fino all’esaurimento, perché un simile esaurimento non esiste.

Adesso capisco come San Paolo potè scrivere:

«Occhio non vide, orecchio non udì, né mai entrò in cuore d’uomo ciò che Dio prepara per coloro che lo amano».

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383 Santa Teresina di Lisieux:

Com’è dolce pensare che voghiamo verso l’eterne rive!

Questo pensiero della brevità della vita m’infonde coraggio, mi aiuta a sopportare le fatiche del cammino.

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382 Don Nikola Vucic:

Le nostre debolezze ci fanno penare, ma nessuna pena può paragonarsi a quella che viene dal peccato.

Si può essere oppressi da mille malanni, ma quando si vive in grazia di Dio tutto è sopportabile e si trova anche la forza per lodare il Signore.

Chi ha avuto la sventura di provare l’angoscia del peccato, sa quale infelicità porti nell’anima.

Lo possiamo constatare da quella immensa gioia che si prova quando ce ne liberiamo; quel senso di luce, di liberazione, di respiro, di pace che sazia il cuore.

Non c’è cosa più opprimente quanto quella aridità spaventosa che invade l’anima dopo il peccato, quel turbamento, quel buio profondo, quel crollo improvviso di tutta la pace accumulata nel cuore con le preghiere e le opere buone.

Non aver paura delle tue debolezze ma del peccato, perché ogni peccato porta con sé un cumulo di infelicità.

Custodisci gelosamente la pace interiore e quella gioia che viene dall’intimita’ con Dio.

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381 Santa Teresina di Lisieux:

Vedo con gioia che, amando Dio, il cuore si dilata e può dare incomparabilmente più tenerezza ai suoi cari che se fosse concentrato in un amore egoista e infruttuoso.

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380 San Giovanni Bosco:

Io raccomando molto che si usi pazienza nell’obbedire, e vorrei che, quando questa obbedienza non volesse esserci; quando la nostra testa volesse essere lontano dall’obbedienza, mirassimo il cielo e prendessimo alle buone la speranza.

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379 San Francesco di Sales:

Soffriamo con pazienza nel vederci ancora lontani dalla vera virtù e perfezione; ma nello stesso tempo aspiriamoci coraggiosamente.

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378 San Francesco di Sales:

Nella perfezione cristiana è più utile la pratica che la scienza.

Una semplice contadina può amare tanto Dio quanto l’uomo più dotto del mondo.

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377 Beata Chiara “Luce” Badano:

È in questi ultimi mesi di vita che il rapporto con Chiara Lubich raggiunge indiscutibilmente il suo apice.

Seguiamolo attraverso l’ultimo, intenso scambio di lettere.

Scrive Chiara il 20 dicembre 1989:

«Da due giorni sono ritornata dall’ospedale di Torino dove, da circa dieci mesi, per l’ennesima volta mi sono recata a sottopormi ad un ciclo chemioterapico.

Il mio stato di salute attuale non è dei migliori, perché il mio fisico è ormai duramente provato a causa delle terapie.

L’ultimo ricovero coincideva con il congresso gen 2 a Castelgandolfo.

Una mattina stavo particolarmente male; sapevo che proprio quel giorno le gen avrebbero fatto una preghiera per me: anch’io ho sentito il desiderio di unirmi a loro e con la mamma l’abbiamo fatta anche noi.

Siccome questo è l’anno dello Spirito Santo (in quel periodo, nel Movimento si approfondiva quel tema, ndr), oltre alla mia guarigione ho chiesto all’Eterno Padre di illuminare con il suo Spirito i responsabili del raduno e, per tutte le gen, la sapienza e la luce.

È stato proprio un momento di Dio: soffrivo molto fisicamente, ma l’anima cantava.

Abbiamo continuato a pregare a lungo, perché quel momento non passasse.

Ora ti chiedo un regalo per Natale:

una Parola di vita per me, una per papà e una per la mamma.

Chiedo troppo?».

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376 Madre Teresa di Calcutta:

E’ difficile pregare se non conosci come pregare, ma noi dobbiamo aiutarci a pregare.

Il primo mezzo da usare è il silenzio.

Le anime dedite alla preghiera sono anime dedite a un gran silenzio.

Non possiamo metterci immediatamente alla presenza di Dio se non facciamo esperienza di un silenzio interiore ed ester­no.

Perciò dovremo porci come proposito particolare il silenzio della mente, degli occhi e della lingua.

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375 San Giovanni Bosco:

Si vada ai piedi del Tabernacolo soltanto a dire un pater , ave e gloria, quando non si potesse di più.

Basta questo per renderci forti contro le tentazioni.

Uno che abbia fede, che faccia visita a Gesù sacramentato, che faccia la sua meditazione tutti i giorni, purché non abbia qualche fine mondano, ah! io dico, è impossibile che pecchi.

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374 San Filippo Neri:

Fuggite le cattive compagnie.

Non nutrite troppo delicatamente il corpo; aborrite l’ozio; pregate molto, siate frequenti ai Sacramenti e particolarmente alla Confessione…

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373 San Pio da Pietrelcina:

Vi sono gioie tanto sublimi e dolori così profondi, che la parola mal saprebbe esprimere.

Il silenzio è l’ultimo espediente dell’animo, nella ineffabile felicità come nelle supreme pressure.

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372 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Si ama una cosa in proporzione del prezzo che ci è costata: giudicate da qui l’amore che Nostro Signore ha per la nostra anima che gli è costata tutto il suo sangue!

Per questo, Egli è affamato di comunicazioni e di relazioni con essa.

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371 San Francesco di Sales:

Parlando delle cose di Dio, vogliamo alle volte passar per dotti, compiacendoci dei nostri bei pensieri; ed invece di per pervenire alla scienza della verità, non facciamo che riempirci di vanità.

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370 San Giovanni Bosco:

La prima virtù di un giovane è l’ubbidienza al padre e alla madre.

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369 San Giovanni Bosco:

(Per far elemosina) se assolutamente non possediamo nulla, vi è l’opera delle opere: la preghiera.

Ecco una elemosina che non tutti fanno.

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368 San Francesco di Sales:

La vostra modestia sia nota a tutti gli uomini: e per quanto possibile, cercate di essere costantemente sinceri.

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367 Don Nikola Vucic:

“Signore, perché ci abbandoni?”

“È meglio per voi che io me ne vada!”

– rispose Lui Gesù, ognuno di noi vorrebbe trattenerti, ma Tu devi tornare al Padre perché sei il Figlio.

Sono invece i nostri cuori che si devono elevare a Te.

Gesù, ora presso il Padre, Tu sei più che mai vicino a noi.

Attiraci a Te perché la nostra umanità sia elevata a Dio, e che ci sia dentro di noi un ardente desiderio del cielo.

O Maria, prega per noi quando non sappiamo alzare gli occhi al cielo, quando guardiamo solo noi stessi e le cose di quaggiù.

Guidaci verso Gesù.

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366 Don Nikola Vucic:

A volte il Signore ritarda nell’esaudire le tue preghiere, ma Egli non ti lascia mai a mani vuote.

Se qualche volta hai chiesto e non ottenuto, Gesù ti esorta di non darti per vinto e di continuare a pregare.

La preghiera è già una grande grazia.

La preghiera trasforma sempre la tua realtà.

Se non cambiano le cose attorno a te, cambia il tuo cuore.

Attraverso la preghiera, la grazia di Dio sostiene le nostre vicende e riempie il nostro tempo come se fosse un laboratorio in cui aiutiamo lo Spirito Santo a scolpire nel nostro cuore il volto di Cristo.

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365 Madre Teresa di Calcutta:

Se date alla gente un Cristo spezzato, un Cristo zoppo, storpio e deformato da voi, a loro non resterà che quell’immagine.

Se volete che essi lo amino, devo­no innanzitutto conoscerlo.

Perciò, date prima di tutto alle vostre Sorelle un Cristo intero, e poi datelo alla gente degli slums, un Cristo pieno di zelo, d’amore, di gioia, splendente come il sole.

Mi avvicino a questo obiettivo?

O sono una luce oscura, una luce falsa, una lampadina senza fili, attraverso cui non passa la corrente, che non emana luminosità?

Mettete il vostro cuore in condizione di essere una luce radiosa.

Dite a Cristo: « Aiutami a diffondere la tua fragranza ovun­que vado ».

Il nostro stesso nome esemplifica questa regola di vita.

Sorelle degli slums, portatrici dell’amo­re di Cristo.

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364 San Pio da Pietrelcina:

Il tuo zelo non sia amaro, non sia puntiglioso; ma sia libero da ogni difetto; sia dolce, benigno, grazioso, pacifico e sollevante.

Ah, chi non vede, mia buona figliuola, il caro piccolo Bambino di Betlemme, all’avvento del quale ci andiamo preparando, chi non vede, dico, essere il suo amore per le anime incomparabile?

Egli viene per morire al fine di salvare, ed è sì umile, sì dolce e sì amabile.

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363 Santa Teresa di Calcutta:

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362 Don Nikola Vucic:

Sicuramente molti di voi in questo momento state vivendo una vita che amate.

Date il meglio di voi stessi e state rendendo grande la vostra famiglia.

Eppure anche voi avete vissuto stagioni difficili e tante volte vi siete persi nella valle fredda dell’oscurità.

Anche voi siete rimasti delusi dagli uomini, siete stati feriti dalle persone di cui vi fidavate.

Anche voi avete avuto il cuore devastato che ha lasciato la vostra vita a pezzi, come una città dopo il terremoto.

La verità è che ogni rifiuto che avete sperimentato, ogni persona difficile che avete sopportato e ogni prova che avete superato sono stati la preparazione perfetta per trasformarvi nella persona che siete ora.

Nulla è stato casuale.

Nulla è andato sprecato.

La chiave dell’accesso alla gioia e alla pace sta nel sapere di aver fatto fino in fondo il proprio dovere, di aver dato il meglio di sé stessi per guadagnarvi le meritate ricompense.

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361 Sant’Antonio di Padova:

Vuoi avere sempre Dio nella mente?

Abbi sempre te stesso di fronte a te.

Dove c’è l’occhio, lì c’è la mente: abbi sempre l’occhio fisso su te stesso.

Tre cose ti faccio presenti: la mente, l’occhio e te stesso.

Dio è nella mente, la mente è nell’occhio, l’occhio è in te.

Quindi se guardi te, hai Dio in te.

Vuoi avere sempre Dio nella mente?

Abbi te stesso, quale egli ti ha fatto.

Non andare in cerca di un te stesso diverso da ciò che sei.

Non voler fare te stesso diverso da quello che lui ti ha fatto, e così avrai sempre nella tua mente Dio.

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360 San Pio da Pietrelcina:

Mancare di carità è come ferire Iddio nella pupilla del suo occhio.

Che cosa è più delicato della pupilla dell’occhio?

Mancare di carità è come peccare contro natura.

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359 Santa Teresina di Lisieux:

Più che mai comprendo che i più piccoli avvenimenti della nostra vita sono diretti da Dio.

È lui che ci fa desiderare e che adempie i nostri desideri.

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358 San Pio da Pietrelcina:

Rifletti su quello che scrivi, perché il Signore te ne chiederà conto.

Stai attento, giornalista!

Il Signore ti dia le soddisfazioni che desideri per il tuo ministero.

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357 San Giovanni Bosco:

Piuttosto che fare una confessione o comunione sacrilega, cambiate anche tutte le volte il confessore.

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356 Madre Teresa di Calcutta:

L’umiltà è verità; perciò, in tutta sincerità dob­biamo essere capaci di levare lo sguardo e dire:

«Pos­so compiere tutte queste cose in Lui che mi dà la for­za ».

Grazie a tale affermazione di San Paolo, dovete nutrire una certa fiducia nel compiere la vostra opera – o meglio, l’opera di Dio – bene, efficacemente, anche perfettamente, con Gesù e per Gesù.

Convince­tevi che da soli non potete fare nulla, che non posse­dete nulla eccetto il peccato, la fragilità e la miseria: che tutti i doni della natura e della grazia che avete, li avete per merito di Dio.

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355 Santa Faustina Kowalska:

La presenza di Dio mi penetrò.

Egli mi fece capire che ogni cosa dipende unicamente dalla sua volontà.

Mi disse: 

«Voglio accordare un perdono totale a quelle anime che, nel giorno della festa della mia misericordia, s’accosteranno alla confessione e alla santa comunione». 

O anime umane, non sia troppo tardi quando riconoscerete tutta la verità!

O abisso della divina misericordia, non tardare a riversarti sul mondo intero!

Ricordati, Signore, che tu stesso lo hai promesso.

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354 Santa Faustina Kowalska:

Gesù a Maria Faustina:

«Vigila incessantemente, perché l’intero inferno raccoglie contro di te i propri sforzi a motivo di quest’opera, ben sapendo che molte anime volteranno le spalle all’eterna perdizione e glorificheranno la mia misericordia.

Tuttavia, ricorda che da sola non potrai raggiungere lo scopo».

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353 San Pio da Pietrelcina:

Ricordati di Gesù, mitis et humilis corde.

L’irascimini et nolite peccare è dei santi.

Io non mi sono mai pentito della dolcezza usata, ma mi sono sentito un rimorso di coscienza e mi sono dovuto confessare, quando ho usato un po’ di durezza.

Però, quando dico mitezza, non dico quella che lascia tutto andare.

Quella no!

Ma intendo quella che rende dolce la disciplina, la quale non va mai trascurata.

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352 Santa Faustina Kowalska:

«Figlia mia, ti condurrò in questo ritiro come ad un banchetto.

Accanto al mio cuore misericordioso, mediterai le grazie che ti ho fatto e avrai a compagna una profonda pace.

Desidero che il tuo sguardo fissi di continuo la mia volontà e, ciò facendo, mi darai la gioia più grande.

Non intraprenderai alcuna riforma di te stessa, perché già hai messo a mia disposizione la tua vita.

Nessun sacrificio vale quanto questo».

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351 San Giovanni Bosco:

Se vuoi piacere e far del bene, predicando ai fanciulli bisogna portare esempi, parabole, similitudini; ma ciò che importa di più si è che le narrazioni vengano bene sviluppate e molto particolareggiate: scendere alle piccole circostanze.

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350 San Pio da Pietrelcina:

Gesù mio, dolcezza mia, amor mio, amore che mi sostiene.

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349 San Francesco di Sales:

A nulla si rinuncia più difficilmente che al proprio giudizio; eppure non vi è cosa più necessaria di questa per essere umili e perfetti.

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348 Sant’Antonio di Padova:

Sono tre le parti del corpo dalle quali proviene la vita o la morte: il cuore, la lingua, la mano.

Dal cuore proviene il consenso, dalla lingua la parola, dalla mano l’azione.

Se con queste tre parti abbiamo offeso il Signore, da esse deve venire la riparazione e la professione di fede.

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347 San Francesco di Sales:

Dobbiamo spogliarci di noi stessi per rivestirci di Gesù Crocifisso.

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346 San Giovanni Bosco:

L’esercizio delle buona morte consiste specialmente in fare una confessione e comunione come fosse l’ultima della nostra vita.

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345 San Pio da Pietrelcina:

Il tuo regno non è lontano e tu facci partecipare al tuo trionfo sulla terra per poi partecipare al tuo regno nel cielo.

Fa’ che, non potendo contenere la comunicazione della tua carità, predichiamo con l’esempio e con le opere la tua divina regalità.

Prendi possesso dei nostri cuori nel tempo per possederli nell’eternità.

Che mai ci togliamo da sotto il tuo scettro, né la vita né la morte valga a separarci da te.

La vita sia vita attinta da te a larghi sorsi d’amore per spandersi sull’umanità e ci faccia morire ad ogni istante per vivere solo di te e spandere te nei nostri cuori.

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344 Santa Teresina di Lisieux:

Per me, non ho lumi se non per vedere il mio piccolo nulla; ma questo mi fa più bene dei lumi sulla fede.

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343 Santa Faustina Kowalska: 

Gesù a Maria Faustina: 

«Vigila incessantemente, perché l’intero inferno raccoglie contro di te i propri sforzi a motivo di quest’opera, ben sapendo che molte anime volteranno le spalle all’eterna perdizione e glorificheranno la mia misericordia.

Tuttavia, ricorda che da sola non potrai raggiungere lo scopo».

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342 Santa Teresina di Lisieux:

Quante volte ho pensato che io potrei essere debitrice di tutte le grazie ricevute alle preghiere di un’anima che può avermi chiesta a Dio, e che io conoscerò soltanto in cielo!

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341 Sant’Antonio di Padova: 

“Il nome della Vergine era Maria” (Lc 1,27).

Una torre inespugnabile è il nome di Maria.

Presso di lei si rifugi il peccatore, e sarà salvato.

Nome dolce, nome che conforta il peccatore, nome di beata speranza.

“Signora, il tuo nome è anelito dell’anima”.

“Il tuo nome è profumo olezzante”.

Il nome di Maria è giubilo al cuore, miele alla bocca, melodia all’orecchio.

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340 Santa Teresina di Lisieux:

Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto per far piacere al Signore buono, per salvargli anime.

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339 San Francesco di Sales:

Un affetto moderato agli interessi materiali non pregiudica l’anima, se sa trovare il tempo per l’orazione, la meditazione ed il raccoglimento spirituale.

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338 San Giovanni Bosco:

Fate il possibile per impedire anche solo un peccato veniale.

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337 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Il buon Dio ci ha messo sulla terra per vedere come ci comporteremo, e se Lo ameremo; ma nessuno ci rimane.

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336 Santa Faustina Kowalska:

La misericordia è quell’attributo divino, grazie al quale l’uomo si incontra particolarmente da vicino e particolarmente spesso con il Dio vivente.

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335 Santa Teresina di Lisieux:

I cristiani più perfetti, i sacerdoti, trovano che siamo esagerate, che dovremmo servire con Marta, invece di consacrare a Gesù i vasi delle nostre vite con i profumi che vi sono racchiusi.

E tuttavia, che importa se i nostri vasi si spezzano, dal momento che Gesù è consolato e il mondo è costretto a sentire, suo malgrado, i profumi che esalano e servono a purificare l’aria avvelenata che non cessa di respirare.

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334 San Francesco di Sales:

Impegnatevi a vincere le piccole tentazioni di collera, sospetti, gelosie, invidie, vincoli affettivi non buoni, doppiezze, vanità, leziosità e pensieri cattivi; perché in questo modo acquisterete forza per vincere le grandi tentazioni.

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333 San Francesco di Sales:

Perché tanta fretta?

Operate adagio, con serenità, ed una cosa per volta; così avanzerete molto.

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332 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

La maniera di essere molto bravi, di essere persino santi sulla terra, consiste nel ricevere tutto come proveniente immediatamente dalla mano di Dio.

Sbagliano coloro che vedono dei nemici e dei cattivi negli altri cristiani, loro fratelli.

Gesù Cristo non fece così, il giorno della sua passione.

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331 Madre Teresa di Calcutta:

Un solo giorno con Gesù è sufficiente a spronarci in una energica ricerca della santità attraverso un amore personale per Gesù.

Gesù desidera la nostra perfezione con ardore indicibile.

Poiché questa è la volontà del Signore: la nostra santificazione.

Il suo sacro cuore è ripieno di un insaziabile anelito a veder­ci avanzare sulla via della santità.

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330 San Pio da Pietrelcina:

Tieni per fermo che quanto più un’anima è a Dio gradita, tanto più dovrà essere provata.

Perciò coraggio ed avanti sempre.

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329 Sant’Antonio di Padova:

Chi si è convenito veramente, è assai timoroso.

Per la triste esperienza fatta, teme che sotto ogni esca si nasconda l’amo; teme perché dubita di non avere nel cuore tanta vivezza di pentimento e tanto slancio di amore, da potere senza rischio esporsi alla tentazione e alle occasioni di peccato.

E io, per mio conto, consiglio colui che sa di trovarsi in simile stato, di temere e fuggire i luoghi e le persone che lo possano mettere in pericolo.

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328 San Giovanni Bosco:

Se noi ci teniamo occupati, il demonio non ci potrà mai vincere.

Aspetta sempre ad assalirci quando siamo in ozio.

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327 San Giovanni Bosco:

La morte per uno che abbia la coscienza tranquilla è un conforto, un’allegrezza, un passaggio che lo conduce alla perfetta felicità.

Al contrario per uno che abbia il peccato sull’anima, è il maggior spauracchio di terrore che ci possa essere, è un tormento, è una disperazione .

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326 San Francesco di Sales:

Procurate di mantenere sempre l’amore all’umiltà, perché questa virtù è sempre necessaria anche alle persone ben incamminate nella via della perfezione.

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325 San Giovanni Bosco:

Gli occhi sono le finestre per cui il demonio conduce il peccato nel cuore.

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324 Madre Teresa di Calcutta:

Chiediamo alla Madonna e a San Giuseppe di fare delle nostre comunità quello che essi hanno fatto di Nazaret per Gesù.

Non dobbiamo aver paura.

Ge­sù ha detto:

« Non temete, io sono con voi » e « Amatevi come io ho amato voi »… da questo sapranno che appartenete a Gesù.

L’amore non vive di parole, né lo si può esprimere a parole, intendo dire che quell’amo­re che lo serve e viene da Lui e che trova Lui, tocca Lui, lo serve e lo ama negli altri.

Tale amore è vero, ardente, puro, libero da timori e da dubbi.

Non c’è amore più grande dell’amore che il Cristo stesso ci ha mostrato.

Ecco perché vi chiedo di amarvi tra voi co­me Cristo ci ha amato.

Come il Padre ha amato Lui, Egli ha amato noi e ci ama ancora.

Ci ha chiamato per nome; siamo un bene prezioso per Lui.

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323 Santa Faustina Kowalska:

Oggi il Signore mi disse: 

«Figlia mia, guarda il mio cuore misericordioso e riproduci la sua misericordia nel tuo cuore, affinché tu che annunci al mondo la mia misericordia, ne arda tu stessa per le anime».

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322 Santa Faustina Kowalska:

Figlia mia, prendi come tema di meditazione: chi è colui al quale il tuo cuore sta tanto intimamente unito?…

Prima che io creassi il mondo ti amai di quell’amore che il tuo cuore oggi sperimenta e che mai non muterà per l’avvenire.

Medita la vita divina che scorre nella Chiesa per la salvezza e la santificazione delle anime (cf. i due raggi dell’immagine!).

Rifletti se da questi tesori di grazia e da queste manifestazioni del mio amore hai saputo cogliere i frutti che aspettavo.

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321 San Pio da Pietrelcina:

Non ti perdere di coraggio se ti tocca lavorare molto e raccogliere poco (…).

Se pensassi quanto costa un’anima sola a Gesù, non faresti lamento alcuno.

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320 Santa Faustina Kowalska:

Satana fu costretto da Dio a confessarmi che ero l’oggetto del suo odio.

Mi disse che mille altre persone gli recavano meno danno di me, quando scrivevo sulla divina misericordia.

«I peggiori peccatori riprendono fiducia e fanno ritorno a Dio — concluse lo spirito del male — così perdo ogni cosa e, per di più, aumenti le mie sofferenze con quella misericordia senza fondo dell’Onnipotente!».

Mi resi conto quanto satana odia l’idea della divina misericordia.

Egli non vuole riconoscere che Dio è infinitamente buono.

Un’altra volta, mentre scrivevo sulla fiducia in Dio, lo udii urlare:

«Non scrivere sulla fiducia della divina misericordia!

Dio è giusto!

Dio è soltanto giusto!».

Con un urlo di collera, scomparve.

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319 Santa Faustina Kowalska:

Dal giorno in cui sento la spinta a lavorare in favore della festa voluta da Gesù e per l’esecuzione dell’immagine, non trovo pace.

Mi prende il timore d’essere un’illusa, anche se simile pensiero mi viene insinuato dall’esterno.

Perfino il confessore sembra aver paura d’ascoltarmi.

Ciò costituisce in particolare il mio tormento.

Quando m’accorsi di trovare poco aiuto negli uomini, ricorsi a Gesù.

Conoscevo un’alunna caparbiamente renitente all’idea di confessarsi e d’accostarsi agli altri sacramenti.

Dissi a Gesù:

«Se sei veramente tu a parlarmi, ti prego che quell’alunna vada oggi stesso a confessarsi».

Vidi con stupore quella ragazza chiedere immediatamente un sacerdote.

Ne stupì anche la suora alla quale la fanciulla si rivolse, ma provvide su due piedi a chiamare un confessore.

In quel momento, udii dentro di me queste parole: 

«Mi credi, adesso?».

Una nuova forza penetrò dentro di me e fui meravigliata d’aver potuto dubitare.

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318 San Giovanni Bosco:

Don Bosco disse alla sera che i giovani dovevano fare come i ballerini sulla corda.

Essi tengono in mano il piombino e poi camminano senza guardare nè a destra nè a sinistra.

Il nostro piombino è la volontà di far bene.

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317 San Giovanni Bosco:

(Nella società) in secondo luogo vi deve essere unità di spirito e di volere.

Qual è lo spirito che deve animare questo corpo?

Miei cari, è la carità.

Vi sia carità nel tollerarci e nel correggerci gli uni gli altri; mai lagnarci l’uno dell’altro; carità nel sostenerci; carità specialmente nel mai sparlare dei membri del corpo…

Questa è una cosa essenzialissima alla nostra società; perché se vogliamo fare del bene nel mondo è necessario che siamo uniti fra noi e godiamo l’altrui riputazione…

Difendiamoci a vicenda; crediamo nostro l’onore ed il bene della Società: ed abbiamo per fermo che non è un buon membro quello che non è disposto a sacrificare se stesso per salvare il corpo.

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316 Madre Teresa di Calcutta:

Oggi la Chiesa di Dio ha bisogno di santi.

Ciò esige un grande senso di responsabilità in noi Sorelle, per combattere contro il nostro ego e il nostro attaccamento alle comodità che ci portano a scegliere una mediocrità comoda e insignificante.

Dobbiamo sentir­ci obbligate a metterci con la nostra vita in competi­zione con Cristo; dobbiamo sentirci obbligate a essere guerrieri in san, poiché la Chiesa ha bisogno di gente battagliera, oggi.

Il nostro grido di guerra deve essere «Combattere… e non fuggire, tenendo i piedi saldi sulla terra ».

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315 San Giovanni Bosco:

É pazzia cercare la felicità lontano da Dio.

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314 San Filippo Neri:

“Più facilmente si convertono a Dio i sensuali che gli avari”

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313 San Pio da Pietrelcina: 

Lo spavento è un male peggiore del male medesimo.

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312 San Francesco di Sales:

Mi pare che, accorgendoci delle nostre imperfezioni, invece che turbarci dovremmo consolarci di averle scoperte per poter emendarci.

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311 Sant’Antonio di Padova:

L’anima che si pente segue la povertà, l’umiltà, la passione di Gesù Cristo: esse ci parlano di lui e ci dicono quale è stata la sua vita in questo mondo.

E così l’anima diviene sua sposa, con lui impegnata, a lui legata per mezzo dell’anello di una fede perfetta.

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310 Sant’Antonio di Padova:

Dio nulla ricerca e nulla ama maggiormente nell’uomo come il suo cuore, nel quale c’è la legge dell’amore e quindi, come dice il salmo, “non vacilleranno i suoi passi” (Sal 36,31).

I passi del giusto sono le sue opere e i suoi pensieri, che mai vacilleranno, cioè non saranno colti nel laccio della suggestione diabolica.

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309 Sant’Antonio di Padova:

La sintesi di tutte le cose che sono state scritte per nostro ammaestramento consiste soprattutto in tre cose:

nella creazione,

nella redenzione

e nel giudizio dell’ultimo giorno.

La creazione e la redenzione ci insegnano ad amare Dio, l’ultimo giudizio a temerlo, “affinché in virtù della perseveranza e della consolazione che ci vengono dalle Scritture, teniamo viva la nostra speranza” (Rm 15,4).

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308 San Giovanni Bosco:

La prima virtù di un giovane è l’ubbidienza al padre e alla madre.

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307 Sant’Antonio di Padova:

Chi ha ricchezze di questo mondo, e dopo aver trattenuto da esse ciò che gli è necessario per il vitto e il vestito, vede che il suo fratello, per il quale Cristo è morto, si trova nel bisogno, deve dargli ciò che gli sopravanza.

E se non glielo dà, se chiude il suo cuore di fronte al fratello che è nell’indigenza, io affermo che pecca mortalmente, perché non c’è in lui l’amore di Dio; se ci fosse in lui questo amore, darebbe volentieri al suo fratello.

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306 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Amare il buon Dio, non è sentire ogni tanto qualche moto di affetto per Dio; tale sensibilità non è sempre in nostro potere.

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305 San Filippo Neri:

Quanto amore si pone nelle creature, tanto se ne toglie a Dio.

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304 Santa Faustina Kowalska:

Gesù, ti ringrazio d’aver bevuto prima di me l’amaro calice che a me porgi già addolcito.

Ecco ho accostato le mie labbra a questo calice della tua santa volontà.

Avvenga di me ciò che, prima di tutti i secoli, la tua sapienza ha stabilito.

Desidero vuotare fino in fondo il calice a cui fui predestinata.

Una simile predestinazione non sarà oggetto del mio esame: la mia fiducia sta nel venir meno di ogni mia speranza.

In te, Signore, tutto è buono; tutto è dono del tuo cuore.

Non preferisco le consolazioni alle amarezze, né le amarezze alle consolazioni: ti ringrazio, Gesù, per ogni cosa.

Sono felice di fissare il mio sguardo su di te, Dio incomprensibile.

È in questa esistenza singolare che il mio spirito dimora, e qui io sento di trovarmi a casa mia.

O bellezza non creata, chi ha conosciuto te una volta sola, non può amar altro.

Trovo dentro di me una voragine e nessuno, se non Dio, la può colmare.

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303 Sant’Agostino:

Ti giri e ti rigiri, di spalle, sul fianco o bocconi e tutto è duro: tu solo (o Dio) sei riposo.

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302 Sant’Agostino:

A che serve lo strepito della voce, se il cuore tace?

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301 Madre Teresa di Calcutta:

Fratelli, annunciare la Parola di Dio, essere la Parola di Dio per la vostra gente, deve essere lo scopo della vostra esistenza.

Ma non potete dare, non potete proferire la Parola a meno che viviate quella Parola, a meno che preghiate quella Parola.

Per essere capa­ci di dare, dovete possedere.

A questo scopo dovete mantenervi santi, per poter comprendere quel che vuole Gesù… egli vuole abitare in voi e agire attraver­so voi.

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300 San Giovanni Bosco:

Dimmi: acquista più meriti un confessore a confessare tutta la mattina o un altro a lavare le scodelle?

Non vi è differenza; siccome formiamo corpo per la gloria di Dio, e lavoriamo tutti per lo stesso fine, ogni azione è giudicata da Dio collo stesso peso e colla stessa misura.

Il merito adunque è uguale.

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299 Santa Faustina Kowalska:

O mio Dio, sei tu solo il Padre mio!

Tu sai bene che io sono impotente e una bambina, per cui ti supplico di essere al mio fianco in ogni istante della vita e ancor più in quello della morte.

Padre buono e misericordioso, so che la tua bontà sorpassa di gran lunga la tenerezza e la dedizione di una madre, perché «anche se mio padre e mia madre mi lasciarono, tu mi stringi per sempre sul tuo cuore» (Salmo 27).

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298 Santa Faustina Kowalska:

 Disse Gesù:

«Proclama al mondo che le fiamme della misericordia mi divorano: desidero riversarle sugli uomini, e grande dolore mi procurano quando rifiutano di accoglierle.

Figlia mia, fa’ ciò che puoi per diffondere il culto della divina misericordia.

Completerò io quello che ti manca.

Dirai all’umanità che soffre di stringersi al mio cuore misericordioso e io la colmerò di pace.

Proclama che sono l’amore e la misericordia.

Quando un’anima s’accosta a me con fiducia, la colmo di tanta quantità di grazie, che non può contenerle e le riversa su altre anime».

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297 San Pio da Pietrelcina:

La fede anche noi guida, e noi dietro il suo lume sicuri seguiamo il cammino che ci conduce a Dio, alla sua patria, come i santi magi guidati dalla stella, simbolo di fede, giungono al luogo desiderato.

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296 Sant’Antonio di Padova:

Niente è più prezioso del tempo, e, purtroppo, nulla si trova oggi che sia meno apprezzato.

Passano i giorni della salvezza e nessuno riflette, nessuno si preoccupa di perdere un giorno, che non gli ritornerà mai più.

Come non cadrà un capello dal capo, così neppure un istante di tempo andrà perduto…

Dice l’Ecclesiastico:

“O figlio, abbi cura del tempo!” (Eccli 4,23) perché è un dono sacrosanto…

O peccatore, il Signore ti ha concesso (imprestato) il tempo per guadagnarti la salvezza, e tu ti sei appropriato del tempo che ti è stato accordato, e l’hai sprecato.

Ma, credi a me!

Il Signore ti richiederà ciò che è suo, e farà giustizia.

O Signore, se tu giudicherai severamente i giusti, che cosa ne sarà degli ingiusti?

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295Santa Faustina Kowalska:

Scrivo sotto la direzione di Gesù Maestro.

Egli stesso mi comandò di fare questo ritiro e stabilì i giorni in cui dovevo svolgerlo.

Fu Gesù a guidarmi personalmente in queste riflessioni.

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294 Sant’Agostino:

Guardati, figlio, se vuoi vincere l’errore: quando non sai, non credere di sapere, ma per sapere impara a sapere che non sai.

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293 Santa Faustina Kowalska:

La misericordia diventa elemento indispensabile per plasmare i vicendevoli rapporti fra gli uomini.

Essa è sommamente indispensabile per quelli che si trovano maggiormente vicini tra di loro: uomo e donna, genitori e figli, amici.

Di essa sono obbligati a tener conto l’educazione e la pastorale.

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292 San Francesco di Sales:

Nelle questioni opinabili conviene arrendersi al parere degli altri per evitare contese ed alterchi offensivi.

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291 Madre Teresa di Calcutta:

La gioia è preghiera, la gioia è forza, la gioia è amore, una rete d’amore con la quale puoi catturare le anime.

Dio vuol bene a chi dona in letizia.

Egli concede il massimo a chi dona con gioia.

Se nel vostro lavoro incontrate delle difficoltà e le accettate con gio­ia, con un grande sorriso – in questo lavoro come in ogni altra opera buona – essi vedranno le vostre buo­ne opere e glorificheranno il Padre.

Il modo migliore per mostrare la vostra gratitudine a Dio e alla gente è di accettare ogni cosa con gioia.

Un cuore gioioso è il risultato logico di un cuore che brucia d’amore.

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290 Santa Faustina Kowalska:

All’improvviso, compresi interiormente quale significato abbia, agli occhi di Dio, l’esistenza di ciascuna delle sue creature.

La divina maestà è grande e incomprensibile: il fatto ch’egli s’abbassa con tanta tenerezza fino a noi proviene solo dall’abisso della sua misericordia.

O Trinità, in cui è racchiusa la vita intima di Dio, del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, felicità eterna, amore inconcepibile che per misericordia scendi su tutte le creature, sia gloria a te per sempre!

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289 San Giovanni Bosco:

Dicono alcuni che per comunicarsi spesso bisogna essere santi.

Non è vero.

Questo è un inganno!

La comunione è per chi vuol farsi santo, non per i santi; i rimedi si danno ai malati, il cibo si dà ai deboli.

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288 Madre Teresa di Calcutta:

La nostra contemplazione è gioia pura, nella con­sapevolezza della presenza del Signore.

~ puro silen­zio, mentre sperimentiamo la sua pienezza.

La con­templazione è la nostra vita.

Non è tanto un modo di fare quanto un modo di essere.

~ il possesso del no­stro spirito da parte dello Spirito Santo che alita in noi la pienezza di Dio e che ci manda incontro a tutto il creato come suo personale messaggio d’amore.

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287 Madre Teresa di Calcutta:

Nel Vangelo leggiamo che Dio amò talmente il mondo da donargli il Figlio suo.

Lo diede a una gio­vane donna, semplice, comune.

Era l’essere umano più puro, più santo.

E Lei nell’accoglierlo – ben sa­pendo chi era – disse:

«Ti sono sottomessa. Si faccia di me secondo la tua parola».

Qual era la parola?

« Essere la madre di Gesù.»

Ecco perché dico sempre: nessuno al mondo avrebbe potuto essere un sacerdote migliore di Maria, la purissima.

Tuttavia ella preferì rimanere soltanto la serva del Signore.

Gesù non la ordinò per il ministero sacerdotale.

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286 Santa Faustina Kowalska:

A diciott’anni chiesi insistentemente ai genitori il permesso di ritirarmi in un convento.

Ne ebbi un categorico rifiuto.

Allora mi diedi alle vanità della vita, anche se l’anima non trovava in esse soddisfazione alcuna.

Fu la grazia del Signore ad avere il sopravvento su di me.

Una volta mi ero recata a ballare in compagnia di mia sorella.

Al momento d’iniziare la danza, scorsi d’un tratto accanto a me Gesù flagellato, nudo e coperto di ferite.

Si volse a me e mi disse:

«Per quanto ancora ti sopporterò? Fino a quando continuerai a deludermi?».

La musichetta allegra allora tacque al mio orecchio e più non vidi la compagnia in cui mi trovavo.

Poco dopo, scivolai via senza che nessuno si accorgesse.

Entrai nella cattedrale.

Cominciava ad imbrunire e vi si trovavano pochissime persone.

Mi prostrai a terra con le braccia in croce.

All’istante udii queste parole:

«Parti immediatamente per Varsavia, lì entrerai in convento!».

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285 San Giovanni Bosco:

Il paradiso pagherà tutto.

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284 Sant’Antonio di Padova:

“Cantate al Signore un canto nuovo”.

Tutte le scienze mondane e lucrative sono il canto vecchio, il canto di Babilonia.

Solo la teologia, la scienza di Dio, è il canto nuovo, che risuona soavemente agli orecchi di Dio e rinnova lo spirito.

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283 San Francesco di Sales:

Tutte le vanità sono riprovevoli, ma lo è di più la vanità nel parlare di sé, che quella degli abbigliamenti.

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282 San Pio da Pietrelcina:

Se soffri con rassegnazione al suo volere tu non l’offendi ma lo ami.

E il tuo cuore avrà grande conforto se pensi che nell’ora del dolore Gesù stesso soffre in te e per te.

Egli non ti ha abbandonato quando fuggivi da lui; perché dovrebbe abbandonarti ora che nel martirio dell’anima tua gli dai prove d’amore?

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281 Sant’Agostino:

Ama e fa’ ciò che vuoi.

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280 San Pio da Pietrelcina:

Sono ben compreso, figliuola mia, che il tuo Calvario ti si fa sempre più doloroso.

Ma pensa che sul Calvario Gesù ha operato la nostra redenzione e sul Calvario deve compiersi la salvezza delle anime redente.

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279 San Pio da Pietrelcina:

Oh Dio! Fatti sempre più sentire al povero mio cuore e compi in me l’opera da te incominciata.

Sento intimamente una voce che assiduamente mi dice: Santificati e santifica.

Ebbene, mia carissima, io ciò voglio, ma non so da dove incominciare.

Aiutami tu pure; so che Gesù ti vuole tanto bene e lo meriti.

Dunque parlagli per me, che mi faccia la grazia di essere un figlio meno indegno di san Francesco, che possa essere di esempio ai miei confratelli in modo che il fervore continui sempre e si accresca sempre più in me, da far di me un perfetto cappuccino.

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278 San Pio da Pietrelcina:

Cammina allegramente e con un cuore sincero ed aperto più che puoi, e quando non si possa mantenere sempre questa santa allegrezza, almeno non ti perdere mai di coraggio e di confidenza in Dio.

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277 Santa Teresina di Lisieux:

Non desidero di morire più che di vivere: cioè, se dovessi scegliere, preferirei morire, ma poiché è Dio che sceglie per me, io preferisco ciò che vuole lui.

Amo quello che fa.

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276 San Pio da Pietrelcina:

Noi per divina grazia siamo all’alba di un nuovo anno; quest’anno, di cui solo Dio sa se vedremo la fine, deve essere tutto impiegato a riparare per il passato, a proporre per l’avvenire; e a pari passo coi buoni propositi vadano le sante operazioni.

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275 San Giovanni Bosco:

La vera perfezione cristiana consiste nel comparire tanto grandi davanti a Dio quanto più piccoli avanti agli uomini.

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274 Sant’Agostino:

Tardi ti amai, Bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai!

Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori.

Lì ti cercavo; deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature.

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273 Santa Teresina di Lisieux:

Ho inteso dire che non si è mai incontrata un’anima pura che ami più di un’anima penitente.

Ah, come vorrei smentire questa convinzione!

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272 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Una persona che è in stato di peccato è sempre triste.

Nonostante il suo darsi da fare, è disgustata, annoiata di tutto.

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271 San Pio da Pietrelcina:

Sii dunque sempre fedele a Dio nell’osservanza delle promesse fattegli e non ti curare dei motteggi degli insipienti.

Sappi che i santi si sono sempre scherniti del mondo e dei mondani e si sono messi sotto i piedi il mondo e le sue massime.

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270 Sant’Antonio di Padova:

Non bisogna voltarsi a destra o a sinistra, ma camminare per la Via Regia, avendo davanti a sé soltanto se stesso.

Tu non guardare la vita e il comportamento di questo e di quell’altro, perché se fermi lo sguardo in altri che non sia Dio e te stesso, corri pericolo di perderti.

Non voltarti, dunque, ma tieni fisso il volto alla celeste Gerusalemme, alla quale sei incamminato: custodisci in cuore questa speranza, e sarai sempre amico di Dio.

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269 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Siamo in questo mondo, ma non siamo di questo mondo, poiché ogni giorno diciamo:

«Padre nostro che sei nei cieli… ».

Dobbiamo quindi aspettare la nostra ricompensa quando saremo «a casa nostra », nella casa paterna.

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268 Madre Teresa di Calcutta:

Siamo i servi del povero.

Dobbiamo donare al po­vero un servizio libero, sentito.

Nel mondo le persone vengono pagate per il loro lavoro.

Noi siamo pagati da Dio.

Siamo vincolati da un voto d’amore nel servi­re il povero, nel vivere come il povero con il povero.

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267 San Pio da Pietrelcina:

Procura di conformarti sempre ed in tutto alla volontà di Dio in ogni evento, e non temere.

Questa conformità è la via sicura per arrivare al cielo.

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266 San Giovanni Bosco:

La chiave e la serratura che usava Savio Domenico per entrare nella via del paradiso e chiudere il passaggio al demonio, era l’obbedienza e la gran confidenza nel Direttore spirituale.

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265 Sant’Antonio di Padova:

Arrossisca l’insensato orgoglio, si sgonfi la tronfia arroganza, perché la Sapienza di Dio è discesa!

Misero uomo, strisciando con le mani e coi piedi, tenti di arrampicarti verso gli onori, mentre Gesù, al richiamo della pia Madre, differì fino ai trent’anni la missione redentrice che aveva iniziato dodicenne nel Tempio.

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264 Santa Faustina Kowalska:

Meditavo sul peccato degli angeli e come fosse stata immediata la loro punizione.

Chiesi a Gesù il perché, e la sua voce mi rispose:

«A cagione della profonda conoscenza che avevano di Dio.

Nessun uomo sulla terra, fosse pure un grande santo, è dotato di una capacità intellettuale quanto un angelo».

Risposi con ammirazione:

«Nei miei riguardi ti sei mostrato misericordioso.

Mi porti in seno alla tua misericordia e mi perdoni sempre quando, con cuore pentito, chiedo la tua indulgenza».

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263 Madre Teresa di Calcutta:

Dobbiamo convincerci che niente adorna di mag­gior splendore l’animo umano che la virtù della casti­tà e niente lo insozza maggiormente che il vizio oppo­sto.

Tuttavia non vi può essere dubbio che la gloria della castità non sta nell’immunità dalla tentazione, ma nella vittoria sopra queste tentazioni.

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262 Madre Teresa di Calcutta:

Amate Gesù con tutto il cuore.

Servite Gesù con gioia e spirito lieto, mettendo da parte e dimenticando tutto ciò che vi angoscia e vi preoccupa.

Per essere in grado di fare tutto questo, pregate con diligenza, come bambini, con un desiderio sincero di amare molto e far amare quell’amore che non è amato.

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261 Santa Teresina di Lisieux:

Il cuore mio è pieno della volontà di Dio, se versano qualcosa in esso, questo non penetra, è un nulla che scivola facilmente come l’olio che non si mescola con l’acqua.

Resto sempre, nell’intimo, in una pace profonda che nulla può turbare.

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260 San Giovanni Bosco:

Per conservare la virtù della modestia tenete a mente queste due cose, che sono fondamentali:

1°. Abbiate un confessore che conosca bene il vostro cuore e non cambiatelo mai per timore che sappia qualche vostra caduta.

È vero che non è peccato cambiare il confessore quando non si osa confessargli qualche colpa, ma è però molto pericoloso per la virtù della modestia.

Perché voi ritornando da lui, ed egli non conoscendo bene lo stato della vostra ani ma, non potrà mai darvi quei consigli opportuni per questa virtù.

2°. Ascoltate e mettete in pratica i consigli che il confessore vi dà; sarà un avviso solo, sarà una sola parola; ma questa datavi in confessione, è adatta ai vostri bisogni.

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259 Sant’Antonio di Padova:

La nostra anima deve seguire la povertà, l’umiltà e la passione di Gesù Cristo: esse ci parlano di lui e ci dicono quale è stata la sua vita in questo mondo.

E così l’anima diviene sua sposa, con lui impegnata, a lui legata per mezzo dell’anello di una fede perfetta.

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258 San Pio da Pietrelcina:

La vita è un Calvario; ma conviene salire allegramente.

Le croci sono i monili dello Sposo ed io ne sono geloso.

Le mie sofferenze sono piacevoli.

Soffro solo quando non soffro.

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257 Sant’Agostino:

Non temere di averti a stancare: tale sarà il godimento di quella bellezza, che sempre sarà dinanzi a te e mai te ne sazierai; o meglio, ti sazierai sempre e non ti sazierai mai.

Se dicessi: non ti sazierai mai, potresti pensare che patirai la fame; se dicessi: ti sazierai, potresti pensare che finirai per annoiarti.

Non so come esprimermi: non ci sarà noia e non ci sarà fame; ma Dio ha di che offrire a coloro che non riescono ad esprimersi, e tuttavia credono a quello che da lui possono ricevere.

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256 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Se passate davanti ad una chiesa, entrate per salutare Nostro Signore.

Non si può passare davanti alla porta di un amico senza dirgli buongiorno!

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255 San Giovanni Bosco:

Un litigante, per rendersi il giudiee favorevole, gli palesò che il suo avversario lo andava mettendo in ridicolo in ogni luogo.

« Che importa a te, s’egli mi mette in ridicolo?

Rispose il giudice onesto; narrami soltanto i torti che ha fatti a te, perch’io debbo dar sentenza sulle ingiurie tue, e non sulle mie. »

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254 Madre Teresa di Calcutta:

Ai bambini e ai poveri, a tutti coloro che soffrono e sono soli, fate loro, sempre, il dono di un sorriso; da­tegli non soltanto la vostra attenzione ma anche il vo­stro cuore.

Può darsi che non saremo capaci di dare molto, ma possiamo sempre donare la gioia che si sprigiona dà un cuore che vive in rapporto d’amore con Dio.

La gioia è molto contagiosa.

Perciò, siamo sempre pieni di gioia quando andiamo tra i poveri.

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253 Sant’Antonio di Padova: 

“Apparve nel cielo un segno grandioso: una donna vestita di sole…” (Ap 12,1-2).

Questa donna raffigura la chiesa, che a buon diritto è chiamata “donna”, perché feconda di molti figli, che ha generato dall’acqua e dallo Spirito Santo.

Questa è la donna vestita di sole.

Il sole è così chiamato perché compare da solo, dopo aver oscurato con il suo fulgore tutte le altre stelle.

Il sole è Gesù Cristo, che abita una luce inaccessibile (cf. 1Tm 6,16), e il cui splendore vela e oscura i deboli raggi di tutti i santi, se vengono a lui paragonati, perché “non c’è santo come il Signore” (1Re 2,2).

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252 Madre Teresa di Calcutta:

Dio vuole che stiamo stretti a Lui.

San Giovanni dice che Egli ci ha aperto il suo cuore.

Diventate pic­coli e poi potrete entrare dentro di esso.

Una cosa è se sono io a dirmi peccatore, ma fate che sia qualcun al­tro a dire questo di me e io mi leverò subito a prote­stare.

Se vengo accusato falsamente può darsi che ne soffra, ma nel profondo c’è la gioia, invece se la corre­zione è fondata – se qualcosa in me l’ha meritato allora spesso mi fa più male.

Dobbiamo essere con­tenti che i nostri sbagli siano conosciuti ed essere aperti con i nostri superiori sugli errori e sulle nostre manchevolezze.

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251 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Come si muore bene quando si è vissuto sulla croce!

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250 Santa Faustina Kowalska:

oggi, leggi il 19º capitolo del Vangelo di San Giovanni; ma leggilo senza superficialità, leggilo soprattutto con il cuore!

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249 San Giovanni Bosco:

Due cose sole io temo: il peccato mortale che da la morte all’anima e la morte corporale che sorprende chi si trova in disgrazia di Dio.

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248 San Giovanni Bosco:

Per cattivi compagni si intendono:

1°. Quelli che cercano di parlare di cose disoneste, o fanno cose contrarie alla virtù della modestia.

2°. Che parlano con disprezzo della religione.

3°. Che vi allontanano dalle funzioni di chiesa o vi incitano a trasgredire i vostri doveri.

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247 Santa Faustina Kowalska:

Si fece improvvisamente luce dentro di me, ed ebbi una profonda comprensione dell’opera richiesta da Gesù.

Nemmeno l’ombra di un dubbio mi rimase.

Il Signore mi fece conoscere apertamente la sua volontà e il suo disegno in quest’opera della misericordia, di cui parla di continuo.

La vidi collocata a tre livelli per quanto, nel suo insieme, rappresenti sempre un’unità.

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246 Santa Teresina di Lisieux:

Bisogna assolutamente dimenticare i nostri gusti, i nostri concetti personali, e guidare le anime sul sentiero che Gesù ha tracciato loro, senza tentare di farle camminare sulla nostra via.

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245 San Francesco di Sales:

È facile acquistare il fervore con il trattenersi in buone pensieri e preghiere giaculatorie tutto il giorno.

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244 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Per andare in cielo, amico? Sono necessarie la grazia e la croce.

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243 Santa Faustina Kowalska:

Mi vedo debole, che solo la santa comunione mi sostiene.

In essa trovo l’attuazione delle mie possibilità.

Gesù nell’ostia è per me tutto.

Non riuscirei a dar gloria a Dio, se non avessi l’eucarestia dentro al mio cuore.

I giorni, in cui non ricevo la santa comunione, mi fanno paura.

Questo pane dei forti mi dà ogni energia per condurre a termine quanto ho intrapreso; grazie ad esso, acquisto il coraggio d’eseguire ciò che il Signore esige da me.

Il coraggio e la forza dentro di me non sono miei, ma di colui che dimora assieme a me: l’eucarestia.

Gesù, se non fosse per l’eucarestia, mi mancherebbe l’ardire di andar oltre lungo la strada che hai tracciato.

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242 San Pio da Pietrelcina:

Bisogna amare, amare, amare e niente più.

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241 San Giovanni Bosco:

Ciascun allontani il peccato da sé e dai suoi, e il giorno del Signore non tarderà a spuntare.

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240 Santa Teresina di Lisieux:

La sola cosa che non sia invidiata è l’ultimo posto; solo quest’ultimo posto non è vanità e afflizione di spirito.

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239 San Francesco di Sales:

La vita dei santi non è altro che il Vangelo messo in pratica.

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238 Santa Faustina Kowalska:

Non confidare mai in te stessa, ma abbandonati alla mia piena volontà.

Metti l’amor proprio all’ultimo posto, affinché non corrompa le tue azioni.

Lascia che ciascuno agisca secondo i propri gusti.

Dal canto tuo comportati secondo i miei desideri.

Se avrai patito qualche dispiacere, fa’ tutto il bene che puoi alla persona che te lo causò.

E se verrai rimproverata, resta in silenzio.

Non scoraggiarti mai, perché sarebbe verso di me un ingratitudine.

Non esaminare con curiosità le vie per cui ti sto guidando.

Quando ti senti stanca e l’avvilimento batte alla tua porta, fuggi via da te stessa e vieni a rifugiarti nel mio cuore.

Non ritirarti dalla lotta: molte volte basta anche solo del coraggio per vincere le tentazioni in modo che non osino più assalirti in seguito.

Lotta sempre con la convinzione che io sono con te.

Non lasciarti guidare dai tuoi sentimenti, perché non sempre hai forze per padroneggiarli; tutto il merito sta nella tua volontà.

Vedi che io non t’inganno con promesse di consolazione; al contrario, ti voglio preparare alla lotta.

Ricorda che ti trovi in un’arena, dove dai spettacolo di te alla terra e al cielo.

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237 San Francesco di Sales:

La conoscenza delle nostre miserie non deve inquietarci; anzi deve raddolcire il nostro spirito, che così viene difeso contro l’amor proprio o l’esagerata opinione di sé.

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236 San Pio da Pietrelcina:

Quando non riesci a camminare a gran passi per la via che a Dio conduce, contentati dei piccoli passi ed aspetta pazientemente che abbi gambe per correre, o meglio ali per volare.

Contentati, mia buona figliuola, di essere per ora una piccola ape di nido che ben presto diventerà una grande ape abile a fabbricare il miele.

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235 San Giovanni Bosco:

È più grande il numero di coloro che si dannano confessandosi, che coloro che si dannano per non confessarsi, perché anche i più cattivi qualche volta si confessano, ma moltissimi non si confessano bene.

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234 Santa Faustina Kowalska:

Gesù, il tuo spirito è spirito di pace.

Non esamino con diffidenza i tuoi disegni a mio riguardo.

Accetto ogni cosa dalla tua mano misericordiosa.

La mia fiducia va crescendo e vedo che la tua onnipotenza mi è vicina e mi sostiene.

Con te, o Gesù, avanzo nella vita fra tempeste e arcobaleni, intonando con fiducia l’inno della tua misericordia.

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233 Santa Faustina Kowalska:

O Gesù, fa’ che la sorgente della tua misericordia scaturisca con sempre maggiore abbondanza, perché l’umanità è molto malata e ha più che mai bisogno che tu intervenga in suo favore.

Per noi peccatori, tu sei un mare di misericordia senza sponde e quanto più la nostra miseria è grande, tanto maggiore è il diritto che abbiamo alla tua misericordia.

Sei la sorgente che diffonde la felicità su ogni creatura per merito di quest’infinita tua bontà.

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232 San Filippo Neri:

“Non cercate mai di fuggire quella croce che Iddio vi manda, perché di sicuro ne troverete un’altra maggiore”

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231 San Francesco di Sales:

La modestia esteriore riguarda tre cose: gli abiti, il portamento e le parole.

Gli abiti, convenienti al proprio stato senza ricercatezza; il portamento, soave e composto e le parole, civili senza arroganza.

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230 Madre Teresa di Calcutta:

Se un ragazzo lascia il campo del padre e va a la­vorare altrove, non sarà più collaboratore di suo pa­dre.

Essere collaboratore significa lavorare con qual­cuno, condividerne la stanchezza, le umiliazioni, la vergogna e non soltanto il successo.

Coloro che condi­vidono ogni cosa, sono compagni che danno amore per amore, sofferenza per sofferenza.

Gesù, tu sei morto, tu hai dato ogni cosa, la vita, il sangue, tutto.

Ora toc­ca a me.

Metto in tavola ogni cosa.

Il soldato comune combatte nelle file, ma colui che è fedelissimo cerca di stare accanto al capitano per condividerne il destino.

Questa è l’unica verità, l’unica cosa che importa; que­sto è lo spirito di Cristo.

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229 Santa Faustina Kowalska:

Mio Gesù, entra in me completamente, affinché io possa rispecchiarti in tutta la mia vita e dimostrare amore misericordioso e comprensivo ad ogni anima.

Gesù, ciascuno dei tuoi santi ha riprodotto in sé, con maggior rilievo, l’una o l’altra delle tue virtù.

Io scelgo di rispecchiare in me la tua misericordia.

Essa si è impressa nell’anima mia e nel mio cuore come un segno.

Sarà questo segno a designare la mia personalità, dapprima in questa vita e poi nell’altra.

Glorificare la tua misericordia sia il compito esclusivo per cui esisto.

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228 Santa Faustina Kowalska:

Una notte m’apparve l’angelo custode.

Mi ordinò di seguirlo.

Di colpo, mi trovai in un luogo fosco, dove scorsi un’immensa folla di anime che soffrono.

Le sentii pregare con fervore, ma senza efficacia per se stesse.

Noi soltanto le possiamo aiutare.

Chiesi loro quale fosse il maggior tormento che soffrivano.

Unanimemente mi risposero:

La nostalgia di Dio!

Vidi la Madonna che scendeva a visitare quelle anime.

Esse la invocavano come «Stella del mare».

La Madre di Dio portava loro sollievo.

Uscii da quella prigione di dolore.

Gesù mi disse:

«La misericordia non lo vuole, ma lo esige la giustizia».

Dopo d’allora mi trovo in un’unione più intima con le anime sofferenti in purgatorio.

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227 Santa Faustina Kowalska:

Oggi il Signore mi disse:

«Squarciai il mio cuore come sorgente di misericordia, affinché tutte le anime vi attingano la vita.

S’accostino, dunque, tutti con fiducia illimitata a questo oceano di pura bontà.

I peccatori ne conseguiranno la giustificazione e i giusti saranno confermati nel bene.

Nell’ora della morte, colmerò con la mia divina pace l’anima che avrà collocato la sua fiducia nella mia pura bontà.

Ai sacerdoti che annunceranno la mia misericordia, concederò una forza singolare e darò efficacia alle loro parole, commovendo i cuori di coloro ai quali essi si rivolgeranno».

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226 Santa Faustina Kowalska:

Solo la tua misericordia, Signore, ch’è divina, può rimettere le colpe e, al tempo stesso, arricchire con la grazia la creatura perdonata.

La misericordia ti spinse a scendere personalmente fra di noi.

Ma, dove discenderai, Signore?

Forse nel tempio di Salomone?

O preferisci che ti venga edificato un nuovo tempio per poter manifestarti in esso?

Ma, o Signore, che tempio prepararti, se la terra intera altro non è che «lo sgabello dei tuoi piedi»?

Il tuo tempio sarà il grembo di una madre senza macchia:

«Il Verbo di Dio si fece carne e pose la sua tenda fra di noi».

Il Verbo di Dio in questo modo è l’incarnazione della sua stessa misericordia!

Nessuno ora, Signore, ha motivo di temere nell’avvicinarsi a te.

Sei Padre del tuo unigenito Figliolo e, grazie a lui, sei anche il Padre nostro.

Sia gloria alla tua misericordia, la quale ti ha condotto fra di noi!

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225 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

«Tutto quello che chiederete al Padre nel nome mio, Egli ve lo concederà ».

Mai avremmo pensato di chiedere a Dio il suo proprio Figlio.

Ma ciò che l’uomo non può dire o concepire, e che non avrebbe mai osato desiderare, Dio, nel suo amore, l’ha detto, l’ha concepito e l’ha adempiuto.

Avremmo mai osato dire a Dio di far morire il Figlio suo per noi, di darci da mangiare la sua carne, da bere il suo sangue?

Se tutto questo non fosse vero, l’uomo avrebbe quindi potuto immaginarsi cose che Dio non può fare; sarebbe andato più avanti di Dio nelle invenzioni del suo amore.

Il che non è possibile.

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224 San Pio da Pietrelcina:

Gli angeli di una cosa sola sono invidiosi di noi: non poter soffrire per Iddio.

Soltanto il dolore permette ad un’anima di dire con certezza:

Mio Dio, vedete bene che io vi amo!

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223 Madre Teresa di Calcutta:

Preoccupiamoci realmente di imparare la lezione della santità da Gesù, il cui cuore era umile e mite.

La prima lezione che apprendiamo da questo cuore è l’esame di coscienza e il resto – l’amore e il servizio – seguono di stretta misura.

L’esame non è solo ope­ra nostra, ma una collaborazione tra noi e Gesù.

Non dobbiamo sprecare il nostro tempo in inutili occhiate alle nostre miserie, ma dovremmo elevare i nostri cuori a Dio e lasciare che la sua luce ci illumini, così che Lui faccia il cammino con noi.

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222 Madre Teresa di Calcutta:

La nostra fede santa altro non è che un Vangelo d’amore che ci rivela l’amore di Dio per gli uomini e chiede in cambio l’amore dell’uomo verso Dio.

« Dio è amore. »

Una Missionaria della Carità deve essere una missionaria dell’amore.

Dobbiamo diffondere l’amore di Dio sulla terra se vogliamo che le anime si pentano di tutto cuore dei peccati, si rafforzino contro le tentazioni e aumentino la loro generosità e il loro desiderio di soffrire per il Cristo.

Agiamo come se fos­simo una espressione dell’amore di Cristo tra gli uo­mini, tenendo presenti le parole dell’imitazione:

« L’amore non sente gravami, non tiene conto delle fatiche, vorrebbe fare più di quello che può. Non ac­campa impossibilità, perché crede che tutto gli sia facile e consentito…

Se è stanco non si accascia, se pre­muto non subisce costrizione, se intimorito non si tur­ba, ma come una fiamma viva e una fiaccola accesa erompe verso l’alto e passa oltre con sicurezza».

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221 Madre Teresa di Calcutta:

Cos’è la contemplazione?

E vivere la vita di Ge­sù.

Ecco quel che intendo quando dico: amare Gesù.

E vivere la sua vita dentro di noi, vivere la nostra vita nella sua vita.

Questa è la contemplazione.

Dobbiamo avere un cuore puro per saper vedere: nessun senti­mento di gelosia, d’ira, nessun conflitto e specialmen­te nessuna mancanza di carità.

Per me, contemplazio­ne non è stare particolarmente appartato in un luogo buio, ma consentire a Gesù di vivere la sua Passione, il suo amore, la sua umiltà dentro di noi, pregando con noi, stando sempre con noi, santificando attraver­so noi.

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220 Madre Teresa di Calcutta:

Sin dall’inizio dei tempi il cuore umano ha senti­to il bisogno di offrire a Dio un sacrificio, ma come dice San Paolo:

« Era impossibile che il peccato venis­se cancellato col sangue di capri e di tori ».

Perciò, Gesù Cristo dovette offrire un altro sacrificio, quello di se stesso.

Gesù, morendo sulla croce, è divenuto il nostro sacrificio.

Non pensiamo che la Santa Messa sia soltanto un memoriale.

No, è il vero sacrificio, co­me quello che Egli ha offerto sulla croce. ~ molto consolante sapere che questo sacrificio è il nostro sa­crificio.

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219 Santa Teresina di Lisieux:

 L’ascensore che deve innalzarmi fino al cielo sono le vostre braccia, Gesù!

Per questo non ho bisogno di crescere.

Al contrario bisogna che resti piccola, che lo divenga sempre più.

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218 Sant’Antonio di Padova:

Dopo che l’umiltà se n’è andata dal cuore, vi irrompono i desideri mondani e, come lupi con gli agnelli, vi annientano i buoni pensieri e le buone aspirazioni.

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217 Santa Teresina di Lisieux:

Quale gioia pensare che la Vergine Immacolata è nostra madre!

Dal momento che ella ci ama e conosce la nostra debolezza, che cosa abbiamo da temere?

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216 San Filippo Neri:

Buttatevi in Dio, buttatevi in Dio, e sappiate che se vorrà qualche cosa da voi, vi farà buoni in tutto quello in cui vorrà adoperarvi.

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215 Madre Teresa di Calcutta:

Chiediamo a Maria di rendere i nostri cuori « miti e umili » come fu quello del suo Figlio.

Fu mediante lei e in lei che si formò il cuore di Gesù.

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214 Madre Teresa di Calcutta:

Come Gesù nella sua Incarnazione divenne uno di noi in ogni cosa salvo che nel peccato, così anche noi quando siamo stati mandati come Fratelli contempla­tivi in nuovi paesi o in nuovi stati all’interno dello stesso paese, in vero spirito di missionarietà:
– saremo distaccati dalla nostra terra d’origine, dalla nostra cultura e lingua;
– impareremo ad amare la nuova terra e i suoi abitanti, apprenderemo la loro lingua,  c’informeremo sulla loro storia, cultura e convinzioni religiose;
– rispetteremo le loro abitudini e i loro costumi e tuttavia, in quanto membri di una famiglia religiosa internazionale, manterremo la libertà di usare ciò che è sacro, bello, e necessario dalle culture di qualsiasi popolo e nazione nell’intera famiglia di Dio, adottan­do, tuttavia, in modo particolare, la cultura, gli usi e le consuetudini di Gesù Cristo e dei suoi santi che non passeranno mai di moda e che contengono il me­glio di tutte le culture di tutto quanto il mondo.

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213 Madre Teresa di Calcutta:

Non dobbiamo temere di proclamare l’amore di Cristo e di amare come Egli ha amato.

Nel lavoro che dobbiamo compiere – non importa quanto piccolo o umile sia – metteteci l’amore di Cristo.

Non abbiate paura di mantenere il vostro cuore puro e indiviso e di irradiare la gioia di essere la sposa del Cristo croce­fisso.

Non temete di abbassarvi col Cristo e di assog­gettarvi a coloro che esercitano autorità dall’alto e che perciò esigono obbedienza sino alla morte.

Sii felice che ancora una volta Cristo stia camminando per il mondo tramite te, e tramite te vada facendo del bene.

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212 Madre Teresa di Calcutta:

Come contemplativi, le vostre labbra debbono es­sere molto pure per poter pronunciare in ogni mo­mento le parole di Dio: proprio come le nostre mani, nella nostra vita attiva, debbono essere molto pure quando toccano il corpo di Cristo.

Questo è qualcosa che deve essere veramente vita della nostra vita.

Altri­menti, potremmo sciorinare un sacco di cose e impa­rarne altrettante a memoria ed essere padroni di tutta la conoscenza possibile, di tutta la teologia e di tutte le cose che riguardano Dio però non essere capaci di ac­cendere quel fuoco nei cuori della gente.

Pronunce­remmo soltanto delle parole ma non vivremmo quelle parole.

Ecco perché è necessario che le nostre parole siano il frutto della nostra vita, il frutto delle nostre preghiere, il frutto delle nostre mortificazioni e il frutto della nostra adorazione.

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211 San Giovanni:

L’uomo non può ricevere nulla se non gli è stato dato dal cielo.

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210 Madre Teresa di Calcutta:

Se, giorno dopo giorno, ci dedichiamo al perfetto adempimento dei nostri doveri spirituali, Egli ci farà entrare gradualmente in una intimità più profonda per cui, anche fuori dal tempo dedicato alla preghie­ra, non troveremo difficoltà nel rimanere consapevoli della sua presenza divina.

D’altro canto, l’abitudine diligente alla presenza di Dio, mediante fervorose ele­vazioni della propria anima a Lui durante le nostre occupazioni e i nostri momenti ricreativi, sarà ricom­pensata con grazie più abbondanti.

Dobbiamo sfor­zarci di vivere soli con Gesù nel santuario interiore del nostro cuore.

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209 Sant’Antonio di Padova:

Dall’inizio alla fine della sua vita, l’uomo è sempre in movimento e mai riposa finché non arriva al suo “luogo”, cioè a Dio.

Dice infatti Agostino:

“Inquieto è il nostro cuore, o Signore, finché non riposa in te”.

E il salmo aggiunge:

“Nella pace è il suo luogo” (Sal 75,3).

Il “luogo” dell’uomo è Dio: non ci sarà mai pace se non in lui, e quindi a lui si deve tornare.

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208 San Giovanni Bosco:

Io vorrei che domani ciascheduno si fermasse un momento a fare questa riflessione.

Che cosa ho fatto per il passato per l’anima mia?

Come sto al presente al cospetto del Signore?

Se muoio dove andrò?

Che cosa voglio fare per l’avvenire?

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207 San Cipriano: 

Non dobbiamo fare la nostra volontà, ma quella di Dio.

E` una grazia che il Signore ci ha insegnato a chiedere ogni giorno nella preghiera.

Ma è una contraddizione pregare che si faccia la volontà di Dio, e poi, quando egli ci chiama e ci invita ad uscire da questo mondo, mostrarsi riluttanti ad obbedire al comando della sua volontà!

Ci impuntiamo e ci tiriamo indietro come servitori caparbi.

Siamo presi da paura e dolore al pensiero di dover comparire davanti al volto di Dio.

E alla fine usciamo da questa vita non di buon grado, ma perché costretti e per forza.

Pretendiamo poi onori e premi da Dio dopo che lo incontriamo tanto di malavoglia!

Ma allora, domando io, perché preghiamo e chiediamo che venga il regno dei cieli, se continua a piacerci la prigionia della terra?

Perché con frequenti suppliche domandiamo ed imploriamo insistentemente che si affretti a venire il tempo del regno, se poi coviamo nell`animo maggiori desideri e brame di servire quaggiù il diavolo anziché di regnare con Cristo?

Dal momento che il mondo odia il cristiano, perché ami chi ti odia e non segui piuttosto Cristo, che ti ha redento e ti ama?

Giovanni in una sua lettera grida per esortarci a non amare il mondo, andando dietro ai desideri della carne.

«Non amate né il mondo»,

ci dice,

«né le cose del mondo!

Se uno ama il mondo, l`amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo.

E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!» (1 Gv 2, 15-17).

Piuttosto, fratelli carissimi, con mente serena, fede incrollabile e animo grande, siamo pronti a fare la volontà di Dio.

Cacciamo la paura della morte, pensiamo all`immortalità che essa inaugura.

Mostriamo con i fatti ciò che crediamo di essere.

Dobbiamo considerare e pensare spesso che noi abbiamo rinunziato al mondo e nel frattempo dimoriamo quaggiù solo come ospiti e pellegrini.

Accettiamo con gioia il giorno che assegna ciascuno di noi alla nostra vera dimora, il giorno che, dopo averci liberati da questi lacci del secolo, ci restituisce liberi al paradiso e al regno eterno.

Chi, trovandosi lontano dalla patria, non si affretterebbe a ritornarvi?

La nostra patria non è che il paradiso.

Là ci attende un gran numero di nostri cari, ci desiderano i nostri genitori, i fratelli, i figli in festosa e gioconda compagnia, sicuri ormai della propria felicità, ma ancora trepidanti per la nostra salvezza.

Vederli, abbracciarli tutti: che gioia comune per loro e per noi!

Che delizia in quel regno celeste non temere mai più la morte; e che felicità vivere in eterno!

Ivi è il glorioso coro degli apostoli, la schiera esultante dei profeti;

ivi l`esercito innumerevole dei martiri, coronati di gloria per avere vinto nelle lotte e resistito nei tormenti;

ivi le vergini trionfanti, che vinsero la concupiscenza della carne e del corpo con la virtù della continenza;

ivi sono ricompensati i misericordiosi, che esercitarono la beneficenza, nutrendo e aiutando in varie maniere i poveri, e così osservarono i precetti del Signore e, con le ricchezze terrene, si procurarono i tesori celesti.

Affrettiamoci con tutto l`entusiasmo a raggiungere la compagnia di questi beati.

Dio veda questo nostro pensiero; questo proposito della nostra mente, della nostra fede, lo scorga Cristo, il quale assegnerà, nel suo amore, premi maggiori coloro che avranno avuto di lui un desiderio più ardente.

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206 Sant’Agostino:

Cosa è infatti quello che è chiamato Antico Testamento, se non il nascondimento del Nuovo?

E che cosa si chiama Nuovo Testamento, se non la rivelazione dell’Antico?

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205 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

E’ per noi che il buon Dio ha prodotto il sole che ci illumina, l’aria che respiriamo, il fuoco che ci riscalda, l’acqua che beviamo, il frumento che ci nutre, i vestiti che ci coprono.

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204 Santa Faustina Kowalska:

Gesù misericordioso, con quanto desiderio t’affrettavi verso il cenacolo per consacrare l’Ostia che doveva divenire il mio pane quotidiano!

Gesù, desideravi prendere possesso del mio cuore e fondere col mio il tuo sangue vivo.

Gesù, fammi partecipe ogni momento della divinità della tua vita, fa che il tuo sangue puro e generoso batta con tutta la sua forza nel mio cuore.

Che il mio cuore non conosca un altro amore tranne il tuo.

Dal primo momento che ti ho conosciuto, io t’amo.

Chi potrebbe, del resto, restare indifferente di fronte all’abisso di misericordia che scaturisce dal tuo cuore?

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203 San Matteo:

Chiunque diventerà piccolo come un bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.

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202 San Francesco di Sales:

Non gettate via le parole dove non avete speranza di ricavarne profitto.

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201 San Filippo Neri:

Al P. Antonio Gallonio, fortemente tormentato da una interna tribolazione, S. Filippo diceva:

Abbia pazienza, Antonio: questa è la volontà di Dio. Abbi pazienza, sta saldo; questo è il tuo Purgatorio.

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200 Sant’Antonio di Padova:

L’avaro è povero:

non è lui che comanda a se stesso, ma è il denaro che lo domina; non è possessore, ma posseduto, e anche quando ha molto, è sempre convinto di avere troppo poco.

Al contrario, come dice Seneca:

“Non reputo povero colui che, per quanto poco abbia, quel poco gli basta”.

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199 San Giovanni Paolo II

“Nessuno si faccia illusioni:

essere cristiani oggi, come ieri, significa andare controcorrente rispetto alla mentalità di questo mondo, cercando non il proprio interesse e il plauso degli uomini, ma unicamente la Volontà di Dio e il vero bene del prossimo.”

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198 San Giovanni Bosco:

Se non si fanno veri sforzi si diminuisce sempre di virtù, di animo, di preghiera, di aborrimento al peccato.

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197 Santa Teresina di Lisieux:

Sento la vocazione del sacerdote.

Con quale amore, Gesù, ti porterei nelle mie mani quando, alla mia voce, discendessi dal cielo!

Con quale amore ti darei alle anime!

Ma, pur desiderando di essere sacerdote, ammiro e invidio l’umiltà di san Francesco d’Assisi e sento la vocazione d’imitarlo, rifiutando la dignità sublime del sacerdozio.

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196 Madre Teresa di Calcutta:

Non andate alla ricerca di Dio in terre lontane…

Egli non è là.

E accanto a voi, è con voi.

Tenete sem­pre la lampada accesa e lo vedrete di continuo.

Riem­pite la lampada di tutte queste piccole stille d’amore e vedrete come è dolce il Signore che amate.

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195 San Francesco di Sales:

Chi considera il prossimo senza relazione a Dio, corre pericolo di non amarlo con purità, uguaglianza e costanza.

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194 Sant’Antonio di Padova:

Pensa che hai da rendere conto a colui che è autore e difensore della legge da te calpestata.

Dovrai presentarti colpevole a colui che fa tremare l’universo, a colui davanti al quale i reprobi urleranno:

“Montagne, crollate su di noi, seppelliteci vivi, che non abbiamo a vederlo!”.

Sì, il Signore ha taciuto, ha lasciato correre per tanto tempo; come un agnello, si lasciò schiaffeggiare e sputacchiare da te, dai tuoi peccati, e non reagì.

Ma il suo volto pallido e dissanguato sulla croce, un giorno lo vedrai acceso d’ira contro di te.

Potrai tu allora sostenere quel terribile aspetto?

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193 Santa Faustina Kowalska:

Era sera.

M’ero chiusa già nella mia cella.

Vidi l’angelo esecutore dell’ira di Dio.

Cominciai a supplicare Dio per il mondo con parole che udivo interiormente.

Offrivo all’eterno Padre «Il corpo, il sangue, l’anima e la divinità del suo dilettissimo Figlio, in espiazione dei nostri peccati e di quelli di tutto il mondo».

Chiedevo misericordia per tutti «in nome della sua dolorosa passione».

Il giorno seguente, entrando in cappella, udii dentro di me queste parole:

«Ogni volta che entrerai in cappella, recita fin dalla soglia la preghiera che ieri ti ho insegnato».

Recitata che ebbi la preghiera, ricevetti la seguente istruzione:

«Questa preghiera serve a placare il mio sdegno, la reciterai sulla corona del rosario che usi di solito.

Incomincerai con un Padre Nostro, pronuncerai questa preghiera:

“Eterno Padre, ti offro il corpo, il sangue, l’anima e la divinità del tuo dilettissimo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati e di quelli di tutto il mondo”.

Sui grani piccoli dell’Ave Maria, proseguirai dicendo per dieci volte consecutive:

“Per la sua dolorosa passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero”.

Come conclusione, reciterai tre volte questa invocazione:

“Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi misericordia di noi e del mondo intero”».

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192 San Francesco di Sales:

Chi è veramente umile non può mai credere che gli si faccia torto in alcuna cosa.

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191 Suor Maria Consolata Betrone:

« Nei primi anni ch’ero fra le Cappuccine, l’amore a Gesù lo facevo consistere nel lavorare tanto; ma Gesù, già al cominciare dei santi esercizi della prima Professione, m’aveva detto:

Tu ti affanni per troppe cose; una cosa sola ti è necessaria: amarmi! ».

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190 San Giovanni Bosco:

Ecco quello che dobbiamo fare noi nella festa di Maria Ausiliatrice:

ripulire i nostri cuori con buone confessioni e offrirli, anzi attaccarli a Maria SS.ma, perché stiano sempre vicino a Gesù, e ciò ottenere con frequenti e fervorose Comunioni.

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189 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Sarete ricchi nella misura in cui conterete soltanto sulla Provvidenza.

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188 Santa Faustina Kowalska:

Mi trovavo in sanatorio a Pradnik.

In piena notte, venni svegliata all’improvviso.

Compresi che un’anima si trovava nella necessità urgente che qualcuno pregasse per lei.

Mi recai in corsia e vidi una persona già entrata in agonia.

All’improvviso, udii interiormente questa voce:

 «Recita la coroncina che ti ho insegnato».

Corsi a prendere il rosario e, in ginocchio accanto all’agonizzante, recitai la coroncina con tutto il fervore di cui ero capace.

A un tratto, l’agonizzante aprì gli occhi e mi guardò.

La mia coroncina non era ancora terminata e già quella persona era spirata con una singolare serenità dipinta sul volto.

Avevo chiesto ardentemente al Signore di mantenere la promessa fattami a proposito della coroncina, ed egli mi fece conoscere che, in quell’occasione, l’aveva mantenuta.

Fu la prima anima salvata grazie a questa promessa del Signore.

Rientrata nella mia stanzetta, udii queste parole:

«Nell’ora della morte, difenderò come mia gloria ogni anima che reciterà la coroncina. Se un’altra persona la reciterà presso un moribondo, otterrà per lui il medesimo perdono».

Quando si recita la coroncina al capezzale di un agonizzante, l’ira di Dio si placa e una misericordia a noi ignota avvolge l’anima, perché commuove profondamente l’Essere divino la rievocazione della passione dolorosa di suo Figlio.

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187 San Pio da Pietrelcina:

Pratica, mia carissima figliuola, un particolare esercizio di dolcezza e di sottomissione alla volontà di Dio non solo nelle cose straordinarie, ma anche in quelle piccolezze che quotidianamente avvengono.

Fanne degli atti non solo la mattina, ma anche durante il giorno e la sera con uno spirito tranquillo e giocondo; e se ti accadesse di mancare, umiliati, proponi e poi alzati e prosegui.

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186 Santa Faustina Kowalska:

Vedo che quest’opera sorpassa le mie forze in tutti i sensi.

Sono un’infante in paragone con l’immensità di questo compito e solo per ordine di Dio lo sto affrontando.

Scorgo l’incredulità dei superiori, per cui è evidente anche ai miei occhi la loro mancanza di fiducia nel trattarmi.

Capisco, però, la necessità di queste sofferenze come segno, per me, che è Dio ad agire e mi rendo conto che, se Dio medesimo non mi rafforzasse in queste prove, la mia virtù da sola non vi reggerebbe.

Riflettendo oggi su una tale mescolanza di grazie e di sofferenze, udii ad un tratto la voce di Maria:

«Sebbene fossi la madre del mio Dio, la spada del dolore non mi risparmiò.

Non fare nulla per difenderti, sopporta con umiltà: verrà Dio stesso in tua difesa».

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185 Santa Teresina di Lisieux:

Le grate del Carmelo non sono fatte per separare i cuori che si amano in Gesù; servono piuttosto a rendere più forti i vincoli che li uniscono.

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184 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Coloro che non hanno la fede hanno l’anima assai più cieca di coloro che non hanno gli occhi.

Siamo in questo mondo come in una nebbia; ma la fede è il vento che dissipa questa nebbia e che fa splendere sulla nostra anima un bel sole.

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183 San Giovanni Bosco:

Il demonio si adopera sempre per impedire la preghiera.

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182 San Pio da Pietrelcina:

Non temere le avversità perché esse mettono l’anima ai piedi della croce e la croce la mette alle porte del cielo, dove troverà colui che è il trionfatore della morte, che la introdurrà negli eterni gaudi.

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181 Santa Teresina di Lisieux:

Allo stesso modo in cui il sole illumina i grandi cedri ed i piccoli fiori da niente come se ciascuno fosse unico al mondo, così nostro Signore si occupa di ciascun’anima con tanto amore, quasi fosse la sola ad esistere.

E come nella natura le stagioni tutte sono regolate in modo da far sbocciare nel giorno stabilito la pratolina più umile, così tutto risponde al bene di ciascun’anima.

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180 San Giovanni Bosco:

Cerca col buon esempio e colla parola si salvare anime anche in quello stato che il Signore ti destina.

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179 Madre Teresa di Calcutta:

Vogliamo tanto pregare in modo corretto e poi non ci riusciamo.

Allora ci sentiamo scoraggiati e smettiamo di pregare.

Dio ammette i fallimenti ma non vuole lo scoraggiamento.

Vuole che noi assomi­gliamo più ai bambini, che siamo più umili, più rico­noscenti nella preghiera; non cerchiamo di pregare da soli, poiché tutti apparteniamo al corpo mistico di Cristo, che è sempre orante.

Sempre deve esservi pre­ghiera, ma non deve essere del tipo “ io prego ” da so­lo, ma deve essere Gesù in me, è Gesù con me a pre­gare; quindi è il corpo di Cristo che prega.

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178 Madre Teresa di Calcutta:

La Chiesa ha bisogno di « rinnovamento ».

Rin­novamento non significa mutare alcune abitudini o alcune preghiere.

Rinnovamento è fedeltà allo spirito delle costituzioni, uno spirito che ricerca la santità mediante una vita povera e umile, mediante l’eserci­zio di una carità sincera e paziente, mediante il sacri­ficio spontaneo e la generosità del cuore e che trova la sua espressione nella purezza e nell’innocenza.

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177 San Pio da Pietrelcina:

Se puoi parlare al Signore nell’orazione, parlagli, lodalo; se non puoi parlare per essere rozza, non ti dispiacere, nelle vie del Signore, fermati in camera a guisa dei cortigiani e fagli riverenza.

Egli che vedrà, gradirà la tua presenza, favorirà il tuo silenzio, ed in un’altra volta rimarrai consolata quando egli ti prenderà per mano.

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176 Madre Teresa di Calcutta:

Ce ne andremo volontariamente in città e villaggi, per tutto il mondo, anche nei quartieri più squallidi e pericolosi, con Maria, la Madre Immacolata di Gesù, alla ricerca dei più poveri spiritualmente, sorretti dal tenero affetto dì Dio e proclamando ad essi la buona novella della salvezza e della speranza, cantando con loro le sue canzoni, portando loro il Suo amore, la sua pace e la sua gioia.

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175 Sant’Agostino:

A noi dunque, che crediamo, lo Sposo si presenti bello.

Bello è Dio, Verbo presso Dio; bello nel seno della Vergine, dove non perdette la divinità e assunse l’umanità; bello il Verbo nato fanciullo, perché mentre era fanciullo, succhiava il latte ed era portato in braccio, i cieli hanno parlato, gli angeli hanno cantato lodi, la stella ha diretto il cammino dei magi, è stato adorato nel presepio, cibo per i mansueti.

È bello in cielo, bello in terra, bello nel seno, bello nelle braccia dei genitori; bello nei miracoli e nei supplizi; bello nell’invitare alla vita e nel non curarsi della morte; bello nell’abbandonare la vita e nel riprenderla; bello nella croce, nel sepolcro, in cielo…

Suprema e vera bellezza è la giustizia; se ovunque è giusto, ovunque è bello.

Venga a noi per farsi contemplare con gli occhi dello spirito.

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174 San Giovanni Bosco:

Io raccomando molto che si usi pazienza nell’obbedire, e vorrei che, quando questa obbedienza non volesse esserci; quando la nostra testa volesse essere lontano dall’obbedienza, mirassimo il cielo e prendessimo alle buone la speranza.

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173 Santa Faustina Kowalska:

Compito della Chiesa è di rendere testimonianza alla misericordia di Dio, rivelata in Cristo mediante l’intera sua missione di Messia, professandola in primo luogo come verità salvifica di fede, cercando di introdurla e di incarnarla tanto nei suoi fedeli, quanto — se le è possibile — in tutti gli uomini di buona volontà.

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172 Santa Teresina di Lisieux:

Il Signore misericordioso mi ha caricata di grazie per me e per molti altri.

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171 San Pio da Pietrelcina:

 La vita non è che una perpetua reazione contro se stessi e non si schiude in bellezza, che a prezzo del dolore.

Tenete sempre compagnia a Gesù nel Getsemani ed egli saprà confortarvi nelle ore angosciose che verranno.

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170 San Pio da Pietrelcina:

Il Signore fa vedere e chiama; ma non si vuol vedere e rispondere, perché piacciono i propri interessi.

Capita anche, a volte, per il fatto che la voce si è sempre udita, che non la si avverta più; ma il Signore illumina e chiama.

Sono gli uomini che si mettono nella posizione di non poter udire più.

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169 San Pio da Pietrelcina:

Dio arricchisce l’anima, che di tutto si spoglia.

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168 Santa Teresina di Lisieux:

“Rompi la tela al dolce incontro!” (di S. Giovanni della Croce).

Ho sempre applicato queste parole alla morte che desidero fare.

L’amore non consumerà la tela della vita mia: la romperà d’un colpo.

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167 Santa Faustina Kowalska:

Oggi s’impadronì di me una forza singolare.

Provai la chiara spinta a dare compimento all’opera che Dio mi propone già da tempo.

Ne ebbi una così precisa comprensione che se dicessi, per scusarmi, di non sapere che cosa Dio voglia da me, sarei bugiarda.

Compresi pure che sarebbe, da parte mia, un’estrema ingratitudine differire ancora quanto il Signore vuol portare a termine per la sua gloria e a beneficio di un gran numero di anime.

Sono disegni eterni della sua misericordia, che vuole realizzare servendosi di me come strumento che non ha in sé nessun valore.

Non posso tuttavia negare che si scatena talvolta in me una lotta così grande che, come Gesù nell’orto, vorrei gridare anch’io verso l’eterno Padre:

«Se è possibile, passi da me questo calice!».

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166 Madre Teresa di Calcutta:

“ Una famiglia che prega insieme, sta insieme ”,

dice Fr. Peyton parlando del rosario in famiglia.

A maggior ragione si potrebbe applicare a noi tutto que­sto!

Vivere assieme, lavorare assieme, pregare assieme costituisce un aiuto nella vita di pietà, una difesa del­la castità e un vantaggio reciproco nell’operare per le anime.

Non dovremmo cedere all’abitudine di rinvia­re le nostre preghiere, ma recitarle con la comunità.

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165 Sant’Antonio di Padova:

Il pellegrino è colui che va lontano dalla sua patria.

Tutti siamo forestieri, perché veniamo da un altro luogo: dal gaudio del paradiso terrestre siamo arrivati alla misera condizione di questo esilio; siamo anche pellegrini perché, cacciati dal volto e dagli occhi di Dio, ce ne andiamo mendicando, lontani dalla patria del cielo.

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164 San Pio da Pietrelcina:

Anche ammesso tu avessi commesso tutti i peccati di questo mondo, Gesù ti ripete: ti sono rimessi molti peccati perché molto hai amato.

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163 Sant’Agostino:

Ama e persevera nell’amore; non defrauderò il tuo amore, io che ho mondato il tuo cuore.

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162 San Paolo:

 Non fatevi un’idea troppo alta di voi stessi.

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161 San Paolo: 

Non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili.

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160 San Giovanni: 

Chi ama il suo fratello rimane nella luce.

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159 San Paolo: 

Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri!

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158 San Paolo:

Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto.

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157 San Paolo:

Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità.

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156 Santa Faustina Kowalska:

Nella parabola del figlio prodigo, l’analogia con l’uomo di tutti i tempi consente di comprendere il mistero della misericordia quale dramma profondo che si svolge tra la bontà del Padre e il peccato dei figli.

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155 Madre Teresa di Calcutta:

Dovete lasciare che il Padre sia un giardiniere, che tagli e sfrondi.

Se verrete potati non preoccupate­vi.

Ha il suo motivo per sfrondarvi.

Dovete lasciar­glielo fare.

Prendete, per esempio, le persone che al noviziato a Tor Fiscale hanno realmente potato le vi-ti.

Io le guardavo e andavo pensando:

« Come possono le foglie, o i rami o i frutti crescere su quei moncheri­ni? ».

Ma il vignaiolo, che conosce le viti, le ha potate bene e le ha potate proprio alla base dei gambi.

Come potranno crescere i rami e le foglie, come potranno venire i frutti, non lo so.

Ma è abbastanza probabile che se verrò qui tra qualche mese li vedrò tutti carichi di grappoli, proprio grazie a quella potatura.

La stes­sa cosa accadrà a voi.

Ora siete stati potati, tagliati alla radice e non vedete nulla… né foglie, né rami, niente.

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154 Madre Teresa di Calcutta:

L’umiltà non è altro che la verità.

« Cosa posse­diamo, che non abbiamo ricevuto? »,

domanda San Paolo.

Se ho ricevuto ogni cosa, che merito c’è da par­te mia?

Se siamo convinti di questo, non leveremo mai in alto il capo con orgoglio.

Se sarete umili, nulla vi toccherà, né lodi né ignominie, poiché sapete quel che siete.

Se vi vedrete biasimati non vi deprimerete, se vi chiameranno santi non vi porrete sopra un piedistallo.

Se siete santi, rendete grazie a Dio.

Se siete pecca­tori, non rimanete in questa condizione.

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153 San Pio da Pietrelcina: 

Son certo che desiderate sapere quali sono le migliori abiezioni, e io vi dico essere quelle che noi non abbiamo elette, oppure essere quelle che ci sono meno grate o, per meglio dire, quelle alle quali non abbiamo grande inclinazione; e, per parlar chiaro, quella della nostra vocazione e professione.

Chi mi farà la grazia, mie carissime figliuole, che noi amiamo bene la nostra abiezione?

Nessun altro lo può fare che colui il quale amò tanto la sua, che per conservarla volle morire.

E questo basti.

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152 San Filippo Neri:

All’acquisto dell’amor di Dio non c’è più vera e più breve strada che staccarsi dall’amore delle cose del mondo ancor piccole e di poco momento e dall’amor di se stesso, amando in noi più il volere e servizio di Dio, che la nostra soddisfazione e volere.

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151 Santa Faustina Kowalska:

Scrivi le mie parole, figlia mia, parla al mondo della mia misericordia.

Tutta l’umanità ricorra ad essa.

Scrivi che, prima di venire come giudice giusto, spalanco le porte della mia misericordia: chi non vuole passare per esse, dovrà passare attraverso la porta della mia giustizia.

Grande gioia mi procurano le anime che fanno appello alla mia misericordia; concedo loro grazie che superano i loro stessi desideri.

Non posso punire nemmeno il più grande peccatore quando ricorre al mio perdono, ma lo giustifico grazie alla mia misericordia ch’è infinita e che a voi rimane incomprensibile.

Sono il Signore per essenza e non conosco né costrizioni, né bisogni: se dono la vita alle creature, ciò proviene unicamente dall’immensità della mia misericordia.

Tutto ciò che io compio per la vita delle anime è impregnato di misericordia. 

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150 Sant’Antonio di Padova:

Oggi la dottrina di Cristo non ha la voce melodiosa dell’adulazione, perché non blandisce i peccatori e non promette vantaggi temporali; ma risuona aspramente, perché insegna a castigare la carne e a disprezzare il mondo: e quindi non è ascoltata volentieri.

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149 San Pio da Pietrelcina:

Non vi spaventino le molte insidie di questa bestia infernale:

Gesù, che è sempre con voi e che combatterà con voi e per voi, non permetterà giammai che voi possiate venire contraffatta e vinta.

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148 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Il nostro amore sarà la misura della gloria che avremo in Paradiso.

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147 San Francesco di Sales:

Le acque della grazia scorrono unicamente nella valle dell’umiltà!

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146 San Francesco di Sales:

Ecco un insegnamento che merita di essere bene inteso:

questa vita ci è stata data per acquistare l’eterna.

La maggior parte degli uomini non ci pensa!

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145 Santa Faustina Kowalska:

Il mio cuore si rinnova e incomincia una nuova vita fino da quaggiù, una vita d’amore di Dio.

Non dimentico che sono la debolezza in persona, ma non dubito nemmeno per un istante che Dio m’aiuti mediante la sua grazia.

Con un occhio guardo l’abisso della mia miseria e con l’altro l’abisso della divina misericordia.

O Dio misericordioso, che mi permetti di vivere ancora, dammi la forza di cominciare una vita nuova, quella dello spirito, sulla quale la morte non ha potere.

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144 Madre Teresa di Calcutta:

Come parla teneramente Gesù quando dà se stes­so nella Santa Comunione.

« La mia carne è veramen­te cibo e il mio sangue veramente bevanda.

Chi man­gia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.»

Oh, cosa potrebbe fare di più il mio Gesù che darmi la sua carne come cibo?

No, neppure Dio potrebbe fare di più né mostrarmi un amore più grande.

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143 Santa Faustina Kowalska:

Oppressa da varie difficoltà causatemi dal fatto che Gesù mi parlava ed esigeva da me l’esecuzione di quel quadro del quale ho spesso già parlato.

Gli dicevo, scongiurandolo:

«Gesù, abbi misericordia di me, non mi affidare cose tanto grandi!

Vedi bene che sono appena un pulviscolo, per nulla all’altezza di ciò che dovrei fare».

Egli mi assicurò, dicendo:

«Ti darò un aiuto visibile, il quale t’assisterà nel compiere su questa terra il mio volere».

Chiesi perdono dei miei dubbi, e aggiunsi:

«O Gesù mio, tu sei la mia unica speranza.

Parla tu, attraverso la mia bocca, quando mi troverò con persone che hanno autorità e dottrina, affinché conoscano che questa causa è tua e da te proviene».

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142 San Giovanni Bosco:

Insistere che vengano con frequenza a confessarsi.

É questo il mezzo più sicuro per tenerli lontani dal peccato.

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141 Santa Faustina Kowalska:

Una volta, impressionata dal pensiero dell’eternità e dei suoi misteri, l’anima mia venne colta dall’angoscia; mentre indugiavo sopra quell’idea, presero a tormentarmi vari dubbi.

Gesù disse:

«Bambina mia, non aver paura della dimora del Padre tuo.

Lascia le vane indagini ai sapienti di questo mondo.

Voglio vederti sempre fiduciosa come una bambina.

Se ti serve, informati con semplicità dal confessore e io ti risponderò con la sua bocca».

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140 San Pio da Pietrelcina:

Non si perviene a salvezza senza attraversare il burrascoso mare, sempre minacciante rovina.

Il Calvario è il monte dei santi; ma di là si passa ad un altro monte, che denominasi Tabor.

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139 Beata Chiara “Luce” Badano:

Un giorno, ad esempio, la mamma le propose di aiutarla a sparecchiare la tavola.

«No, non mi va»,

rispose Chiara incrociando le braccia.

E si diresse verso la sua cameretta.

Ma non vi giunse nemmeno, perché nel giro di pochi secondi tornò sui suoi passi e disse:

«Com’è quella storia del vangelo, di quel padre che aveva detto ai figli di recarsi nella vigna, e uno aveva detto di sì e non c’era andato, mentre l’altro aveva detto di no e poi ci era andato?

Mamma, mettimi il grembiulino».

E si mise a sparecchiare.

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138 Madre Teresa di Calcutta:

Cristo doveva trattare con le folle che gridavano, che facevano a gomitate, era il loro stesso entusiasmo a manifestarsi cosi ed era fastidioso.

Non si preoccu­pavano molto delle sue esigenze.

Nelle loro espressio­ni di familiarità a volte capitava persino che si dimen­ticassero di Lui.

Tuttavia aveva pazienza con essi, fossero pure aggressivi quanto volevano, alla fine avrebbe usato loro pietà.

Non si vergognava dei pec­catori, non passava loro accanto senza guardarli e se essi avessero voluto, avrebbero potuto averlo con loro come chiunque altro, per quanto questo gli potesse costare…

« Sono venuto »

diceva

« non per i giusti, ma perché i peccatori si pentano. »

Noi, Missionarie della Carità, abbiamo ricevuto la grazia, infatti, di essere chiamate a imitare questo tremendo amante del pove­ro e dell’abbandonato.

Proprio come Cristo, abbiamo a che fare con folle immense.

Siamo state chiamate ad essere le sue collaboratrici negli slums permettendogli di irradiare la sua vita in noi e attraverso noi in quei quartieri disastrati.

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137 San Pio da Pietrelcina:

Teniamo bene scolpito nella nostra mente quello che dice il divin Maestro:

nella nostra pazienza possederemo l’anima nostra.

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136 Sant’Antonio di Padova:

Il Signore manda ogni giorno l’acqua della grazia nel cuore dei fedeli, affinché i loro affetti vengano purificati da ogni impurità.

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135 Madre Teresa di Calcutta:

Dobbiamo operare con grande fede, con fermez­za, con efficienza; e soprattutto con grande amore e gioiosità, poiché senza questo la nostra opera sarà soltanto un lavoro di schiavi che servono un duro pa­drone.

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134 San Giovanni Bosco:

Per essere in pace con Dio e col prossimo bisogna prima essere in pace con noi stessi.

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133 Madre Teresa di Calcutta:

La conoscenza di noi stessi, ossia del bene che c’è in noi come pure del male, deve essere chiara.

Ciascu­no di noi ha dentro di sé tanto bene e tanto male.

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132 San Francesco di Sales:

Non lamentatevi che le vostre afflizioni sono molte, o pesanti o lunghe; perché Dio dispone ogni cosa in numero, peso e misura.

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131 San Giovanni Bosco:

Fuggite il peccato come il più grande vostro nemico, e fuggite la sorgente dei peccati cioè i cattivi discorsi che sono la rovina dei costumi.

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130 San Francesco di Sales:

Camminiamo sempre nella via dello spirito senza fermarci; anche se andassimo lentamente, avanzeremo e faremo grandi passi.

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129 San Francesco di Sales:

Non fate né il pazzo né il saggio:

non il saggio, per mantenere l’umiltà;

non il pazzo, per non offendere la semplicità che odia le simulazioni.

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128 Sant’Antonio di Padova:

O profondità della divina clemenza, che va ben oltre il fondo dell’umana intelligenza, perché la sua misericordia è senza numero.

Sta scritto nel libro della Sapienza:

“Dio, avendo tutto disposto con misura, calcolo e peso” (Sap 11,20), non volle rinchiudere la sua misericordia entro queste leggi, entro questi termini, anzi è la sua misericordia che tutto racchiude e tutto abbraccia.

La sua misericordia è dovunque, anche nell’inferno, perché neppure il dannato viene punito nella misura che la sua colpa esigerebbe.

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127 Sant’Antonio di Padova:

Cristo è la verità.

In Cristo ci fu la povertà, l’umiltà e l’obbedienza.

Chi si scandalizza di queste cose, si scandalizza di Cristo.

I veri poveri non si scandalizzano, perché solo essi vengono evangelizzati, cioè nutriti con la parola del vangelo, perché essi sono il popolo del Signore e le pecore del suo pascolo (cf. Sal 94,7).

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126 Madre Teresa di Calcutta:

Fede che diventa dinamica attraverso la preghiera, fede che diventa attiva attraverso il servizio; sono la stessa cosa: lo stesso amore, la stessa compassione.

Entrambi dobbiamo proclamare quella fede, sia le Sorelle che i Fratelli.

Questo è qualcosa che dovrebbe incoraggiarci e rafforzarci, che ci completa a vicenda più pienamente.

Poiché siamo esseri umani, abbiamo bisogno di questa distinzione, di questa separazione, di questi nomi differenti.

L’anima, la mente e il cuo­re, tuttavia, hanno la stessa caratteristica:

un totale abbandono in Dio.

Nell’attimo in cui realizziamo di aver veramente attuato questo, allora siamo a sua di­sposizione e non esistono più differenze.

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125 San Giovanni Bosco:

Il signore benedice sempre i figli che obbediscono alla volontà dei genitori.

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124 Santa Teresina di Lisieux:

Non basta dare a chiunque mi chieda qualche cosa (Lc. 6 30), bisogna che io vada incontro ai desideri, che mi mostri molto grata ed onorata di rendermi utile; e se prendono una cosa di mio uso, non debbo mostrare di rimpiangerla, ma al contrario mostrarmi felice di esserne liberata.

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123 Santa Teresina di Lisieux:

Le mie mortificazioni consistono nel rompere la mia volontà, sempre pronta a imporsi, nel trattenere una battuta di risposta, nel rendere piccoli servizi senza farli valere.

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122 Santa Faustina Kowalska:

Gesù a S.F.K.:

«Figlia mia, desidero che il tuo cuore si modelli sulla misura del mio cuore misericordioso.

Da te deve traboccare la mia misericordia.

Poiché molto ricevesti, dà a tua volta molto anche agli altri.

Rifletti bene su queste mie parole e non dimenticarle mai».

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121 San Matteo:

Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.

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120 Santa Teresina di Lisieux:

Quando la carità ha gettato radici profonde nell’anima, si mostra anche all’esterno.

C’è un modo così garbato di rifiutare quanto non si può fare, che il rifiuto fa piacere come il dono.

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119 San Filippo Neri:

Fuggite le cattive compagnie.

Non nutrite troppo delicatamente il corpo; aborrite l’ozio; pregate molto, siate frequenti ai Sacramenti e particolarmente alla Confessione…

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118 San Francesco di Sales:

È un’occupazione per lo meno utile fermarsi ad esaminare la vita altrui, eccetto per chi deve governare e aver cura di altri.

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117 San Giovanni Bosco:

Custodisci i tuoi occhi riserbandoli a contemplare un giorno in paradiso il volto di Maria ss.

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116 San Matteo:

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.

Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.

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115 San Matteo: 

Esercitate pietà e misericordia ciascuno verso il suo prossimo.

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114 Sant’Antonio di Padova:

Nella nebbia le cose sembrano più grandi.

Quando uno è circonfuso di gloria mondana, sembra più grande di quanto non sia in realtà.

È come una vescica gonfia di vento, che sembra più grande di quanto non sia, ma basta una puntura di spillo, cioè la morte, per far vedere quanto è meschino.

Ahimè, tutta la terra è ricoperta di nebbia, e perciò gli uomini non vedono Dio.

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113 Suor Maria Consolata Betrone:

Non era la prima volta che Gesù usava il paragone del bimbo e del vestitino a indicare che le piccole anime s’abbandonano fiduciose all’azione della grazia, anche per quanto riguarda la loro santificazione, contente solo di assecondarla in tutto e per tutto con estrema docilità.

Le diceva infatti l’8 ottobre 1935:

Consolata, godo in te, perché posso fare tutto quello che voglio e perché faccio Io tutto.

Dimmi; tu sai con quanta cura e amore una mamma fa il vestitino al suo bimbo, vi mette proprio tutto il cuore.

Ora se il bimbo non la lasciasse fare, perché il vestitino… vuoI farlo lui; contristerebbe la mamma.

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112 San Pio da Pietrelcina:

A lui devi far ricorso negli assalti del nemico, in lui devi sperare e da lui ti devi aspettare ogni bene.

Non ti fermare volontariamente su ciò che il nemico ti presenta.

Ricordati che vince chi fugge; e tu devi ai primi movimenti di avversione contro di quelle persone ritrarne il pensiero e far ricorso a Dio.

Davanti a lui piega il tuo ginocchio e con umiltà grandissima ripeti questa breve preghiera:

«Abbi misericordia di me, che sono una povera inferma».

Di poi alzati e con santa indifferenza prosegui le tue faccende.

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111 San Francesco di Sales:

Non lamentatevi mai di torti che vi fanno e dei vostri guai con persone deboli.

Spesso non giova a voi il farlo e fa male ai deboli il sentirlo.

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110 Santa Teresina di Lisieux:

Spesso il Signore non vuole che la nostra volontà.

Egli domanda tutto e, se gli rifiutiamo la minima cosa, ci ama troppo per cedere al nostro volere.

Ma quando la nostra volontà si conforma alla sua ed Egli vede che è lui solo che cerchiamo, allora si comporta con noi come si comportò un tempo con Abramo.

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109 Sant’Antonio di Padova:

Gesù Cristo darà il premio della vita eterna a colui che avrà sconfitto l’appetito della carne, avrà imitato gli esempi dei santi, e avrà scacciato gli zoppi e i ciechi, cioè i prelati e i sacerdoti che zoppicano da entrambi i piedi, vale a dire nei sentimenti e nelle opere, e che sono ciechi da entrambi gli occhi, vale a dire nella vita e nella scienza.

Costoro hanno in odio la vita di Gesù Cristo, poiché vendono al diavolo la loro anima, per la quale Cristo ha dato la sua vita.

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108 San Francesco di Sales:

Non cercate troppo nelle vostre azioni il maggior o il minor merito: ma piuttosto la maggior gloria di Dio.

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107 Sant’Agostino:

Il cristiano esamini se possiede la carità e allora dica:

Io sono nato da Dio.

Se non la possiede, egli porta soltanto il carattere di cristiano, ma è un disertore che scappa.

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106 San Francesco di Sales:

Molte volte la dissimulazione risana più i mali in un’ora che i risentimenti in un anno.

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105 Sant’Antonio di Padova:

La fede viene paragonata al pesce perché, come esso è continuamente sbattuto dalle onde del mare, ma non ne viene ucciso, così anche la fede non viene scossa dalle avversità.

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104 San Pio da Pietrelcina:

Non posso, poi, affatto credere e quindi dispensarti dal meditare solo perché a te sembra di non ricavarne nulla.

Il sacro dono dell’orazione, mia buona figliuola, sta posto nella mano destra del Salvatore, ed a misura che tu sarai vuota di te stessa, cioè dell’amore del corpo e della tua propria volontà, e che ti andrai ben radicando nella santa umiltà, il Signore lo andrà comunicando al tuo cuore.

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103 San Francesco di Sales:

La maniera di far bene ogni nostra azione è il farla alla Presenza di Dio.

Se si pensa alla morte con inquietudine, il timore di lei apporterà più danno che profitto.

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102 San Pio da Pietrelcina:

Saliamo con generosità il Calvario per amore di colui che s’immolò per nostro amore e siamo pazienti, certi di spiccare il volo per il Tabor.

101 Sant’Agostino:

Chi crede nel cuore per compiere la giustizia concepisce Cristo; chi lo confessa con la bocca per la salvezza partorisce Cristo.

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100 San Pio da Pietrelcina:

Che cosa posso fare io? Tutto viene da Dio.

Io sono ricco di una sola cosa, d’una infinita miseria.

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99 San Giovanni Bosco:

Il Signore ha promesso, e ci da tutti i mezzi necessari per un’opera gigantesca, ma non li promette per le imprese di ornamento.

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98 San Francesco di Sales:

Non fidatevi dei vostri nemici spirituali, se vi lasciano in pace.

Possono essere per qualche tempo scacciati, ma non uccisi e potrebbero ancora rinnovarvi una guerra più crudele.

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97 San Francesco di Sales:

Oh, quanto è orrida la morte.

Nonostante la ripugnanza dei nostri sensi non perdiamoci d’animo; seguiamo la nostra strada nel bene come i viandanti all’abbaiare dei cani.

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96 San Francesco di Sales:

La scienza dei santi è fare e soffrire.

Così arrivarono alla Gloria; e se noi soffriremo fortemente e costantemente per Dio e con Dio, avremo anche noi la santità e la gloria.

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95 San Filippo Neri:

“Chi non è atto a tollerare la perdita dell’onore e della stima propria per Gesù Cristo, costui non farà mai profitto nelle cose dell’anima.”

“Figlioli miei, siate umili e state bassi”

“Se voi fate un’opera buona ed altri l’attribuisce a sé, rallegratevene; poiché se vi si toglie la gloria presso gli uomini, la si ritrova presso Dio”

“Pregate il Signore che, se vi dà qualche virtù o qualche suo dono, vi faccia la grazia di tenerlo nascosto, affinché vi conserviate nella santa umiltà”

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94 San Pio da Pietrelcina:

Comprendo che le tentazioni sembrano piuttosto macchiare che purificare lo spirito, ma sentiamo qual è il linguaggio dei santi, e a tal proposito vi basti sapere, fra tanti, quello che dice san Francesco di Sales: che le tentazioni sono come il sapone, il quale diffuso sui panni sembra imbrattarli ed in verità li purifica.

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93 Santa Faustina Kowalska:

Una sera, trovandomi nella mia cella, vidi il Signore Gesù in abito bianco.

Teneva una mano alzata come se benedicesse, mentre  con l’altra toccava sul petto la sua veste.

Dalla veste leggermente aperta, uscivano due grandi raggi: uno era rosso, l’altro chiaro.

In silenzio, tenevo gli occhi fissi sul Signore.Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Gesu-confido-in-te-bl.webp

Ero presa dal timore, ma al tempo stesso m’invadeva

una gioia indescrivibile. Passò un istante. Gesù parlò: 

«Dipingi un’immagine sul modello di come tu mi vedi.

Scrivici sotto: Gesù, confido in te!

Desidero che questo quadro venga venerato dapprima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero.

Prometto che l’anima, la quale venererà quest’immagine, non perirà.

Le prometto la vittoria sui nemici fin da questa terra, ma specialmente nell’ora della morte. Io la difenderò come mia gloria».

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92 San Francesco di Sales:

L’essere seguace di Dio consiste nell’usare carità verso il prossimo, nell’essere risoluto di seguire la sua volontà, nel confidare in Lui con semplicità ed umiltà, e finalmente nel sopportare se stesso nelle proprie imperfezioni.

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91 Santa Faustina Kowalska:

Gesù mi guarda.

Lo sguardo profondo di Gesù mi dà coraggio e confidenza.

So che compirò quanto domanda, nonostante le difficoltà insuperabili che mi sorgono dinnanzi.

Sto acquistando la meravigliosa convinzione che Dio è con me e che con lui io posso tutto.

Tutte le forze del mondo e del demonio crolleranno di fronte all’onnipotenza del suo nome.

Dio, unica mia guida, mi metto con fedeltà nelle tue mani, e tu mi dirigerai secondo i tuoi disegni.

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90 Sant’Agostino:

La nostra mente smaniosa di udire.

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89 San Pio da Pietrelcina:

Il Signore non può darmi un cireneo. Devo fare soltanto la volontà di Dio e, se piacerò a lui, il resto non conta.

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88 Madre Teresa di Calcutta:

Siate fedeli nel piccolo, perché in questo risiede la vostra forza.

Per il buon Dio non vi è nulla di piccolo, perché Egli è tanto grande quanto noi siamo piccoli.

Ecco perché Egli si curva su di noi e si preoccupa di fare quelle piccole cose per noi e ci offre l’occasione di provare il nostro amore per Lui.

Poiché Egli fa tutto questo, anche ciò che è piccolo diventa grande.

Dio non può far nulla di piccolo, Egli è l’infinito.

Sì, miei cari figli, siate fedeli nelle piccole esperienze d’amore, nelle piccole fedeltà alla Regola, che costruiranno in voi una vita santa, facendovi simili a Cristo.

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87 Santa Teresina di Lisieux:

La gloria vera è quella che durerà eterna e per arrivare ad essa non è necessario compiere opere sfolgoranti, bensì nascondersi e praticar la virtù si che la mano sinistra ignori ciò che fa la destra (Mt. 6, 3).

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86 Sant’Agostino:

Il peccato consiste nel fare o dire o desiderare qualcosa contro la legge eterna.

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85 Santa Faustina Kowalska:

Il mio confessore mi comandò di domandare a Gesù il significato dei due raggi che si vedono uscire dal suo petto nel quadro raffigurante la divina misericordia.

Gesù rispose: «I due raggi raffigurano il sangue e l’acqua.

Il raggio chiaro è l’acqua che giustifica le anime.

Il raggio rosso è il sangue che delle anime è la vita.

Questi raggi scaturirono entrambi dall’intimo della mia misericordia quando, sulla croce, il mio cuore venne spalancato dalla lancia.

Essi difendono le anime dallo sdegno del Padre mio.

Beato colui che in essi cercherà riparo, perché Dio non lo colpirà con la giustizia».

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84 Sant’Agostino:

Non nasconderti dietro te stesso, perché Dio non ti metta davanti a sé.

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83 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Ci son di quelli che una sola parola abbatte.

Una piccola umiliazione fa capovolgere la barca…

Coraggio, fratelli, coraggio!

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82 San Francesco di Sales:

Un cuore che ama Gesù crocifisso ama con Lui le sue ignominie, le sue pene, la sua morte; e perciò se gli tocca averne, se ne rallegra e le abbraccia con amore.

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81 Santa Faustina Kowalska:

Oggi penetrò in me lo sguardo del Signore, come un lampo.

Conobbi la polvere anche più minuta che ricopre la mia anima e, scorgendo fino in fondo il nulla che io sono, caddi in ginocchio e chiesi perdono a Dio con una fiducia immensa nella sua infinita misericordia.

La conoscenza della polvere, che ricopre l’anima mia, non mi scoraggia né mi allontana dal Signore; essa risveglia in me un più grande amore e una fiducia illimitata.

Raggi divini, illuminate le profondità segrete del mio cuore, affinché io raggiunga la massima purezza di intenzione e la fiducia nella misericordia di cui siete immagine.

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80 Santa Faustina Kowalska:

Quando suonerà l’ora del trionfo della misericordia di Dio nella sua Chiesa, noi (Sopocko e Kowalska) saremo già nell’altra vita.

Prima che questo avvenga, però, l’anima tua (si rivolge a don Sopocko, che vivrà parecchi anni dopo di lei) verrà saturata d’amarezze e vedrai la rovina dei tuoi sforzi.

È vero che tale rovina sarà solo apparente perché Dio non muta ciò che una volta ha stabilito, tuttavia la sofferenza non sarà meno reale.

Quando ciò avverrà lo ignoro, quanto tempo durerà non mi fu detto.

So che Dio promise una grande grazia particolarmente a me e a tutti quelli che faranno conoscere la sua infinita misericordia.

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79 San Pio da Pietrelcina:

Il Cuore del nostro divin Maestro non ha legge più amabile di quella della dolcezza, dell’umiltà e della carità.

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78 San Giovanni Bosco:

Alcuni vanno a confessarsi sempre con le medesime mancanze.

Ciò che cosa indica? Che la confessione, non recando frutto, non è buona.

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77 Madre Teresa di Calcutta:

Sono convinta dell’amore di Cristo per me?

E del mio per Lui?

Questa convinzione è come la luce del sole che fa scorrere la linfa della vita e fiorire le gem­me della santità.

Questa convinzione è la roccia sulla quale è costruita la santità.

Che dobbiamo fare per far nostra tale convinzione?

Dobbiamo conoscere Ge­sù, amare Gesù, servire Gesù.

Lo possiamo conoscere attraverso la preghiera, la meditazione e gli esercizi spirituali.

Lo possiamo amare attraverso la santa Messa e i sacramenti e attraverso una intima unione del­l’amore.

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76 San Pio da Pietrelcina:

Padre, oggi è l’Addolorata:

ditemi una parola.

Risposta:

La Vergine Addolorata ci vuole bene, ci ha partoriti nel dolore e nell’amore.

L’Addolorata non si diparta mai dalla tua mente ed i suoi dolori ti siano stampati sopra il cuore; lo accenda di amore per lei e per il suo Figliuolo.

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75 Sant’Agostino:

La carità è quella pietra preziosa, non avendo la quale nessun giovamento verrà da qualunque cosa tu possegga; se invece possiedi la carità, ti basterebbe essa sola.

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74 Sant’Antonio di Padova:

Quando qualcuno ti dice, in aria di plauso o di adulazione:

“Sei bravo e sai molte cose”,

tu gli devi rispondere:

“Da me stesso non so nulla, nessun bene io possiedo, ma onoro il Padre mio. A lui tutto attribuisco, a lui rendo grazie, perché fonte di ogni sapienza, di ogni potenza e scienza”.

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73 Santa Faustina Kowalska:

O mio Dio, sono pronta a ogni tuo volere.

Dovunque tu mi diriga, ti benedirò.

Qualunque cosa tu esiga da me, la compirò con l’aiuto della tua grazia.

Qualsiasi possa essere la tua santa volontà nei miei riguardi l’accetto con tutto il cuore e tutta l’anima, senza curarmi delle interiori contestazioni della mia natura peccatrice.

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72 Sant’Antonio di Padova:

La lingua è viva quando parlano le opere.

Vi scongiuro: cessino le parole e parlino le opere.

Siamo pieni di parole, ma vuoti di opere, e perciò siamo maledetti dal Signore, perché egli ha maledetto il fico nel quale non trovò frutti, ma solo foglie.

Dice san Gregorio:

“C’è una legge data al predicatore, che metta in pratica ciò che predica. Inutilmente fa conoscere la legge colui che con le opere, con la sua vita, distrugge quanto ha insegnato”.

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71 Santa Teresina di Lisieux: 

Lavoriamo insieme alla salvezza delle anime! Non abbiamo che un giorno, l’unico giorno di questa vita per salvarle e dare così al Signore la prova del nostro amore.

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70 San Francesco di Sales:

Procurate che i vostri dipendenti non si accorgano che siete tristi o di cattivo umore: potrebbero attribuire ciò alla devozione e perciò iniziare a odiarla.

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69 Santa Teresina di Lisieux:

Nostro Signore, nel giardino degli Olivi, godeva tutte le delizie della Trinità, eppure la sua agonia non fu meno crudele.

È un mistero, ma ne capisco qualcosa per quello che provo io stessa.

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68 Sant’Antonio di Padova:

Oggi Cristo è benedetto e lodato nei bambini Innocenti, che per lui e al suo posto sono stati oggi uccisi da Erode.

Un Bambino è cercato, vengono uccisi dei bambini, nei quali nasce l’immagine, la figura del martirio e nei quali viene consacrata a Dio l’infanzia della chiesa.

E la chiesa per bocca di Isaia dice:

“Chi mi ha generato costoro?

Io ero priva di figli e sterile, espatriata e condotta schiava: questi chi li ha allevati?

Io ero abbandonata e sola, e questi dov’erano?” (Is 49,21).

O strazio, o pietà! I bimbi sorridevano alla spada dell’uccisore e si divertivano, i pargoletti!

Gli agnellini, come afferrati per i piedi, vengono condotti al macello per essere uccisi per Cristo.

Le olive nuove vengono portate al torchio per estrarne l’olio.

Ecco la passione dei pargoli!

Quale il loro premio?

“Sono attorno alla mensa del Signore, e cantano un canto nuovo”.

Per le preghiere dei santi Innocenti, conceda questo anche a noi, colui che è benedetto nei secoli.

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67 San Pio da Pietrelcina:

L’essere tentato è segno che l’anima è bene accetta al Signore.

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66 Santa Faustina Kowalska:

Oggi la superiora, Madre Irene, scese con me in città da una persona che si assunse di stampare le piccole immagini unitamente alla pubblicazione delle invocazioni alla divina misericordia e della coroncina.

Già venne ottenuta l’approvazione del vescovo.

Dovevamo anche vedere le correzioni da apportare all’immagine più grande, la quale, del resto, è molto somigliante al quadro originale e ciò mi fa piacere.

Contemplando quest’immagine mi trafisse un amore tanto vivo per Iddio, che ci fu un momento in cui non sapevo dove mi trovassi.

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65 Sant’Antonio di Padova:

Siamo misericordiosi, imitando le gru, delle quali si dice che, quando vogliono arrivare a un dato luogo, volano altissime per meglio individuare da un osservatorio più alto il sito da raggiungere.

Quella che conosce il percorso precede lo stormo, ne scuote la fiacchezza del volo, lo incita con la voce; e se la prima perde la voce o diventa rauca, subito ne subentra un’altra.

Tutte si prendono cura di quelle stanche, in modo che se qualcuna viene meno, tutte si uniscono, sostengono quelle stanche finché con il riposo ricuperano le forze.

Siamo dunque misericordiosi come le gru: posti in un più alto osservatorio della vita, preoccupiamoci per noi e per gli altri; facciamo da guida a chi non conosce la strada; con la voce della predicazione stimoliamo i pigri e gli indolenti; diamo il cambio nella fatica, perché senza alternare il riposo alla fatica non si resiste a lungo; carichiamoci sulle spalle i deboli e gli infermi, perché non vengano meno lungo la via; siamo vigilanti nell’orazione e nella contemplazione del Signore.

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64 San Francesco di Sales:

Il nostro grande fine, la perfezione, nasce, cresce e si mantiene in vita con il raccoglimento spirituale praticato continuamente con preghiere e giaculatorie.

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63 Sant’Antonio di Padova:

Come nel melograno tutti i grani sono nascosti sotto la stessa corteccia e tuttavia ogni grano ha la sua piccola cella distinta, così nella vita eterna tutti i santi hanno la stessa gloria, e tuttavia ognuno di essi riceverà una ricompensa proporzionata al bene compiuto.

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62 Sant’Agostino:

Dio rimane sempre buono, usando ordinatamente anche le cose cattive.

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61 San Giovanni Bosco:

Cerca col buon esempio e colla parola di salvare anime anche in quello stato che il Signore ti destina.

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60 Santa Faustina Kowalska:

Il terribile grigio quotidiano è incominciato.

Sono passati i solenni momenti delle feste, ma la grazia divina resta.

Sono incessantemente unita a Dio.

Vivo ora per ora.

Desidero trarre profitto dal momento presente realizzando con fedeltà ciò che mi offre.

Mi affido a Dio con incrollabile fiducia.

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59 Santa Teresina di Lisieux: 

La carità perfetta consiste nel sopportare i difetti degli altri, non stupirsi delle loro debolezze, edificarsi dei minimi atti di virtù che essi praticano.

Ma soprattutto la carità non deve restare affatto chiusa nel fondo del cuore.

Nessuno – ha detto Gesù – accende una fiaccola per metterla sotto il moggio, ma la mette sul candeliere affinché rischiari tutti coloro che sono in casa (Mt. 5, 15).

Mi pare che questa fiaccola rappresenti la carità, la quale deve illuminare e rallegrare non soltanto coloro che mi sono più cari, ma tutti coloro che sono nella casa, nessuno eccettuato.

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58 San Giovanni Bosco:

Al mondo vi sono molti pazzi e molti furbi. I furbi sono coloro che faticano e patiscono un po’ per guadagnarsi il paradiso; i pazzi sono coloro che s’incamminano all’eternità infelice.

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57 San Pio da Pietrelcina: 

O Maria, mamma dolcissima dei sacerdoti, mediatrice e dispensatrice di tutte le grazie, dal profondo del mio cuore ti prego, ti supplico e ti scongiuro a ringraziare oggi, domani, sempre, Gesù il frutto benedetto del tuo seno.

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56 Santa Faustina Kowalska: 

Gesù a S.F.K.:

«Desidero darmi alle anime.

Desidero possedere le anime.

Figlia mia, fissa il tuo sguardo dentro all’abisso della misericordia e rendi ad essa devozione e culto.

Il giorno della mia festa, che è giorno di misericordia, percorri il mondo e conduci ad essa, come ad una fonte, le anime appassite nel peccato.

Riunisci tutti i peccatori dell’universo e immergili nelle profondità del mio perdono.

Io li risanerò e darò loro nuove forze».

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55 Santa Faustina Kowalska: 

Non capisco come si possa mancare di fiducia nell’Onnipotente.

Con lui tutto è possibile, senza di lui nulla.

Egli mi dice molto spesso:

«Non mi piace che ti abbandoni a inutili paure.

Chi potrà nuocerti, dal momento che tu sei con me?

Io amo l’anima che crede nella mia bontà senza incertezze.

Posso fidarmi di lei a mia propria volta e le concedo tutto ciò che chiede».

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54 San Francesco di Sales: 

Il grande rimedio contro le tentazioni è informare con sincerità il proprio confessore; giacché il primo danno che il demonio fa all’anima è quella di renderla restia a confessarsi.

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53 Madre Teresa di Calcutta: 

L’unità è il frutto della preghiera, dell’umiltà, dell’amore.

Perciò, se la comunità prega assieme, sta­rà assieme e se voi starete assieme vi amerete l’un l’al­tro come Gesù ama ciascuno di voi.

Un cambiamento vero del cuore lo farà diventare davvero un cuore pie­no d’amore.

Quest’unico cuore la nostra comunità of­fre a Gesù e alla Madonna, sua madre.

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52 San Francesco di Sales: 

Siate, per quanto è possibile, di umore sempre uniforme per far conoscere la stabile risoluzione che avete preso di amare Dio.

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51 Madre Teresa di Calcutta: 

Vi è tanta sofferenza ovunque!

Siate santi e fervo­rosi, poiché Dio vuol servirsi di voi per dar sollievo a questa sofferenza.

Per dimostrare che il Cristo è di natura divina, che è il Messia promesso, il Vangelo veniva predicato ai poveri.

La prova che quanto fac­ciamo è opera di Dio è che il Vangelo viene predicato ai poveri.

Pregate e ringraziate Iddio per avervi scelti a vivere questo tipo di vita e a compiere questo lavoro.

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50 Santa Teresina di Lisieux: 

Al momento di comparire dinanzi a Dio, comprendo più che mai che una cosa sola è necessaria: quella di lavorare unicamente per lui e non fare nulla per sé, né per le creature.

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49 San Pio da Pietrelcina:

In quanto poi a ciò che mi dite di sentire quando fate la meditazione, sappiate che l’artificio è diabolico.

Perciò state attenta e siate vigilante.

Non tralasciate la meditazione giammai per questo, altrimenti persuadetevi che rimarrete sconfitta in seguito su tutta la linea.

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48 Sant’Antonio di Padova:

Il giusto deve seppellire la sua anima nell’umiltà del cuore e in quella del corpo, fuori dal tumulto delle cose temporali, e deve guardare verso lo splendore della vita eterna, e non a quello della gloria mondana.

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47 San Pio da Pietrelcina: 

Stai attenta a non scoraggiarti mai nel vederti circondata da infermità spirituale.

Se Iddio ti lascia cadere in qualche debolezza, non è per abbandonarti, ma solo per stabilirti in umiltà e renderti più attenta per l’avvenire.

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46 San Pio da Pietrelcina:

La confessione, che è lavacro dell’anima, bisogna farla il più tardi ogni otto giorni; io non mi sento tenere le anime lontane dalla confessione più di otto giorni.

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45 Sant’Antonio di Padova:

Tutte le cose che opera in noi il Signore, quando ci infonde la grazia, sono buone; ma quando “vede”, cioè quando mantiene in noi ciò che ha operato, allora sono molto buone, cioè perfette.

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44 San Francesco di Sales: 

Dio ci lascia spesso impegolati nelle nostre miserie, affinché conosciamo che, senza una Sua Grazia Speciale, non possiamo esserne liberi.

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43 Santa Teresina di Lisieux: 

La gioia non la troviamo negli oggetti che ci stanno intorno, bensì nel profondo dell’anima.

Possiamo averla in una prigione altrettanto bene che in un palazzo.

La prova è che io sono più felice nel Carmelo, anche tra prove intime ed esteriori, che nel mondo, circondata dalle comodità della vita e soprattutto dalle dolcezze del focolare paterno.

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42 Santa Teresina di Lisieux: 

Dio vuole affermare il suo regno sulle anime tramite la persecuzione e la sofferenza, più che attraverso brillanti predicazioni.

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41 San Giovanni Bosco: 

Raccomandò di predicare come non si possa essere attaccato a Gesù Cristo senz’esserlo in pari tempo al suo Vicario, spiegando bene che il papa è vicario di Gesù Cristo.

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40 Santa Faustina Kowalska: 

Questa notte mi svegliò, con il suo fracasso, un nubifragio.

Cadeva la pioggia, infuriava il vento, scoppiavano folgori in continuazione.

Cominciai a pregare, chiedendo che l’uragano non facesse danni.

Udii queste parole:

«Recita la coroncina e passerà senza far danni».

Recitai immediatamente la corona della misericordia e non feci nemmeno in tempo a terminarla, che l’uragano tutto a un tratto era cessato.

Allora udii nuovamente quella voce:

«Con questa coroncina, otterrai ogni cosa che non sia contraria al mio volere».

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39 Madre Teresa di Calcutta:

Rinunciamo deliberatamente a tutti i desideri di vedere il frutto della nostra fatica, facendo tutto quel che possiamo e come meglio ne siamo capaci, lascian­do il resto nelle mani di Dio.

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38 Sant’Agostino:

La comprensione è la ricompensa della fede.

Perciò non cercare di capire per credere, ma piuttosto credi per capire.

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37 Sant’Antonio di Padova:

Dove c’è disordine, bisogna portare la luce, e abituarsi a distinguere ciò che è mondo da ciò che è immondo, la malattia dalla sanità, il vile dal prezioso, il chiaro dall’oscuro, la virtù dal vizio.

E questo si ottiene riflettendo su quale è il fine di tutte le cose e di ogni nostra singola azione.

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36 Beata Chiara “Luce” Badano: 

Così chiede uno degli ultimi giorni.

«Non vedo l’ora di andare in paradiso…

Ma non sarà anche questo un attaccamento sbagliato, da perdere?».

Teme persino che qualcuno la «innalzi su un piedistallo».

Scrive allora:

«Gesù ha permesso questa prova, ma è merito suo se riesco ad accettarla… di mio c’è proprio poco».

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35 San Giovanni Bosco:

La felicità non si trova in questo mondo, se non si ha la pace con Dio; se ella è così malcontenta ed arrabbiata, è perché non pensa guari alla salute dell’anima sua.

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34 San Giovanni Bosco:

I tre nemici dell’uomo sono: la morte (che lo sorprende) il tempo (che sfugge) il demonio (che gli tende i suoi lacci).

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33 Sant’Antonio di Padova:

Quando un’anima comincia a vivere seriamente il vangelo, nel suo cuore scoppia la tempesta: l’orgoglio cerca di gonfiarla, l’ambizione si precipita a farla uscire dai suoi limiti, si addensa come nuvolaglia la tempesta, la agitano pensieri vani, spumeggiano lussuria e golosità.

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32 San Filippo Neri: 

Dio sempre ha ricercato nei cuori degli uomini lo spirito d’umiltà, e un sentir basso di sè.

Non vi è cosa che più dispiaccia a Dio che l’essere gonfiato della propria stima.

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31 San Francesco di Sales: 

Come i pesci perdono la libertà quando sono fuori dall’acqua; così la nostra anima ragionevole comincia ad essere schiava e legata quando si separa da Dio.

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30 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney): 

Oltraggiare un Dio che ci ha creati e che ci ha soltanto fatto del bene, è il colmo dell’ingratitudine.

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29 Santa Faustina Kowalska:

La sera del giorno in cui l’immagine del Salvatore misericordioso era stata solennemente esposta all’Ostra Brama, vidi Gesù come è raffigurato sul quadro della sua misericordia trasvolare sopra la città che era avvolta in molte reti, benedisse la città, e scomparve.

Io mi vidi circondata da numerose figure dall’aspetto orribile e malvagio, brucianti d’odio verso la mia persona; dalle loro bocche uscivano insulti e minacce d’ogni sorta.

Nessuna per altro mi toccò.

Allora mi feci coraggio e chiesi loro:

«Da dove venite in così grande numero?».

Quelle forme maledette mi risposero:

«Dai cuori degli uomini! Non ci torturare con altre tue domande!».

O Gesù, sono pronta ad affaticarmi ed a soffrire per tutta la mia vita in cambio di quell’istante all’Ostra Brama, dove potei mirare la tua gloria e la salvezza ricevuta dalle anime.

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28 Madre Teresa di Calcutta:

Il nostro vescovo ci ha permesso di battezzare gli agonizzanti.

Il « Nirmal Hriday », la casa dei mori­bondi a Calcutta, è soltanto un mezzo.

Se servisse sol­tanto a lavare e pulire, oggi sarebbe chiuso.

Ma per le occasioni che offre di arrivare alle anime, diviene molto importante.

Nel « Nirinal Hriday » compren­diamo meglio il valore dell’anima.

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27 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

L’uomo non è soltanto una bestia da lavoro, è anche uno spirito creato ad immagine di Dio!

Non ha soltanto bisogni materiali e desideri grossolani; egli ha i bisogni dell’anima e le esigenze del cuore.

Non vive soltanto di pane, vive di preghiere, vive di fede, di adorazione e di amore.

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26 San Giovanni Bosco: 

Figlioli miei, tenete come nemici della religione coloro che colle parole o cogli scritti offendono l’autorità del Papa e cercano di scemare, l’ubbidienza ed il rispetto dovuto ai suoi insegnamenti ed ordini.

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25 San Filippo Neri: 

L’obbedienza buona è quando si ubbidisce senza discorso e si tiene per certo quello che è comandato è la miglior cosa che si possa fare.

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24 Sant’Antonio di Padova: 

Chi è tanto superbo, arrogante e orgoglioso, che, contemplando nel presepio la Maestà annichilita, la Potenza diventata debolezza, la Sapienza balbettante, non senta il cuore fondere come cera al fuoco?…

E chi è tanto attaccato alle cose terrene e al denaro che, contemplando il Figlio di Dio avvolto in poveri panni, adagiato in una greppia, non senta il desiderio di liberarsi dalla schiavitù delle cose di questo mondo?

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23 San Francesco di Sales: 

Vorrei questo, vorrei quello; starei meglio qui, o meglio là.

Ecco una tentazione; Dio infatti dispone di noi e sa meglio di noi quello che ci conviene.

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22 Sant’Antonio di Padova:

Il Signore tacque come un agnello quando fu condotto alla passione; e anche ora sta in silenzio, perché non interviene con minacce o castighi.

È paziente, aspetta che ognuno faccia penitenza.

Ma nel giorno del giudizio griderà come una partoriente, lasciando libero corso al rammarico sì a lungo represso.

Allora disperderà tutte le ricchezze accumulate iniquamente e distruggerà il loro potere; renderà deserti i monti e i colli, cioè abbatterà la superbia sia dei prelati che dei sottoposti, e farà inaridire ogni germe di gola e di lussuria.

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21 San Giovanni Bosco: 

Figlioli cari, tenete a memoria che la solita parola che usa il demonio quando vuole spingerci al male si é:

Oh! è niente!

Di certe amicizie troppo spinte e che i superiori vedono mal volentieri.

Oh! è niente!

– Certe volte si ruba un po’ di frutta ai compagni e il demonio ripete –

Oh! niente!

Di quelle disobbedienze a certi comandi, di certe merende fuori tempo:

Oh! è niente!

– Talora certi dubbi gravi, che ci vengono su certe azioni o certi pensieri e che abbiamo rossore di confessare:

Oh! è niente!

Non vi dico di riputar cose gravi le cose leggere, ma però vi metto sull’avviso, che non diate ascolto al demonio quando vi ripete che è niente.

Una mancanza sarà sempre mancanza e quindi bisogna correggersi.

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20 San Giovanni Bosco: 

La castità sarà la virtù regina, la virtù che custodisce tutte le altre.

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19 Santa Faustina Kowalska: 

Credere in tale amore significa credere nella misericordia.

La misericordia infatti è la dimensione indispensabile dell’amore, è come il suo secondo nome.

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18 Madre Teresa di Calcutta:

I nostri figli li vogliamo, li amiamo; ma che ne è degli altri milioni di creature?

Parecchie persone si preoccupano molto, molto, dei bambini indiani, dei bambini africani, dove un grosso numero muore di malnutrizione, di fame eccetera.

Ma milioni d’altri muoiono per decisione delle loro stesse madri.

E que­sto, oggi, può essere considerato l’elemento più di­struttore della pace.

Poiché se una madre può uccide­re il proprio bambino, chi impedisce domani a me di ucciderti o a te di uccidermi?

Non c’è nulla che lo vieti.

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17 Madre Teresa di Calcutta: 

Siccome la nostra Congregazione va crescendo, na­turalmente vi è il pericolo che vada diminuendo quel bello spirito familiare.

E’ compito di ciascuno di noi proteggerlo e far sì che la vita d’amore e di unità, di umiltà e di servizio, vivano e portino molti frutti in ognuno di noi e nelle persone che serviamo.

Allo sco­po di proteggere lo spirito d’amore di questa famiglia e l’unione nella vita spirituale, dobbiamo essere in grado di edificarci vicendevolmente e attraverso il buon esempio di una vita di preghiera e di unione con Dio, incoraggiarci e aiutarci l’un l’altro a restare fe­deli alla nostra vocazione.

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16 Santa Faustina Kowalska:

Parla Gesù:

«La mia misericordia è più grande della tua miseria e di quella del mondo intero.

Chi può misurare la mia pura bontà?

Per te volli che il mio cuore venisse squarciato dalla lancia, per te apersi questa sorgente di misericordia.

Vieni, attingi ad una simile sorgente col recipiente della tua fiducia.

Per piacere, dona a me la tua miseria: ti colmerò con i tesori della grazia».

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15 San Giovanni Bosco:

 In ogni pericolo invocate Maria e vi assicuro che sarete esauditi.

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14 Santa Teresina di Lisieux:

 Che mistero!

Gesù non è l’onnipotente?

Le creature non sono forse di colui che le ha fatte?

Perché- dunque Gesù dice:

Domandate al Padrone della messe di mandare operai (Mt. 12, 50)?

Perché?

Ah, l’unica ragione è che Gesù ha per noi un amore così incomprensibile che vuol farci partecipare insieme con lui alla salvezza delle anime!

Non vuol fare nulla senza di noi. Il Creatore dell’universo aspetta la preghiera di una povera piccola anima per salvare altre anime riscattate come lei a prezzo di tutto il suo sangue.

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13 Santa Teresina di Lisieux: 

Gesù vuole che la salvezza delle anime dipenda dai nostri sacrifici, dal nostro amore.

Egli viene da noi a mendicare delle anime.

Sappiamo capire il suo sguardo!

Tanto pochi lo capiscono.

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12 San Pio da Pietrelcina:

Sorgi dunque, o Signore, e conferma nella tua grazia coloro che mi hai affidato e non permettere che qualcuno abbia a perdersi, disertando l’ovile.

Oh, Dio, oh Dio!… non permettere che vada in perdizione la tua eredità.

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11 San Pio da Pietrelcina:

Domandiamo anche noi al nostro caro Gesù l’umiltà, la fiducia e la fede della nostra cara santa Chiara; come lei preghiamo Gesù fervorosamente, abbandonandoci a lui, distaccandoci da questo menzognero apparato del mondo ove tutto è follia e vanità, tutto passa, solo Dio resta all’anima, se avrà saputo bene amarlo.

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10 Santa Faustina Kowalska:

Ringraziavo Dio per un incontro con una persona, in cui poteva avermi sorretta solo la sua grazia.

Se non fosse stato per un dono del Signore, non sarei riuscita ad agire come avevo fatto.

Improvvisamente udii queste parole:

«Mi fa piacere che tu abbia agito come hai fatto.

Ti sei comportata come se, al tuo posto, ci fossi stato io.

Sii sempre misericordiosa, come misericordioso sono anch’io.

Ama tutti per amor mio.

Ama anche i peggiori tuoi nemici, affinché in te si rifletta tutta la mia misericordia».

O Cristo, per quanto vi siano da impiegare molti sforzi, con la tua misericordia si può tutto.

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09 San Giovanni Bosco:

Tre ricordi ai giovani per conservare il frutto della comunione pasquale:

“Cari giovani, se volete conservare il frutto della santa comunione che fate in questo tempo pasquale, praticate questi tre avvisi.

Essi renderanno contento il vostro cuore e formeranno la felicità dell’anima vostra.

1° Santificate il giorno festivo, non mancando mai di sentire divotamente la Santa Messa ed intervenire ad ascoltare la parola di Dio, cioè prediche, istruzioni catechismo.

2° Fuggite come la peste i cattivi compagni; cioè state lontani da tutti quei giovani che bestemmiano oppure nominano il santo nome di Dio invano; fanno o parlano di cose disoneste.

Fuggite altresì quelli che parlano male di nostra santa cattolica religione, criticano i sacri ministri e soprattutto il Romano Pontefice Vicario di Gesù Cristo.

Siccome é un cattivo figlio quello che censura la condotta di suo padre, così è un cattivo cristiano colui che censura il papa; che é il padre dei fedeli cristiani che sono in tutto il mondo.

3° Accostatevi spesso al sacramento della penitenza.

Non lasciate passare un mese senza confessarvi ed anche comunicarvi secondo l’avviso del confessore.

Dopo la comunione fermatevi più che potete per ringraziare il Signore e chiedergli grazia di non morire in peccato mortale.

Un Dio solo.

Se mi è nemico, chi mi salverà?

Un’anima sola: se la perde, di me che sarà?

Un solo peccato mortale merita l’inferno che sarà di me se morissi in tale stato?

Ascolta, caro figlio, il detto mio:

fallace è il mondo, il vero amico è Dio.

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08 San Francesco di Sales:

Non basta osservare i comandamenti di Dio e della sua Chiesa.

Ognuno esamini bene i doveri particolari del proprio stato, per osservarli.

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07 San Giovanni Bosco: 

Custodisci i tuoi occhi riserbandoli a contemplare un giorno in paradiso il volto di Maria ss.

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06 Madre Teresa di Calcutta: 

Lo zelo per le anime è il risultato e la prova del vero amore di Dio.

Non possiamo che essere consu­mati dal desiderio di salvare le anime, la cosa che più di tutte sta a cuore a Gesù.

Per cui, lo zelo è la prova d’amore e la prova dello zelo è la dedizione alla sua causa: spendere, cioè, tutta la vita e tutte le energie per la redenzione delle anime.

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05 San Giovanni Bosco:

Oltre i libri cattivi è necessario tener d’occhio certi altri libri i quali, benché buoni o indifferenti in se, pure possono riuscir di pericolo, perché non convenienti alle passioni nascenti…

Questi pure si debbono eliminare.

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04 Santa Teresina di Lisieux:

Se fosse necessario fare delle grandi cose, come saremmo da compiangere!

Invece, siamo immensamente fortunate, perché Gesù si lascia conquistare dalle più piccole.

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03 San Giovanni Bosco:

 Uomo allegro il cielo l’aiuta.

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02 Beata Chiara “Luce” Badano: 

La vigilia vuol salutare gli amici che sono in casa.

Non ha un filo di forze residue, ma riesce comunque a riservare un sorriso a ognuno, o un cenno con la mano. Giuliano è tra questi:

«Bisogna avere il coraggio di mettere da parte ambizioni e progetti che distruggono il vero significato della vita, che è credere nell’amore di Dio e basta»,

riesce a dirgli.

Arriva un mazzo di roselline dalle gen:

«Che belle, proprio adatte per un matrimonio»,

commenta.

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01 San Francesco di Sales:

Una persona messa a dirigere altri non solo può santificarsi, ma con facilità può santificare tutti coloro che governa.