(Memoriali) 14 – Rivelazioni e meditazioni da 1.201 a 1.300

Sono versetti e frasi che mi hanno colpito nelle letture sulla Sacra Bibbia Cattolica, o che le ho sentite interiormente … 

 

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1.300 E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio (Gv 3,19-21).

1.299 Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio (Gv 3,17-18).

1.298 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna (Gv 3,16).

1.297 ” Se siamo stati piantati con lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione” (Rm 6,5). Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti con Cristo nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della Gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova (Romani).

1.296 Gli Apostoli se ne andarono dal Sinedrio lieti di essere stati oltraggiati per amore del nome di Gesù (Atti).

1.295 Pietro: ” E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che si sottomettono a Lui” (Atti).

1.294 Gesù: “Non meravigliarti se ti ho detto: che dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va, così e chiunque è nato dallo Spirito” (Gv 3,7-8).

1.293 La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuor solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune (Atti).

1.292 Chi possiede in sé il Cristo ottiene anche la pace e la serenità.

1.291 Gesù disse a Tommaso: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!” (Giovanni)

1.290 Al di sopra di tutto vi sia la carità che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo (Colossesi).

1.289 Nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore; se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore. Per questo Cristo è morto ed è tornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi (San Paolo).

1.288 Anche il Signore nel Vangelo, parlando del rapporto tra marito e moglie disse:” Ora non sono più due ma una carne sola” (Mt19,6).

1.287 Ma Pietro e Giovanni replicarono:” Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi; noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (Atti).

1.286 Questo Gesù e la pietra che, scartata da voi, costruttori, è diventata testata d’angolo (Sal 117,22). In nessun altro c’è la salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati (Atti).

1.285 Il Battesimo ci rende immortali e simili a Dio (Didimo).

1.284 Pentitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi quello che vi aveva destinato come Messia, cioè Gesù (Atti degli Apostoli).

1.283 Anche noi dobbiamo mangiare con Cristo la Pasqua, purificando la nostra mente da ogni fermento di malizia, saziandoci con azzimi di sincerità e verità, avendo nell’animo i valori interiori del giudaismo e la vera circoncisione, aspergendo gli stipiti della nostra mente col sangue dell’Agnello immolato per noi, per tener lontano lo sterminatore. E questo non in un solo periodo dell’anno, ma tutte le settimane (Eusebio di Cesarea).

1.282 Vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore (Dt 30,14): cioè la parola della fede che noi predichiamo. Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha resuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza (San Paolo).

1.281 Cristo, dunque, giustifica soltanto coloro che, sull’esempio della sua risurrezione, si sono rivestiti di una luce nuova, gettando via come causa di morte i vecchi indumenti dell’ingiustizia e dell’iniquità. Se uno dunque è in pace con Dio, ed è riconciliato per il sangue di Cristo, non abbia più niente in comune con ciò che è nemico di Dio (Origene). 

1.280 Gesù “è stato messo a morte per i nostri peccati ed è stato resuscitato per la nostra giustificazione” (Rm 4,25), per mostrarci che anche noi dobbiamo aborrire e respingere tutto quello che è stato motivo della sua morte (Origene).

1.279 A coloro che credono in Cristo, la fede non può essere ascritta a giustizia se non depongono il vecchio uomo con le sue azioni ingiuste (Origene).

1.278 “Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra” (Col 3,1-2). Chi si comporta in questo modo dimostra di credere in colui che ha resuscitato Gesù Signore nostro dai morti, e la sua fede gli sarà ascritta a giustizia (Origene).

1.277 Alle “fatiche” sopportate prima della Santa Pasqua segue, giustamente, una seconda solennità di sette settimane, fino a Pentecoste, dove ci è concesso un riposo prolungato (Eusebio di Cesarea).

1.276 Non ci inginocchiamo nella preghiera né ci affliggiamo con il digiuno: a chi fu concessa la grazia di risorgere in Dio non conviene cadere di nuovo a terra, né a chi è stato liberato dalle passioni, sottoporsi a tale austerità, come chi è ancora schiavo dei piaceri (Eusebio di Cesarea).

1.275 Perciò non ci è permessa durante questa festività nessuna fatica ascetica, ma piuttosto di mostrare l’immagine della quiete che speriamo di godere nei cieli (Eusebio di Cesarea).

1.274 Io sono un Dio che si avvicina, sono parola sulla tua bocca e nel tuo cuore. Che cosa è più vicino all’uomo del suo cuore? Là mi trova, chiunque mi trova. Le cose esteriori, infatti, sono visibili: anch’esse sono opera mia, ma sono transitorie e caduche. Io invece, che ne sono l’artefice, abito nel più profondo dei cuori puri (Dal trattato sulla Passione e Resurrezione del Signore).

1.273 Dio ha resuscitato Gesù al terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che lui è il giudice dei vivi e dei morti costituiti da Dio. Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome (Atti).

1.272 Fratelli, quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte. Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu resuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova (San Paolo).

1.271 Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati, io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei precetti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio (Ezechiele).

1.270 Così dice il Signore: Ricorreranno a me nella loro angoscia. Venite, ritorniamo al Signore: egli ci ha straziato ed egli ci guarirà. Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà. Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare e noi vivremo alla sua presenza (Osea).

1.269 Ecco perisce il Giusto e nessuno ci bada; i pii sono tolti di mezzo, nessuno ci fa caso. Il Giusto è tolto di mezzo a causa del male. Egli entra nella pace (Isaia).

1.268 Vediamo Gesù coronato di Gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli sperimentasse la morte a vantaggio di tutti (Ebrei).

1.267 Siate benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato voi in Cristo. Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore (Efesini).

1.266 Dissero gli empi: Opprimiamo il giusto; egli è contro le nostre opere.

1.265 L’immortale assunse ciò che è mortale, volendo morire per noi e uccidere con la sua morte la nostra morte. Questo fece il Signore, questo operò per noi (Sant’Agostino).

1.264 Seguiamo le vie che il Signore ci ha indicato, e prima di tutto quella dell’umiltà, che per noi egli stesso ha intrapreso: ci ha mostrato la via dell’umiltà con i suoi insegnamenti, e l’ha vissuta soffrendo per noi. Non avrebbe infatti sofferto, se non si fosse umiliato. Chi avrebbe potuto ucciderlo se non si fosse umiliato. (Sant’Agostino).

1.263 L’immortale si fece mortale per morire per noi.

1.262 I miei fratelli si sono allontanati da me, persino gli amici sono diventati estranei. Sono scomparsi vicini e conoscenti, persino gli amici mi sono divenuti estranei (Giobbe).

1.261 Il Signore a chi si è allontanato da Lui: “Se tu ritornerai a me, io ti riprenderò e starai alla mia presenza; se saprai distinguere ciò che è prezioso da ciò che è vile, sarai come la mia bocca. Essi torneranno a te, mentre tu non dovrai tornare a loro, e io, per questo popolo, ti renderò come un muro durissimo di bronzo, combatteranno contro di te ma non potranno prevalere, perché io sarò con te per salvarti e per liberarti. Oracolo del Signore. Ti libererò dalle mani dei malvagi e ti riscatterò dalle mani dei violenti”. (Dal libro del Profeta Geremia)

1.260 Tu lo sai, Signore, ricordati di me e aiutami, vendicati per me dei miei persecutori. Nella tua clemenza non lasciarmi perire, sappi che io sopporto insulti per te. Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità, la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore, perché io portavo il tuo nome, Signore degli eserciti (Geremia).

1.259 Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri (Gv 13,14).

1.258 Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo io rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare deluso (1° Cor).

1.257 Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. Ed è per lui che voi site in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione (1° Cor).  

1.256 Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti (1° Cor).

1.255 Dio immortale non venne infatti per salvare se stesso, ma per liberare noi che giacevamo nella morte, non per sé soffrì, ma per noi, assumendo la nostra miseria e povertà, per donarci le sue ricchezze (Sant’Atanasio).

1.254 La mia eredità è divenuta per me come un leone nella foresta; ha ruggito contro di me, perciò ho cominciato a odiarla (Geremia). 

1.253 Perfino i tuoi fratelli e la casa di tuo padre, perfino loro sono sleali con te; anch’essi ti gridano dietro a piena voce, non fidarti di loro quando ti dicono buone parole (Geremia).

1.252 Possa io vedere la tua vendetta su di loro, poiché a te ho affidato la mia causa (Geremia).

1.251 Il Signore me lo ha manifestato e io l’ho saputo; allora mi ha aperto gli occhi sui loro intrighi (Geremia).

1.250 Gesù, pur sapendo traditore Giuda, prese il cibo insieme a lui, non rivelò la sua ostilità e giunse a non rifiutare il bacio del traditore (San Cipriano).

1.249 Gesù combatte col diavolo tentatore e, pago di averlo vinto, non aggiunge altre parole (San Cipriano).

1.248 Fin dal primo momento di Gesù sulla terra, ogni suo gesto è contrassegnato dalla pazienza. Nella sua passione e sulla croce, prima che si giungesse alla crudeltà dell’uccisione e all’effusione del suo sangue, quali ingiurie e invettive pazientemente ascolta, quali vergognose insolenze tollera, al punto di ricevere su di se gli sputi di coloro che lo insultano, egli che poco prima aveva restituito con la sua saliva la vista al cieco (San Cipriano).

1.247 Io ti avevo piantato come mia vigna scelta, come mai ti sei mutata in tralci degeneri, da crocifiggere me e rilasciare Barabba? (Geremia)

1.246 (Ognuno si guardi dal suo amico, non fidatevi neppure del fratello, poiché ogni fratello inganna il fratello) e ogni amico va spargendo calunnie. (Ognuno si beffa del suo prossimo, nessuno dice la verità.) (Hanno abituato la lingua a dire menzogne, operano l’iniquità, incapaci di convertirsi.) (Angheria sopra angheria, inganno su inganno; rifiutano di conoscere il Signore.) Perciò dice il Signore degli eserciti: “Ecco li raffinerò al crogiolo e li saggerò; come dovrei comportarmi con il mio popolo? Una saetta micidiale è la loro lingua, inganno le parole della loro bocca. Ognuno parla di pace con il prossimo, mentre nell’animo gli ordisce un tranello. Non dovrei forse punirli per tali cose? Oracolo del Signore. Di un popolo come questo non dovrei vendicarmi?” (Geremia)

1.245 E’ fondamentale conoscere per chi si vive o si muore: perché vi è una morte che è fonte di vita, e una vita che è causa di morte. E solo nel tempo presente si può scegliere l’una o l’altra: dalla natura delle azioni compiute in questa vita che passa, dipende una differente retribuzione per l’eternità. Si deve perciò morire al diavolo e vivere per Dio; venir meno al male per risorgere alla giustizia. Il Signore è colui che esalta gli umili alla gloria (San Leone Magno).

1.244 Per chiunque passi da un modo di vivere a un altro, qualunque sia la sua trasformazione, lo scopo non è quello di rimanere ciò che era, ma di rinascere quale non era (San Leone Magno).

1.243 Avete imparato dalla vostra pietà quanto giovino alle anime e ai corpi i prolungati digiuni, la preghiera insistente e le generose elemosine. Non vi è quasi nessuno che abbia progredito in questi esercizi e non racchiuda nel segreto della sua coscienza qualcosa di cui possa giustamente rallegrarsi (San Leone Magno).

1.242 Solo Gesù ci può rivestire di sentimenti di umiltà e di misericordia, perché ci perdoniamo sempre gli uni gli altri, come lui ha perdonato a noi.

1.241 Dissi: “Eccomi, eccomi” a gente che non invocava il mio nome. Ho teso la mia mano ogni giorno a un popolo ribelle; essi andavano per una strada non buona, seguendo i loro capricci, un popolo che mi provocava sempre, con sfacciataggine (Is 65,1b-3a).

1.240 Gesù: Se non credete a me, credete alle opere che io compio nel nome di Dio.

1.239 Cristo patì per voi lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato non si trovò inganno sulla sua bocca (Is 53,9), oltraggiato non rispondeva agli oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siamo stati guariti (1 Pt 2,21-25a).

1.238 Se quel sangue non fosse stato versato, il mondo non sarebbe stato redento.

1.237 Chi non prende la sua croce e mi segue, non è degno di me (Mt 10,38)

1.236 Chi ama la legge del Signore inchioda la propria carne, sapendo che quando il suo vecchio uomo sarà crocifisso con Cristo, sarà domata la lussuria della carne (Sant’Agostino).

1.235 Praticate il diritto e la giustizia, liberate l’oppresso dalle mani dell’oppressore, non fate violenza e non opprimete il forestiero, l’orfano e la vedova, e non spargete sangue innocente in questo luogo (Geremia).

1.234 Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo (Gal 6,14).

1.233 Gesù non aveva nulla in se stesso per cui potesse morire per noi, se non avesse preso da noi una carne mortale. In tal modo egli immortale poté morire, volendo dare la vita per i mortali. Noi infatti non avevamo di nostro  nulla di cui avere la vita, come lui nulla aveva da cui ricevere la morte. Ciò che noi peccatori avevamo meritato per il peccato, lo scontò colui che era senza peccato (Sant’Agostino).

1.232 Balaam disse a Balak, quando anche tu mi dessi la casa piena d’argento e d’oro, non potrei trasgredire l’ordine del Signore per fare cosa buona o cattiva di mia iniziativa, ciò che il Signore mi dirà, solo quello io dirò (Numeri).

1.231 Chi ti benedice sia benedetto, chi ti maledice sia maledetto (Numeri).

1.230 Chi è da Dio, ascolta le parole di Dio; voi non l’ascoltate, perché non siete da Dio.

1.229 Di Gloria e di Onore hai coronato il tuo Cristo.

1.228 Vediamo Gesù coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli sperimentasse la morte a vantaggio di tutti. Ed era ben giusto che colui, per il quale e dal quale sono tutte le cose, volendo portare molti figli alla gloria, rendesse perfetto, mediante la sofferenza il capo che li guida alla salvezza (Eb 2,9b-10).

1.227 Siate semplici come le colombe ((Mt 10,16).

1.226 Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò (Mt 11,28)

1.225 In verità, in verità io vi dico se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno (Gv 8,51).

1.224 Il Signore: Se rimanete nella mia parola, sarete miei discepoli: e la verità vi farà liberi.

1.223 Il Signore mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba. non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo la faccia dura come pietra, sapendo di non restare deluso (Is 50,5-7).

1.222 Mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene (Rm 5,6-7).

1.221 Porrò la mia Legge nelle loro viscere e nei loro cuori               l’imprimerò: essi mi avranno per Dio e io li avrò per il mio popolo. Tutti essi, piccoli e grandi, mi riconosceranno, dice il Signore (cfr. Ger 31,31-34). 

1.220 La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d’angolo; ecco l’opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi

1.219 Tutti i popoli mi hanno circondato, ma nel nome del Signore li ho sconfitti. Mi hanno circondato, mi hanno accerchiato, ma nel nome del Signore li ho sconfitti. Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, ma il Signore è stato mio aiuto. Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza (Salmo 117).

1.218 E’ meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo. E’ meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti (Salmo 117). 

1.217 Il Signore è con me, non ho timore; che cosa può farmi l’uomo? Il Signore è con me, è mio aiuto, sfiderò i miei nemici (Salmo 117).

1.216 Nell’angoscia ho gridato al Signore, mi ha risposto, il Signore, e mi ha tratto in salvo (Salmo 117).

1.215 Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi (1 Pt)

1.214 Lavatevi, purificatevi, togliete dalla mia vista il male delle vostre azioni. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova. Su, venite e discutiamo dice il Signore. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana (Is 1,16-18).

1.213 Fratelli miei, se uno si allontana dalla Verità e un altro ve lo riconduce, costui sappia che chi riconduce un peccatore dalla via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati (Giacomo).

1.212 Confessate i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza (Giacomo).

1.211 Il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità. Perciò io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino, perché ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori (Is 53,11-12).

1.210 L’intelligenza per osservare la legge del Signore gli va chiesta.

1.209 Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà (Giacomo).

1.208 Purificate le vostre mani, o peccatori,e santificate i vostri cuori, o irresoluti (Giacomo).

1.207 Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi (Giacomo).

1.206 Sottomettetevi a Dio, resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi (Giacomo)

1.205 Cristo è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che morì ed è risorto per noi (2 Cor).

1.204 Non camminare sulla strada della carità solamente nelle grandi cose, bensì e soprattutto nelle circostanze ordinarie della vita. Sopportando la morte per noi tutti peccatori, Egli ci insegna con il suo esempio che è necessario anche portare la croce; quella che dalla carne e dal mondo viene messa sulle spalle di quanti cercano la pace e la giustizia (Gaudium et Spes).

1.203 Coloro che credono alla carità divina, sono da Lui resi certi, che è aperta a tutti gli uomini la strada della carità e che gli sforzi intesi a realizzare la fraternità universale non sono resi vani (Gaudium et Spes).

1.202 Il progresso umano, che pure è un grande bene per l’uomo, porta con sé una grande tentazione: infatti, sconvolto l’ordine dei valori e mescolando il male col bene, gli individui e i gruppi guardano solamente alle cose proprie, non a quelle degli altri; e così il mondo cessa di essere il campo di una genuina fraternità, mentre, invece, l’aumento della potenza umana minaccia il distruggere ormai lo stesso genere umano. Se dunque ci si chiede come può essere vinta tale miserevole situazione, i cristiani per risposta affermano che tutte le attività umane, che son messe in pericolo quotidianamente dalla superbia e dall’amore disordinato di se stessi, devono venire purificate e rese perfette per mezzo della croce e della risurrezione di Cristo. Redento, infatti da Cristo e diventato nuova creatura dello Spirito Santo, l’uomo può e deve amare anche le cose che Dio ha creato (Gaudium et Spes).

1.201 Riguardo alla fede: la prima partenza è il passaggio dall’infedeltà alla fede, dall’ignoranza alla conoscenza e dalla chiara intelligenza di colui che per natura è veramente Dio, Signore e creatore di tutte le cose. La seconda partenza, più utile di quella già descritta, si ha quando da una vita dissoluta e sregolata tendiamo a migliorarci nei sentimenti e nell’agire. Più eccellente e nobile è infine la terza partenza, che si ha quando da uno stato imperfetto passiamo alla perfezione delle azioni e delle cose (San Cirillo di Alessandria).

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Il Signore parla al cuore di ciascuno di noi, ascoltarlo significa valutare bene le situazioni in cui ci troviamo e, se lo desideriamo, viverle nella sua volontà, non dimentichiamo ciò che ci disse nel Vangelo di Giovanni…

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Dal Vangelo di Giovanni 15,5: Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 

… e non dimentichiamo nemmeno di chiedere il suo aiuto, sempre se lo desideriamo.

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(Le foto eventuali, dei personaggi, sono state prese su Google / Immagini, per cui, anche se le loro azioni sono in sintonia con l’argomento trattato, non necessariamente debbono corrispondere ai personaggi stessi di questo articolo).