(I sette vizi capitali)* 01/01 – Umiltà e superbia

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Siracide 3,17- 4,10

3,17 Figlio, nella tua attività sii modesto, sarai amato dall’uomo gradito a Dio. 18 Quanto più sei grande, tanto più umìliati; così troverai grazia davanti al Signore; 19 perché grande è la potenza del Signore 20 e dagli umili egli è glorificato.

21 Non cercare le cose troppo difficili per te, non indagare le cose per te troppo grandi. 22 Bada a quello che ti è stato comandato, poiché tu non devi occuparti delle cose misteriose. 23 Non sforzarti in ciò che trascende le tue capacità, poiché ti è stato mostrato più di quanto comprende un’intelligenza umana.

24 Molti ha fatto smarrire la loro presunzione, una misera illusione ha fuorviato i loro pensieri. 25 Un cuore ostinato alla fine cadrà nel male; chi ama il pericolo in esso si perderà. 26 Un cuore ostinato sarà oppresso da affanni, il peccatore aggiungerà peccato a peccato.

27 La sventura non guarisce il superbo, perché la pianta del male si è radicata in lui. 

28 Una mente saggia medita le parabole, un orecchio attento è quanto desidera il saggio.

29 L’acqua spegne un fuoco acceso, l’elemosina espia i peccati.

30 Chi ricambia il bene provvede all’avvenire, al momento della sua caduta troverà un sostegno. 4,1 Figlio, non rifiutare il sostentamento al povero, non essere insensibile allo sguardo dei bisognosi. 2 Non rattristare un affamato, non esasperare un uomo già in difficoltà. 3 Non turbare un cuore esasperato, non negare un dono al bisognoso. 4 Non respingere la supplica di un povero, non distogliere lo sguardo dall’indigente. 5 Da chi ti chiede non distogliere lo sguardo, non offrire a nessuno l’occasione di maledirti, 6 perché se uno ti maledice con amarezza, il suo creatore esaudirà la sua preghiera.

7 Fatti amare dalla comunità, davanti a un grande abbassa il capo. 8 Porgi l’orecchio al povero e rispondigli al saluto con affabilità. 9 Strappa l’oppresso dal potere dell’oppressore, non esser pusillanime quando giudichi.

10 Sii come un padre per gli orfani e come un marito per la loro madre e sarai come un figlio dell’Altissimo, ed egli ti amerà più di tua madre.

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Il Signore parla al cuore di ciascuno di noi, ascoltarlo significa valutare bene le situazioni in cui ci troviamo e, se lo desideriamo, viverle nella sua volontà, non dimentichiamo ciò che ci disse nel Vangelo di Giovanni…

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Dal Vangelo di Giovanni 15,5: Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 

… e non dimentichiamo nemmeno di chiedere il suo aiuto, sempre se lo desideriamo.

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(Le foto eventuali, dei personaggi, sono state prese su Google / Immagini, per cui, anche se le loro azioni sono in sintonia con l’argomento trattato, non necessariamente debbono corrispondere ai personaggi stessi di questo articolo).

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