(Esercizi spirituali)* da 121 a 131 – Quinta contemplazione: applicazione dei sensi.

[121] Quinta contemplazione: applicazione dei sensi sulla prima e la seconda contemplazione.

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Dopo la preghiera preparatoria e i tre preludi, giova ripercorrere con i cinque sensi dell’immaginazione la prima e la seconda contemplazione nel modo seguente.

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[122] Primo punto: vedo con la vista dell’immaginazione le persone, meditando e contemplando nei particolari le circostanze che le riguardano, e ricavando qualche frutto dalla loro vista.

[123] Secondo punto: ascolto con l’udito quello che dicono o potrebbero dire; e, riflettendo su me stesso, cerco di ricavarne qualche frutto.

[124] Terzo punto: odoro e assaporo, con l’olfatto e con il gusto, l’infinita soavità e dolcezza della divinità, dell’anima e delle sue virtù, e di tutto il resto, a seconda della persona che contemplo; e, riflettendo su me stesso, cerco di ricavarne qualche frutto.

[125] Quarto punto: sento con il tatto, per esempio accarezzo e bacio i luoghi dove queste persone camminano e siedono; e sempre cerco di ricavarne frutto.

[126] Colloquio: Alla fine farò un colloquio, come nella prima e nella seconda contemplazione, [109, 117] e dirò un Padre nostro.

[127] Prima nota: È da notare che, per tutta questa settimana e nelle altre che seguono, devo leggere soltanto il mistero relativo alla contemplazione che sto per fare.

Per il momento, dunque, non leggerò alcun mistero che non debba contemplare in quel giorno o a quell’ora; e questo perché la considerazione di un mistero non disturbi quella di un altro.

[128] Seconda nota: Il primo esercizio sull’Incarnazione si farà a mezzanotte, il secondo all’alba, il terzo all’ora della messa, il quarto all’ora dei vespri e il quinto prima dell’ora di cena.

A ciascuno dei cinque esercizi si dedicherà un’ora; lo stesso procedimento si seguirà anche in seguito.

[129] Terza nota: Se l’esercitante è anziano o debole, o se, benché forte, è uscito un po’ indebolito dalla prima settimana, è meglio che in questa seconda settimana, almeno qualche volta, non si alzi a mezzanotte; farà invece una contemplazione al mattino, un’altra all’ora della messa, una terza prima del pranzo, una ripetizione delle stesse contemplazioni all’ora dei vespri e l’applicazione dei sensi prima della cena.

[130] Quarta nota: In questa seconda settimana, tra le dieci addizioni indicate nella prima settimana, bisogna modificare la seconda. la sesta, la settima e la decima [74,78,79,82].

La seconda: appena sveglio, mi metterò davanti la contemplazione che sto per fare, con il desiderio di conoscere meglio il Verbo incarnato, per servirlo e seguirlo sempre meglio.

La sesta: richiamerò frequentemente alla memoria la vita e i misteri di Cristo nostro Signore, cominciando dalla sua incarnazione fino al punto o mistero che sto contemplando.

La settima: l’esercitante avrà cura di mantenere l’oscurità o la luce, di valersi delle diverse opportunità della stagione, in quanto sentirà che gli può giovare ed essere utile per trovare quello che desidera.

La decima: l’esercitante si regolerà secondo i misteri che contempla, perché alcuni richiedono penitenza e altri no.

Tutte le dieci addizioni si devono dunque osservare con molta cura.

[131] Quinta nota: In tutti gli esercizi, tranne quelli della mezzanotte e del mattino, si farà l’equivalente della seconda addizione, in questo modo: quando mi accorgerò che è l’ora di fare l’esercizio, prima di andare rifletterò dove vado e davanti a chi; quindi, richiamato sinteticamente l’esercizio che sto per fare ed eseguita la terza addizione, incomincerò l’esercizio.

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Lodi – Ora media, terza, sesta e nona – Vespri – Compieta – Liturgie – Preghiere del mattino e della sera –  Santo rosario audio – Litanie – Coroncine – Preghiere varie – Meditazione – Una parola di Dio al momento necessario – Altro …

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Il Signore parla al cuore di ciascuno di noi, ascoltarlo significa valutare bene le situazioni in cui ci troviamo e, se lo desideriamo, viverle nella sua volontà, non dimentichiamo ciò che ci disse nel Vangelo di Giovanni…

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Dal Vangelo di Giovanni 15,5:

Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 

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… e non dimentichiamo nemmeno di chiedere il suo aiuto, sempre se lo desideriamo.

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(Le foto eventuali, dei personaggi, sono state prese su Google / Immagini, per cui, anche se le loro azioni sono in sintonia con l’argomento trattato, non necessariamente debbono corrispondere ai personaggi stessi di questo articolo).