(Memoriali) 13 – Rivelazioni e meditazioni da 1.101 a 1.200

Sono versetti e frasi che mi hanno colpito nelle letture sulla Sacra Bibbia Cattolica, o che le ho sentite interiormente … 

 

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1.200 Ai neofiti sono necessarie continue illuminazioni che li conducano alla conoscenza di Dio; quelli invece che sono più avanzati e già illuminati dalla fede, hanno bisogno di protezione e d’aiuto per poter sostenere con coraggio gli affanni di questa vita e il peso del giorno poiché [” Tutti quelli che vogliono vivere pienamente in Cristo Gesù saranno perseguitati” (2Tm 3,12)] (San Cirillo di Alessandria).

1.199 Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini, apparso in forma umana, umiliò se stesso (Fil 2,6-8). Nel suo immenso amore per noi, Dio ha mandato il suo Figlio, fatto uomo come noi peccatori.

1.198 Quelli che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito. Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace. Infatti, i desideri della carne sono in rivolta contro Dio, perché non si sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero. Quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio (Rm 8,5-8). 

1.197 Lontana dagli empi è la salvezza: non cercano il volto del Signore.

1.196 Lo spavaldo non vuole essere corretto, egli no si accompagna con i saggi (Proverbi).

1.195 Gli inferi e l’abisso sono davanti al Signore, tanto più i cuori dei figli dell’uomo (Proverbi).

1.194 Punizione severa chi abbandona il retto sentiero, chi odia la correzione morirà (Proverbi).

1.193 La condotta perversa è in abominio al Signore; egli ama chi pratica la giustizia (Proverbi).

1.192 Il sacrificio degli empi è in abominio al Signore, la supplica degli uomini retti gli è gradita (Proverbi).

1.191 Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro” (Mt 7,12).

1.190 “Perdonate e vi sarà perdonato” (Lc 6,37)

1.189 Il verbo divino non solo guarì le nostre malattie con la potenza dei miracoli, ma prese anche su di sé l’infermità delle nostre passioni, pagò il nostro debito mediante il supplizio della croce, come se fosse colpevole, lui innocente. Ci liberò da molti e terribili peccati. Inoltre, con molti esempi, ci stimolò a essere simili a lui nella comprensione, nella cortesia e nell’amore perfetto verso i fratelli. Per questo disse:”Non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori a convertirsi” (Lc 5,32) E ancora:” Non sono i sani ad avere bisogno del medico ma i malati” (Mt, 9,12). (San Massimo). 

1.188 Nulla è tanto caro a Dio e tanto conforme al suo amore quanto la conversione degli uomini mediante un sincero pentimento dei peccati (San Massimo).

1.187 Colui che fa l’elemosina lo faccia con gioia. Sia certo che avrà il massimo guadagno quando avrà tenuto per se il minimo (San Leone Magno, papa).

1.186 Per esercitare il bene della carità ogni tempo è appropriato. La nostra generosità sia più larga verso i poveri e i sofferenti perché siano rese grazie a Dio dalle voci di molti. In tutte queste opere interviene quella mano, che spezzando il pane lo fa crescere e distribuendolo agli altri lo moltiplica (San Leone Magno, papa).

1.185 Si scuotano le anime dei fedeli, e con sincero esame giudichino gli intimi affetti del proprio cuore. E se nelle loro coscienze troveranno qualche frutto di carità non dubitino della presenza di Dio in loro. Se poi vogliono trovarsi maggiormente disposti a ricevere un ospite così illustre, dilatino sempre più l’ambito del loro spirito con le opere di misericordia (San Leone Magno, papa).

1.184 “Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio; chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama, non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore” (1 Gv 4,7-8)

1.183 Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso. Mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri (Galati). “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,55).

1.182 Non commettere ingiustizie nei giudizi, nelle misure di lunghezza, nei pesi e nelle misure di capacità. Avrete bilance giuste, pesi giusti, efa giusto, hin giusto (Levitico).

1.181 Quando un forestiero dimorerà presso di voi nel vostro paese, non gli farete torto. Il forestiero dimorante fra di voi lo tratterete come colui che è nato fra di voi ; tu l’amerai come te stesso perché anche voi siete stati forestieri nel paese d’Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio (Levitico). 

1.180 Alzati davanti a chi ha i capelli bianchi, onora la persona del vecchio e temi il tuo Dio. Io sono il Signore (Levitico).

1.179 Non vi rivolgete ai negromanti né agli indovini; non li consultate per non contaminarvi per mezzo loro. Io sono il Signore, vostro Dio (Levitico).

1.178 Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai d’un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore (Levitico).

1.177 Non andrai in giro a spargere calunnie fra il tuo popolo né coopererai alla morte del tuo prossimo. Io sono il Signore (Levitico).

1.176 Non commettere ingiustizia in giudizio; non tratterai con parzialità il povero, né userai preferenze verso il potente; ma giudicherai il tuo prossimo con giustizia (Levitico).

1.175 Non rivolgetevi agli idoli, e non fatevi divinità di metallo fuso. Io sono il Signore, vostro Dio (Levitico).

1.174 Siate Santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono Santo (Levitico).

1.173 E’ il Signore che insegna il senno e la saggezza per osservare la sua legge.

1.172 Confida nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti sulla tua intelligenza; in tutti i tuoi passi pensa a lui ed egli appianerà i tuoi sentieri. Figlio mio, non disprezzare l’istruzione del Signore e non aver a noia la sua esortazione, perché il Signore corregge chi ama, come il padre il figlio prediletto (Pro 3,5-6, 11-12).

1.171 Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se offrirai il pane all’affamato, se sazierai chi è digiuno, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua oscurità sarà come il meriggio. Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarai come il meriggio irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono (Is 58,9cd-11).

1.170 Chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato (Luca).

1.169 Chi ama il fratello non vi è in lui nulla di oscuro, rimane nella luce.

1.168 Sei inescusabile, chiunque tu sia, o uomo che giudichi: perché mentre giudichi gli altri, condanni te stesso; infatti, tu che giudichi, fai le medesime cose. Eppure noi sappiamo che il giudizio di Dio è secondo verità contro quelli che commettono tali cose (Lettera ai Romani).

1.167 Qualunque cosa facciate, fatela di cuore come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che quale ricompensa riceverete dal Signore l’eredità. Servite a Cristo Signore (Colossesi).

1.166 In fondo al tempio, con gli occhi bassi, il pubblicano si batteva il petto: O Dio, pietà di me peccatore! 

1.165 “Migliorate la vostra condotta e le vostre azioni e io vi farò abitare in questo luogo. Pertanto non confidate nelle parole menzognere di coloro che dicono: Tempio del Signore, tempio del Signore, tempio nel Signore è questo” (Geremia).

1.164 Amare il prossimo come se stessi vale più di tutti i sacrifici.

1.163 Figlio mio non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che ama e sferza chiunque riconosce come figlo (Proverbi).

1.162 Solo il Signore ci può liberare dall’ira del giudizio.

1.161 Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato. Quando avete fatto queste cose a uno dei miei fratelli più piccoli l’avete fatto a me. Questo è il mio Comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati (Matteo e Giovanni).

1.160 Ma, poiché il Signore di tutti vuole la misericordia e non il sacrificio, e poiché la misericordia vale più di grassi agnelli, offriamogli appunto questa nei poveri e in coloro che oggi sono avviliti fino a terra. Così quando ce ne andremo di qui, verremo accolti negli eterni tabernacoli, nella comunione con Cristo Signore, al quale sia gloria nei secoli nei secoli. Amen (San Gregorio Nazianzeno).

1.159 Quanto pratichiamo le opere di misericordia, dobbiamo essere lieti e non piangere. Se allontanerai da te le meschinità e le preferenze, cioè la grettezza e le discriminazione, come pure le esitazioni e le critiche, la tua ricompensa sarà grande, “allora la tua luce sarà come l’aurora e la tua ferita si rimarginerà presto” (Is 58,8). E chi è che non desideri la luce e la santità? (San Gregorio Nazianzeno).

1.158 Ciò che si dona con animo triste e per costrizione non riesce gradito e non ha nulla di simpatico (San Gregorio Nazianzeno).

1.157 “Spezza il tuo pane all’affamato e introduci i poveri e i senzatetto in casa tua (cfr Is 58,7).

1.156 Conquistiamoci la benedizione, facciamo in modo di essere comprensivi, cerchiamo di essere benevoli (San Gregorio Nazianzeno).

1.155 “Il giusto ha sempre compassione e dà in prestito” (Salmo 36,26).

1.154 “Felice l’uomo pietoso che dà in prestito” (Salmo 111,59).

1.153 “Beato l’uomo che ha cura del misero e del povero” (cfr Salmo 40,2).

1.152 “Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia” (Mt 5,7).

1.151 Questo è il Comandamento più grande: ama il Signore Dio con tutto il cuore.

1.150 E’ il Signore che ci riveste di misericordia e ci dona la carità.

1.149 Anche voi un tempo eravate stranieri e nemici, con la mente intenta alle opera cattive che facevate, ma ora Cristo vi ha riconciliati per mezzo della morte del suo corpo di carne, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili al suo cospetto (Colossesi).

1.148 Tolto tutto ciò che separa la natura dell’uomo da Dio, cioè il peccato, più nulla ci impedisce di essere a lui uniti partecipando alla sua natura, per opera, s’intende, dello Spirito Santo, che ci riporta all’immagine primitiva rinnovandoci nella giustizia e nella santità (Ef 4,24).

1.147 Dio è Spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in Spirito e Verità: così il Padre vuole essere adorato.

1.146 La preghiera allontana ogni ira della giustizia divina. Essa lava i peccati, respinge le tentazioni, spegne le persecuzioni, conforta i pusillanimi, incoraggia i generosi, guida i pellegrini, calma le tempeste, arresta i malfattori, sostenta i poveri, ammorbidisce il cuore dei ricchi, rialza i caduti, sostiene i deboli, sorregge i forti. Ma c’è un fatto che dimostra più di ogni altro il dovere dell’orazione. Eccolo: il Signore stesso ha pregato (Tertulliano).

1.145 Se io scaccio i demoni con la forza di Dio, il suo Regno è venuto tra voi, dice il Signore.

1.144 Seguire i comandi del Signore è gioia vera per chi ama la sua Legge.

1.143 Per l’iniquità dei suoi guadagni mi sono adirato con il mio popolo, l’ho percosso, mi sono nascosto e sdegnato; eppure egli, voltandosi, se n’è andato per le strade del suo cuore. Ho visto le sue vie, ma voglio sanarlo, guidarlo e offrirgli consolazioni. E ai suoi afflitti io pongo sulle labbra”Pace, pace ai lontani e ai vicini” dice il Signore, “io li guarirò”. Gli empi sono come un mare agitato che non può calmarsi e le cui acque portan su melma e fango. Non v’è pace per gli empi, dice il mio Dio (Is 57,17-21).

1.142 Chi osserva e insegna i precetti del Signore, sarà grande nel regno dei cieli.

1.141 Non sono venuto ad annullare la legge e i profeti, ma a dare il compimento, dice il Signore.

1.140 Beato chi cerca il Signore con tutto il cuore e cammina nella sua legge.

1.139 Chi cammina nella giustizia e parla con lealtà, chi rigetta un guadagno frutto di angherie, scuote le mani per non accettare regali, si tura gli orecchi per non udire fatti di sangue, chiude gli occhi per non vedere il male: costui abiterà in alto, fortezze sulle rocce saranno il suo rifugio, gli sarà dato il pane, avrà l’acqua assicurata (Is 33,15-16).

1.138 Se dici: Fammi vedere il tuo Dio, io ti dirò: Fammi vedere l’uomo che è in te, e io ti mostrerò il mio Dio. Fammi vedere quindi se gli occhi della tua anima vedono e se le orecchie del tuo cuore ascoltano. Dio viene visto da coloro che lo possono vedere, da chi non ha gli occhi dell’anima annebbiati dal peccato. Dio non si mostra a coloro che operano in modo indegno. Se sei tra questi affidati al Medico, cioè a Cristo, ed Egli opererà gli occhi della tua anima e del tuo cuore e così potrai vederlo (San Teofilo di Antiochia).

1.137 Se il Signore non fosse stato con noi, quando uomini ci assalirono, ci avrebbero inghiottiti vivi, nel furore della loro ira. Sii benedetto il Signore che non ci ha lasciati in preda ai loro denti (Dal Salmo 123).

1.136 Non sette volte tu perdonerai, ma settanta volte sette, dice il Signore.

1.135 Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore vostro Dio, perché egli è misericordioso e benigno, lento all’ira e ricco di benevolenza e si impietosisce riguardo alla sventura ( Galati).

1.134 Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Romani).

1.133 Da a te stesso, dando al povero, perché ciò che avrai lasciato in eredità a un altro, tu non l’avrai (San Pietro Crisologo).

1.132 O tu che digiuni, sappi che il tuo campo resterà digiuno se resterà digiuna la misericordia (San Pietro Crisologo).

1.131 Pertanto, o uomo, perché tu non abbia a perdere col voler tenere per te, elargisci agli altri e allora raccoglierai. Da’ a te stesso, dando al povero, perché ciò che avrai lasciato in eredità ad un altro, tu non lo avrai (San Pietro Crisologo.

1.130 Noi entrammo in conflitto con Dio a causa della colpa. È giusto dunque che torniamo in pace con lui per mezzo dei flagelli. Quando infatti ogni cosa creata bene si volge per noi in sofferenza, siamo ricondotti sulla retta via, e l’anima nostra è rigenerata con l’umiltà alla pace del Creatore.

1.129 Quantunque ingentilisca il cuore, purifichi la carne, sradichi i vizi, semini le virtù, il digiunatore non coglie frutti se non farà scorrere fiumi di misericordia (San Pietro Crisologo).

1.128 Quanto col disprezzo abbiamo perduto, conquistiamolo con il digiuno. Immoliamo le nostre anime col digiuno perché non c’è nulla di più gradito che possiamo offrire a Dio, come dimostra il profeta quando dice: “Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, tu, o Dio, non disprezzi” (Salmo 50, 19) (San Pietro Crisologo).

1.127 O uomo, sii tu stesso per te la regola della misericordia. Il modo con cui vuoi che si usi misericordia a te, usalo tu con gli altri. La larghezza di misericordia che vuoi per te, abbila per gli altri. Offri agli altri quella stessa pronta misericordia, che desideri per te (San Pietro Crisologo).

1.126 Chi vuole che gli sia concesso un dono, apra la sua mano agli altri. E’ un cattivo richiedente colui che nega agli altri quello che domanda per sé (San Pietro Crisologo).

1.125 Chi domanda pietà, la eserciti (San Pietro Crisologo).

1.124 Abbia compassione, chi spera compassione (San Pietro Crisologo).

1.123 Chi digiuna comprenda bene cosa significhi per gli altri non aver da mangiare. Ascolti chi ha fame, se vuole che Dio gradisca il suo digiuno (San Pietro Crisologo).

1.122 Chi vuol trovare aperto verso di sé il cuore di Dio non chiuda il suo a chi lo supplica (San Pietro Crisologo).

1.121 Chi nel domandare desidera di essere esaudito, esaudisca chi gli rivolge domanda (San Pietro Crisologo).

1.120 Perciò chi prega, digiuni. Chi digiuna abbia misericordia (San Pietro Crisologo).

1.119 Tre sono le cose, tre, o fratelli, per cui sta salda la fede, perdura la devozione, resta la virtù: la preghiera, il digiuno, la misericordia. Ciò per cui la preghiera bussa, lo ottiene il digiuno, lo riceve la misericordia. Queste tre cose, preghiera, digiuno, misericordia, sono una cosa sola, e ricevono vita l’una dall’altra. Il digiuno è l’anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno (San Pietro Crisologo).

1.118 Gesù ci disse che nessun profeta è bene accetto in patria.

1.117 Seguire i comandi del Signore è gioia per chi ama la sua legge.

1.116 Il digiuno, la preghiera e le opere di carità fraterna, il Signore le ha proposto a rimedio del peccato.

1.115 Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, voi invece una incorruttibile (1 Cor 9,24-25).

1.114 Si afferma che gli empi si allontanano dal tumulto grazie alla luce della Sapienza, perché appena gustato quanto è buono il Signore, cessano all’istante di essere malvagi adorando, finalmente, il Creatore e non la creatura; e appena si distaccano dalla propria volontà , sperimentano nella pace la fine del loro intimo tormento. Lasciato dunque da parte il tumulto degli affetti e lo strepito dei pensieri, si faccia pace nel tuo cuore e qui Dio cominci ad abitare, poiché “nella pace è la sua dimora” (Salmo 75,3). Dove è Dio, c’è la gioia, dove è Dio, c’è la pace, dove è Dio, c’è la felicità.

1.113 Fino a quando vorrai seguire la tua volontà non potrai liberarti del tumulto interiore, anche se talora sembrerà placarsi quello esteriore. questo tumulto della volontà propria non potrà cessare in te, fino a quando il tuo effetto carnale non si converta e tu possa così gustare Dio.

1.112 Chi non conosce Dio non sa dove va, ma cammina nelle tenebre e inciampa lungo la via. La sapienza è quella luce vera che illumina ogni uomo che non sia sapiente secondo il mondo, ma contrario a questo mondo, per non essere del mondo pur vivendo in esso. Questo è l’uomo nuovo (San Bernardo).

1.111 Se vuoi essere sapiente sii obbediente. L’obbediente ignora la volontà propria, ma si sottomette a quella altrui adempiendone i comandi (San Bernardo).

1.110 Preziosa è la Sapienza, per essa si conosce Dio e si disprezza il mondo. Chi l’ha trovata sarà beato se saprà custodirla. Che cosa dare per ottenerla? Abbraccia di cuore l’obbedienza, e riceverai in dono la Sapienza. Sta scritto infatti:” Se desideri la Sapienza osserva i comandamenti; allora il Signore te la concederà” (San Bernardo).

1.109 Preziosi agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli ( Dal Salmo 115).

1.108 Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili (Lc 1,52).

1.107 E’ necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio (At 14,21).

1.106 Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla verità e un altro ve lo riconduce, costui sappia che chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati (Giacomo).

1.105 Confessate i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza (Giacomo).

1.104 Fuggiamo di qui. Anche se sei trattenuto dal corpo, puoi fuggire con l’anima, puoi essere qui e rimanere presso il Signore se la tua anima aderisce a lui, se cammini dietro a lui con i tuoi pensieri, se segui le sue vie nella fede, non nella visione, se ti rifugi in lui; perché è rifugio e fortezza colui al quale Davide dice: In te mi sono rifugiato e non mi sono ingannato (Sant’Ambrogio).

1.103 Non viviamo più la nostra vita, ma la vita di Cristo, vita di castità, di semplicità e di tutte le virtù (Sant’Ambrogio).

1.102 Per la bontà di Dio ci vengono date tutte le cose buone perché a esse non è mischiato alcun male (Sant’Ambrogio).

1.101 Aderiamo al Signore, stiamo con lui con tutta la nostra anima, con tutto il cuore, con tutta la forza, per restare nella luce, vedere la sua gloria e godere della grazia della felicità suprema. Quel Bene che è al di sopra di ogni nostro pensiero e di ogni considerazione e che elargisce pace e tranquillità senza fine, una pace che supera ogni nostra comprensione e sentimento (Sant’Ambrogio).

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Il Signore parla al cuore di ciascuno di noi, ascoltarlo significa valutare bene le situazioni in cui ci troviamo e, se lo desideriamo, viverle nella sua volontà, non dimentichiamo ciò che ci disse nel Vangelo di Giovanni…

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Dal Vangelo di Giovanni 15,5: Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 

… e non dimentichiamo nemmeno di chiedere il suo aiuto, sempre se lo desideriamo.

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(Le foto eventuali, dei personaggi, sono state prese su Google / Immagini, per cui, anche se le loro azioni sono in sintonia con l’argomento trattato, non necessariamente debbono corrispondere ai personaggi stessi di questo articolo).