(Memoriali) 15 – Rivelazioni e meditazioni da 1.301 a 1400.

Sono versetti e frasi che mi hanno colpito nelle letture sulla Sacra Bibbia Cattolica, o che le ho sentite interiormente … 

 

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1.400 Gesù:

” Dimostro in quale misura amo il Padre dall’amore con cui muoio per le pecore”.

1.399 “Chi dice:

Conosco Dio e non osserva i suoi Comandamenti, è bugiardo” (1° Gv 2,4).

1.398 La conoscenza precede sempre l’amore della Verità (San Gregorio Magno).

1.397 La colpa è grave: forse si è commesso adulterio o un omicidio o qualche sacrilegio; la cosa è grave, grave è la ferita, letale, mortifera.

Ma il medico è onnipotente (Sant’Agostino). 

1.396 Non si può scegliere una vita nuova, se non ci si pente di quella passata (Sant’Agostino).

1.395 Questo è il mio comandamento:

che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.

Nessuno ha un amore più grande di questo:

dare la vita per i propri amici.

Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.

Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi.

Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.

Questo vi comando:

amatevi gli uni gli altri. (Gv 15,12-17).

1.394 «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo.

Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.

Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato.

Rimanete in me e io in voi.

Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.

Io sono la vite, voi i tralci.

Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.

Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.

Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.

In questo è glorificato il Padre mio:

che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. (Gv 15,1-8).

1.393 Gesù:

“Chi accoglie i miei Comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui” (Gv 14,21).

1.392 Chiamandoci cristiani, siamo ornati col nome di Cristo, è necessario che tutti i nomi che lo definiscono si vedano espressi anche in noi, affinché non sembriamo falsamente essere chiamati cristiani, ma ne diamo testimonianza con la vita (San Gregorio di Nissa).

1.391 Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti (At 10,40-41).

1.390 Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto (At 10,34-35).

1.389 Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre.(Gv 14,8-12).

1.388 Gli disse Tommaso:” Signore non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via?”. Gli disse Gesù:” Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. (Gv 14, 5-6).

1.387 Gesù:” Come luce sono venuto nel mondo: chi crede in me, non rimarrà nelle tenebre.

1.386 Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge. Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! (1°Cor)

1.385 Il Signore ci dia una mente aperta a intendere la sua legge e i suoi comandi, operando in noi ciò che a Lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo.

1.384 Questo ci è di esempio, affinché, vedendo Cristo offrirsi a Dio come oblazione e vittima, divenuto nostra Pasqua, offriamo anche noi i nostri corpi “come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio, è questo il nostro culto spirituale”. Quindi, se prima il credente non offre come ostia viva la propria carne, mortificandone le membra terrene e rifiutando di asservirsi alla sue voglie, non può riuscire a osservare nella vita la benevola e perfetta volontà di Dio (San Gregorio di Nissa).

1.383 Non siamo più padroni di noi stessi: Il Signore è colui che ci ha comprati e noi siamo assoggettati al suo dominio. Proponiamoci dunque la sua volontà come norma di vita. Quando la morte ci opprimeva col suo prepotente dominio, la legge del peccato governava tutto in noi: ora, invece, destinati alla vita, è giusto che siamo governati dall’arbitrio di colui che è potente, onde non cadere di nuovo sotto l’empio dominio della morte per esserci allontanati col peccato dalla volontà che ci vivifica (San Gregorio di Nissa).

1.382 Gesù rispose a Cornelio:” Le tue preghiere e le tue elemosine, sono salite in tua memoria, innanzi a Dio” (Atti).

1.381 Colui che desidera essere unito con Cristo è necessario che diventi suo compagno nella carne, e partecipe della sua divinità, associato alla sua sepoltura e risurrezione. Per questo veniamo immersi nell’onda salutare, onde morire della sua morte e risorgere nella sua risurrezione. Quando poi mangiamo il pane consacrato e beviamo al divinissimo calice, siamo resi partecipi della carne e del sangue che egli assunse. In questo modo ci uniamo a Lui che per noi si è incarnato, è morto ed è risuscitato (Nicola Cabasilas).

1.380 Hanno diritto di essere uniti a Cristo coloro che hanno passato ciò che Egli passò, che hanno operato e sofferto tutto quello che ha fatto e patito Lui. Cristo si è congiunto e unito, per mezzo della carne e del sangue, a quelli che sono privi di peccato. Pur essendo Dio dall’inizio, ha divinizzato anche ciò che poi ha assunto, cioè la natura umana. Infine, a causa della carne, ha subito la morte e ha ripreso la propria vita (Nicola Cabasilas).

1.379 Gesù:” In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato” (Gv 13,20).

1.378 Gesù: “Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me” (Gv 12,50).

1.377 Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo (Gv 10,17).

1.376 Nessuna prosperità ci seduca con le sue lusinghe, perché sciocco è quel viaggiatore che durante il suo percorso si ferma a guardare i bei preti e si dimentica di andare là dove aveva intenzione di arrivare (San Gregorio Magno).

1.375 Gesù: “Offro la mia vita per le mie pecore”.

1.374 Chi dice: Conosco Dio, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo (1 Gv 2,4).

1.373 La conoscenza precede sempre l’amore della verità (San Gregorio Magno).

1.372 La colpa è grave: forse si è commesso adulterio o un omicidio o qualche sacrilegio; la cosa è grave, grave è la ferita, letale, mortifera. Ma il medico è onnipotente (Sant’Agostino).

1.371 Non si può scegliere una vita nuova, se non ci si pente di quella passata (Sant’Agostino).

1.370 Nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore; se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore. Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi (Rm 14,7-9).

1.369 L’uomo giusto fiorirà come un giglio.

1.368 Qualunque cosa facciate, fatela di cuore come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che, quale ricompensa, riceverete dal Signore l’eredità. Servite a Cristo Signore (Col 3,23-24).

1.367 Non sembriamo esser falsamente chiamati cristiani, diamone testimonianza con la vita (San Gregorio di Nissa).

1.366 Gesù:” Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre (Gv 6,65).

1.365 Gesù: E’ lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono Spirito e sono vita (Gv 6,63).

1.364 Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello Spirito. Egli è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli Angeli, i Principati e le Potenze (1 Pt 3,18.22).

1.363 Dio volle che Gesù apparisse non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti (Atti).

1.362 Pietro prese la parola e disse:”In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto” (Atti).

1.361 Gesù disse loro:” Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua” (Mt 13,57).

1.360 Signore fa che accogliamo pienamente il dono della salvezza, perché, liberi dall’oscurità del peccato, aderiamo sempre più alla tua parola di verità.

1.359 Gesù era separato dai peccatori.

1.358 Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù (San Paolo ai Romani).

1.357 Il Signore vi dia una mente aperta a intendere la sua legge e i suoi comandi, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo (Ebrei).

1.356 Se prima il credente non offre come ostia viva la propria carne, mortificandone le membra terrene e rifiutando di asservirsi alle sue voglie, non può riuscire a osservare nella vita la benevole e perfetta volontà di Dio (San Gregorio di Nissa).

1.355 Questo ci è di esempio, affinché vedendo Cristo offrirsi a Dio come oblazione e vittima, divenuto nostra Pasqua, offriamo anche noi i nostri corpi “come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il nostro culto spirituale” (Rm 12,1).

1.354 Quando la morte ci opprimeva col suo prepotente dominio, la legge del peccato governava tutto in noi: ora invece, destinati alla vita, è giusto che siamo governati dall’arbitrio di colui che è potente, onde non cadere di nuovo sotto l’empio dominio della morte per esserci allontanati col peccato dalla volontà che ci vivifica (San Gregorio di Nissa). 

1.353 Non siamo più padroni di noi stessi: il Signore è colui che ci ha comprato e noi siamo assoggettati al suo dominio. Proponiamoci dunque la sua volontà come norma di vita (San Gregorio di Nissa).

1.352 Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite, in tua memoria, innanzi a Dio (Atti).

1.351 Quando poi mangiamo il pane consacrato e beviamo al divinissimo calice, siamo resi partecipi della carne e del sangue che egli assunse. In questo modo ci uniamo a lui che per noi si è incarnato, è morto ed è risuscitato (Nicola Cabasilas).

1.350 Colui che desidera essere unito con Cristo è necessario che diventi suo compagno nella carne, e partecipe della sua divinità, associato alla sua sepoltura e risurrezione. Per questo veniamo immersi nell’onda salutare, onde morire della sua morte e risorgere della sua risurrezione (Nicola Cabasilas).

1.349 Hanno diritto di essere uniti a Cristo coloro che hanno passato ciò che egli passò, che hanno operato e sofferto tutto quello che ha fatto e patito Lui. Cristo si è congiunto e unito, per mezzo della carne e del sangue, a quelli che sono privi di peccato (Nicola Cabasilas).

1.348 Colui che viene da Dio ha visto il Padre (Gv 6,46)

1.347 Gesù rispose loro:” Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo resusciterò nell’ultimo giorno (Gv 6,32-34).

1.346 In quel tempo Gesù disse: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Si, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza (Mc 11,25-26).

1.345 Ma il Signore disse ad Anania a proposito di Saulo:”Va’, perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome” (Atti).

1.344 Gesù rispose loro: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!” (Gv 6,35).

1.343 Vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore: cioè la parola della fede che noi predichiamo (Dt 30,14). Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza (Rm 10,8b-10).

1.342 Così la legge è per noi come un pedagogo che ci ha condotto a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede. Ma appena è giunta la fede, noi non siamo più sotto un pedagogo (Gal 3,24-25).

1.341 La fede ci viene insegnata dallo Spirito divino nel battesimo (Clemente Alessandrino).

1.340 Laviamo dunque tutti i nostri peccati e non resterà in noi più nessuna traccia di male (Clemente Alessandrino).

1.339 La perfezione della vita sta unicamente nel credere e nell’essere rigenerati (Clemente Alessandrino).

1.338 La liberazione dal peccato è l’inizio della salvezza. Perciò seguire Cristo è la nostra salvezza. Tutto ciò che è stato fatto è vita in Lui:”In verità, in verità, vi dico: chi ascolta la mia parola e crede in colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Gv 5,24) (Clemente Alessandrino).

1.337 Colui che è perfetto può dare solo cose perfette (San Clemente Alessandrino).

1.336 E’ perfetto quello a cui non manca niente (Clemente Alessandrino).

1.335 Battezzati, veniamo illuminati; illuminati, siamo adottati per figli; adottati, siamo condotti alla perfezione, perfetti, siamo resi immortali (Clemente Alessandrino).

1.334 Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui, il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo. La folla gli disse allora: “che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?” Gesù rispose loro:”Questa è l’opera di Dio, che crediate in colui che egli ha mandato” (Gv 6,27-29).

1.333 Allora la gente, visto il segno che Gesù aveva compiuto, diceva: “Questi è davvero il Profeta, colui che viene nel mondo!”. Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo (Gv 6,14-15).

1.332 Dio ha resuscitato Gesù al terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il popolo ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio. Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome (Atti). 

1.331 Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce (Es 19,6; Is 43, 20-21); voi, che un tempo eravate non popolo, ora invece siete il popolo di Dio; voi, un tempo escluso dalla misericordia, ora invece avete ottenuto misericordia (os 6,1.9).

1.330 Gesù disse: “Stolti e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua Gloria ?” (Luca)

1.329 Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date (Atti).

1.328 Veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale (2° Cor).

1.327 Non date motivo di scandalo a nessuno, perché non venga biasimato il nostro ministero; ma in ogni cosa presentatevi come ministro di Dio, con molta fermezza nelle tribolazioni (cfr 2° Cor 6,3) dicendo: “ora che attendo Signore? In te la mia speranza (Sal 38,8).

1.326 Vi è forse altro tempo più favorevole di quello in cui siamo, nel quale per il nostro amore al Signore siamo condotti solennemente in catene al cospetto del mondo, ma come vincitori piuttosto che come vinti? (Origene)

1.325 Imparate queste cose da Colui che disse con fiducia:” come siete partecipi delle sofferenze così lo siete anche della consolazione (2 Cor 1,7).

1.324 Dice l’Apostolo:”Noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce la pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza, la speranza poi non delude”. A tal punto “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo (Rm 3,3-5).

1.323 Per noi Gesù offrì la sua vita, anche noi, dunque offriamo la nostra, non dico per lui, ma per noi stessi e per quelli che penso saranno edificati dal nostro martirio (Origene).  

1.322 Nessuno di coloro che rimangono nella morte può amare – per così dire – dalle oscure abitazioni della morte alle luminose dimore della vita fatte di pietre vive (Origene).

1.321 Se siamo passati dalla morte alla vita e perciò dalla infedeltà alla fede, non meravigliamoci se il mondo ci odia (1°Gv).

1.320 Hai deposto l’abito vecchio, non contristare lo Spirito (Basilio di Seleucia). 

1.319 Hai rivestito una veste spendente: risplenda la tua coscienza (Basilio di Seleucia). 

1.318 Sei stato iscritto nell’albo dei figli, non trattenere ingiuriosamente il tuo liberatore, come uno schiavo (Basilio di Seleucia). 

1.317 Hai celebrato le nozze? Non commettere adulterio (Basilio di Seleucia). 

1.316 Ti è stato affidato il talento della tua Fede: abbi cura di farlo fruttificare (Basilio di Seleucia). 

1.315 Hai sottoscritto un patto: sostieni la fatica di ciò che hai accettato (Basilio di Seleucia). 

1.314 Hai rinunciato: non ritornare di nuovo ingannato e sedotto, all’antico stato (Basilio di Seleucia). 

1.313 Sei stato riscattato: non renderti di nuovo prigioniero (Basilio di Seleucia). 

1.312 Vedi dunque, tu che sei stato illuminato col battesimo, di quali misteri sei fatto degno; conoscine la potenza (Basilio di Seleucia).

1.311 Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo (Gv 6,15). 

1.310 Chi fa la verità, viene alla luce: e appariranno le sue opere di figlio di Dio.

1.309 Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate; ecco, ogni cosa è nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? (2° Cor).

1.308 Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio incombe su di lui ( Gv 3,35-36).

1.307 Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla della terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza; chi però ne accetta la testimonianza, certifica che Dio è veritiero. Infatti colui che Dio ha mandato proferisce le parole di Dio e dà lo Spirito senza misura (Gv 3,31-34).

1.306 Dio dà la vittoria ai suoi santi.

1.305 Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
La morte è stata ingoiata per la vittoria.
Dov’è, o morte, la tua vittoria?
Dov’è, o morte, il tuo pungiglione
?
Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge.   Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! (1° Cor 15,54-57).

1.304 Io mi corico e mi addormento, mi sveglio perché il Signore mi sostiene (1° Cor).

1.303 La morte è stata ingoiata per la vittoria. Dov’è o morte la tua vittoria, dov’è il tuo pungiglione? (1° Cor).

1.302 Cristo ci ha aperto la porta dell’eternità.

1.301 Noi ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola (Atti).

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SANTO ROSARIO AUDIO    CORONCINE – MEDITAZIONI – NOVENE – PREGHIERE VARIE – COMMENTI AI VANGELI – LITANIE    PREGHIERE PRINCIPALI LIBERE – PREGHIERA DOPO AVER PECCATO – PREGHIERA PER CHIEDERE LA SAPIENZA

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Il Signore parla al cuore di ciascuno di noi, ascoltarlo significa valutare bene le situazioni in cui ci troviamo e, se lo desideriamo, viverle nella sua volontà, non dimentichiamo ciò che ci disse nel Vangelo di Giovanni…

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Dal Vangelo di Giovanni 15,5: Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 

… e non dimentichiamo nemmeno di chiedere il suo aiuto, sempre se lo desideriamo.

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(Le foto eventuali, dei personaggi, sono state prese su Google / Immagini, per cui, anche se le loro azioni sono in sintonia con l’argomento trattato, non necessariamente debbono corrispondere ai personaggi stessi di questo articolo).