(Cammino Neocatecumenale) 04/03 – Il cammino, frutto del Concilio Vaticano II

Il cammino, frutto del Concilio Vaticano II

.

Udienza a S. Giovanni Paolo II. Carmen Hernández e padre Mario Pezzi salutano la loro santità.

.

Nel 1974 Papa San Paolo VI, in un’udienza concessa alle prime comunità neocatecumenali, riconosce il Cammino come un frutto del Concilio Vaticano II:

“Ecco qui i frutti del Concilio!

Voi fate dopo il battesimo quello che la Chiesa primitiva faceva prima: il prima o il dopo, direi, è secondario.

Il fatto è che voi mirate all’autenticità, alla pienezza, alla coerenza, alla sincerità della vita cristiana.

E questo è un merito grandissimo, che ci consola enormemente (…)”.

“Quanta gioia e quanta speranza ci date con la vostra presenza e con la vostra attività!”.

I successivi pontefici hanno promosso e riconosciuto il Cammino come frutto e ispirazione dello Spirito Santo in aiuto alla Chiesa.

Lo ha fatto anche Giovanni Paolo I, che aveva accolto Kiko e Carmen quand’era Patriarca di Venezia per cominciare il Cammino nella sua diocesi.

San Giovanni Paolo II ha promosso, rafforzato e favorito lo sviluppo di questa iniziazione cristiana degli adulti, incoraggiando nuove modalità missionarie e vocazionali, come le famiglie in missione e l’istituzione dei seminari diocesani missionari Redemptoris Mater.

Nel 1990 San Giovanni Paolo II ha scritto nella lettera Ogniqualvolta:

“Riconosco il Cammino Neocatecumenale come un itinerario di formazione cattolica valida per la società e per i tempi odierni” e “auspico, pertanto, che i fratelli nell’episcopato valorizzino e aiutino – insieme con i loro presbiteri – quest’opera per la nuova evangelizzazione”.

.

Lodi – Ora media, terza, sesta e nona – Vespri – Compieta – Liturgie – Preghiere del mattino e della sera –  Santo rosario audio – Litanie – Coroncine – Preghiere varie – Meditazione – Una parola di Dio al momento necessario – Altro …

.

Il Signore parla al cuore di ciascuno di noi, ascoltarlo significa valutare bene le situazioni in cui ci troviamo e, se lo desideriamo, viverle nella sua volontà, non dimentichiamo ciò che ci disse nel Vangelo di Giovanni…

.

Dal Vangelo di Giovanni 15,5:

Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 

.

.

… e non dimentichiamo nemmeno di chiedere il suo aiuto, sempre se lo desideriamo.