​(La Carità)* 03/04 – La preminenza della carità.

Perché mai, o fratelli, siamo poco solleciti nel cercare le occasioni di salvezza vicendevole, e non ci prestiamo mutuo soccorso dove lo vediamo maggiormente necessario, portando fraternamente i pesi gli uni degli altri?

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Volendoci ricordare questo, l’Apostolo dice:

«Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo» (Gal 6, 2).

E altrove:

Sopportatevi a vicenda con amore (cfr. Ef 4, 2).

Questa è senza dubbio la legge di Cristo.

Ciò che nel mio fratello per qualsiasi motivo – o per necessità o per infermità del corpo o per leggerezza di costumi – vedo non potersi correggere, perché non lo sopporto con pazienza?

Perché non lo curo amorevolmente, come sta scritto:

I loro piccoli saranno portati in braccio ed accarezzati sulle ginocchia? (cfr. Is 66, 12).

Forse perché mi manca quella carità che tutto soffre, che è paziente nel sopportare e benigna nell’amare secondo la legge di Cristo!

Egli con la sua passione si è addossato i nostri mali e con la sua compassione si è caricato dei nostri dolori (cfr. Is 53, 4),

amando coloro che ha portato e portando coloro che ha amato.

Invece colui che attacca ostilmente il fratello in necessità, o che insidia alla sua debolezza, di qualunque genere sia, si assoggetta senza dubbio alla legge del diavolo e la mette in pratica.

Usiamoci dunque comprensione e pratichiamo la fraternità, combattendo la debolezza e perseguitando solo il vizio.

La condotta più accetta a Dio è quella che, pur varia nelle forme e nello stile, segue con grande sincerità l’amore di Dio e, per lui, l’amore del prossimo.

La carità è l’unico criterio secondo cui tutto deve essere fatto o non fatto, cambiato o non cambiato.

È il principio che deve dirigere ogni azione e il fine a cui deve tendere.

Agendo con riguardo ad essa o ispirati da essa, nulla è disdicevole e tutto è buono.

Si degni di concedercela, questa carità, colui al quale senza di essa non possiamo piacere, colui senza del quale non possiamo fare assolutamente nulla, che vive e regna, Dio, per i secoli senza fine.

Amen.

Dai «Discorsi» del beato Isacco, abate del monastero della Stella (Disc. 31; PL 194, 1292-1293)
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Lodi – Ora media, terza, sesta e nona – Vespri – Compieta – Liturgie – Preghiere del mattino e della sera –  Santo rosario audio – Litanie – Coroncine – Preghiere varie – Meditazione – Una parola di Dio al momento necessario – Altro …

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Il Signore parla al cuore di ciascuno di noi, ascoltarlo significa valutare bene le situazioni in cui ci troviamo e, se lo desideriamo, viverle nella sua volontà, non dimentichiamo ciò che ci disse nel Vangelo di Giovanni…

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Dal Vangelo di Giovanni 15,5:

Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 

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… e non dimentichiamo nemmeno di chiedere il suo aiuto, sempre se lo desideriamo.

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(Le foto eventuali, dei personaggi, sono state prese su Google / Immagini, per cui, anche se le loro azioni sono in sintonia con l’argomento trattato, non necessariamente debbono corrispondere ai personaggi stessi di questo articolo).