(I Santi) C – Frasi dette da loro da 1001 a …

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1050 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Ciò che ci deve spingere a rivolgerci con grande fiducia alla Vergine Santa, è che lei è sempre attenta.

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1049 Sant’Agostino:

Tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio, pellegrinando cammina la Chiesa.

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1048 Sant’Antonio di Padova:

La vera umiltà non può soffrire, cioè non può dolersi dell’ingiuria ricevuta né star male per la prosperità altrui.

E questo è giusto, perché se l’umiltà è falsa, crolla anche l’edificio delle altre virtù.

Dice infatti Gregorio:

“Chi pensa di poter acquistare virtù senza l’umiltà, è come colui che getta la polvere contro il vento”.

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1047 San Francesco di Sales:

Fissatevi in Dio, fissatevi in voi; non vedrete ma né Dio senza Bontà, né voi senza miserie.

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1046 Sant’Antonio di Padova:

Credere a Dio significa credere vero ciò che egli dice, e questo lo fanno anche i cattivi; anche noi crediamo all’uomo, ma non crediamo nell’uomo.

Credere Dio significa credere che Dio esiste, ciò che fanno anche i demoni.

Infine credere in Dio vuol dire credere e amarlo, credere e andare a lui, credere e aderire a lui e venire così incorporati nelle sue membra.

Questa è la fede che giustifica l’empio.

Quindi dove c’è questa fede, c’è la fiducia nella misericordia di Dio e c’è anche la remissione della colpa.

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1045 Sant’Antonio di Padova:

Il cristallo, percosso dai raggi del sole, li riverbera.

Così, il credente, illuminato dal fulgore di Cristo, deve emettere scintille di parole e di esempi che siano in grado di illuminare e accendere il prossimo.

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1044 San Pio da Pietrelcina:

Fatti animo e non temere le fosche ire di Lucifero.

Rammentati per sempre di questo: che è buon segno allorché il nemico strepita e ruggisce all’intorno della tua volontà, poiché questo dimostra che egli non è al di dentro.

Coraggio, mia dilettissima figliuola!

Proferisco questa parola con un grande sentimento ed, in Gesù, coraggio, dico: non bisogna temere, mentre che possiamo dire con risoluzione, sebbene senza sentimento:

Viva Gesù!

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1043 Santa Teresina di Lisieux:

Dio ti trova degna di soffrire per suo amore ed è questa la più grande prova di tenerezza che ti possa dare, poiché è la sofferenza che ci rende simili a lui.

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1042 Don Nikola Vucic:

Non si entra nella preghiera da soli.

Chi prega, ha una vasta famiglia a carico.

Infatti, Dio ti domanda subito: dove è il tuo fratello?

Ecco, Signore, ti porto quel malato che stamattina mi ha afferrato la mano e ha detto:

“Non ce la faccio più. Perché è toccato a me questo dolore?”

Signore, Ti giro la sua domanda angosciosa.

C’è quella donna arrabbiata con tutti che sbraitava.

Deve essere molto infelice.

Tu, che la conosci, metti un po’ di amore nel suo cuore.

Ci sono i bambini che giocano spensierati.

Proteggili e rendili capaci di regalare sempre la gioia.

Ti affido tutti gli amici che mi hanno mandato un messaggio di saluto o di preghiera.

Conservaci tutti nel Tuo amore.

Ti presento quella donna di grande fede che oggi hanno ricoverato in ospedale.

Non guarirà più, me l’ha detto il medico.

E a casa è rimasto il marito con i figli.

Signore, fa che il medico si sbagli e che la fiducia della donna non vacilli.

Gesù, Ti porto tutte le persone che ho incontrato oggi, quelle che mi hanno salutato e soprattutto quelle indifferenti; quelle che mi hanno regalato la gioia ma anche quelle che mi hanno amareggiato.

Ecco, Signore, Te li ho portati tutti.

Spero di non aver dimenticato nessuno.

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1041 Don Nikola Vucic:

Chi vive nella fede sa di dover vegliare per non addormentarsi nella mentalità di questo mondo e si sforza di vivere continuamente alla presenza di Dio.

Questo esercizio della presenza di Dio lo stimola ad essere prudente e forte di fronte al peccato, aumenta il fervore per la preghiera, alimenta la fiducia in Dio ed è fonte di gioia.

Chi vive alla presenza di Dio comincia già a vivere la vita dei beati che in cielo contemplano Dio faccia a faccia.

Un bambino, sotto gli occhi attenti del padre, è invogliato a fare del bene perché sa di essere amato.

Considera che stai sempre sotto lo sguardo affettuoso del Padre, che giorno e notte veglia su di te, si prende cura di te, come se qui sulla terra non avesse altra creatura da guidare che te solamente.

Allora ti senti sollecitato di fare del bene per piacere al Padre in tutto.

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1040 Santa Teresina di Lisieux:

Il Signore è più tenero di una madre.

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1039 Sant’Antonio di Padova:

La nostra anima deve seguire la povertà, l’umiltà e la passione di Gesù Cristo: esse ci parlano di lui e ci dicono quale è stata la sua vita in questo mondo.

E così l’anima diviene sua sposa, con lui impegnata, a lui legata per mezzo dell’anello di una fede perfetta.

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1038 Don Nikola Vucic:

Ognuno di noi è chiamato alla santità, ma non a quella superficiale fatta di apparenze, che si presenta con i presunti doni particolari, una santità che cerca solo il miracoloso, che si esibisce a indovinare il futuro per produrre negli altri effetti impressionanti.

La gente corre appresso a queste cose, ma la vera sanità è interiore: è l’unione profonda con il Signore, è l’offerta della propria vita a Dio, è l’abbandono totale alla Sua volontà.

In questo momento difficile ognuno è chiamato a vivere il suo martirio quotidiano che sta nell’astensione dal peccato e nella fedeltà all’amore di Dio.

Il martirio è anche questo: sopportare con pazienza e umiltà le avversità della vita.

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1037 Madre Teresa di Calcutta:

L’umiltà di Gesù si può constatarla nella man­giatoia, nell’esilio in Egitto, nella vita nascosta, nella difficoltà a farsi capire dalla gente, nel sottomettersi all’odio dei suoi persecutori, in tutta la tremenda sof­ferenza della sua Passione e morte, e ora, nel perma­nente stato di umiltà nel tabernacolo, dove si è ridotto a una minuscola particola di pane che il sacerdote può tenere con due dita.

Più vuotiamo noi stessi, più spazio diamo a Dio, perché ci colmi di sé.

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1036 Don Nikola Vucic:

Quando preghi devi affrontare molte difficoltà: la mancanza di tempo, il desiderio di efficienza, il ritmo frenetico, lo stress …

Ma queste difficoltà vengono ridimensionate da una semplice domanda:

“Chi è Dio per te?”

A seconda della tua risposta quelle difficoltà risultano o minimizzate o ingigantite.

Dunque, che cosa rappresenta Dio nella tua vita?

Se per te Egli è unico Dio, allora tutte queste difficoltà svaniranno e la preghiera si aprirà prepotentemente la strada.

Se invece nella tua vita ci sono altri idoli, e il Signore è soltanto uno di tanti interlocutori, allora la preghiera farà fatica a farsi strada.

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1035 San Francesco di Sales:

Rallegriamoci del bene che fanno gli altri, anzi aiutiamoli con tutte le nostre forze.

Dio sarà forse meglio servito da altri che da noi.

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1034 Sant’Antonio di Padova:

Come il profeta Isaia, anche noi oggi desideriamo che i cieli si squarcino per poter contemplare, visibile nella carne, colui che è invisibile.

Si squarci il cielo, discenda il Verbo e di fronte a lui si dissolva la superbia dei monti (i grandi di questo mondo) alla presenza della sua umanità.

Chi sarebbe ancora così superbo, così arrogante e pieno di sé, se riflettesse a fondo sulla Maestà annientata, sulla Potenza resa debole e sulla Sapienza che balbetta?

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1033 Santa Faustina Kowalska:

 Ogni anima confidi nella misericordia del Signore: egli non la nega mai a nessuno.

Il cielo e la terra possono crollare, prima che la misericordia di Dio abbia a esaurirsi.

Quanta felicità mi arde in cuore al pensiero della tua incomprensibile bontà, o Gesù mio!

Desidero condurre a te tutti i caduti nel peccato, affinché incontrino la tua misericordia e l’esaltino per sempre.

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1032 Don Nikola Vucic:

Nel Santissimo Sacramento, Gesù è lì per te, e tu sii lì per Lui.

Solo per Lui.

Infatti su tanti altari, e innumerevoli tabernacoli, Gesù ha moltiplicato la Sua presenza gloriosa in modo così reale e mirabile per stare vicino a te.

Ma purtroppo spesso è lasciato solo.

Nel tabernacolo, Gesù è lì per nutrirti di Sé, per guarire le tue ferite, per santificarti, per essere unito a te in intimità indissolubile.

Gesù è lì per moltiplicare le Sue grazie ed estendere la torrente di Misericordia per tutta la tua vita.

Durante l’adorazione sforzati di entrare nel Cuore aperto di Cristo e lo Spirito Santo ti configurerà interamente a Sua immagine.

La fede, l’amore per Gesù, cresce in proporzione al tempo che Gli dedichi in adorazione.

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1031 Santa Teresina di Lisieux:

Quando cominciai ad imparare la storia della Francia, il racconto delle imprese di santa Giovanna d’Arco mi riempiva d’entusiasmo; sentivo nel mio cuore il desiderio e il coraggio d’imitarla; mi sembrava che il Signore mi destinasse, come lei, a grandi cose.

Non m’ingannavo, ma, invece di udire le «Voci del cielo» con l’invito al combattimento, sentii nel profondo dell’anima una voce più dolce e più forte ancora: la voce dello Sposo delle vergini che mi chiamava ad altre imprese, a conquiste più gloriose.

E nella solitudine del Carmelo ho compreso che la mia missione non è quella di far incoronare un re mortale, ma di far amare il Re del cielo, di assoggettargli il regno dei cuori.

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1030 San Francesco di Sales:

La libertà dello spirito consiste nell’indifferenza e prontezza a fare in ogni cosa quello che si conosce Volontà di Dio.

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1029 Madre Teresa di Calcutta:

E come troverete Gesù?

Egli vi ha reso tutto così semplice!

« Amatevi l’un l’altro come io vi ho amato. »

Se siamo andati fuori strada, abbiamo a disposizione il sacramento stupendo della confessione.

Andiamo alla confessione come peccatori pieni di peccato.

Ve­niamo via dalla confessione peccatori senza peccato per merito dell’onnipotenza e della misericordia di Dio.

Non occorre che ci disperiamo.

Non occorre che ci suicidiamo.

Non occorre che ci sentiamo scoraggiati … tutto questo non è necessario se abbiamo compre­so la tenerezza dell’amore di Dio.

Voi siete preziosi per lui, vi ama, e vi ama così teneramente che vi ha plasmato col palmo della sua mano.

Queste parole di Dio sono nelle Scritture, lo sapete.

Ricordatevi che quando il vostro cuore si sente inquieto, quando il vo­stro cuore è nel dolore, quando il vostro cuore sembra spezzarsi … allora ricordatevi di questo:

« Io sono pre­zioso per Lui.

Mi ama.

Mi ha chiamato per nome.

Sono suo.

Mi ama.

Dio mi ama ».

E per dimostrarmi il suo amore è morto sulla Croce.

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1028 Santa Teresina di Lisieux:

Se lascio il campo di battaglia, non lo faccio per il desiderio egoistico di riposarmi; il pensiero della beatitudine eterna fa appena trasalire il mio cuore.

Da tanto tempo ormai la sofferenza è divenuta il mio cielo quaggiù e stento ad immaginare come potrò acclimatarmi in un paese dove la gioia regna senza mescolanza alcuna di tristezza.

Bisognerà che Gesù trasformi la mia anima e le dia la capacità di godere, altrimenti non saprei sopportare le delizie eterne.

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1027 San Giovanni Bosco:

Per conservare la castità bisogna lavorare e pregare; sii preghiere e mortificazione negli sguardi, nel riposo, nel cibo e specialmente nel vino.

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1026 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Se potessimo ‘capire la felicità che abbiamo di poter amare Dio, rimarremmo immobili, in estasi.

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1025 Santa Faustina Kowalska: 

Dissi a Gesù:

«Vedi quante difficoltà insorgeranno prima che si creda che tu stesso sei l’autore di quest’opera.

Ci sarà sempre qualcuno che diffida».

Mi rispose:

 «Non ti turbare.

Niente può opporsi alla mia volontà e questa andrà a compimento in ogni suo particolare come io stesso ho stabilito».

 

 

1024 Sant’Antonio di Padova:

Ogni uomo dovrebbe essere pronto per natura ad ascoltare e lento a parlare.

La natura stessa ha insegnato questo, quasi chiudendo la lingua a doppia porta, perché non uscisse liberamente.

La natura infatti ha posto davanti alla lingua come due porte, cioè i denti e le labbra, per indicare che la parola non deve uscire se non con grande cautela.

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1023 Santa Faustina Kowalska:

Mio sommo bene, con te la mia vita non è né monotona né grigia, ma varia come un giardino di fiori profumati, tra i quali io stessa sono imbarazzata a scegliere.

Sono tesori che ogni giorno colgo in abbondanza: sofferenze, amore del prossimo, umiliazioni.

È una gran cosa saper cogliere il momento che ti passa sotto gli occhi.

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1022 Sant’Agostino:

Ascoltatemi, voi poveri:

Che vi manca, se possedete Dio?

Ascoltatemi, voi ricchi:

Che avete, se non avete Dio?

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1021 San Pio da Pietrelcina:

Una volta mostrai al Padre un bellissimo ramo di biancospino fiorito e mostrando al Padre i bei fiori bianchissimi esclamai:

«Quanto son belli!…».

«Sì, disse il Padre, ma più dei fiori son belli i frutti».

E mi fece capire che più dei santi desideri sono belle le opere.

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1020 Santa Faustina Kowalska:

Cracovia, 20.10.1935.

Con la guida di un angelo, venni condotta nell’inferno.

È una voragine di indescrivibili tormenti.

Quale che sia lo spazio che occupa, è vastissimo.

Vi notai questi tormenti: il primo costituisce l’essenza stessa dell’inferno e consiste nella perdita di Dio.

Il secondo, sono i continui rimorsi di coscienza.

Il terzo, sta nel fatto che un simile destino non cambierà mai più.

Il quarto, è il fuoco che tormenta l’anima senza consumarla: si tratta di una tortura atroce, perché quel fuoco è unicamente spirituale e viene acceso dall’ira di Dio.

Il quinto tormento consiste nelle tenebre continue e nel fetore soffocante.

Malgrado ciò, demoni ed anime dannate si scorgono reciprocamente e constatano tutto il male degli altri e quello proprio.

Il sesto tormento è rappresentato dalla presenza continua di Satana.

Il settimo è dato da una disperazione spaventosa, la quale scatena l’odio verso Dio e riempie tutto quello spazio di imprecazioni, di maledizioni e di bestemmie.

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1019 Sant’Antonio di Padova:

Nel fiore si notano: bellezza di colori, soavità di profumo, speranza del frutto.

Così nella vera umiltà c’è bellezza di vita santa, c’è soavità di buona fama.

Come il fiore, emanando il suo profumo, non si guasta, così l’autentico umile, sebbene lodato per la sua buona vita, non s’inorgoglisce.

Vedendo il fiore, spero nel frutto: quando vedo un vero umile, spero che sarà beato nel cielo.

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1018 Don Nikola Vucic:

Digiunare, fare penitenza, perché?

Per amore!

Altrimenti sarebbe tutto inutile.

Privarsi di qualcosa per amore apporta gioia di chi è amato.

Nell’amore la privazione dà senso della completezza.

Gesù non ha nulla da offrire a chi si sente pieno di sé, a chi è sazio.

Gesù si concede a chi ha sete d’acqua viva, a chi ha fame della Sua parola.

E qui si trova il senso del digiuno: nell’aver bisogno di Dio, nell’aver bisogno della presenza dello Sposo, nell’aver bisogno del Suo ritorno.

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1017 Don Nikola Vucic:

Non pensare che la fede sia la conquista fatta una volta per sempre.

La fede si conferma giorno dopo giorno.

Il Signore viene continuamente.

Quindi devi porti in un atteggiamento di vigilante attesa.

Nel tuo rapporto con Dio c’è sempre un aspetto di imprevedibilità, perché non sai mai cosa potrà capitare né che cosa il Signore potrà chiedere da te.

Un inatteso di Dio, una Sua sorpresa, può capitarti già oggi.

Perciò attendi e prega!

Chi non sa attendere non è idoneo alla preghiera.

Se preghi, se la tua lampada è sempre accesa, non sarai mai preso alla sprovvista e sarai pronto a far fronte ad ogni nuova situazione.

Le grazie più belle sono inattese.

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1016 San Francesco di Sales:

Non è più amabile il Paradiso delle miserie di questo mondo, se in esse vi si trova ugualmente il piacere e la volontà di Dio.

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1015 San Pio da Pietrelcina:

Vorrei volare per invitare le creature tutte di amare Gesù, di amare Maria.

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1014 Sant’Agostino:

Le mani di Cristo si aprirono sulla croce, affinché le nostre fossero protese ad opere buone.

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1013 San Pio da Pietrelcina: 

Il nemico è assai forte, e tutto calcolato sembra che la vittoria dovrebbe arridere al nemico.

Ahimè, chi mi salverà dalle mani di un nemico sì forte e sì potente, che non mi lascia libero un istante né di giorno né di notte?

È possibile mai che il Signore permetterà la mia caduta?

Purtroppo lo meriterei, ma sarà vero che la bontà del celeste Padre debba essere vinta dalla mia cattiveria?

Giammai, giammai questo, padre mio.

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1012 Sant’Antonio di Padova:

Siamo misericordiosi, imitando le gru, delle quali si dice che, quando vogliono arrivare a un dato luogo, volano altissime per meglio individuare da un osservatorio più alto il sito da raggiungere.

Quella che conosce il percorso precede lo stormo, ne scuote la fiacchezza del volo, lo incita con la voce; e se la prima perde la voce o diventa rauca, subito ne subentra un’altra.

Tutte si prendono cura di quelle stanche, in modo che se qualcuna viene meno, tutte si uniscono, sostengono quelle stanche finché con il riposo ricuperano le forze.

Siamo dunque misericordiosi come le gru: posti in un più alto osservatorio della vita, preoccupiamoci per noi e per gli altri; facciamo da guida a chi non conosce la strada; con la voce della predicazione stimoliamo i pigri e gli indolenti; diamo il cambio nella fatica, perché senza alternare il riposo alla fatica non si resiste a lungo; carichiamoci sulle spalle i deboli e gli infermi, perché non vengano meno lungo la via; siamo vigilanti nell’orazione e nella contemplazione del Signore.

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1011 Don Nikola Vucic:

La felicità non dipende da ciò che uno ha.

Stai attento agli inganni dell’avere, stai attento alle false ricchezze.

Nella nostra società consumistica ci sono delle persone che possiedono tante cose e sono così abituate al concetto dell’avere che credono di avere anche le cose che in realtà non possono possedere, come per esempio le persone o le sicurezze …

E si identificano così tanto con le cose che hanno che il solo pensiero di poter perderle fa nascere l’angoscia.

Vivono chiusi come in una gabbia.

Invece il Vangelo ci invita alla libertà interiore e al distacco dalle cose.

Saper essere felici con quello che si ha, è la vera ricchezza!

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1010 Santa Faustina Kowalska:

Da una lettera del professor Sopocko, mi convinsi che è Dio soltanto a condurre direttamente questa causa.

Come fu lui ad iniziarla, così sarà lui a condurla a termine.

Se in essa non vi fosse predisposta una grande gloria per Iddio e un vantaggio immenso per molte anime, non verrebbe ostacolata in questo modo.

Bisogna dire che il demonio si rende conto di quanto perderà in avvenire dalla sopravvivenza di questa causa della misericordia.

Adesso capisco che satana odia soprattutto la misericordia, ma la parola del Signore non resterà inefficace.

È una parola viva, e le difficoltà non soffocheranno l’opera voluta da Dio, ma dimostreranno che l’opera della misericordia proviene realmente da lui.

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1009 San Francesco di Sales:

Il vizio contro la castità è più facile a fuggire che a guarirsi.

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1008 Madre Teresa di Calcutta:

Noi desideriamo poter accogliere Gesù a Natale, non in quella gelida mangiatoia che è a volte il nostro cuore, ma in un cuore pieno d’amore e di umiltà, in un cuore così puro, così immacolato, così caldo di amore l’uno per l’altro.

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1007 Santo Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney):

Cercate un amore vero e che non si manifesti al di fuori per i suoi effetti, non ne troverete.

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1006 Santa Faustina Kowalska:

«Dio, ricco di misericordia, per l’immenso amore con il quale egli ci amò, da morti che eravamo a cagione dei peccati, ci fece rivivere assieme a Cristo» (Ef 2,4).

1005 Madre Teresa di Calcutta:

Siamo a sua disposizione.

Se vuole che tu sia mala­to in un letto, se vuole che tu proclami la sua Parola nelle strade, se vuole che ogni giorno tu pulisca i gabi­netti, va bene, va sempre tutto benissimo.

Devi dire:

« Signore, sono tuo. Puoi fare di me ciò che vuoi ».

Questa, Fratelli, è la nostra forza e questa è la gioia del Signore.

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1004 Santa Faustina Kowalska:

Una sera, trovandomi nella mia cella, vidi il Signore Gesù in abito bianco.

Teneva una mano alzata come se benedicesse, mentre con l’altra toccava sul petto la sua veste.

Dalla veste leggermente aperta, uscivano due grandi raggi: uno era rosso, l’altro chiaro.

In silenzio, tenevo gli occhi fissi sul Signore.

Ero presa dal timore, ma al tempo stesso m’invadeva una gioia indescrivibile.

Passò un istante.

Gesù parlò:

«Dipingi un’immagine sul modello di come tu mi vedi.

Scrivici sotto:

Gesù, confido in te!

Desidero che questo quadro venga venerato dapprima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero.

Prometto che l’anima, la quale venererà quest’immagine, non perirà.

Le prometto la vittoria sui nemici fin da questa terra, ma specialmente nell’ora della morte.

Io la difenderò come mia gloria».

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1003 Sant’Antonio di Padova:

Spesso si usa dire a persone buone:

“Prega per me, che sono un povero peccatore”.

Certo, chiedere che si preghi per noi, è umiltà.

Eppure c’è pericolo che vi s’insinui la pigrizia, aspettandoci da un altro ciò che è invece dovere nostro.

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1002 Don Nikola Vucic:

Nella Festa della mamma rivolgiti a Maria con tenerezza, dolcezza e gratitudine, come quella di un bimbo verso la propria mamma.

“Mamma” è la prima parola che apre le labbra di ogni bambino.

Mamma è il nome dato al volto di tenerezza chinato su di lui giorno e notte, ma è anche il nome che abita da sempre nel suo cuore e fuori dal quale non ci potrà essere per lui né sicurezza né felicità né vita.

“Mamma” è la dolce frase che ha preso radice in te, è la frase che ti invade di tenerezza e di pace, è la frase che ti dà certezza di essere amato.

Preghiamo per le nostre mamme.

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1001 San Francesco di Sales:

Che sciocchezza, che ambizione è quella di pretendere di essere ciò che non siamo e di sapere ciò che non sappiamo!