(Tempo di Pasqua) 26 – Cristo ha dato il suo corpo per la vita di tutti

Con la mia carne ho redento la carne di tutti.

Muoio, dice il Signore, per tutti, per vivificare tutti per mezzo mio.

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La morte infatti morrà nella mia morte e la natura umana, che era caduta, risorgerà insieme con me.

Per questo infatti sono divenuto simile a voi, uomo cioè della stirpe di Abramo, per essere in tutto simile ai fratelli.

Ben comprendendo il progetto divino lo stesso san Paolo dice:

«Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch’egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza, mediante la morte, colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo» (Eb 2, 14).

Infatti in nessun’altra maniera si sarebbe potuto distruggere chi aveva il potere della morte, e con lui la morte stessa, se non con il sacrificio di Cristo.

Uno solo si è immolato per la redenzione di tutti, perché la morte regnava su tutti.

Cristo, offrendo se stesso a Dio Padre per noi come ostia immacolata, dice nel salmo: 

«Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto.

Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa.

Allora ho detto: Ecco, io vengo.

Sul rotolo del libro di me è scritto che io faccia il tuo volere. Mio Dio, questo io desidero» (Sal 39, 7-9).

Fu poi crocifisso per tutti e a causa di tutti, perché, morto uno per tutti, viviamo tutti in lui.

Infatti non poteva accadere che la vita per se stessa fosse sottoposta alla morte o soccombesse alla corruzione.

Che Cristo, poi, abbia offerto la sua carne per la vita del mondo, lo sappiamo con certezza dalle sue parole:

 Padre santo, custodiscili (cfr. Gv 17, 11).

E di nuovo:

Per loro io santifico me stesso (cfr. Gv 17, 19).

Santifico, dice, cioè: mi consacro e mi offro quasi ostia immacolata di soave odore.

Veniva santificato infatti, veniva chiamato santo, secondo la legge, ciò che era offerto sull’altare.

Cristo dunque diede il suo corpo per la vita di tutti e così di nuovo innestò in noi la vita.

Dopo che il Verbo vivificante di Dio abitò nella carne, la ristabilì nel suo bene, cioè nella vita.

Stabilì con essa una comunione misteriosa e così la rese partecipe della sua stessa vita.

Perciò il corpo di Cristo vivifica coloro che comunicano con esso.

Scaccia la morte dai mortali e la corruzione dai corruttibili in virtù di quella potenza rigeneratrice che porta sempre con sé.

Dal «Commento sul vangelo di san Giovanni» di san Cirillo d’Alessandria, vescovo (Lib. 4, 2; PG 73, 563-566)

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Il Signore parla al cuore di ciascuno di noi, ascoltarlo significa valutare bene le situazioni in cui ci troviamo e, se lo desideriamo, viverle nella sua volontà, non dimentichiamo ciò che ci disse nel Vangelo di Giovanni…

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Dal Vangelo di Giovanni 15,5:

Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.

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… e non dimentichiamo nemmeno di chiedere il suo aiuto, sempre se lo desideriamo.

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(Le foto eventuali, dei personaggi, sono state prese su Google / Immagini, per cui, anche se le loro azioni sono in sintonia con l’argomento trattato, non necessariamente debbono corrispondere ai personaggi stessi di questo articolo).