(I Santi) 13 – San Filippo Neri: il gioco della piastrella.

Si trovavano ogni sera in via dei Banchi, oltre ponte Sant’Angelo, dei giovani che giocavano accanitamente all’innocente e bambinesco gioco della piastrella.

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Avevano però il brutto vizio di condire il loro divertimento con le grida più chiassose e invereconde intercalandole con non poche orribili bestemmie.

Filippo andava spesso in via dei Banchi, e appena quei giovinastri lo scorgevano gli gridavano dietro:

— Ehi, fra Filippo! Ehi, fratonzolo, vieni un po’ qui a giocare con noi!…

Lo chiamavano frate o fratonzolo perché da un po’ di tempo Filippo aveva preso a portare una specie di tunica col cappuccio, come i mistici eremiti abruzzesi giunti a Roma col nome di Cappuccini; e come loro nel cappuccio aveva sempre un po’ di pane e un libro di preghiere.

Fate largo! Fate largo all’eremita! Date il passo all’uomo di Dio!

Gridavano scherzosamente i giovani.

Filippo sorridendo amorevolmente, e non risparmiandosi qualche volta di rispondere loro per le rime da vero e buon fiorentino qual’era, si tirava su le maniche della tonaca e lanciava la sua brava piastrella diritta al segno, quasi senza fallire un colpo, come quando giocava in riva all’Arno da ragazzino.

Allora tutti d’intorno l’acclamavano:

— Bene! Bravo! Viva!

E la gente che passava si fermava a guardare, meravigliata che un eremita non si peritasse di far lega con degli scioperati, riconosciuti come i peggiori soggetti di Roma.

Ma lo strambo e giocondo eremita, quando vedeva che i curiosi erano cresciuti abbastanza, gettava via la piastrella e, fermandosi sul più bello del gioco, esclamava, fattosi d’un tratto serio e ispirato:

— Fratelli, cari fratelli, tutti qua!

Vi voglio dire qualcosa di importante, di cui dovete rimanere contenti.

Vi voglio dire che Iddio chiede del bene anche da voi.

Morì in croce per tutti, il Signore; anche per voi che non vi vergognate di bestemmiarlo, di ingannarlo, di tradirlo, di crocifiggerlo ancora e sempre, il Signore!

Le sue chiese sono deserte e abbandonate.

La sua casa vi aspetta, cari fratelli.

Andate nella Casa del Signore, sia pur soltanto alla festa, ma andatevi. E soprattutto siate buoni e puri.

State allegri quanto o come vi pare: ridete, scherzate, giocate pure alla piastrella, ma non peccate, o fratelli!

Quei giovani scapestrati e tutti quanti si erano fermati a far circolo, se ne stavano quieti e tutto orecchie a sentirlo.

E quando, venuta la notte se ne tornavano a casa, vi giungevano con quelle buone parole nelle orecchie e poco alla volta divenivano migliori.

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Lodi – Ora media, terza, sesta e nona – Vespri – Compieta – Liturgie – Preghiere del mattino e della sera –  Santo rosario audio – Litanie – Coroncine – Preghiere varie – Meditazione – Una parola di Dio al momento necessario – Altro …

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Il Signore parla al cuore di ciascuno di noi, ascoltarlo significa valutare bene le situazioni in cui ci troviamo e, se lo desideriamo, viverle nella sua volontà, non dimentichiamo ciò che ci disse nel Vangelo di Giovanni…

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Dal Vangelo di Giovanni 15,5:

Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 

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… e non dimentichiamo nemmeno di chiedere il suo aiuto, sempre se lo desideriamo.

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(Le foto eventuali, dei personaggi, sono state prese su Google / Immagini, per cui, anche se le loro azioni sono in sintonia con l’argomento trattato, non necessariamente debbono corrispondere ai personaggi stessi di questo articolo).