(Memoriali) 18 – Rivelazioni e meditazioni da 1.601 a 1.700

Sono versetti e frasi che mi hanno colpito nelle letture sulla Sacra Bibbia Cattolica, o che le ho sentite interiormente … 

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1.700 Non seguire il tuo istinto e la tua forza, assecondando le passioni del tuo cuore. (Siracide)

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1.699 Non confidare nelle tue ricchezze e non dire: «Questo mi basta». (Siracide)

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1.698 Mediante la carità siate al servizio gli uni degli altri.

Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: Amerai il prossimo tuo come te stesso.

Non abbiate nessun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole (Galati – Romani).

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1.697 Dobbiamo esibire al mondo intero, a tutti gli angeli e al genere umano quello che la Sapienza, se vorremo, ci insegnerà (Origene).

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1.696 Poiché prima di tutto e soprattutto siamo opera e creazione di Dio, dobbiamo conservare verso di lui un affetto particolare e amarlo con tutto il cuore, con tutte le forze e con tutta l’anima; se non lo faremo, rimarremo debitori verso Dio, peccando contro il Signore.

E in tal caso chi pregherà per noi? (Origene)

Infatti come dice Eli “se un uomo pecca contro un altro uomo, Dio potrà intervenire in suo favore; ma se pecca contro il Signore, chi potrà intervenire per lui?” (1 Sam 2,25)

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1.695 Chi non adempie il suo dovere nei confronti dei fratelli, rimane debitore di quanto ha omesso; se poi manchiamo nei riguardi degli uomini in quello che siamo tenuti a prestar loro per un umanissimo spirito di saggezza, il debito diviene più grande.

Anche per quanto riguarda noi stessi, dobbiamo servirci del corpo, ma non sfibrarlo per amore del piacere; dobbiamo però prenderci cura anche dell’anima nostra, vigilare sui pensieri e sul linguaggio perché sia senza acredine, utile a tutti e mai ozioso.

Se non adempiamo questo dovere verso noi stessi, il debito si aggrava (Origene).

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1.694 Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno.

Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.

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1.693 Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». 

Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». 

Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». 

E Gesù: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».

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1.692 ” Io sapevo che sempre che mi dai ascolto” (Gv 11,42) pronunciate dal Signore e scritte dall’evangelista, dimostra che chi prega sempre, è sempre esaudito. (Origene)

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1.691 “Al mattino si alzò quando era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava” (Mc 1,35).

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1.690 Dato che gli atti di virtù e d’adempimento dei precetti fanno parte della preghiera, prega incessantemente chi unisce la preghiera alle opere di bene e le buone azioni all’orazione.

Il precetto “pregate incessantemente” può essere ritenuto possibile solo in questo modo e cioè affermando che tutta la vita del fedele è una grande continua preghiera, di cui quella detta comunemente orazione non costituisce che una parte.

Tuttavia essa deve compiersi non meno di tre volte al giorno (Origene).

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1.689 Gettiamoci nelle braccia del Signore e non nelle braccia degli uomini; poiché, quale è la sua grandezza, tale è anche la sua misericordia (Siracide).

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1.688 Perché il Signore è clemente e misericordioso, rimette i peccati e salva al momento della tribolazione (Siracide).

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1.687 Voi che temete il Signore, confidate in lui; il vostro salario non verrà meno.

Voi che temete il Signore, sperate i suoi benefici, la felicità eterna e la misericordia.

Considerate le generazioni passate e riflettete: chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso? (Siracide)

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1.686 Figlio, se ti presenti per servire il Signore, prepàrati alla tentazione.

Abbi un cuore retto e sii costante, non ti smarrire nel tempo della seduzione.

Sta’ unito a lui senza separartene, perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni.

Accetta quanto ti capita, sii paziente nelle vicende dolorose,  perché con il fuoco si prova l’oro, e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore.

Affidati a lui ed egli ti aiuterà; segui la via diritta e spera in lui.

Quanti temete il Signore, aspettate la sua misericordia; non deviate per non cadere (Siracide).

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1.685 Non rallegratevi perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli (Lc 10,20).

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1.684 In realtà chi è contento di tutto quello che avviene è libero da ogni legame, non stende mai la mano contro Dio, il quale dispone tutto quello che vuole per provarci; non solo, ma costui non mormora neppure nel segreto del cuore e tanto meno con la voce. (Origene)

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1.683 “Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati” (Mc 11,25): ed è chiaro che, mettendoci a pregare con queste disposizioni, abbiamo già ottenuto un ottimo risultato. (Origene)

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1.682 Dimenticare le ingiurie costituisce la massima perfezione. (Origene)

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1.681 Gli occhi della mente sono elevati quando non indugiamo più sulle realtà terrene, né si riempiono delle immagini di cose materiali, ma raggiungono una tale altezza che la mente può disprezzare tutto ciò che passa e dedicarsi a pensare a Dio solo, al quale parla con reverenza e umiltà, sicura di essere ascoltata da lui. (Origene)

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 1.680 Le cose dette devono essere provare con la Sacra Scrittura.

Bisogna che chi prega alzi al cielo mani pure, perdonando tutte le ingiurie ricevute e allontanando dal suo animo ogni passione in modo da non essere adirato con alcuno.

Così pure, per evitare che la mente sia offuscata da pensieri estranei, durante il tempo della preghiera occorre dimenticare tutto quello che non ha relazione con la preghiera stessa.

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1.679 Coloro che si dedicano assiduamente all’orazione sanno per esperienza quanto allontani dal peccato e stimoli alla virtù il frequente rinnovarsi di questo atteggiamento interiore .

Se infatti il ricordo e la rievocazione di un uomo saggio e sapiente ci spinge all’emulazione e spesso frena le nostre cattive tendenze, quanto più il ricordo di Dio, Padre universale, congiunto all’orazione, aiuta coloro che sono convinti di stargli dinanzi e di parlare con lui che è presente e li ascolta! (Origene)

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1.678 E’ giusto infatti che il Padre e Creatore dell’universo. il quale “ama tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto ha creato” (Sap 11,24), dispensi salutarmente a ciascuno ciò che gli conviene, senza attendere la preghiera di lui.

Proprio come un padre, che quando accudisce i suoi piccini non attende le loro richieste, o perché essi sono del tutto incapaci di formularle, o perché per inesperienza spesso vogliono avere cose dannose e inopportune.

E noi uomini siamo ben più lontani dalla mente di Dio di quanto non lo sia la mente dei bimbi da quella dei genitori (Origene).

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1.677 Se non siete capaci di scorgere il fondo del cuore dell’uomo né di afferrare i pensieri della sua mente, come potete scrutare il Signore che ha fatto tutte queste cose, e conoscere i suoi pensieri o comprendere i suoi disegni?

No, fratelli, non vogliate rattristare il Signore nostro Dio (Giuditta).

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1.676 Anche quest’altro testo ci istruisce sul modo di pregare:

” Se presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono” (Mt 5,23).

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1.675 Per quanto riguarda il modo di pregare:

” Voglio che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al cielo mani pure senza ira e senza contese.

Alla stessa maniera facciano le donne, con abiti decenti, adornandosi di pudore e di riservatezza, non di trecce e ornamenti d’oro, di perle o di vesti sontuose, ma di opere buone come conviene a donne che fanno professione di pietà” (1 Tm 2,8-10).

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1.674 Nella preghiera, domandare ciò che si deve, riguarda la materia dell’orazione, pregare come si deve, riguarda l’atteggiamento dell’orante.

Ecco, ad esempio, ciò che bisogna chiedere nella preghiera:

” Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e vi saranno date in aggiunta”

le altre cose di poco conto;

chiedete i beni celesti e vi saranno date in aggiunta i terreni (cfr Mt 6,33);

“pregate per i vostri persecutori” (Mt 5,44); “

Pregate il padrone della messe che mandi operai nella sua messe” (Mt 9,38).

“Pregando poi, non sprecate parole” (Mt 6,7).

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1.673 “Noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, dice, ma lo Spirito di Dio, per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato.

Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito” (1 Cor 2,12-13).

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1.672 Il Signore non abbandona quelli che confidano in lui e abbatte quelli che si gloriano della loro potenza (Gdt)

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1.671 “Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me , accoglie colui che mi ha mandato.

Chi infetti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande” (Lc 9,48).

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1.670 Forse è impossibile troncare subito tutte in una volta certe passioni ormai sviluppate; ma con la grazia di Dio, con le preghiere degli altri e l’aiuto dei fratelli, insieme a una vera penitenza e all’assidua meditazione si può ottenere anche questo (San Clemente Alessandrino).

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1.669 Convertirsi sinceramente significa smettere di peccare, né più rivolgersi verso le cose passate. Dio dunque concede il perdono dei peccati passati; ciascuno poi resta responsabile di se stesso per non cadere in nuovi peccati.

E pentirsi significa questo: aver dolore dei peccati commessi e chiedere con insistenza che il loro ricordo sia cancellato dal Padre: lui solo può per la sua misericordia distruggere il passato come se non fosse avvenuto, e cancellare con la grazia dello Spirito il male della vita passata (San Clemente Alessandrino).

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1.668 ” Anche se i vostri peccati fossero, come scarlatto diventeranno bianchi come neve, se fossero rossi come porpora diventeranno come lana” (Is 1,18).

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1.667 “Io non godo della morte dell’empio, ma che l’empio desista dalla sua condotta e viva” (Ez 33,11).

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1.666 “Voglio l’amore e non il sacrificio” (Os 6,6).

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1.665 Sembra che si debba onorare un particolare tipo di santità in “coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello” (Ap 7,14), essi che dopo molte lotte ora trionfano già coronati nel cielo, perché hanno combattuto come si deve. (San Bernardo)

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1.664 Buona cosa è la preghiera con il digiuno e l’elemosina, più che mettere da parte l’oro. L’elemosina salva dalla morte e fa ritrovare la misericordia e la vita eterna. Date l’elemosina ed ecco per voi tutto sarà mondo (Tobia)

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1.663 Per Gesù Cristo Dio ci ha permesso di diventare partecipi della natura divina, per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! (1° Gv)

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1.662 Tu avrai una grande ricchezza se avrai il timore di Dio, se rifuggirai da ogni peccato e farai ciò che piace al Signore Dio tuo (Tobia).

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1.661 Il Signore esalta o umilia chi vuole fino nella regione sotterranea.

Figlio, conserva nella mente questi comandamenti, non lasciare che si cancellino dal tuo cuore (Tobia).

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1.660 In ogni circostanza benedici il Signore e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi sentieri e i tuoi desideri giungano a buon fine, poiché nessun popolo possiede la saggezza, ma è il Signore che elargisce ogni bene (Tobia).

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1.659 Ogni giorno, o figlio, ricordati del Signore; non peccare né trasgredire i suoi comandi.

Compi opere buone in tutti i giorni della tua vita e non metterti per la strada dell’ingiustizia. 

Se agirai con rettitudine, riusciranno le tue azioni, come quelle di chiunque pratichi la giustizia (Tobia).

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1.658 Dio è santo; ma noi lo preghiamo affinché santifichi in noi il suo nome, perché questo è il nostro compito secondo ragione; e che renda santo e assolutamente puro il nostro corpo, in modo che nel giorno del giudizio sia trovato irreprensibile (San Germano di Costantinopoli).

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1.657 L’essenza della vita cristiana consiste infatti nell’attendere la vera vita dopo la morte, nello sperare il ritorno dopo la fine (San Giovanni Crisostomo).

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1.656 Così, dunque, siamo sempre pieni di fiducia e sapendo che finché abitiamo nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore, camminiamo nella fede e non ancora in visione (2° Cor 5-6-7).

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1.655 Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno (Fil 1,21).

Un guadagno davvero, perché la morte prematura ci risparmia le angustie e le tribolazioni di una lunga vita (San Giovanni Crisostomo).

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1.654 Coloro che non hanno speranza si affliggono, ma noi che siamo figli della speranza ci rallegriamo (San Giovanni Crisostomo).

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1.653 Gesù le disse:

«Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?» (Gv 11,25-26).

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1.652 Il Signore libera quanti sperano in lui.

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1.651 Andate dunque e imparate che cosa significhi:

 Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mt 9,13).

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1.650 Chi sa di avere Cristo come compagno, si vergogna di fare il male.

Quindi il Signore ci aiuta a compiere il bene e ci preserva dall’operare il male.

Perciò, quando ci alziamo all’alba dobbiamo, prima di tutte le azioni profane, compiere un atto di religione e rendere grazie al Salvatore di averci custodito, quando giacevamo addormentati nei nostri letti.

Mentre ci alziamo dobbiamo rendere grazie a Cristo e compiere poi ogni azione della giornata nel segno del Salvatore.

Infatti, quando eri ancora pagano usare ricercare diligentemente i segni e valutare con grandissima cura per quali cose fossero propizi.

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1.649 Cristo vuol partecipare a tutti i nostri atti o come socio o come testimone, con lo scopo che compiamo il bene per opera sua e ci allontaniamo dal male a causa della nostra unione con lui.

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1.648 “Sia che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la Gloria di Dio” (1°Cor 10,31).

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1.647 Quando le tue parole mi vennero incontro le divorai con avidità.

La tua parola è la gioia e la letizia del mio cuore. Sono più saggio di tutti i miei maestri, perché medito i tuoi insegnamenti (Geremia).

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1.646 I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola.  Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché vedendo non vedano e udendo non intendano (Luca).

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1.645 Noi non sappiamo che cosa sia conveniente domandare.

“Lo Spirito Santo intercede per noi con gemiti inesprimibili (San Paolo).

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1.644 Il Signore vostro Dio vi mette alla prova per sapere se lo amate” (Dt 13,4), cioè per far conoscere a voi stessi se lo amate (Sant’Agostino.

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1.643 Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci hai amati, da morti che eravamo per i peccati, ci hai fatto rivivere in Cristo.

Abbiamo peccato, Signore Dio nostro, abbiamo trasgredito i tuoi comandamenti Efesini).

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1.642 Risulta che la fede, la speranza e la carità conducono a Dio colui che prega.

Chi crede, spera, desidera e considera attentamente che cosa debba chiedere al Signore nell’orazione domenicale, arriva certamente fino a Dio (Sant’Agostino).

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1.641 Il servirsi di molte parole nella preghiera, equivale a trattare una cosa necessaria con parole superflue (Sant’Agostino).

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1.640 Sappiamo che gli eremiti d’Egitto fanno preghiere frequenti, ma tutte brevissime.

Esse sono come rapidi messaggi che partono all’indirizzo di Dio.

Così l’attenzione dello spirito, tanto necessaria a chi prega, rimane sempre desta e fervida e non si assopisce per la durata eccessiva dell’orazione

E in ciò essi mostrano anche abbastanza chiaramente che non si deve voler insistere in un prolungato sforzo di concentrazione, quando si vede che non può durare oltre un certo tempo; e d’altra parte non si deve interrompere alla leggera o bruscamente la preghiera, quando si vede che la presenza vigile della mente può continuare (Sant’Agostino).

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1.639 Non è male o inutile pregare a lungo, quando si è liberi, cioè quando non si è impediti dal dovere di occupazioni buone e necessarie (Sant’Agostino).

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1.638 E’ necessario che stabiliamo certi tempi fissi per richiamare alla nostra mente il dovere della preghiera, distogliendola da altre occupazioni o affari, che in qualche modo raffreddano il nostro desiderio, tendente a intiepidirsi, si raffreddi del tutto o si estingua per mancanza di un frequente stimolo (Sant’Agostino).

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1.637 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. 

Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.

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1.637 Tu hai bisogno di essere perdonato quanto pecchi, e nello stesso tempo hai qualcuno a cui perdonare.

Volete essere perdonati?

“Perdonate e vi sarà perdonato” (Luca 6,37).

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1.636 In quel tempo Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse:” Signore quante volte dovrò perdonare il mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?”

E Gesù gli rispose:

“Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette” (Matteo).

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1.635 Potrebbe sembrare strano che Dio ci comandi di fargli delle richieste quando le conosce, prima ancora che glie lo domandiamo, quello che ci è necessario.

Dobbiamo però riflettere che a Lui non importa tanto la manifestazione del nostro desiderio, cosa che Egli conosce molto bene, ma piuttosto che questo desiderio si ravvivi in noi mediante la domanda, perché possiamo ottenere ciò che Egli è già disposto a concederci.

Quanto più vivo, infatti, sarà il desiderio, tanto più ricco sarà l’effetto. (Sant’Agostino)

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1.634 Se siamo ottenebrati dall’ignoranza di Dio, come possiamo sperare in colui che non conosciamo?

Se siamo prigionieri dell’ignoranza di noi stessi, come potremo essere umili?

Crederemo infatti di essere qualcosa, mentre siamo nulla (San Pietro).

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1.633 Che significa camminare?

Andare avanti nel bene, progredire nella Santità.

Vi sono infatti, secondo l’Apostolo, alcuni che progrediscono si, ma nel male.

Se progredisci è segno che cammini, ma devi camminare nel bene, devi avanzare nella retta fede, devi progredire nella Santità (Sant’Agostino).

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1.632 Sei entrato nella tentazione, ma Dio ti darà anche il modo di uscirne, perché tu non abbia a soccombere alla tentazione stessa.

Quando vi entri pensa che ne uscirai “perché Dio è fedele”.

Il Signore ti proteggerà da ogni male … veglierà su di te quando entri e quanto esci (Sal 120,7-8).

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1.631 Viviamo con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo (Tito).

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1.630 Convincete quelli che sono vacillanti, altri salvateli strappandoli dal fuoco, di altri infine abbiate compassione con timore, guardandovi perfino dalla veste contaminata della loro carne (San Giuda).

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1.629 Costruite il vostro edificio spirituale sopra la vostra santissima fede, pregate mediante lo Spirito Santo, conservatevi nell’amore di Dio, attendendo la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo per la vita eterna (San Giuda).

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1.628 “Alla fine dei tempi vi saranno impostori, che si comporteranno secondo le empie passioni” (San Giuda).

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1.627 Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico? 

Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile:  è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia.

Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. 

Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta.

Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande».

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1.626 L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore.

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1.625 Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo (Luca). 

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1.624 Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo? 

Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo?

Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello (Luca).

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1.623 Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro (Luca). 

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1.622 Disse loro anche una parabola:

Può forse un cieco guidare un altro cieco?

Non cadranno tutt’e due in una buca? (Luca)

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1.621 Viviamo in questo mondo con sobrietà, giustizia e pietà, nell’attesa della manifestazione della gloria del nostro grande Dio..

Ammaestrati da lui a vivere rettamente siamo avviati verso la vita eterna e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo (San Clemente Alessandrino).

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1.620 Se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.

Perciò anche voi siate pronti. Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli con fragore passeranno. Perciò anche voi siate pronti (Matteo – 2 Pietro).

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1.619 Il Signore non ritarda nell’adempiere la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi (San Pietro).

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1.618 Gesù:

“Date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio” (Luca).

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1.617 Gesù: “Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato” (Luca).

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1.616 Gesù:

” Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” (Luca).

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1.615 Gesù:

“Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi” (Luca).

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1.614 Gesù:”

E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete?

Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto” (Luca).

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1.613 Gesù:

” E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso” (Luca).

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1.612 Gesù:

” Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso” (Luca). 

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1.611 Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori. E porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere (Geremia).

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1.610 Gesù:

“Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro” (Luca). 

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1.609 Gesù:

” Da’ a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo” (Luca). 

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1.608 Gesù: ” Ma a voi che ascoltate, io dico:

Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano,  benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano”. 

A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica” (Luca).

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1.607 Con discorsi gonfiati e vani, taluni, adescano mediante le licenziose passioni della carne coloro che si erano appena allontanati da quelli che vivono nell’errore. Promettono loro libertà, ma essi stessi sono schiavi della corruzione.

Perché uno è schiavo di ciò che l’ha vinto.

Se infatti, dopo aver fuggito le corruzioni del mondo per mezzo della conoscenza del Signore e salvatore Gesù Cristo, ne rimangono di nuovo invischiati e vinti, la loro ultima condizione è divenuta peggiore della prima (San Pietro).

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1.606 Il Signore sa liberare i pii dalla prova e serbare gli empi per il castigo nel giorno del giudizio,  soprattutto coloro che nelle loro impure passioni vanno dietro alla carne e disprezzano il Signore.

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1.605 Non bisogna temere alcuna umiliazione, per grande che sia, ma avere un gran timore e orrore anche dal minimo moto di presunzione. No paragoniamoci con nessuno, Dio può umiliare o innalzare chiunque in un attimo (San Bernardo).

“Va’ a metterti all’ultimo posto” (Lc 14,10).

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1.604 Se dalla conoscenza di sé sorge in cuore il timore di Dio e dalla conoscenza di Dio l’amore per lui, dall’ignoranza di sé germoglia invece la superbia (perché ingannati da una mentalità cieca e fallace, ci crediamo migliori di quello che siamo) e dall’ignoranza di Dio la disperazione (San Pietro).

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1.603 Se l’amore di Dio è la perfezione della Sapienza, la disperazione è la consumazione di ogni malizia.

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1.602 “Principio della saggezza è il Timore del Signore” (Sal 110,10).

Così “il principio di tutti i peccati è la superbia” (Sir 10,15).

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1.601 ” Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per gustare la dolcezza del Signore e ammirare il suo Santuario” (Sal 26,4).